Tag: Toscolano Maderno

Fine di una avventura

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Oscar e la dama in rosa – Eric Emmanuel Schmitt


Ci sono libri che cambiano la vita. Libri che racchiudono in sé un istante dell’infinito.
Sicuramente questo libro è uno di quelli! Potrà suscitare sorrisi, lacrime, angoscia, stupore.
Ma comunque sia, lascierà il segno. Una ferita. Uno squarcio. Un profondo dolore.
E con questi anche tanta, tanta speranza! Perché il male esiste, certo. Però dopo di esso c’è sempre qualcos’altro. Un qualcosa di positivo, di gioioso, di infinitamente più grande della sofferenza.

Con qualche citazione vi propongo la lettura di questo testo fondamentale per capire la preziosità della vita in ogni sua singola manifestazione.

“Ed è stato allora che ho capito che i miei genitori erano due vigliacchi. Peggio: due vigliacchi che mi prendevano per un vigliacco!”
“Se mi interesso a quello che pensano i cretini, non avrò più tempo per quello che pensano le persone intelligenti.”
” Ho capito che eri qui. Che mi rivelavi il tuo segreto: ogni giorno guarda il mondo come se fosse la prima volta. Allora ho seguito il tuo consiglio con impegno. La prima volta. Contemplavo la luce, i colori, gli alberi, gli uccelli, gli animali. Sentivo l’aria che mi passava nelle narici e mi faceva respirare. Udivo le voci che salivano nel corridoio come nella volta di una cattedrale. Mi trovavo vivo. Fremevo di pura gioia. La felicità di esistere. Ero incantato.”

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Apparenze e realtà


Fisso, immobile.
Così il mio sguardo
si posa pesante sull’orizzonte.
Il destino contempla, ignorando
la radicalità che esso porta:
il mistero.
M’accorgo così che questi occhi
deboli e vili
s’accontentano della forma.
Ma il cuore no.
Il cuore desidera la sostanza,
la totalità.
Per essere felici non esistono compromessi:
una pietra scagliata sul petto.
Grazie, Vita.





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… verso la verità


Ianua vera Christus est

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Per un partito wiki

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Piano di Governo del Territorio e partecipazione

Il 6 ottobre del 2006 iniziava a San Felice l’avventura della Partecipazione verso il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT).
Ieri sera ho avuto occasione di ripensare a quelle belle serate, difficili da portare avanti ma sicuramente un’esperienza forte e positiva per chi, come me, nella partecipazione ci crede veramente.
Abbiamo parlato di PGT, e di partecipazione, con l’arch.Cicognetti, grazie ad un’iniziativa voluta e portata avanti dall’Associazione Culturale Giovani, che ha organizzato un corso di formazione ed aggiornamento per amministratori comunali e cittadini.
Più di settanta persone erano presenti, a manifestare ancora una volta la voglia di essere parte attiva, preparata ed informata, del processo decisionale.
Il tema di ieri sera riguardava il Governo del territorio, dal PRG al PGT.
E per me, come dicevo, è stato come tornare indietro di un anno, all’ottobre del 2006, quando con la gente di San Felice ci si era chiesti: Quale sviluppo per San Felice del Benaco?
Questo il calendario degli incontri

Erano emerse riflessioni interessanti, su cui mi piacerebbe nei prossimi giorni riflettere, perché non ci si dimentichi le cose che sono state dette.

L’architetto Cicognetti, parlando dell’importanza della partecipazione nel processo verso il PGT, ha sottolineato un fatto che condivido appieno: bisogna però crederci, perché la gente capisce subito se gli amministratori credono veramente nella partecipazione o la vivono come un fastidio.

