Della vicenda di mio nipote Alberto ho raccontato ieri e devo ringraziare i tanti che mi hanno poi scritto in posta privata o su Facebook per solidarizzare e condividere o per rilanciare sui propri blog la storia, come hanno fatto Marco Zamperini, Marco Massarotto, Vincenzo Jacona e altri.
La chiave che può aprire quella cella, l’elicottero che lo può portare via da quel posto orrendo (per usare parole di Alberto) è anche nella informazione che grazie alla rete circola e si alza oltre il muro di cinta, e a chi pensa che Facebook sia solo uno spazio di chiacchiera vana, racconterò un giorno questa storia perchè la solidarietà, l’affetto, l’abbraccio possono anche esprimersi con forza vera e non virtuale grazie alla rete che non finisce di stupirmi per la sua multiforme capacità di farci agire.
Non lo dico a caso, lo dico dopo aver letto la lettera che ieri Alberto ha scritto a sua madre e che lei ha condiviso sulla pagina di Facebook che tiene aperto il canale di comunicazione tra Alberto e tutti gli amici e che nel frattempo è arrivata a 570 adesioni.
La lettera di Alberto
" Come si puo’ attraverso semplici parole rendere l’idea
dell’enorme valore che ha per me quello che state facendo? Mi sento
scaraventato in mezzo all’oceano, lontano dai riferimenti e in preda ai
flutti.
Eppure vedo che dalla costa state creando una catena umana che,
iscrizione dopo iscrizione e messaggio dopo messaggio, mi fa sentire la sua straordinaria vicinanza e mi trasmette
una forza di resistere inaudita.
Guardo sempre l’orizzonte sperando di
vedere un elicottero, quello stesso elicottero che mi ha preso e buttato
qui. Io lo so che puo’ decidere di venire a riprendermi e riportarmi
fra voi, io lo so che solo lui puo’ farlo. Io ci credo e continuero’ a
farlo. Ogni momento spero che possa succedere oggi, cosicche’ gia’
domani sia un giorno in piu’ di nuovo in mezzo a voi.
Possa la mia
tenacia alimentare la vostra forza, possa la mia fiducia accrescere la
vostra speranza. Possa la mia gratitudine abbracciarvi dolcemente.
Possano i vostri messaggi non fermarsi mai perche’, vedendo le nostre
mani sempre piu’ vicine, accarezzeremo insieme la sensazione di essere
piu’ forti e piu’ grandi di questa assurdita’
Alberto"
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