Comincia oggi, per Vanessa e Chiara, il Cammino di Santiago di Compostela. Un viaggio che le accomuna a tanti altri pellegrini provenienti da ogni angolo del mondo: se non fosse che loro, Chiara e Vanessa, non hanno l’uso delle gambe. Vanessa Gabusi, 38 anni, di Vobarno, e Chiara Personeni, 26 anni, bergamasca di Almè, hanno però da tempo maturato una profonda convinzione: quella secondo cui «è la testa, non le gambe, che ti porta dove vuoi andare». Anche se la meta alla quale aspirare è lontana, come in questo caso, ottocento chilometri dal punto di partenza.
Per compiere l’impresa, naturalmente, era necessario poter contare sull’aiuto di persone speciali. «I nostri angeli», li definiscono le due. Si tratta di una squadra di volontari, una ventina, tutti appartenenti al «Sentiero di Cinzia», costola della sottosezione di Gavardo del Cai presieduta da Angiolino Goffi. Il sodalizio, attivo ormai da cinque anni, ha come scopo l’accompagnamento di disabili in montagna, reso possibile dall’utilizzo di una joëlette, carrozzina a una sola ruota con sospensione e freno, che viene sorretta dai volontari mediante appositi bracci anteriori e posteriori.
Sono, ad oggi, un centinaio i disabili che, grazie alla generosità dei componenti del «Sentiero di Cinzia», hanno potuto godere delle sensazioni meravigliose che solo l’alta montagna sa offrire. Il sostegno. Tutta un’altra storia, però, immaginare di affrontare, anziché una breve escursione, un itinerario lungo e complesso come quello che conduce a Santiago. Eppure, era proprio questo il sogno di Vanessa Gabusi, da lei condiviso con gli «angeli» del Cai.
«All’inizio, l’abbiamo presa per matta – confessano sorridendo Goffi e compagni. – Ma alla fine, con il suo entusiasmo contagioso è riuscita a convincerci». Nei mesi scorsi il «piano» è stato studiato nei minimi dettagli, per non lasciare nulla al caso. Poiché nel frattempo erano sopraggiunti per Vanessa impegni di lavoro, che non le avrebbero consentito di assentarsi per tutti i quaranta giorni necessari, nell’avventura è stata coinvolta anche Chiara, la quale compirà la prima metà del tragitto, per lasciare quindi il posto all’amica, in un’ideale staffetta. Ottocento, lo si ricordava, i chilometri da percorrere, da Saint-Jean-Pied-de-Port a Finisterre, con i venti volontari ad alternarsi, in turni di dieci giorni ciascuno, fino al 5 luglio, data di arrivo.
Il progetto, denominato «Farò il Cammino di Santiago», è finanziato in parte da una sostanziosa elargizione della Fondazione Ubi Banco di Brescia. Ulteriori contributi sono comunque ben accetti: chi volesse dare una mano può ancora farlo, attraverso il conto della filiale locale di Ubi Banca intestato a «Il Sogno di Chiara e Vanessa – Cai sottosezione di Gavardo» (iban: IT17R031115456 0000000001010).
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