Tennis e ricchezza (ma solo per alcuni)

Da tempo il mondo del tennis si interroga sulla netta disparità di guadagni tra i giocatori più forti e affermati e gli atleti che militano nelle retrovie. Una questione annosa che ancora non ha trovato una vera e propria risoluzione, pur con alcuni miglioramenti apportati a livello di montepremi, in particolare nei tornei più importanti.

Differenze imponenti

Chi segue il tennis in modo saltuario, può forse pensare che si abbia a che fare con una disciplina genericamente molto ricca, in cui si ottengono cospicui ricavi. In realtà ciò accade davvero, ma solo per una certa élite. Se infatti è noto come da lustri campionissimi del calibro di Roger Federer e Serena Williams appaiano perennemente ai primissimi posti nelle graduatorie degli sportivi più pagati al mondo, è altrettanto vero che dietro a loro si sviluppano situazioni assai differenti, e spesso difficoltose da gestire.

L’universo del tennis, sempre apprezzato anche tra le opzioni di scommesse su Betfair, si dirama infatti secondo strade diversificate, a seconda del livello raggiunto dai singoli giocatori. I più forti incassano cifre clamorose, la cui entità è il risultato del prize money di ogni singolo torneo sommato alle super sponsorizzazioni (oltre ai cachet extra che spesso vengono offerti per assicurarsi la loro presenza in vari eventi). Chi però non riesce ad approdare a posizioni di classifica rilevanti, nonostante i tanti sforzi profusi, deve affrontare un panorama molto meno appariscente, e ulteriormente più complicato via via che si scende di categoria.

Se dunque i top players viaggiano su una sorta di soffice nuvola in termini di guadagni, e si possono permettere un ampio staff di collaboratori sulla propria panchina, gli altri devono barcamenarsi contenendo le spese, a fronte di remunerazioni talvolta a malapena sufficienti per pagarsi i viaggi da una città all’altra e un allenatore. Oppure nemmeno questo, al punto che molti giocatori rinunciano e terminano anzitempo la carriera, proprio per mancanza di fondi.

Correttivi parziali

Il problema di cui sopra da anni viene posto all’attenzione, con tanto di racconti personali che mostrano situazioni al limite (e anche oltre) del sostenibile, a discapito di quel folto sottobosco di giocatori che naviga nei tornei challenger e futures e si trova spesso in gran disagio nel far quadrare i conti.

Se un tempo se ne parlava ma le enormi distanze restavano tali, ora si è cercato di creare alcuni correttivi, ad esempio alzando i compensi dei tornei maggiori anche per chi viene sconfitto subito al primo turno, come si può verificare in un articolo di Betfair news, o creando sotto categorie di tornei challenger di montepremi maggiore rispetto alla norma. Idee apprezzabili che hanno condotto a un progresso al momento però non ancora bastante.

La riflessione naturalmente non vuole togliere alcun merito ai campioni che riescono a toccare le vette del ranking, e che dunque senza dubbio meritano guadagni superiori, come d’altronde accade in qualsiasi sport. L’attenzione per chi annaspa nelle retrovie deve in ogni caso rimanere molto alta, con l’obiettivo di implementare supporti utili per una distribuzione economica più equa.

 

Vai articolo originale: http://www.giornaledelgarda.info/tennis-e-ricchezza-ma-solo-per-alcuni/

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