Tag: Vela

biùtiful cauntri

Nelle sale cinematografiche il documentario sembra un "istant movie", ma purtroppo non lo è. Allevatori che vedono morire le proprie pecore per la diossina. Un educatore ambientale che lotta […]

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Comune di Riva del Garda CALDERARA E VITALE: UNO SGUARDO SUL GARDA

Si inaugura sabato 6 dicembre, presso il Museo di Riva del Garda, alle ore 18.00, la mostra dedicata ad Antonio Calderara e Carlo Vitale.
I due Artisti, più volte ospiti dell’Associazione ‘Amici dell’Arte’ e della ‘Galleria Kaldor’ di Torbole a partire dalla fine degli anni Quaranta fino alla fine degli anni Cinquanta, si rivelarono originali interpreti […]

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La luce …

Dopo lunga latitanza dalla blogosfera torniamo svelando il x’ di una così lunga assenza.
Abbiamo attraversato di nuovo il tunnel, e questa volta le previsioni erano cupe. Nico è stato operato stamattina ed è andata meglio del previsto, al punto che nn è stato necessario il catetere e probabilmente ci dimetteranno prestissimo!
Il tunnel si è aperto […]

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L’UOMO DEI SETTE MARIIncontro con Giovanni Soldini

Il velista Giovanni Soldini sarà questa sera alle 20 al Centro Congressi Daniele Comboni di Limone Sul Garda. Tra i più famosi skipper italiani, navigatore solitario, due volte trionfatore alla Arthemis Transat, Soldini è stato invitato dal Comune di Limone e dal Circolo Vela. Nel corso della serata verranno proiettati e commentati i filmati delle […]

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La mezza verità di Brunetta

Anche su LibMagazine in e-dicola oggi, insieme alle rubriche Speakeasy di Michael Mazzei e Nic’s Pics di Nicola Scardi, e dove Ettore Panetti scrive di crisi finanziaria, Monacella e Cangiano intervistano Claudio Velardi su Roberto Saviano, Antonello Guerrera racconto il rush finale delle elezioni americane, Ivres Taverni commenta la manifestazione del PD; con lo spazio […]

Una firma per Saviano

Da qualche giorno Repubblica ha lanciato una raccolta di firme a sostegno di Roberto Saviano, il giovane scrittore che con il best seller Gomorra ha denunciato azioni e metodi della camorra, facendo anche nomi e cognomi dei boss, è stato più volte minacciato di morte, e vive sotto scorta.
L’altro giorno ha espresso la volontà di lasciare l’Italia per avere una vita normale.
La raccolta di firme è un sostegno allo scrittore, e un rifiuto che chi si batte per la legalità debba scappare.
Ecco il testo della petizione:

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro – “Gomorra” – tradotto e letto in tutto il mondo. E’ minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, “Repubblica”, e di tacere.
Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un proble
ma di polizia. E’ un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.
Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

Vi invito dunque a firmare, per dare un sostegno, seppur misero, a Saviano e a tutti coloro che credono in un’Italia libera dalla piaga della mafia.
Per farlo cliccate QUI

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Lo zen e l’arte di raccogliere le castagne

Premessa: questo non è un post ironico.
Ci tengo a precisarlo perché ultimamente la mia credibilità è scesa qualche metro sotto il livello del mare e quando mi accingo a dire qualcosa di serio tutti mi guardano come se si aspettassero la battuta da un momento all’altro. Ragàs (detto in bresciano), ogni tanto qualche riflessione la […]

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Appunti di Viaggio: il mio Tumblr personale

Fino a poco tempo fa ne sapevo poco o nulla dei Tumblelog ma c’è davvero voluto nulla perchè non potessi più farne a meno.  
I tumblelog dovrebbero essere usati per condividere creazioni, scoperte, esperienze… il mio è diverso! 
Uso il tlog (wow vista la padronanza dei termini?!?) come ‘block-notes’: prendo nota di un link, di una notizia, […]

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Ristò, vergogna!

