Poco da dire sulla statuetta del duomo lanciata contro Berlusconi.
Certi gesti sono sbagliati, anche se si tratta pur sempre di un oggetto, non di un’arma.
Quello che trovo scandaloso è tutto ciò che circola intorno alla vicenda: parole, parole, parole.
Accuse reciproche, nuovi insulti invocando un abbassamento dei toni, e il tentativo di avere un tornaconto elettorale dalla vicenda.
E così vengono dati in pasto alla piazza i “mandanti” politici dell’ “atto di terrorismo”: L’Espresso, la Repubblica, Di Pietro, Travaglio, Il Fatto Quotidiano, colpevoli di criticare aspramente l’operato di Silvio Berlusconi, fomentatori d’odio, neo-savonarola.
Viene dipinta la parte politica avversa come una schiera di violenti sobillatori, da eliminare (proposta di abolizione per legge di IDV e PRC da parte dei giovani del Pdl di Treviso).
Si fomenta la paura citando il ritorno agli anni di piombo.
In tutto questo affannarsi di parole ci si dimentica di Brunetta che dice: “certa sinistra vada a morire ammazzata”, o dello stesso Berlusconi che da del coglione a chi non lo vota, per non parlare delle decine di attacchi a magistrati e istituzioni democratiche.
Per non paralare della Lega Nord che invoca i fucili, o per bocca di suoi esponenti chiede la pulizia etnica dei “culattoni” e dei figli degli zingari.
Sembra che la violenza non sia solo da una parte dunque…
Cosa dire poi di quella che si vede tutti i giorni in tv? sdoganata come fosse normale da tutti i Tg, aizzata da reality show e dibattiti politici e non.
Sarebbe bello che si approfittasse dell’episodio per darsi TUTTI una calmata. Ma forse è impossibile, la politica è cinica, non contano le persone, conta il fine, e probabilmente abbassare i toni a molti non conviene.
Vai articolo originale: http://filisetti.blogspot.com/2009/12/violenza-e-politica.html