Nell’ultimo fine settimana la conta segna tre imbarcazioni scassinate: su due i vandali sono riusciti a salire, hanno rovistato e fatto disastri, sulla terza per fortuna no. Ed è, questo andato in scena tra sabato e domenica, solo l’ultimo episodio di un’estate lunghissima: la stessa scena al porto di Desenzano si è verificata almeno un’altra ventina di volte.
Tanti episodi
A raccontarlo sono gli stessi assegnatari: coloro i quali, circa trecento, hanno la barca ormeggiata al porto. La fotografia che scattano non è lusinghiera: al di là dell’ultimo episodio, segnalano troppo spesso azioni analoghe, con effrazioni e furti sulle imbarcazioni, ma anche azioni contrarie al pubblico decoro, come la presenza di escrementi al mattino, il fatto che il molo di notte sia luogo di malcostume, che vi si possano trovare rifiuti di ogni genere. Insomma, non propriamente un panorama idilliaco.
Contromisure
Che il problema esista lo conferma anche il sindaco, Guido Malinverno: «Una volta si rubavano le galline – constata con amarezza -, ora si rompe tutto. La problematica del vandalismo non è esclusiva di Desenzano, anzi, ma la nostra città sembra essere particolarmente attrattiva per questo genere di reati perché è diffusa la convinzione che sia frequentata da persone ricche. Per quel che ci riguarda abbiamo implementato il sistema di videosorveglianza e anche rifatto di recente l’impianto antincendio, ma di sicuro investiremo ancora: ce l’ha chiesto anche il prefetto, nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolta qualche settimana fa a San Felice. Va però anche ricordato che il porto è competenza dell’Autorità di bacino, che incassa i canoni e ci ristora una quota per le manutenzioni. È l’ente che deve programmare interventi più massicci».
Prospettive
Dagli assegnatari dei posti barca arriva anche qualche suggerimento, come per esempio quello di posizionare ulteriori cartelli che segnalino la presenza del sistema di videosorveglianza, oppure quello di installare cancelli ai vari moli. Ma quest’ultima opzione sembra non essere praticabile per vincoli posti dalla Soprintendenza. Rimane la sorveglianza notturna, che gli assegnatari vorrebbero e che anzi, stanno pure pensando di organizzare in autonomia: «Ci stiamo pensando anche noi – conferma Malinverno -, ma non è detto che funzioni perché i malintenzionati potrebbero benissimo aspettare che la guardia se ne vada per entrare in azione. Resta il fatto che il sistema di videosorveglianza funziona e fa egregiamente il suo dovere».
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