Treni Milano-Verona: «Minacce quotidiane: abbiamo paura di lavorare»

«Subisco minacce quotidianamente. Sono stato aggredito fisicamente e verbalmente più volte. Ho ricevuto sputi sui pantaloni, sulla giacca, in testa. Abbiamo paura e così non si può più lavorare». Mario (il nome è di fantasia) fa il capotreno sulla tratta Milano-Verona.

Lo sfogo

Quanto successo giovedì scorso sul treno che da Peschiera tornava a Milano – le molestie sessuali ad una decina di ragazzine – ha destato scandalo e scalpore per la portata dell’evento, ma per lui, che per diverse ore al giorno, tutti i giorni, lavora su quei treni è quasi routine. Se non le molestie, per fortuna, di certo la maleducazione, che sfocia in aggressioni verbali e violenza vera e propria se il controllore cerca di intervenire.

EMBED [Leggi anche]«Abbiamo le mani legate – continua Mario -. Le segnalazioni le facciamo ogni giorno e se reagiamo alle aggressioni rischiamo anche il posto di lavoro». Quattro anni fa (la tratta in questo caso era Brescia-Cremona), un capotreno di 25 anni fu licenziato da Trenord dopo aver reagito con un insulto a sfondo razziale all’aggressione di un passeggero di origini senegalesi che, sprovvisto di biglietto, lo aveva buttato a terra e malmenato. «Un errore l’insulto precisa Mario ma sproporzionato il licenziamento. Perdipiù dopo essere stato malmenato».

Della sicurezza sui treni e della tutela del personale viaggiante e dei passeggeri, si è tornato a parlare dopo il caso esploso nei giorni scorsi e successivo alla mega rissa accaduta a Peschiera: centinaia di giovani che si sono ritrovati sulla spiaggia gardesana, dopo il tamtam su TikTok, per un pomeriggio di musica trap finito con i cordoni della polizia in assetto antisommossa, che hanno caricato gli scalmanati per riportare l’ordine pubblico. In gran parte minorenni, in generale senz’auto, per raggiungere il Garda hanno utilizzato i treni regionali sulla tratta Milano-Verona. La stessa che, neanche a dirlo, poco dopo è finita nella bufera per le molestie sessuali subite da una decina di ragazzine che, salite a Peschiera per tornare a Milano, sono state aggredite da una trentina di ragazzi.

La richiesta

EMBED [“SCORTARE I TRENI VERSO IL GARDA”]

«I treni non possono essere terra di nessuno», si sfoga Angelo Cotroneo, segretario regionale Uil Trasporti che con i colleghi della Filt Cgil, Fit Cisl, Slm Fast, Ugl A. F. e Faisa-Cisal, due giorni fa ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri, ai prefetti di Milano, Brescia e Verona, e al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Scopo della lettera chiedere un incontro urgente per affrontare il problema. «Quanto accaduto il 2 giugno a Peschiera del Garda scrivono le organizzazioni sindacali è significativo di una condizione ormai al limite e non più giustificabile. Con la stagione estiva precisano si rischia che fatti del genere seguiteranno ad accadere».

A Trenord i sindacati hanno già chiesto in passato di condividere i dati relativi alle segnalazioni «quotidiane effettuate dal personale di bordo», per individuare le direttrici più a rischio. Richiesta non esaudita.

«Più controlli»

Dalle denunce raccolte da loro, però, sanno bene le «condizioni critiche in cui versano alcune linee tra le quali la Milano-Verona, la cui circolazione è quotidianamente subordinata da un’utenza che utilizza il servizio molto spesso per delinquere». Una denuncia gravissima messa nero su bianco nella lettera inviata ai prefetti e frutto di una situazione ormai al limite e insopportabile per il personale di Trenord «che necessita aggiungono i sindacati di categoria nel testo inviato dopo il tavolo organizzato anche in Prefettura a Brescia di un adeguato supporto delle forze dell’ordine». Non basta quindi il personale della Polfer, ma serve il supporto delle altre forze di polizia. «Servono controlli quotidiani sui treni per almeno un mese di seguito conclude Cotroneo, con l’impegno anche della Polizia ocale. Servono misure straordinarie perché è necessario dare un segnale. Sul treno serve la divisa per far rispettare le regole».

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