Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/01/in-viaggio-con-philip-roth.html
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E insomma ho deciso di non lamentarmi.
Di contrarre volontariamente i muscoli facciali in un grande sorriso e ripensare alle cose buone di questo 2008. Che non è andato come forse avrei sperato, ma che di cose buone invero ne ha portate eccome.
Eccome.
Ci sono stati tanti viaggi, in giro per il mondo, che io adoro vedere […]
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http://www.lapaoly.net/2008/che-cosa-ce-stato/
Ci siamo, un mese dopo il viaggio, ecco il post su Stoccolma che bilioni, ma che dico, trilioni di lettori attendevano con la bava alla bocca. Speriamo di non deludere quei prodi.
Le cose da raccontare su questa meravigliosa città però sono davvero tante e ne è uscito un post lunghissimo (no, beh, non lunghissimo issimo […]
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http://www.lapaoly.net/2008/stoccolma-buon-natale/
Son qua, eh.
Lo so, è quasi un mese che non scrivo un post come si deve, ma dopo il faticosissimo esperimento di ottobre in cui ho prodotto finamai* un post al giorno, ho denotato in me stessa una generale stanchezza mista a chiari sintomi di c’houncazzovoglia. Ma i motivi per cui sono stata assente per […]
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http://www.lapaoly.net/2008/accampando-puerili-scuse/
La stagione di prosa dei Comuni di Riva del Garda, Arco e Nago-Torbole propone mercoledì 17 dicembre nella Sala dei Mille del Palazzo dei Congressi di Riva del Garda alle ore 21 Viaggio in Paradiso di Mark Twain, per l’interpretazione di David Riondino (voce recitante); con Fabio Battistelli ai clarinetti, Stefano Taglietti al pianoforte e […]
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http://www.gardablog.it/?p=767
Sta di fatto che ho avuto l’ennesima conferma che on line la propria opinione conta (… almeno per qualcuno)!
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http://danielcolm.blogspot.com/2008/11/linkato-su-trivago.html
Visitare Riva del Garda nel periodo natalizio significa percorrere un appassionante viaggio attraverso i cinque sensi.
Un luogo incantato, un’atmosfera raffinata per una passeggiata tra il candore scintillante dell’inverno nel Garda Trentino all’insegna dei piaceri della vista e del palato.
La magia del Natale illumina un paesaggio di rara bellezza, con avvolgenti sensazioni di calore e benessere. […]
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http://www.gardablog.it/?p=727
Santoro sulle recenti critiche ricevute per aver tentato di censurare la satire a lui non gradita sbotta dicendo:
Ma quale censura? Quella radio danneggia il mio lavoro
Ritengo inutile entrare nel merito: dal mio punto di vista ne hanno già parlato fin troppo in troppi.
Mi permetto solo di far notare al conduttore di Anno Zero (e a […]
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Giovedì sera siamo arrivati letteralmente alle porte della WHU con il pullman dopo più di 10 ore di viaggio. Una volta fatto il check in e sistemati tutti negli appartamenti di alcuni studenti abbiamo cenato a base di pizza e birra, entrambe da dimenticare. Alle nove di sera sembrava ai più che fossero già le 3 di mattina, impressione condivisa anche l’indomani.
La mattina dopo eravamo già pronti ad iniziare effettivamente gli Euromasters. Grazie ai frequenti bus navetta siamo stati tutti deportati alla palestra dove per due giorni sono stati i tornei i calcetto, pallavolo, basket, cheerleading, le qualificazioni di canoa e la Wii Challenge.
L’effettiva gara di canottaggio e la staffetta erano l’una sul Reno che scorre ai piedi di Vallendar e l’altra per le vie (in salita) della cittadina.
Tra l’altro la staffetta si è dimostrata essere di 800 m a testa anziché 500 m cogliendoci un po’ alla sprovvista. Penso che siamo arrivati penultimi o giù di lì, ma posso dirmi comunque soddisfatto della mia prestazione personale. Rudi ha corso con gli occhiali lampeggianti a forma di cuore per finire nel video. Presto vedremo se è stato accontentato. Io ho corso per ultimo del quartetto.
