Una proposta di contratto a tempo determinato

Per quanto riguarda la questione dei giovani precari sfruttati come stagisti in eterno, mi chiedevo che effetto potrebbe avere l’obbligo di assunzione da parte delle imprese di una porzione fissa dei lavoratori con contratto a tempo determinato al suo scadere (ad es. tra il 30 e il 50%, in base alla dimensione dell’azienda).

Si tratterebbe di costringerli ad assumere coloro che reputano migliori tra quelli che già stanno dimostrando in un periodo tra i tre e i dodici mesi di quello che sanno fare e che comunque in ingresso sono passati dal filtro del reparto risorse umane. Non credo che le aziende abbiano molto da perderci in termini di qualità dei dipendenti a tempo indeterminato e dall’altra parte si garantisce ai giovani (meritevoli) una buona probabilità di essere assunti nel giro di massimo qualche anno.

In termini puramente probabilistici, poniamo che a ogni contratto a tempo determinato da sei mesi ho il 40% di probabilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato, significa che fra 6 mesi ho il 40% di probabilità di essere assunto, fra 12 mesi il 64% (1-0,60×0,60), fra 18 mesi del 78,4% (1- (0,60 al cubo)) e nel giro di due anni dovrei ottenerlo all’87% (1- (0,60 alla quarta)). Premesso che mi ricordi come si calcolano le probabilità… Mi sembra un buon equilibrio tra garanzie e merito per i giovani.

Poi si possono sfruttare anche altre leve, come l’assegnazione di sussidi alla disoccupazione per i giovani che crescono col numero di stage sostenuti. Meno tentativi di lavoro fai, più bassa è la quota mensile. Dall’altra parte si stabilisce un contratto minimo per il lavoratore precario a livello nazionale che convenga al datore di lavoro (come una tassa forfettaria del 20% per ogni contratto fino a 12 mesi). Ovviamente sono numeri sparati a caso, non ho grandi competenze. Motivo per cui mi piacerebbe sapere come la pensano altri in merito.

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