Ieri sera Silvy, Nico ed io siamo stati al Leone per la spesa settimanale. Nico aveva già cenato, quindi io e Silvy abbiamo cenato al Ristò (normalmente non lo portiamo, x’ la scelta spesso non è gran che …)
Non scrivo, però, per parlare della loro cucina, ma di una cosa assolutamente brutta e, oserei dire, […]

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era meglio morire da giovani, lasciando un bel cadavere

Fan di Vasco, lasciate perdere. Suoi detrattori, seguite i fan e passate oltre.

Io da piccolo ricordo che mio padre ascoltava tre cantanti: Zucchero, Battisti e Vasco Rossi. Diavolo, mi sembrava dannatamente figo solo quest’ultimo, un po’ per quel modo di fare da americano, un po’ per canzoni che spaccavano davvero, e spesso irridevano l’italian way of sing. Attenzione, parlo da nato a metà degli ’80, quindi da uno che i ’90 non solo li ha vissuti: ci è cresciuto.

Gli anni ’90, un decennio irrimediabilmente sputtanatosi in ogni sua potenzialità: muoiono Dc e Psi ma nasce Forza Italia, si afferma Internet come strumento di comunicazione di massa ma non ne esce poi granchè (la televisione sta ancora là e nessuno la scalfisce, anzi, in un certo senso fà scuola), compare la New economy e tutti sono pronti ad arricchirsi ma si scopre che è una bufala. E via dicendo per una lunga, lunga lista (un giorno qualcuno dovrà preoccuparsi di stilarla).In mezzo a tutto questo, la musica, in mezzo alla musica lui, il Blasco.

Rossi Vasco nato il 7 febbraio 1952 ha, se leggete la sua voce wiki, vissuto la vita dell’artista si può dire fin da quando era un ragazzino. Non vi annoierò raccontandovela, ma leggerla riserva alcune sorprese: sapevate che era iscritto all’università a Bologna nel ’68? (probabilmente si, se avete sentito “Stupendo“) che ha aderito al gruppo “ilManifesto“? (a proposito, chissà cosa pensa della situazione in cui si trova il giornale) e che ha fondato una delle tante radio libere? (Punto Radio). Tutte cose che non sapevo, ma che non mi hanno stupito; in fondo, per me Vasco è uno che canta ridendo del mondo, gridando al Re che è nudo in uno stile grezzo ed efficace, semplice in quel senso positivo che rispecchia il Bar, la saggezza popolare ancora non coniugata in semplicismo. Il Vasco che conosco io ha alternato sì principalmente canzoni-icona di una maniera di interpretare la vita (Gli Spari Sopra, Siamo solo noi, C’è chi dice No…) e canzoni d’amore o di sentimento (Sally, Albachiara, Senza Parole…) ma il suo pezzo forte sono sempre state le canzoni irridenti. Il Vasco che ho amato davvero cantava Fegato Fegato Spappolato, Coca Cola, Colpa d’Alfredo, il Vasco che ho amato davvero beveva un cicchetto, saliva sul palco e prendeva per il culo il mondo. Se ci fate caso, è questo Vasco a essere davvero scomparso dalle scene; si certo, fa ancora quei pezzi ai concerti, ma più come biglietto da visita o cadeau per le vecchie generazioni. E quella vena irridente non si limitava a quest’ultimo tipo di canzoni ma sconfinava in tutta la sua opera e nel suo personaggio, che in qualche modo, pur cercando continuamente di diventare una rockstar americana, sapeva anche prendersi in giro, mantenere almeno un piede per terra. In fondo non voleva nemmeno diventarla, una rockstar, solo poter arrivare al Roxy Bar con un buon bagaglio di storie da raccontare.

