Ho finito anche gli altri due libri di Carlo M. Cipolla sulla storia economica del medioevo e Vele e cannoni mi è piaciuto in particolare per la sottile analisi dell’influsso di una innovazione tecnologica, i cannoni in ferro e la riduzione del rinculo che permise di montarli sulle navi, nello sviluppo della storia economica del mondo.
A queste invenzioni infatti si deve la supremazia che l’Europa ebbe sull’ Oriente che invece era refrattario alle nuove tecnologie e mi segno un bel passo di riflessione tra innovazione e società:
"… il problema può sembrare semplicemente quello di creare nuove tecniche di produzione e gli strumenti e le macchine ad esso appropriati. Ma ciò che realmente è in causa è una vasta modificazione delle strutture e dei valori sociali… Per fronteggiare una nuova situazione occorrono nuovi modi di pensare, nuove attitudini, nuovi modi di agire. Per ammettere la nuova funzione dell’artiglieria … i mamelucchi dovevano sacrificare la funzione e il prestigio della loro cavalleria feudale, vale a dire la posizione sociale e il prestigio della classe dominante. Per poter accettare le tecniche occidentali, i cinesi dovevano cambiare tutta la concezione del loro mondo e dei loro rapporti con il resto dell’umanità, in altre parole dovevano attuare una specie di rivoluzione copernicana in campo culturale."
Nelle Tre storie extra vaganti rimane impressa soprattutto la storia della grande truffa messa in atto dai genovesi ai danni della Francia e della Turchia quando si misero a coniare monete false, i luigini, che le donne turche amavano utilizzare come ornamento per i loro abiti, pagandole ben più del loro valore monetario.
Il risultato fu una grave crisi finanziaria che mi fa pensare che le "bolle speculative" non siano un’esclusiva dei nostri giorni.
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