Una Grilla sarebbe possibile?

Stamattina riflettevo andando a Roverbella sul contrasto tra costruzione e distruzione.

Avevo in mente gli articoli letti online sulla situazione politica, su quanto questo modo di fare e di pensare sia lontano dal mio modo di pensare e di fare: non sono un bacchettone ma l'insulto, la protervia, il vaffanculo, l'arroganza, l'ignoranza delle regole, mi vanno proprio di traverso.

Si può distruggere tutto? Facile! Non ci vuole un genio: basta un energumeno con una mazza per distruggere La Pietà di Michelangelo, quanto a rifarla, quello stesso energumeno, penso abbia qualche difficoltà.

Non ho mai sopportato l'autoritarismo e pur essendo un decisionista, abituato a prendere decisioni e ad assumere responsabilità quando serve, non mi sogno di imporre il mio modo di pensare a chicchessia e penso con tristezza a chi mandò nei campi i professori e gli intellettuali, uccidendo sia loro che i raccolti.

Forse per questo non mi piace chi urla e sbraita e chi ha bisogno del "capo" per sentirsi forte, ho guidato un'azienda ma quando ho fatto l'assessore sapevo la differenza, ho militato in passato in un partito per scelta e mi fa orrore pensare oggi di "iscrivermi in una srl".

Penso alla fatica che stiamo facendo con l'assessore Veronica Vicentini a dare una sede stabile alla Scuola di Musica di Roverbella, a quanto sia arduo far ragionare, spiegare, convincere, trovare soluzioni, compromessi sensati per giungere al risultato di un bene più grande.

Ho la sensazione che stia prevalendo nella politica un "machismo" di gesti e di idee che a me fanno sembrare del tutto simili i celodurismi di bossi, le figate di berlusca e i vaffanculo di grillo (il minuscolo non è un errore) è da virile petto villoso "che traccia il solco e lo difende con la spada", la voglia di spaccare tutto, di devastare il palazzo buttando le scartoffie dalle finestre.

Si sa, nelle rivoluzioni per "difendere i più deboli" alla fine sono i più deboli a rimetterci di più, le caste e i banchieri sono già altrove quando arriva Zapata e immagino le piaghe sulle mani di chi dopo i combattimenti deve ricostruire con fatica ancora maggiore perchè l'imbecillità ha distrutto anche gli attrezzi.

Furono le donne di Solferino e Castiglione a recuperare lo scempio della battaglia voluta da re e imperatori maschi, curando indistintamente "amici" e "nemici", incapaci di accettare lo scempio della vita umana, la distruzione, loro che la vita la portano in grembo e con dolore la generano.

Una Grilla sarebbe stata possibile?

Ho avuto grande stima per figure rivoluzionarie femminili o di donne che sanno lottare come pochi per giuste cause e non ho mai trovato che anche nei momenti estremi le vere leader, perdessero l'elemento "femminile" della creazione, del bene più grande. Il loro motore non è l'odio, è l'amore come racconta un bellissimo libro di Stella Pende di più di venticinque anni fa.

Ho conosciuto molte donne manager e quelle proprio insopportabili erano quelle che scimmiottavano gli uomini, evidenziando le nostre goffaggini e i nostri difetti: il pugno sul tavolo, l'urlo, l'insulto, la cecità di fronte all'evidenza pur di non perdere il potere, e anche fra le donne "il cretino", che ti fa male danneggiando se stesso, è sempre in agguato.

Quelle brave erano sempre femminili anche quando dirigevano organizzazioni complesse, se poi erano anche madri avevano quel" certo non so che" in più che mi facevano pensare che noi uomini non avevamo alcuna possibilità di competere con la loro capacità sensoriale ed emotiva così accentuata.

No, una Grilla non sarebbe stata possibile, non per quello che sto vedendo oggi.

Noi "bambini" ridiamo al rutto e alla scoreggia, loro no: al massimo con commiserazione sorridono alla nostra volgarità comprendendo noi e condannando il gesto.

Osservo gli accadimenti e penso alle donne che in tempo di guerra lavoravano mentre gli uomini erano al fronte, metafora perfetta del contrasto tra chi realizza e chi abbatte, penso alle difficoltà delle famiglie in questi momenti di ristrettezze economiche e vedo mia madre che rammenda calze e aggiusta toppe, la nonna di Marina o l'Elvira che reggevano la sorte delle famiglie contadine e che nella miseria non dimenticavano di guardare al futuro facendo studiare un figlio o mettendo da parte qualcosa "per domani".

Nei momenti difficili, se devono prendere in mano le sorti di una famiglia devastata dal marito puttaniere o dal cognato ubriacone, sanno essere drastiche ma assieme al pudore hanno il senso dell'onore, che non permette di "far brutta figura" che non infanga il "buon nome" di famiglia, sanno che è un valore da lasciare in dote.

Vedo messaggi in rete che mi fanno rabbrividire, ma non voglio dialogare con gli invasati: l'ho fatto quando era il tempo e l'età, adesso, come dice un caro amico fotografo "Guardo e faccio".

Spero sempre che sul'orlo dell'abisso arrivi un attimo di saggezza e impedisca la catastrofe, ma siccome la fede non mi basta, costruisco giardini di musica, così come anche nei momenti più bui e miseri in casa c'era sempre un pizzo, un vaso di fiori, una goccia di profumo, un angolo di bellezza a ricordarci la nostra umanità.

No, una Grilla non la credo possibile.

 

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2013/03/una-grilla-sarebbe-possibile.html

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