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http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/piano-di-governo-del-territorio-e.html

Piano di Governo del Territorio e partecipazione

Il 6 ottobre del 2006 iniziava a San Felice l’avventura della Partecipazione verso il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT).
Ieri sera ho avuto occasione di ripensare a quelle belle serate, difficili da portare avanti ma sicuramente un’esperienza forte e positiva per chi, come me, nella partecipazione ci crede veramente.
Abbiamo parlato di PGT, e di partecipazione, con l’arch.Cicognetti, grazie ad un’iniziativa voluta e portata avanti dall’Associazione Culturale Giovani, che ha organizzato un corso di formazione ed aggiornamento per amministratori comunali e cittadini.
Più di settanta persone erano presenti, a manifestare ancora una volta la voglia di essere parte attiva, preparata ed informata, del processo decisionale.
Il tema di ieri sera riguardava il Governo del territorio, dal PRG al PGT.
E per me, come dicevo, è stato come tornare indietro di un anno, all’ottobre del 2006, quando con la gente di San Felice ci si era chiesti: Quale sviluppo per San Felice del Benaco?
Questo il calendario degli incontri

Erano emerse riflessioni interessanti, su cui mi piacerebbe nei prossimi giorni riflettere, perché non ci si dimentichi le cose che sono state dette.

L’architetto Cicognetti, parlando dell’importanza della partecipazione nel processo verso il PGT, ha sottolineato un fatto che condivido appieno: bisogna però crederci, perché la gente capisce subito se gli amministratori credono veramente nella partecipazione o la vivono come un fastidio.

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Piano di Governo del Territorio e partecipazione

Il 6 ottobre del 2006 iniziava a San Felice l’avventura della Partecipazione verso il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT).
Ieri sera ho avuto occasione di ripensare a quelle belle serate, difficili da portare avanti ma sicuramente un’esperienza forte e positiva per chi, come me, nella partecipazione ci crede veramente.
Abbiamo parlato di PGT, e di partecipazione, con l’arch.Cicognetti, grazie ad un’iniziativa voluta e portata avanti dall’Associazione Culturale Giovani, che ha organizzato un corso di formazione ed aggiornamento per amministratori comunali e cittadini.
Più di settanta persone erano presenti, a manifestare ancora una volta la voglia di essere parte attiva, preparata ed informata, del processo decisionale.
Il tema di ieri sera riguardava il Governo del territorio, dal PRG al PGT.
E per me, come dicevo, è stato come tornare indietro di un anno, all’ottobre del 2006, quando con la gente di San Felice ci si era chiesti: Quale sviluppo per San Felice del Benaco?
Questo il calendario degli incontri

Erano emerse riflessioni interessanti, su cui mi piacerebbe nei prossimi giorni riflettere, perché non ci si dimentichi le cose che sono state dette.

L’architetto Cicognetti, parlando dell’importanza della partecipazione nel processo verso il PGT, ha sottolineato un fatto che condivido appieno: bisogna però crederci, perché la gente capisce subito se gli amministratori credono veramente nella partecipazione o la vivono come un fastidio.

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La storia infinita

Non mi riferisco alla storia di Michael Ende ambientata nel mondo della fantasia, ma ad una storia reale, ambientata a Portese, che sembra proprio non avere fine…

A metà degli anni Novanta a Portese viene realizzato un nuovo insediamento residenziale: 26 alloggi di edilizia economico-popolare costruiti dalla Cooperativa bresciana La Famiglia.

Il progetto urbanistico prevede, oltre agli alloggi, alla strada e ai parcheggi, la realizzazione di un’area verde. Come previsto per legge, l’area viene ceduta come standard urbanistico al comune Non è ben chiaro se sia compito della cooperativa o del comune trasformare quest’area incolta in qualcosa che possa essere veramente definito area verde.
La cosa certa è che quel prato è stato pagato (e non poco) dai soci della cooperativa che hanno acquistato gli alloggi.

All’inizio del 1997 le case sono quasi tutte abitate, come pure il condominio dell’ALER che si trova nello stesso insediamento (altri 10 appartamenti), ma dell’area verde attrezzata nessuna traccia.

Nel giugno 1999, durante la campagna elettorale per le amministrative, il candidato Sindaco Ambrogio Florioli promette che sistemerà l’area verde, con i soldi che il comune ricaverà dagli oneri derivanti dalla costruzione di due ville adiacenti all’area verde.
Con lui, durante l’assemblea di presentazione della lista, c’erano Gianluigi Marsiletti (attuale sindaco), Paola Cavedaghi (attuale presidente del consiglio, dopo essere stata dal 1999 consigliere con delega al bilancio), Elena Lombardi (attuale vicesindaco), Cristina Berlendis (attuale leader della minoranza Vivere San Felice ecc. ecc.)… tutti eletti alle amministrative del 1999 (come pure nel 2004).

