A sette anni dalla tragica scomparsa di Christian Corso, un bambino di tre anni di Bagnolo, la famiglia continua a lottare per scoprire la verità sulle cause della sua morte. Christian era in vacanza con i genitori a Ercolano quando, dopo un rapido peggioramento della sua salute, è deceduto in ospedale. Oggi, il suo ricordo è tenuto vivo attraverso il progetto “Verità per Christian”, sostenuto da una nuova iniziativa benefica.
La tragedia e l’apertura di un’inchiesta per omicidio colposo
Il dramma si è consumato il 29 dicembre 2017, quando Christian, già febbricitante, con dolori addominali e diarrea, è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli. I medici non hanno ritenuto necessario il ricovero, dimettendo il piccolo con una diagnosi di virus influenzale. Poche ore dopo, però, le sue condizioni sono peggiorate, e un’ambulanza lo ha riportato in ospedale. In arresto cardiaco all’arrivo al Santobono, Christian non è sopravvissuto. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e indagato due pediatri, ma dopo sette anni non si è ancora giunti a una conclusione.
La battaglia legale e il sostegno di Gian Luca Ferro
La famiglia, rimasta da sola dopo il clamore mediatico iniziale, ha affrontato una lunga battaglia legale e ha ottenuto di recente la perizia di due medici super partes. Tuttavia, i costi della procedura sono gravosi. Gian Luca Ferro, collega del padre di Christian e appassionato di corse estreme, ha deciso di supportare la famiglia partecipando alla Everest Trail Race in Nepal. La gara, che prevede 170 chilometri di corsa suddivisi in sei tappe, tra i 2.000 e i 4.100 metri di altitudine, rappresenta una sfida estrema.
Un’iniziativa di solidarietà: donare per ogni chilometro percorso
Ogni chilometro di questa corsa in Himalaya potrà essere “adottato” dai sostenitori della causa, attraverso una donazione simbolica di 25 euro sulla piattaforma GoFundMe dedicata a “Verità per Christian”. “È necessario mantenere viva la speranza di ottenere giustizia,” ha dichiarato Ferro, che correrà in autosufficienza tecnica, portando con sé sacco a pelo e attrezzatura per ogni tappa. L’iniziativa vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi affinché la famiglia possa sostenere le spese legali.
Un messaggio speciale al punto più alto della corsa
Gian Luca Ferro ha annunciato che, una volta raggiunto il punto più alto del percorso, lascerà sotto un sasso una lettera che mamma Carmela ha scritto per Christian. Il messaggio sarà simbolicamente depositato a oltre quattromila metri di quota, in un luogo che lo avvicini al cielo, come un ultimo e struggente tributo al ricordo del bambino.
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