Domenica mattina alle 4 dopo l’ultima festa del sabato siamo partiti per tornare a Bolzano. Non vi dico la stanchezza.
Alla fine dell’evento noi di Bolzano non abbiamo vinto niente, ma ci siamo certamente divertiti tutti e abbiamo provveduto a creare un po’ di atmosfera festosa in qualunque momento in parallelo agli studenti della ESB (European School of Business) che sono sempre mega organizzati con tanto di mascotte a forma di orso anche quando vengono agli Snowdays. Chissà se anche lo S.C.U.B. riuscirà a organizzarsi a breve con una mascotte da far saltellare sulle piste innevate a marzo insieme all’orso?
Di università italiane erano presenti oltre alla LUB anche la Bocconi (anche se gli studenti presenti erano solo in minoranza dell’università) e l’Università di Siena.
Una piccola considerazione personale sull’evento. Trovo stupefacente come degli studenti universitari riescano ad organizzare eventi così spettacolari semplicemente basandosi su volontari. Se sono presenti persone con più di 25 anni sono unicamente impiegati degli sponsor o comunque gente che con l’organizzazione non ha nulla a che fare. E questo ovviamente non vale solo per gli Euromasters ma anche per gli Snowdays!
Online si trova:
– il video delle cheerleader dell’ESB
– il video delle cheerleader della Zeppelin University
– il video delle cheerleader della WHU (1° posto)
– il video delle cheerleader della Bocconi*
– un video della prima festa (la canzone che si sente, Infinity, è “l’inno” degli Euromasters di quest’anno)
– le nostre foto
Per il materiale ufficiale bisognerà aspettare ancora un po’. Sarà reperibile al sito degli Euromasters www.whu-euromaster.de.
* Da quando hanno visto le performance delle cheerleader delle varie università, tutti i ragazzi di Bolzano presenti sono convinti che è necessario formare un gruppo di cheerleading anche da noi.
Nell’immagine l’attimo antecedente alla cerimonia di apertura. Noi eravamo i primi ad entrare.
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Sotto trovate il video degli Euromaster dell’anno scorso. Sul loro sito comunque si trova tutto.
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http://danielcolm.blogspot.com/2008/11/si-parte-per-koblenz.html
Patrick, di cos’è che ti occupi all’interno dell’uni?
Da più di un mese ho fondato insieme ad altri ragazzi uni-party, un’associazione che si occupa principalmente di eventi serali a Bolzano. Le feste sono la risposta al nostro desiderio di far divertire i ragazzi senza farli spendere troppo. E questo non solo una volta alla settimana! Assenzio e Boulevard [due locali in centro a Bolzano, ndr] fanno ogni giorno sconti a studenti con la tessera universitaria. La nostra sede operativa è all’interno dell’uni nella stanza C4.6.
E qual’è il tuo rapporto con RedBull?
La mia qualifica ufficiale con RB è Student Brand Manager. Ciò non significa essere parte attiva nelle vendite ma dare un contributo all’organizzazione di eventi all’interno dell’università. Con RB ci scambiamo idee su cosa organizzare e da loro otteniamo poi il supporto. Ad esempio agli Snowdays RB ci tiene molto a collaborare dando un contributo sul piano logistico e organizzativo. RB vede negli Snowdays una forma di divertimento per gli studenti. Io personalmente non ho orari fissi, né deadline da rispettare. Sono molto flessibile e se ci sono eventi all’università che non partono direttamente da me sono sempre disponibile a collaborare.
Cosa ti ha spinto a portare il Red Bull Can You Make It a Bolzano?
L’idea pazzesca di muovere studenti da 15 paesi europei senza che essi abbiano con sé soldi, carte di credito né documenti mi ha subito fatto decidere di offrire un checkpoint qui.
Cosa dovevano fare i team che passavano da Bolzano?
Io, in qualità di Checkpoint leader, ho ideato tre prove delle quali ogni team se ne sceglieva una: a) trovare vestiti tipici sudtirolesi e riprende un piccolo giro per piazza Walter così vestiti con una telecamera, b) trovare cinque panifici diversi e portare da ciascuno del pane tipico dandone prova via foto, c) (questa ha coinvolto anche gli studenti di Bolzano) trovare tre biciclette per se e altri tre sfondanti, studenti appunto, e fare una gara di velocità con itinerario a scelta loro.