Mi chiedo se uno dei tanti ragazzini che ascolta Vasco oggi, il Vasco che è uscito dagli anni ’90 coi connotati cambiati, sappia chi era Vasco appena quindici anni fa. Nel frattempo il Blasco ha deciso di prendersi più sul serio, di seguire i propri fan (o meglio, la parte di fan che non vedeva l’uomo accanto al personaggio) lungo la china che l’ha portato da un lato a diventare uno degli intoccabili per l’opinione pubblica italiana, dall’altro a perdere di vista quell’ironia che gli permetteva di mantenere un distacco tra sè e il suo personaggio. Un distacco che si vedeva sul palco e si sentiva nelle canzoni, e lo rendeva davvero unico. Ora, tutt’altro che unico, vende sempre lo stesso prodotto, infiocchettandolo al meglio e facendosi più giovane di quello che è, per poter rimanere nel personaggio. Ha rinunciato a salire sul palco ed è diventato marketing, e da lui mi aspettavo una vecchiaia diversa.

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58a CENTOMIGLIA DEL GARDAAi nastri di partenza

Sono 293, in rappresentanza di 19 nazioni, le barche a vela di varie classi libera, monotipi e crociere, iscritte alla 58a edizione della Centomiglia del lago di Garda, alla 3a MultiCento e alla CentoPeople, 3 gare della più anziana regata in Italia, la più ambita in acque non marine, una delle più importanti a […]

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Taizé 08

Domenica sera sono rientrato da Taizé ma non ho scritto ancora niente (mica come chi si dà da fare) perché avevo un po’ troppe cose da recuperare prima di potermi mettere a produrre un post. Ora che mi sono liberato dagli impegni più pressanti è venuto il momento di mettere giù due righe su quello che è successo settimana scorsa, ma da dove cominciare? Facciamo che parto proprio dall’inizio inizio e poi vedo un po’ come sviluppare la cosa…

Quest’anno eravamo in 17 a partire da Desenzano. Per le iscrizioni ci avevo già pensato più di un mese prima, escluso per i due che si sono aggiunti più tardi. Ai biglietti del treno non ci ho pensato io. Ha fatto tutto il Cesare al quale vanno dunque i miei ringraziamenti e penso anche quelli degli altri. Nonostante questo lì a Taizé i frati e quelli dell’organizzazione hanno tendenzialmente fatto riferimento a me. Per fortuna però Anna e Micaela sono andate al posto mio al primo incontro con gli altri capi gruppo che me n’ero completamente scordato.

Quest’anno per la prima volta ho anche fatto da contact person, che significa che guidavo un piccolo gruppo di riflessione relativo all’Apocalisse, l’argomento scelto per la settimana. Appena si arriva a Taizé chi ha più di 17 deve scegliere tra due argomenti e la settimana di silenzio. Io ho appunto scelto l’Apocalisse e poi, già che c’ero, ho fatto da traduttore per alcuni italiani dall’inglese e da guida in questo gruppetto di dieci persone in cui abbiamo discusso sul brano biblico presentato da un frate prima. Nel dettaglio abbiamo parlato dei primi tre capitoli del libro della Rivelazione.

Come lavoro (già, perché mica si tratta di una vacanza) ho scelto di fare l’accoglienza alla Casa (così si chiama “l’ufficio” da cui passano quelli che sono appena arrivati a Taizé). Mi sono scelto il turno della mattina che andava dalla colazione alla preghiera di mezzogiorno, e dunque dalle 9.30 alle 12.20. Il primo giorno ci hanno spiegato cosa dire ai nuovi arrivati e i fogli da seguire, ma naturalmente a me nei primi giorni hanno solo dirottato casi non contemplati dalla guida. Almeno si tratta per lo più di italiani, visto che ero l’unico italiano nel gruppo. Il lavoro maggiore comunque l’hanno fatto quelli che parlavano francese, perché mi sono accorto che durante la settimana vengono più persone dai dintorni. La permanenza standard sarebbe da domenica a domenica, come abbiamo fatto noi.

Un po’ per il lavoro che ho scelto, un po’ per il gruppo grandicello, credo, non ho socializzato quanto gli anni scorsi, ma non fa niente, visto che la sera stessa del giorno in cui sono rincasato ho trovato una richiesta di amicizia su Facebook di un ragazzo olandese che avevo conosciuto l’anno scorso.

