Un governo senza partito è possibile?

Dopo il successo dei referendum “internet based”, dato che la comunicazione e la promozione della cosa è stata quasi unicamente online, quanto manca ad un candidato al governo che non si fondi sui partiti ma su una lista veramente civica semplicemente tramite una campagna elettorale online? L’idea mi viene da qui.

In realtà mi frulla in testa già da parecchio tempo. La domanda di fondo è: come può esserci in Italia (ma anche altrove) un ricambio della classe politica, se per emergere mediaticamente (che è quello che serve per farsi eleggere), devi avere alle spalle una carriera partitica di parecchi anni? Penso ai miei coetanei (tra i 20 e i 30 anni) che militano per un qualche partito, che a voler essere poveramente ottimisti potrebbero un domani essere i nuovi leader politici. Come fanno queste menti magari un tempo propositive e limpide, non cadere negli anni nel lavaggio del cervello che ogni partito fa ai suoi? (Se sei di sinistra, non puoi ridurre il potere ai sindacati o alle cooperative, se sei di destra non puoi non tollerare le lobby maggiori e devi negare i problemi climatici.)


E in effetti una gavetta nel settore penso sia indispensabile. I trucchetti qui e là un po’ li devi conoscere, altrimenti non ti accorgi quando gli altri stanno facendo ostruzionismo, o quando ti stanno combattendo su altri fronti fuori dalle camere preposte, in maniera subdola e discutibilmente morale. Perché qualcuno resterà della vecchia guardia. Anche se ti becchi la maggioranza assoluta, i vecchi e i vecchi dentro continueranno a pensare che in fondo quel ragazzo non è altro che un drogato idealista sull’onda dell’antipolitica. A meno che non si abbatta tutto quello che può avvantaggiare i vecchi e promuovere i nuovi (come una nuova legge elettorale e un riassestamento del nostro sistema parlamentare).

Quindi da un lato penso che un esperimento nella direzione “mi candido così come sono, con un programma e una lista di collaboratori e chi mi ama mi segua” sia un esperimento da fare, da provare. Se più di metà degli italiani con diritto di voto si sono spinti alle urne agli ultimi referendum senza che una tv (forse solo La7, non so) ne parlasse, allora possiamo sperare che coi soli mezzi online in qualche mese qualcuno possa raggiungere l’olimpo politico senza infangarsi. Dall’altra, perché ci siano i presupposti più rosei a questa avventura, serve che i vecchi di adesso facciano un “passo falso” per se stessi come promuovere qualcosa di democratico. Vediamo e speriamo…

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