Se non portavano a termine la prova non beccavano niente. “Work hard, play hard” è il motto del RBCYMI. Il premio era una cassa di Red Bull con cui poi avrebbero dovuto finanziarsi il viaggio.
Quanti team erano in tutto e quanti di questi sono passati da Bolzano?
Sono passati 22 team. Alcuni di questi provenivano dall’Italia, altri dalla Svizzera, Ungheria, Spagna e anche dagli Stati Uniti su un totale di 99 team. Principalmente le squadre erano di ragazzi ma in due o tre team c’erano anche ragazze, che è stato positivo perché in qualche modo… hanno coinvolto la community studentesca.
Chi ti ha aiutato nell’organizzazione dell’evento? L’università come ha reagito?
All’interno dell’associazione [uni-party, ndr] ho avuto un consenso immediato così come anche da SCUB e Alumni. Kikero invece ha tardato in questo. Anzi, ha dato disdetta il giorno stesso dell’apertura dell’evento che avevamo prima programmato nel social club dell’università. Sarebbe stata gradita una risposta in anticipo. Il checkpoint è poi stato spostato nel nostro ufficio.
[Nell’immagine parte del team organizzativo]
Che cosa ha funzionato bene e cosa invece ha dato problemi?
La gestione del posto ha funzionato benissimo, perché tanti ragazzi mi hanno aiutato, in particolare i ragazzi di uni-party, ma anche esterni. Di cose che non hanno funzionato non saprei… Forse solo il fatto che ogni tanto era difficile dar trovare il checkpoint ai team, visto che c’era chi toglieva i cartelli nell’uni.
C’è qualcosa che vuoi aggiungere in generale?
Sì. A breve (la data è ancora da stabilirsi) ci sarà il Red Bull Paper Wings e invito tutti gli studenti a partecipare. L’evento, se tutto va bene, sarà ospitato da SCUB e uni-party nella zona sportiva dell’università. L’appuntamento costituisce le qualificazioni per la finale nel Red Bull Hangar 7 a Salisburgo in Austria.
Ringrazio Patrick per la disponibilità. A breve spero di riuscire a fare anche un’intervista ai Grazing Cows o come minimo ad un loro membro.
[Nell’immagine in alto Patrick è quello sdraiato con una scarpa sulla testa insieme ad alcuni team e altri dell’organizzazione]
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http://danielcolm.blogspot.com/2008/11/intervista-patrick-amici.html
Prima della fine dell’evento riuscirò a fare un’intervista a Patrick e Kai che si occupano dei Red Bull events qui a Bolzano.
Ci sono già domande dal pubblico?
Per votare i Grazing Cows click qui e se necessario sign-up qui.
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http://danielcolm.blogspot.com/2008/10/bozner-checkpoint.html
Stamattina stavo scrivendo un pezzo sulla manifestazione di sabato (uscirà domani, credo), quando mi sono reso conto che ormai la mia posizione nei confronti del Partito Democratico si sta cristallizzando verso un rifiuto più o meno marcato. Magari qualcuno di voi sarebbe contento di risolvere una lunga diatriba interiore con una posizione netta, a me invece una situazione del genere turba, soprattutto perchè dopo aver lasciato dietro di sè anche il partito democratico non rimane molto (oltre all’espatrio, intendo) nel panorama politico italiano.
I comunisti, a mio parere, sono andati del tutto: già il fatto che Ferrero abbia fatto tanto per diventare segretario, aggregando a sè tutti i groppuscoli che si opponevano come lui a Vendola, non mi aiuta a vederlo come un dirigente interessato più alle lotte che al potere; se poi mi capita di ripensare a Diliberto, Rizzo o il recentemente tornato in auge (anche se solo come consulente) Bertinotti, mi rendo conto che l’occasione di rinnovarsi arrivata con la batosta elettorale non è stata, non è e non sarà mai colta. Il futuro nel quale si può sperare, per loro, non è certo quello prossimo.