Poi mi sono informato per l’incontro che sarà a Nairobi in Kenya questo autunno. Sarei quasi intenzionato ad andarci per vari motivi che non spiegherò ora. I giorni dell’incontro sarebbero dal 26 al 30 novembre, ma è possibile presentarsi là anche un settimana abbondante prima per farsi ospitare da una famiglia locale per una decina di giorni prima dell’incontro e capire un po’ meglio come vive e ragiona la gente là. Ma prima devo un po’ vedere come sono messo con i vari impegni parrocchiali, sportivi e, non ultimi, universitari (mi riferisco alle associazioni studentesche, mica allo studio!).

Per il momento chiudo qua e aspetto domande nel caso ce ne fossero. Gli aneddoti arriveranno con le foto fra qualche giorno, senza troppa fretta che mi resta una settimana per preparare due/tre esami.

Nella foto il laghetto del parco di Taizé.

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PIETRA & CO. Incontro con la scultura di pietra

Per tutto il periodo estivo Sirmione sarà l’affascinante scenario di un’esposizione, ideata dal Consorzio Marmisti Bresciani e curata da Lillo Marciano, interamente dedicata alla scultura. Un’idea maturata dal sogno di valorizzare il mondo della pietra bresciana, che da tremila anni è un’opera d’arte a nostra disposizione: un patrimonio artistico e culturale anche per un futuro […]

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22a TRANS BENACO CRUISE DEL LAGO DI GARDA Sulla rotta Portese-Riva-Portese

Tutto pronto sul Garda per la 22° Trans Benaco Cruise Race. La long distance che prenderà il via sabato prossimo sulla rotta Portese-Riva con ritorno nella giornata successiva. La partenza della prima tappa è prevista per le ore 10 del 2 agosto dal porticciolo di Garda Blu. Da qui le vele delle classi Crociere e […]

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Ma sarà poi così morale, la questione?

“è come mettere Dracula presidente dell’Avis” (anonimo)

Se la chiamassimo “questione legale?” oppure “questione non si ruba”? quel morale là suona un po’ da anziano nonnino rintronato che bacchetta i suoi nipoti se tornano tardi, e a me fa tornare in mente più che altro condotte assolutamente personali che credo dovrebbero, quelle si, interessare poco agli elettori (preferenze e pratiche sessuali, assunzione di droghe legali, alcolismo fuori servizio ecc…). Con “questione morale” s’intende, solitamente, il pretendere che chi fa il politico sia più “pulito” dei propri elettori, e questo per una questione di principio: a governare devono essere i migliori tra di noi. Suona un po’ platonico, non trovate? Ecco, io invece preferisco Aristotele (e mi rendo conto di far parte di una fazione in questo, ma tantè, credo sia la fazione giusta).

Ve li ricordate Platone e Aristotele? per chi di voi abbia visto la celebre “Scuola di Atene” di Raffaello sono i due personaggi centrali, che non a caso occupano una posizione da protagonisti nell’affresco: da loro in avanti buona parte della storia culturale dell’occidente può essere iscritta senza troppi sforzi (anche se, ovviamente, si fa per semplificare) in una dialettica tra aristotelici e platonici. Prima che qualche collega mi accusi di uccidere la Filosofia (vedo già le vostre dita fremere) preciso che sto solo parlando di una questione di metodo, della maniera in cui si organizza la propria ricerca a prescindere dagli esiti (in quel caso dividere la storia del pensiero occidentale in queste due fazioni si rivela un po’ più pretenzioso). Ma torniamo ai nostri due capoccioni, cosa li rende così speciali? Dopotutto la storia della filosofia greca si articola quasi sempre in rivalità tra personaggi e scuole (cinici/cirenaici, Socrate/Gorgia, stoici/epicurei ecc…) eppure è la loro dicotomia a farsi sentire anche negli autori di epoche successive (e difatti saranno loro i due grandi Maestri del Medioevo).

