Vendeva auto di lusso ma aveva reddito di cittadinanza e faceva fatture false: sequestrati 1,7 milioni

Sono davvero numerose – e pesanti – le contestazioni che la Guardia di Finanza di Brescia ha mosso a un 44enne (di origine torinese, ma operativo a Desenzano) finito nelle scorse ore in carcere. L’uomo, infatti, deve rispondere di truffa aggravata ai danni dello stato malversazione di erogazioni pubbliche, riciclaggio, indebita percezione del Reddito di cittadinanza e reati contro il patrimonio, tributari e fallimentari.

L’”imprenditore” è attivo da tempo nel settore della compravendita e del noleggio di auto di lusso sul lago di Garda. Ma secondo la Procura della Repubblica non era questo il suo business principale. E le indagini – avviate in seguito alla denuncia per appropriazione indebita del titolare di una concessionaria – hanno portato alla luce un quadro (ipotetico) davvero inquietante.

L’uomo – va detto – è pluripregiudicato per reati di truffa, sostituzione di persona e appropriazione indebita, nonché gravato da fallimento e da debiti tributari per oltre 3 milioni e 750mila euro.

I militari, con la nuova indagine, hanno scoperto che negli ultimi anni il 44enne avrebbe presentato bilanci gonfiati con l’aiuto di quattro prestanome e otto società individuali “schermo”, ottenendo indebitamente ben 700.000 euro di contributi (in parte erogati da Simest e in parte garantiti da Microcredito Centrale, che gestiscono i fondi del Pnnr).

Inoltre – stando a quanto emerso – l’”imprenditore” risultava nullatenente e percepiva addirittura il Reddito di cittadinanza, una situazione che risulterebbe incompatibile con il suo tenore di vita. L’uomo, infatti, movimentava somme importanti e – sempre secondo le ipotesi investigative – riciclava denaro con l’acquisto e il leasing di vetture di grossa cilindrata.

A suo carico i militari hanno eseguito un’ordinanza della custodia cautelare in carcere. Ma anche il sequestro preventivo di beni (mobili e immobili) per un valore di circa 1,7 milioni di euro. Contestualmente sono state restituite ai proprietari vetture per un valore commerciale di circa 350mila euro. I contributi all’uomo sono stati ovviamente bloccati e gli sono stati contestati redditi non dichiarati per oltre 2 milioni di euro.

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