Sono le 23.35 di sabato 19 giugno. Umberto e Greta sono già morti nelle acque del lago di Garda e nessuno pare essersene accorto. I loro investitori hanno tirato dritto. «Senza nemmeno rallentare» spiegheranno i residenti che hanno avvertito il botto e visto sfrecciare via l’Aquarama.
I due turisti tedeschi che saranno indagati il giorno successivo per omicidio colposo e omissione di soccorso, in quel preciso momento arrivano al rimessaggio nautico di Salò con il loro motoscafo Riva. Il proprietario scende, l’amico resta a bordo. Una scena che viene immortalata dalle telecamere di sicurezza e che avviene sotto lo sguardo di una persona a bordo di un altro motoscafo. Quello che l’occhio elettronico mostra è un uomo in evidente difficoltà. Il tedesco non riesce a reggersi in piedi. Uno, due, tre passi indietro e poi – quando l’orario di registrazione indica le 23.35 e 18 secondi – cade in acqua con tanto di capriola. Non è il proprietario della lussuosa imbarcazione, che sarà arrestato e poi rimesso in libertà nella giornata di domenica e che si è rifiutato di sottoporsi all’alcol test. Quello che barcolla fino poi a cadere è l’amico coetaneo, il 52enne che il giorno successivo accetterà di sottoporsi alla prova dell’alcol. Che risulterà tra l’altro negativa.
EMBED [Il video dei tedeschi dopo lo scontro: uno non sta in piedi]
«È passato troppo tempo» è la riflessione ad alta voce degli inquirenti. Il prelievo del sangue è stato infatti effettuato nel primo pomeriggio di domenica. Vale a dire almeno quindici ore più tardi rispetto all’orario della caduta in acqua del turista tedesco dopo la serata al ristorante e soprattutto dopo l’incidente costato la vita a Greta Nedrotti, 25 anni, e Umberto Garzarella di 37.
«Erano ubriachi? Non sappiamo fino a che livello, ma era intuibile» racconta chi sabato scorso ha incrociato i due 52enni, manager d’azienda, che lunedì sono tornati a Monaco di Baviera. «Hanno riferito di aver bevuto un bicchiere di vino a testa a cena perché sapevano di dover tornare in barca. Dopo, quando hanno lasciato il motoscafo hanno proseguito la serata con altri connazionali. Anche bevendo» ha riferito l’avvocato Guido Sola, difensore dei due stranieri. «Un cliente ci ha chiamato dicendo che c’era una barca in difficoltà al porto. Abbiamo chiesto cosa fosse successo e i tedeschi hanno detto che erano andati a sbattere contro qualcosa ma non sapeva che cosa» spiega invece una testimone.
Nel frattempo sta dando i suoi frutti l’appello lanciato dai genitori della 24enne Greta Nedrotti che hanno chiesto a chi ha visto o sentito qualcosa nella serata del 19 giugno, di rivolgersi alle forze dell’ordine. Ai carabinieri di Salò negli ultimi giorni sono arrivate segnalazioni, indicazioni, testimonianze, video e fotografie. Materiale utile a ricostruire la serata di Umberto e Greta e ovviamente dei due tedeschi indagati.
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