Nel 2004 si torna alle elezioni senza che nulla sia cambiato per l’area incolta di Via Benaco.
Anzi, il tema diventa cavallo di battaglia delle liste: c’è chi (ri)promette di trasformarla in parco, c’è chi promette ai confinanti di spezzettarla e venderla. Con quel che vale il terreno a San Felice, questa è sicuramente una bella merce di scambio.. val bene qualche voto.

Nel frattempo la gente comune che abita le case della cooperativa non sta zitta: si raccolgono firme, ci si mette la faccia per andare e riandare a parlare con il sindaco.
E intanto nascono un sacco di bambini. Ma proprio tanti. E quelli che erano arrivati nelle nuove case continuano a crescere.

Alla fine del 2004, quando viene predisposto il piano triennale delle opere pubbliche, viene prevista per il 2005 la realizzazione del parco.
Ma poi i soldi non ci sono e nel 2005 non se ne fa nulla.
Alla fine del 2005 l’opera viene riproposta per l’anno successivo.
Finalmente nell’estate del 2006 l’amministrazione predispone il bando per l’assegnazione dei lavori, con scadenza settembre 2006.
Ma i lavori non partono. Non c’è la copertura finanziaria, mi si dice.

Pochi giorni prima del 25 aprile 2007 iniziano i lavori!
Grandi e piccini vanno in pellegrinaggio a vedere le ruspe. Non ci si poteva credere!

Dopo un mesetto l’ennesima delusione: realizzate le opere di muratura (i parcheggi, la rotatoria in corrispondenza di via dei Roseti, la pista ciclabile e l’area “recintata” in cui sono previsti i giochi per i bambini) tutto si ferma. Il resto rimane area ancora più incolta di prima.
Ma come?
È si, mica si poteva far realizzare l’opera per intero alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Sarebbe costato troppo.
Il resto lo faranno gli operai del comune, ma quando avranno tempo.

All’inizio di questa settimana (siamo ad ottobre del 2007!) a quanto pare hanno avuto tempo: sono venuti a sistemare il resto del prato.

Adesso, quanto tempo ancora dovremo aspettare per vedere la palizzata, uno scivolo, due panchine e gli attrezzi del percorso vita previsti dal progetto?
Girano già le voci che le panchine possiamo scordarcele, perché poi magari qualcuno si siede a chiacchierare e non sia mai! Poi chissà cosa si dicono.
Intanto l’area recintata destinata ai più piccoli (che continuano a nascere in via Il fante d’Italia e quindi si potranno prima o poi godere il nostro parco!) viene utilizzata come cacatoio per chi accompagna i cani a passeggiare ( e non solo). È così bella, recintata, cosa vuoi di piu?

Sicuramente non possiamo pretendere di più da un comune piccolo, con scarse risorse e per di più turistico, che quindi si deve far carico di soddisfare i suoi “ospiti” prima dei suoi cittadini.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/la-storia-infinita.html

La storia infinita

Non mi riferisco alla storia di Michael Ende ambientata nel mondo della fantasia, ma ad una storia reale, ambientata a Portese, che sembra proprio non avere fine…

A metà degli anni Novanta a Portese viene realizzato un nuovo insediamento residenziale: 26 alloggi di edilizia economico-popolare costruiti dalla Cooperativa bresciana La Famiglia.

Il progetto urbanistico prevede, oltre agli alloggi, alla strada e ai parcheggi, la realizzazione di un’area verde. Come previsto per legge, l’area viene ceduta come standard urbanistico al comune Non è ben chiaro se sia compito della cooperativa o del comune trasformare quest’area incolta in qualcosa che possa essere veramente definito area verde.
La cosa certa è che quel prato è stato pagato (e non poco) dai soci della cooperativa che hanno acquistato gli alloggi.

All’inizio del 1997 le case sono quasi tutte abitate, come pure il condominio dell’ALER che si trova nello stesso insediamento (altri 10 appartamenti), ma dell’area verde attrezzata nessuna traccia.

