Ieri, dopo il concerto, ho trovato sul mio leggio un volumetto con l'intera partitura del concerto per violoncello di Dvorak e poco dopo è arrivato Luciano, per me un maestro di vita, dicendomi di leggerlo ascoltando l'opera.
Da Luciano, quando avevo vent'anni ho imparato l'impegno concreto per cambiare il mondo che ti sta attorno, a colpi di domeniche passate a portare l'Unità di casa in casa ho imparato il dialogo, a fare campagna elettorale con lui al Vaccarolo dove presi 208 preferenze su 400 voti imparai la forza dell'organizzazione, in Consiglio Comuniale con lui imparai il rispetto per le istituzioni.
L'impegno civile per lui non è mai stato un optional e ora che a quasi ottant'anni è ancora l'animatore del centro sociale di Desenzano e ancora ascolta la musica con la passione con cui mi raccontava del "cadinù" (il catenone del potere che legava i maggiorenti del paese) mi insegna ancora una volta che quando hai scelto di agire non hai molte alternative: come un violoncellista che ha accettato di suonare il concerto di Dvorak, lo dovrai eseguire fino alla fine.
Per rendergli omaggio stasera ho preparato le cuffie e la versione suonata da Truls Mork, la più lenta e scintillante che ho.
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