L’Italia dei valori ha fatto quello che col mio voto le avevo chiesto di fare, si può dire, ma per quanto mi riguarda il mandato vorrebbe finire qui (non escludo di rivotarli in futuro, ma spero di no). Non sarà certo dal gruppo di DiPietro che arriverà il futuro migliore per l’Italia, il suo compito era ed è, per quanto mi riguarda, vigilare acchè la situazione non peggiori e possibilmente migliori nei nodi crociali che possono vanificare ogni spinta innovativa: giustizia,informazione, meccanismi elettorali. Li ho votati perchè temevo, a ragione credo, che Veltroni non avrebbe avuto la stessa determinazione nell’opporsi a una destra che su questi tre temi ha fatto i più grandi sfaceli, e ancora non è sazia. Li ho votati per questi motivi, ma le chiavi del mio futuro le vorrei affidare a qualcun’altro.
E quindi? se resta solo Veltroni, ci dobbiamo affidare a Veltroni? proprio qui sta il punto cruciale: se si tratta di mettersi dalla parte di questo segretario finchè morte non ci separi allora non ci siamo, e la scelta è tra Spagna, Inghilterra o Germania. Se però…
…se però il partito democratico fosse l’unico che per qualche strana contingenza è ancora dotato della capacità di cambiare? se per caso la venerazione veltroniana per Obama avesse prodotto, di sponda, un partito che in una qualche maniera (più teorica che pratica per ora) ha una vocazione partecipativa? se ci si fossero infilate, malgrado le intenzioni dell’establishment di cambiare tutto perchè niente cambiasse, persone con voglia di modificare le facce e i modi della politica? ecco, tutto questo è successo, credo (o forse spero). Mi è capitato di sentire da esponenti locali fidati (come TheNib) notizie rassicuranti sulla capacità locale di proporre persone e idee nuove, forse il problema è solo nazionale? in tal caso potrebbe essere una questione di tempo, ma tanto vale accelerare il processo.
Per questo, se il partito democratico è davvero l’unica grande partito con un residuo di democrazia interna rimasto in Italia, vale la pena cercare di non staccare quest’ultima spina. Rileggendoli, mi sono reso conto che i miei primi pezzi sul Pd denotavano un misto di curiosità e voglia di sperare, che man mano sparivano per lasciar posto a diffidenza, poi rabbia e infine rassegnazione. Prima di arrivare alla fase “vecchietto acido e brontolone” vorrei invertire la rotta e stabilizzarmi su una vigile e apprensiva attenzione per un partito che non abbiamo ancora perso del tutto.
Come fare? per ora ho trovato dei compagni di viaggio: la Fondazione Daje, che forse è nata un po’ per celia, ma sta diventando qualcosa di più strutturato senza perdere, ed è importante, la voglia di scherzare. Seguite il mio esempio e vedrete che qualcosa, ancora, si può fare.
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http://paguropagano.blogspot.com/2008/10/perch-tutto-sommato-potremmo-ancora.html
I GC sono partiti giovedì da Bolzano con uno zaino a testa nel caldo del pomeriggio salutando gli amici sulla piazza Sernesì davanti all’uni. Un blogger accanito li ha seguiti per i primi 100 m ma non avevano nulla da dichiarare.
Ieri, venerdì, erano già a Roma da dove la competizione partiva veramente. Hanno fatto il gioco per ottenere delle Red Bull per poi riprendere il viaggio spalla a spalla con un team canadese e uno svizzero scherzando con una signora sarda. Dopo aver passato la notte a Bologna sono giunti questa mattina per le 8.30 a Venezia.
Cosa succederà ai nostri viaggiatori? Riusciranno a scavalcare le Alpi? Riuscirà D-u a intervistarli quando passeranno da Bolzano? Ma soprattutto, arriveranno a Bolzano?
Rimanete sintonizzati su questo blog!