Nel giugno 1999, durante la campagna elettorale per le amministrative, il candidato Sindaco Ambrogio Florioli promette che sistemerà l’area verde, con i soldi che il comune ricaverà dagli oneri derivanti dalla costruzione di due ville adiacenti all’area verde.
Con lui, durante l’assemblea di presentazione della lista, c’erano Gianluigi Marsiletti (attuale sindaco), Paola Cavedaghi (attuale presidente del consiglio, dopo essere stata dal 1999 consigliere con delega al bilancio), Elena Lombardi (attuale vicesindaco), Cristina Berlendis (attuale leader della minoranza Vivere San Felice ecc. ecc.)… tutti eletti alle amministrative del 1999 (come pure nel 2004).

Nel 2004 si torna alle elezioni senza che nulla sia cambiato per l’area incolta di Via Benaco.
Anzi, il tema diventa cavallo di battaglia delle liste: c’è chi (ri)promette di trasformarla in parco, c’è chi promette ai confinanti di spezzettarla e venderla. Con quel che vale il terreno a San Felice, questa è sicuramente una bella merce di scambio.. val bene qualche voto.

Nel frattempo la gente comune che abita le case della cooperativa non sta zitta: si raccolgono firme, ci si mette la faccia per andare e riandare a parlare con il sindaco.
E intanto nascono un sacco di bambini. Ma proprio tanti. E quelli che erano arrivati nelle nuove case continuano a crescere.

Alla fine del 2004, quando viene predisposto il piano triennale delle opere pubbliche, viene prevista per il 2005 la realizzazione del parco.
Ma poi i soldi non ci sono e nel 2005 non se ne fa nulla.
Alla fine del 2005 l’opera viene riproposta per l’anno successivo.
Finalmente nell’estate del 2006 l’amministrazione predispone il bando per l’assegnazione dei lavori, con scadenza settembre 2006.
Ma i lavori non partono. Non c’è la copertura finanziaria, mi si dice.

Pochi giorni prima del 25 aprile 2007 iniziano i lavori!
Grandi e piccini vanno in pellegrinaggio a vedere le ruspe. Non ci si poteva credere!

Dopo un mesetto l’ennesima delusione: realizzate le opere di muratura (i parcheggi, la rotatoria in corrispondenza di via dei Roseti, la pista ciclabile e l’area “recintata” in cui sono previsti i giochi per i bambini) tutto si ferma. Il resto rimane area ancora più incolta di prima.
Ma come?
È si, mica si poteva far realizzare l’opera per intero alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Sarebbe costato troppo.
Il resto lo faranno gli operai del comune, ma quando avranno tempo.

All’inizio di questa settimana (siamo ad ottobre del 2007!) a quanto pare hanno avuto tempo: sono venuti a sistemare il resto del prato.

Adesso, quanto tempo ancora dovremo aspettare per vedere la palizzata, uno scivolo, due panchine e gli attrezzi del percorso vita previsti dal progetto?
Girano già le voci che le panchine possiamo scordarcele, perché poi magari qualcuno si siede a chiacchierare e non sia mai! Poi chissà cosa si dicono.
Intanto l’area recintata destinata ai più piccoli (che continuano a nascere in via Il fante d’Italia e quindi si potranno prima o poi godere il nostro parco!) viene utilizzata come cacatoio per chi accompagna i cani a passeggiare ( e non solo). È così bella, recintata, cosa vuoi di piu?

Sicuramente non possiamo pretendere di più da un comune piccolo, con scarse risorse e per di più turistico, che quindi si deve far carico di soddisfare i suoi “ospiti” prima dei suoi cittadini.

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La storia infinita

Non mi riferisco alla storia di Michael Ende ambientata nel mondo della fantasia, ma ad una storia reale, ambientata a Portese, che sembra proprio non avere fine…

A metà degli anni Novanta a Portese viene realizzato un nuovo insediamento residenziale: 26 alloggi di edilizia economico-popolare costruiti dalla Cooperativa bresciana La Famiglia.

