Wingfoil: lo sport che permette a tutti di cavalcare le onde

Nessuno ci aveva ancora provato. Mancano infatti le attrezzature dedicate e le basi di una specifica didattica di insegnamento. Ma a Campione si sono messi in testa di offrire anche alle persone con disabilità la possibilità di cavalcare le onde grazie al wingfoil, la disciplina del momento. 

Intuizione

L’idea è di Roberto Chiari, istruttore di kitesurf ma anche di sit’n’kite, una particolare specializzazione del kite per disabili che si pratica – in buona sostanza – con un sedile ancorato alla tavola trascinata dal kite: una vela-aquilone che viene manovrata per mezzo di una barra cui è collegata tramite alcuni cavi. Mentre la pratica del sit’n’kite richiede però un sistema di emergenza e due imbarcazioni d’appoggio, il wingfoil – una navigazione che si pratica con un’ala gonfiabile che si tiene semplicemente in mano – garantisce maggiore accessibilità e sicurezza. Anche per chi è costretto su una sedia a rotelle. 

EMBED [Necessario modificare attrezzature e tecniche di insegnamento]

Nessuno, a quanto pare, ci aveva pensato prima: «Tempo fa – racconta Roberto, titolare della ReUnion KiteAcademy&Shop – si è presentato un ragazzo con disabilità, atleta paralimpico, chiedendo informazioni sul wingfoil. Ha provato e abbiamo capito che si può fare. Così, visto il recente sviluppo del wingfoil e grazie anche alla sua accessibilità e sicurezza, sto provando ad adattare la didattica di insegnamento e l’attrezzatura di questo sport a persone con disabilità. Non ci sono esperienze precedenti, né attrezzature specifiche. Serve, ovviamente, una tavola particolare: è tutto da inventare». 

Così Roberto ha lanciato tramite la piattaforma GoFundMe una raccolta fondi online per acquistare attrezzature specifiche ed effettuare le opportune modifiche per renderle adatte all’uso particolare di cui necessita. Per sostenere l’iniziativa basta andare sul sito www.gofundme.com e cercare «wingfoil disabilità»: l’obiettivo fissato è di duemila euro. Una cifra tutto sommato modesta se rapportata al fine perseguito: consentire anche a chi ha una mobilità ridotta di avvicinarsi al wingfoil e di praticare uno degli sport più in voga sul Garda. Tutto questo, tra l’altro, in autonomia, dato che il wingfoil, come detto, è decisamente più sicuro del kite e consentirebbe anche alle persone con disabilità di andare in acqua autonomamente e senza una particolare assistenza.

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