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Bologna, assemblea congiunta studenti-presidenza della facoltà di Lettere e Filosofia, 23/10/2008
Arrivare tardi alle assemblee ti costringe ad arrangiarti per trovare l’ultimo posto disponibile e a volte questo significa scoprire cose nuove, ad esempio che il posto giusto non è su uno dei banchi ma davanti alla cattedra, col viso rivolto al “lato sbagliato”: una marea di facce attente e interessate che non cambieranno espressione fino alla fine. Tanta gente che il “padrone di casa” esordisce chiedendo se per piacere si può uscire a fumare per evitare intossicazioni di massa, una folla eterogenea (tanto che un novello Lombroso, nel suo intervento, potrà dire di vedere rappresentata ogni tipologia ed estrazione politica di studente) che dopo una risata riesce quasi miracolosamente, visto il numero, a mantenere un clima di ascolto e a far scorrere via bene o male* lisci tutti gli interventi (rigorosamente aperti a chiunque si volesse prenotare).
Innanzitutto quello su cui sono tutti (ricercatori, docenti, preside e membri del consiglio di facoltà, studenti e rappresentanti degli studenti) daccordo: la riforma Gelmini è semplicemente inguardabile, a dire il vero non è nemmeno una riforma: solo una collezione di tagli. Chiaro, ognuno valuta più grave l’aspetto che sente più vicino, ma tutti in quell’aula erano concordi nel bocciare in toto la 133. Fa bene Tommaso del Vecchio, ricercatore e membro del consiglio di facoltà, a sottolineare come questa legge segni un punto di discontinuità persino con la famigerata riforma Moratti, poichè in questo caso non si sta decidendo una svolta culturale, non c’è un progetto, un’idea o anche solo una vera intenzione sotto la 133: soltanto la chiara decisione che la scuola non costituisce una priorità di spesa per questo governo (e per chi l’ha votato, data l’ottica populista con la quale governa Berlusconi). E sulla stessa linea è Grandi, un docente che parlando ancora più chiaro fa capire come la Scuola sia vista dal governo alla stregua di un serbatoio di tagli per recuperare soldi da smistare altrove: un progetto per un paese senza futuro, certo, ma questo paese ha deciso l’harakiri da tempo e non lo scopriamo oggi.
È il monito del preside Sassatelli, che spinge a fare autocritica e a modificare l’immagine che la gente ha dell’università e di chi la vive, da qualsiasi parte della cattedra egli si trovi, è il successo delle lezioni in piazza, momenti di trasparenza dell’università verso l’esterno oltre che di protesta simbolica (come ricorda Anna Borghi, docente e membra della rete “ricercatori precari”), è la necessita più volte ricordata dagli studenti di far vedere all’esterno, non solo nelle parole che ci si scambia tra compagni di viaggio, che il fronte è comune e che comprende, o dovrebbe comprendere, anche i cittadini. Uno dei punti più chiari è proprio questo: facciamoci capire dalla gente là fuori. Ed è su questo che le posizioni cominciano a divergere (ma meno di quanto sarebbe pericoloso per la lotta, a mio avviso).
Prima di andare più sullo specifico va segnalata un’altra cosa: l’università (nella misura in cui questo corso di laurea ne è indicazione) ha una gran voglia di cambiare. Ne hanno voglia gli studenti, che sognano spazi di autoformazione, maggiore libertà nella scelta del percorso di studi, ma soprattutto hanno la grande voglia di essere loro i motori di questo cambiamento, una riforma che possa finalmente partire dal basso. Ne hanno voglia anche professori e presidi, che sognano un’università che funzioni finalmente bene, che permetta di portare avanti seriamente sia la didattica che la ricerca senza gli sprechi e i clientelismi di cui anche la maggior parte di loro è spesso vittima. Ignorare questa voglia di cambiare e pensare alla rivolta come a una semplice difesa dei propri diritti o supposti privilegi di fronte a un taglio radicale dei fondi è un errore fatale, che non consente di leggere a fondo dentro la massa incredibile di persone che si sta muovendo in questi giorni.
