Si chiamano bus anfibi e potrebbero risolvere uno dei problemi maggiori che affronta ogni anno il lago di Garda, soprattutto per via del turismo: il traffico sulla Gardesana.
Soffre la catena di supporto che da Salò a Gargnano rifornisce alberghi, ristoranti, supermercati, negozi, bar, farmacie e case di riposo oltre – grazie al’e-commerce – i cittadini gardesani. Fremono gli shuttle per gli aeroporti, patiscono i servizi di trasporto pubblico che devono ridiscendere la Gardesana o quelli della raccolta dei rifiuti, rischiano i mezzi di soccorso e si tormentano anche i turisti che, però, non stanno lavorando.
Mai come quest’estate la Gardesana è andata più volte in pesante crisi con tempi di percorrenza anche di tre ore da Limone all’imbocco con la 45 bis a Salò: effetto di una super domanda di turismo sul lago (che interessa in 14 comuni costieri da Peschiera a Limone e in sette dell’entroterra con 4.015 imprese afferenti al turismo e – secondo una rilevazione dell’ufficio studi di Confindustria Brescia – 3.733 di altri comparti), che quest’anno supererà i dati del 2019, quando gli arrivi erano stati di 1,8 milioni (di cui 1,2 stranieri) e le presenze 7,7 milioni. Presenze che – sulla base dei dati Isnart – generano (77 euro la spesa media di un italiano e 86 quella di uno straniero) un fatturato nella sola ospitalità alberghiera gardesana di oltre 600 milioni, cui occorre aggiungere l’indotto (bar, ristoranti, negozi). Numeri da non trascurare e problema viabilistico da risolvere.
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Il progetto
Un imprenditore del settore – che ha chiesto nella fase iniziale la riservatezza sul nome – per togliere automobili dalle strade, snellire il traffico e ridurre consumo di carburante e inquinamento (le emissioni di CO2 di un’auto a benzina sono pari a 2.380 g per litro, quelle di un motore a metano 2.750 g per chilo, i motori a gasolio sono a 2.650 g per litro) sta pensando di proporre sul Garda i bus anfibi come mezzo di collegamento alternativo, almeno tra alcune località rivierasche. Funzionano con successo a Amsterdam, Amburgo, in Belgio o a Parigi.
Si tratta di un progetto ancora con molte incognite: business plan, autorizzazioni, sicurezza, costi e infrastrutture legate ai luoghi di ingresso e uscita, ma in ogni caso sono problemi più facilmente risolvibili se vengono rapportati a progetti da sogno come quello di una strada alternativa che ricalchi il modello di almeno una delle «Tre cornici» della Costa Azzurra (inferiore realizzata nel 1860, media e grande) che con tre diramazioni portano a Mentone, Montecarlo e Nizza. Opera che sul Garda otterrebbe consenso politico, ma tecnicamente ed economicamente lontanissima: non resta che inventarsi qualcosa per ridurre il traffico.
I bus acquatici in Europa
L’esempio in gestazione per il Garda, in Europa è già stato sperimentato altrove dopo che il primo bus anfibio ha compiuto più di vent’anni: ad Amburgo viaggia e naviga sul fiume Elba Hafen City Bus, che è riuscito a superare la legislazione tedesca che non prevede l’immatricolazione di mezzi anfibi. Durante i primi due mesi di attività ha trasportato – in viaggi di 70 minuti – oltre cinquemila persone. Sui canali di Amsterdam naviga Amphi-coach (a trazione integrale e motore Iveco), a Stoccolma c’è Ocean Bus, mentre in Belgio sui laghi dell’Eau d’Heure c’è Crocodile Rouge, a Lisbone Hippotrip e – senza dimenticare quelli di Budapest e Salisburgo – a Parigi «Marcel le canard», splash bus con 35 posti, che pesa 12 tonnellate, progettate da Paul Michael e Philippe Mallet che hanno impiegato sette anni per ottenere il via libera dell’autorità. Ma che ora funzionano a pieno regime.
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