Un quarto pesante

Ho scoperto oggi che il 25% del mio reddito dovrò versarlo all’INPS come quota pensionistica: è il triste destino del mondo delle "partite IVA" che sommato al 30% circa di IRPEF più i costi delle denunce dei redditi fa si che più del 60% di quello che fatturo non mi rimarrà, ma farò solo da tramite per poi versarlo allo stato.

Non mi lamento di pagare le tasse, non ho mai percepito compensi in nero e quindi tutti i miei redditi sono sempre stati pubblici e trasparenti (e me ne vanto) come non mi lamento del fatto di dover pagare una quota per la previdenza sociale ma santo cielo: un quarto di quanto percepisco mi sembra davvero molto.

Forse non mi rendo conto che i lavoratori dipendenti soggiaciono da sempre a questi livelli di imposizione e quindi nel mio nuovo inquadramento da "partita iva, sono equiparato a tutti loro, con qualche piccolo privilegio in più per qualche spesa, non molte per la verità, che posso detrarre.

Non ne faccio un dramma, ma mi viene da collegare la chiacchierata di oggi con la mia commercialista a un articolo del Corriere che leggevo ieri proprio a proposito del popolo delle partite IVA, un mini-esercito di ragazzi costretti dalla deregolamentazione dei rapporti di lavoro, a diventare microimprenditori per forza:avranno fatto bene i conti? Quando gli dicono "ti diamo 1000 euro al mese, e tu fai semplicemente la fattura a cui aggiungi l’IVA che poi verserai" si rendono conto che in realtà metteranno in tasca meno della metà di quei mille euro?

Certo, parte di quei soldi mi verranno restituiti un giorno sotto forma di pensione e dovrei andare a vedere quando e quanti, per ora mi dico che ho un ulteriore buon motivo per cercare di vivere il più a lungo possibile.

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/12/un-quarto-pesante.html

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