Venendo alle proposte, i “fronti” si fanno contrapposti praticamente solo su un punto: la sospensione della didattica (sulle altre questioni le posizione sono più sfumate, vedremo dopo). Quello che molti studenti, ed è anche la posizione dei rappresentanti in quota “Rosso Malpelo” (componente di sinistra) ma non solo, vogliono non è certo un blocco ad oltranza fino alla revisione della legge ma bensì un’azione simbolica il cui significato sarebbe chiaro: anche il corpo docenti è dalla nostra parte, siamo tutti contro di te, Gelmini; è la necessita di far fronte comune in maniera visibile a spingere questa richiesta (che, ripeto, non si spingerebbe oltre i due giorni, da utilizzare per lezioni pubbliche e assemblee). Di contro, se pure chi vi si oppone riconosce la necessità del fronte comune, si ritiene che un’azione del genere sarebbe controproducente: un appiglio troppo semplice per screditare la lotta e un metodo veloce per perdere del tutto la possibilità che la gente là fuori possa appassionarsi alla nostra lotta; molto meglio organizzare assemblee serali per spiegare la riforma (e il professor Donati, docente a giurisprudenza, si è già detto disponibile) e continuare con le lezioni in pubblico, tenendo però separati i metodi di critica (in soldoni: la protesta più “aggressiva” è roba da studenti). In breve: una parte consistente degli studenti chiede ai professori di esporsi di più e una parte consistente dei professori (tra cui la maggioranza del consiglio di facoltà) risponde che non è esponendosi in questa maniera che si sistemeranno le cose, ma al contrario un’azione del genere potrebbe solo far naufragare il tutto. Non che sia una diatriba così importante: per quello che mi riguarda credo che si possa lasciar cadere (per ora ) questa richiesta, in fondo non è ancora così vitale, e se non si riescono a convincere i professori dubbiosi a prendere un provvedimento del genere allora tanto vale andare avanti senza questo tipo di protesta (che avrebbe avuto, è vero, un gran peso, ma di fatto avrebbe veramente esposto il movimento a delle critiche).
Un altro punto delicato è la questione (che poi è centrale nella mozione votata dal senato accademico) della valutazione e del conseguente finanziamento differenziale delle varie università. Intendiamoci, qui è una questione di enfasi: nell’ipotetica frase “No ai tagli previsti dalla 133, ma è giusto razionalizzare le spese e punire gli atenei che non riescono (o non vogliono) spendere entro i limiti” alcuni credono sia più importante la prima parte, gli altri la seconda (e capite da soli quali sono le parti in causa), ma nessuno si azzarda a negare la frase nel suo complesso. Non si può dire insomma, e qui torna il discorso di prima, che si voglia semplicemente salvare un’università che è colma di problemi non solo didattici ma anche economici, ma anzi che un cambiamento è necessario e deve passare per forza da una razionalizzazione delle spese che tenga ovviamente conto delle esigenze imprescindibili di un ateneo (e non, pertanto, da un taglio indiscriminato che servirebbe solo a distruggere gli ultimi sprazzi di buona università).
Per ora l’appuntamento è a martedì, quando i professori volenterosi saranno chiamati a decidere assieme agli studenti le prossime iniziative (lezioni in pubblico eccetera), ma l’impressione è che, pur chiarendo le reciproche posizioni su alcune questioni, si sia usciti da questa assemblea ancora compatti in un unico fronte di lotta. In attesa di altre lezioni pubbliche e delle prime assemblee serali.
In chiusura, vorrei linkare un illuminante pezzo di Calamandrei che una docente ha voluto leggere a tutti durante l’assemblea: lo trovate riportato qui.
* non è mio costume aggiungere delle note ai post, ma in questo caso voglio tenere ben distaccato dal resto l’unico episodio (al di là di qualche fischio) fastidioso della seduta. Quando uno dei rappresentanti di Student Office (diciamo la parte ciellina dei rappresentanti degli studenti, o comunque filodestrorsa), che peraltro potrei anche indicare come secondo episodio fastidioso della seduta, ha preso la parola per esprimere la sua opinione e, in coda, una piccola provocazione, si sono levati fischi e boati (prevalentemente da una parte dell’aula). Per scansare successive strumentalizzazioni preciso che, nonostante un paio di minuti di interruzione per far tornare il silenzio, il ragazzo ha potuto concludere il suo intervento.
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