articolo apparso su bresciaoggi del 15 luglio.
Non sembrano essersi esaurite le polemiche post elettorali a Sirmione. Dopo quelle scoppiate durante il primo consiglio comunale, in cui l’intervento dell’assessore Giordano Signori è stato ritenuto «al limite della diffamazione» da parte della lista di opposizione Forza Sirmione Democratica, è notizia di ieri che un esposto trasmesso dalla stessa minoranza alla Corte d’Appello di Brescia è stato accolto e, di conseguenza, inviato per competenza alla Procura della Repubblica per eventuali indagini.
Si tratta di questo. Domenica 7 giugno, giorno delle elezioni comunali, un candidato di Forza Sirmione Democratica nota che alle 6.30 circa la porta di un seggio è già aperta. Al suo interno si trovano il presidente e il segretario, nonostante l’inizio delle operazioni debba avvenire, come da legge, alla presenza di tutti i componenti nominati del seggio.
NELL’ESPOSTO viene fatto notare che il «presidente è persona committente della lista 1 (cioè Vivere Sirmione con candidato sindaco Alessandro Mattinzoli) mentre il segretario è parente di un altro candidato della lista 1, poi risultato anch’egli eletto». Del fatto viene informato un agente di Polizia locale che si trova sul posto e che stende una relazione. Ci sono anche testimoni che vengono citati nell’esposto. Ora sarà la Procura ad accertare se e quali irregolarità ci siano state.
Non sembra, però, che si possa parlare di brogli elettorali perché le elezioni si sono svolte correttamente e il responso finale non ammette dubbi.
SEMPRE LA MAGISTRATURA dovrà accertare un altro caso riferito nell’esposto, riguardante un presunto «tentativo di far votare una ventina di cittadine comunitarie residenti a Sirmione in orario-limite di chiusura dei seggi, cioè pochi istanti prima delle 22, accompagnate da alcuni candidati della lista 1 e persone del Comune».
Nell’esposto, il cui contenuto è ovviamente tutto da verificare dall’autorità giudiziaria, viene riferito inoltre che «i cittadini comunitari erano stati accompagnati da un parente di un candidato a bordo della propria auto».
Quella sera, quando si rischiò la rissa tra rappresentanti delle due opposte liste elettorali, alcuni sostenitori di Vivere Sirmione dichiararono che il ritardo era stato causato da intoppi burocratici originati dall’ufficio elettorale di Lonato e che i cittadini comunitari avevano il diritto di votare.
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