Partiamo dal quadro e dall’osservazione più classica che viene fatta: quello a sinistra, Platone, indica il cielo mentre quello a destra, Aristotele, fa cenno di rimanere per terra. Ciò che poi si capisce leggendo questi due autori non è che uno si interessi delle cose celesti e l’altro delle cose terrene, ma che interessandosi entrambi delle stesse materie si dotano di strumenti diversi per risolvere i problemi che trovano sulla strada: l’uno (Platone) parte da concetti puri che poi applica al reale, deducendo il mondo migliore che l’uomo può realizzare partendo dai concetti puri migliori che riesce a trovare, l’altro (Aristotele) cataloga il reale per trovarne le regole già esistenti e una volta compresone il funzionamento cerca di delimitare lo spazio di azione umano migliore possibile. Per questo nella riflessione politica, in parole povere, Platone ne fa una questione di principio, e quindi nella sua Repubblica devono governare i migliori e i più saggi perchè sono i più adatti, mentre Aristotele si prende la briga di analizzare le forme di governo già esistenti e di comprenderne il funzionamento e le ragioni, oltre che la possibile deriva.

Torniamo alla “questione morale” e al perchè non mi piace questo nome (e i nomi sono importanti, perchè in una certa misura determinano il significato). Se la questione è: “perchè ci dovrebbe interessare la caratura morale dei nostri politici?” non so davvero cosa rispondere, e questo perchè la parola “morale” evoca in me temi che riguardano tutto tranne l’amministrazione pubblica. Semmai proprio il contrario, dato che morale è un termine che rimanda decisamente alla sfera privata. E della sfera privata degli altri, a me, cosa dovrebbe importare? niente, appunto, a me degli altri (affetti esclusi, s’intende) interessa solo la sfera pubblica (altrimenti si scade nel gossip, che è precisamente l’interessarsi della sfera pubblica altrui). Ragionando da aristotelico non riesco a vedere la questione di principio che ad alcuni sembra un macigno insormontabile, perchè sto ragionando su come si governa un Paese, e nei politici vedo solo dei funzionari, non delle persone. Facendo un salto ulteriore mi renderei conto che ciò che è essenziale è che chi comanda non sia una persona che userà il potere cedutogli dagli elettori (ebbene si, democrazia è anche cedere un bel po’ del nostro potere decisionale a dei rappresentanti) per compiere dei reati o coprire quelli che ha commesso (e assicurarsi l’impunità): non perchè sarebbe scorretto in linea di principio, bensì perchè ogni reato prevede una vittima, e decidendo che alcune vittime non possano essere tutelate io sto trasformando la democrazia in qualcosa d’altro. Oltre a ciò permetterei che alcune persone fossero avvantaggiate nella propria personale vicenda umana, potendo compiere reati preclusi alle altre persone, il che risulta ancora più incompatibile con la democrazia. Questo non vuol dire che non possa essere necessario talvolta assicurare a qualcuno un’impunità, ma sicuramente può esserlo solo in vista di un bene comune (e non del conto in banca di qualcuno).

Per questo io cambierei quel termine, perchè ciò che è imprescindibile è l’immacolatezza della sfera pubblica di chi mi rappresenta in politica, ovvero l’onestà non tanto per una questione di immagine (che potrebbe anche essere vista come parte della sfera privata, in alcuni casi) ma per evitare che acceda alle leve del potere chi è interessato a sfruttarle per i propri fraudolenti interessi personali. Non devo provare gratificazione nel sapere “pulito” chi mi rappresenta, devo invece sentirmi rassicurato da una cosa del genere, perchè non posso pretendere che il voto della maggioranza degli italiani trasformi chiunque in un disinteressato fautore del bene pubblico, nè che alle cariche politiche aspirino solo onesti idealisti intenzionati a salvare la Patria.

Facciamo “questione etica”?.

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