«Fermate la ciclovia». L’appello è lanciato dal Coordinamento interregionale per la tutela del Garda, che riunisce una trentina di associazioni e comitati, tra cui Wwf, Italia Nostra e Legambiente, e che boccia senza appello il progetto della ciclovia del Garda, percorso di 165 km (79 sulla costa bresciana) dal costo complessivo presunto di 344,5 milioni di euro, finanziati dal Pnrr.
Il Coordinamento ha scritto ad ogni autorità possibile e immaginabile, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai sindaci del lago, passando per Regioni, Province, Prefetture e Soprintendenze. La richiesta è chiara: «Sospendere il progetto lungo tutto il suo percorso al fine di eseguire analisi più approfondite e valutare le criticità riscontrate da enti locali, comitati, associazioni e cittadini per definire un progetto maggiormente compatibile, sostenibile e partecipato».
Si chiede inoltre di «sostituire i tratti ancorati alle rocce, su passerella a sbalzo, di elevatissimo impatto paesaggistico e ambientale lungo 54 km di sponde, con una via d’acqua, mediante il potenziamento della navigazione, incentivando una mobilità sostenibile con battelli elettrici ecologici, sempre più avanzati e diffusi nel nord Europa».
Sono numerose le criticità tecniche e le lacune progettuali evidenziate. Il Coordinamento ricorda ad esempio che il Garda è un territorio ad elevato rischio geologico e sismico: «Realizzare opere ingegneristiche, sostanzialmente inutili, molto esposte su pareti rocciose in una zona sismica sembra un programma assolutamente inopportuno e sconsigliabile, oltreché costosissimo».
Nodo costi
I costi, appunto. Per il Coordinamento una spesa di 344,5 milioni (che pare peraltro destinata ad aumentare) «non sembra giustificata per un’opera che non darà soluzione al traffico ma, funzionando come richiamo turistico, apporterà un ulteriore incremento in zone già congestionate». Si ritiene inoltre che un costo di più di 2 milioni a km sia esagerato, «ben 4 volte il costo medio di una ciclovia».
Altre criticità evidenziate sono il consumo di suolo, i costi di gestione, l’impatto paesaggistico e ambientale, la mancata valutazione degli effetti sul traffico, la riduzione della naturalità lacustre: «La ciclovia – scrive il Coordinamento – porta alla rovina e all’invivibilità del Garda, non all’aumento della sua attrattività». Su un lago già alle prese col fenomeno del sovraffollamento e dell’overtourism, le associazioni dicono che «il Garda non ha bisogno di attrarre più turisti, perché rischia di collassare».
Per queste ed altre ragioni si chiede di fermare tutto e «predisporre un programma di ascolto e di progettazione partecipata per definire un intervento sostenibile e compatibile con il contesto, obiettivo fondamentale dei progetti Pnrr».
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