Uccide la madre a calci e pugni, la criminologa: «Difficile sia stato un episodio isolato»

Non crede alla teoria di una furia distruttiva senza precedenti, improvvisa; né all’ipotesi di una violenza mai sperimentata prima, capace di annichilire un altro essere umano fino a provocarne la morte a mani nude.

Per Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa molto nota anche al grande pubblico, il brutale omicidio di Sirmione, che ha visto Ruben Andreoli uccidere la madre Nerina Fontana a calci e pugni, è difficilmente classificabile come episodio isolato o inspiegabile. Né può essere maturato nell’ambito di un contesto familiare sereno.

Come si spiega quanto accaduto?

«Siamo ancora in una fase embrionale delle indagini sul delitto, ma ritengo davvero improbabile che una rabbia così feroce si sia manifestata all’improvviso. Peraltro scatenata da quelli che, per quanto ne sappiamo fino ad ora, appaiono dei futili motivi. E mi riferisco all’ipotesi che a provocare la lite fra madre e figlio sia stata la volontà dell’uomo di intraprendere con la moglie un viaggio in Ucraina. Un progetto, questo, in qualche modo osteggiato dalla 72enne».

EMBED [La ricostruzione]

È plausibile il quadro che viene dipinto da conoscenti e vicini: ovvero quello di una famiglia serena, di una casa mai turbata da litigi e urla?

«Ribadisco che è presto per trarre delle conclusioni, ma a questa storia mancano sicuramente dei pezzi. Posso dire che in nessun caso si arriva ad un epilogo così drammatico senza che esista un quadro pregresso di violenze. Che siano fisiche o psicologiche. Sarebbe un’anomalia difficile da contemplare.

Omicidi come quello di Sirmione sono piuttosto un tragico esito, il capitolo finale di percorsi segnati da vessazioni, contrasti e aggressività. Non sto affermando con certezza che Ruben Andreoli picchiasse regolarmente sua madre, ma è probabile che la assoggettasse a maltrattamenti e vessazioni. E che possa essere stato un rifiuto a generare l’escalation fisica».

EMBED [Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa]

Bisogna scavare nel passato dell’uomo?

«Esatto, ne sappiamo ancora troppo poco, ma sono portata a credere che al centro di questa vicenda ci siano un rapporto filiale problematico e un uomo incapace di gestire la sua rabbia, anche a causa di problematiche psicologiche, e abituato a sentirsi dire sempre di si. Ritengo anche ad eventuali richieste economiche avanzate nei confronti della madre che forse, questa volta, ha invece opposto resistenza, provocando l’escalation di violenza».

Si parla di un raptus… Può essere la chiave?

«È stata un’ escalation. Il raptus non esiste. È un’invenzione giuridica che non trova nessun riscontro sotto il profilo psicologico e psichiatrico. Nessun delitto avviene nel vuoto della mente».  

EMBED [Box News 5 Min Articolo]

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