Viceministro del MIMIT, Valentini: l’intelligenza artificiale è uno strumento di competitività per le imprese

Durante il MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile) Roadshow, il Viceministro del MIMIT, Valentini, ha sottolineato come l’IA possa aumentare la competitività senza minacciare i posti di lavoro, promuovendo una cultura dell’innovazione nelle PMI.

L’intelligenza artificiale non rappresenta una minaccia per l’occupazione, ma un’opportunità per migliorare la competitività delle imprese italiane. Questo è quanto ha affermato Valentino Valentini, Viceministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), durante la conferenza “L’innovazione in cammino” del MICS Roadshow, un’iniziativa volta a costruire il manifatturiero del futuro. Valentini ha ribadito che l’IA, se usata correttamente, può democratizzare l’economia, permettendo alle imprese di piccole e medie dimensioni di competere a livello globale.

Secondo Valentini, uno dei principali ostacoli da superare è la diffusione della cultura dell’innovazione, in particolare tra le micro, piccole e medie imprese. Molte di queste realtà vedono ancora le nuove tecnologie con diffidenza, temendo che possano comportare costi elevati o ridurre la manodopera. Tuttavia, il vice ministro ha chiarito che l’IA e altre innovazioni non sono nemiche della produttività: al contrario, possono aumentare la competitività nel mercato globale. Le PMI italiane devono evolvere verso un modello economico basato sui processi e sulla gestione dei dati, piuttosto che un’economia esclusivamente di prodotto.

I competence center, che hanno già mostrato buoni risultati, necessitano di un potenziamento per rendere accessibili le nuove tecnologie a una fascia più ampia di imprese. Valentini ha spiegato che la sfida attuale è convincere le aziende che la sostenibilità e la circolarità non sono costi aggiuntivi, ma piuttosto fattori essenziali per incrementare la competitività. L’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle piccole imprese, ad esempio, consentirebbe agli operatori di sfruttare capacità di calcolo avanzate e gestione dei dati senza dover ricorrere a specialisti in codifica. Questo processo favorirebbe una democratizzazione delle tecnologie, permettendo anche alle piccole imprese di partecipare alla catena del valore globale.

Infine, Valentini ha enfatizzato come l’Italia, con il suo tradizionale tessuto produttivo, possa trarre enormi benefici dall’uso dell’IA, mantenendo il suo patrimonio manifatturiero e il prestigio del Made in Italy in un contesto globale. Se le imprese italiane saranno in grado di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie, potranno non solo preservare ma rafforzare il loro posizionamento internazionale.

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