Il progetto urbanistico prevede, oltre agli alloggi, alla strada e ai parcheggi, la realizzazione di un’area verde. Come previsto per legge, l’area viene ceduta come standard urbanistico al comune Non è ben chiaro se sia compito della cooperativa o del comune trasformare quest’area incolta in qualcosa che possa essere veramente definito area verde.
La cosa certa è che quel prato è stato pagato (e non poco) dai soci della cooperativa che hanno acquistato gli alloggi.

All’inizio del 1997 le case sono quasi tutte abitate, come pure il condominio dell’ALER che si trova nello stesso insediamento (altri 10 appartamenti), ma dell’area verde attrezzata nessuna traccia.

Nel giugno 1999, durante la campagna elettorale per le amministrative, il candidato Sindaco Ambrogio Florioli promette che sistemerà l’area verde, con i soldi che il comune ricaverà dagli oneri derivanti dalla costruzione di due ville adiacenti all’area verde.
Con lui, durante l’assemblea di presentazione della lista, c’erano Gianluigi Marsiletti (attuale sindaco), Paola Cavedaghi (attuale presidente del consiglio, dopo essere stata dal 1999 consigliere con delega al bilancio), Elena Lombardi (attuale vicesindaco), Cristina Berlendis (attuale leader della minoranza Vivere San Felice ecc. ecc.)… tutti eletti alle amministrative del 1999 (come pure nel 2004).

Nel 2004 si torna alle elezioni senza che nulla sia cambiato per l’area incolta di Via Benaco.
Anzi, il tema diventa cavallo di battaglia delle liste: c’è chi (ri)promette di trasformarla in parco, c’è chi promette ai confinanti di spezzettarla e venderla. Con quel che vale il terreno a San Felice, questa è sicuramente una bella merce di scambio.. val bene qualche voto.

Nel frattempo la gente comune che abita le case della cooperativa non sta zitta: si raccolgono firme, ci si mette la faccia per andare e riandare a parlare con il sindaco.
E intanto nascono un sacco di bambini. Ma proprio tanti. E quelli che erano arrivati nelle nuove case continuano a crescere.

Alla fine del 2004, quando viene predisposto il piano triennale delle opere pubbliche, viene prevista per il 2005 la realizzazione del parco.
Ma poi i soldi non ci sono e nel 2005 non se ne fa nulla.
Alla fine del 2005 l’opera viene riproposta per l’anno successivo.
Finalmente nell’estate del 2006 l’amministrazione predispone il bando per l’assegnazione dei lavori, con scadenza settembre 2006.
Ma i lavori non partono. Non c’è la copertura finanziaria, mi si dice.

Pochi giorni prima del 25 aprile 2007 iniziano i lavori!
Grandi e piccini vanno in pellegrinaggio a vedere le ruspe. Non ci si poteva credere!

Dopo un mesetto l’ennesima delusione: realizzate le opere di muratura (i parcheggi, la rotatoria in corrispondenza di via dei Roseti, la pista ciclabile e l’area “recintata” in cui sono previsti i giochi per i bambini) tutto si ferma. Il resto rimane area ancora più incolta di prima.
Ma come?
È si, mica si poteva far realizzare l’opera per intero alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Sarebbe costato troppo.
Il resto lo faranno gli operai del comune, ma quando avranno tempo.

All’inizio di questa settimana (siamo ad ottobre del 2007!) a quanto pare hanno avuto tempo: sono venuti a sistemare il resto del prato.

Adesso, quanto tempo ancora dovremo aspettare per vedere la palizzata, uno scivolo, due panchine e gli attrezzi del percorso vita previsti dal progetto?
Girano già le voci che le panchine possiamo scordarcele, perché poi magari qualcuno si siede a chiacchierare e non sia mai! Poi chissà cosa si dicono.
Intanto l’area recintata destinata ai più piccoli (che continuano a nascere in via Il fante d’Italia e quindi si potranno prima o poi godere il nostro parco!) viene utilizzata come cacatoio per chi accompagna i cani a passeggiare ( e non solo). È così bella, recintata, cosa vuoi di piu?

Sicuramente non possiamo pretendere di più da un comune piccolo, con scarse risorse e per di più turistico, che quindi si deve far carico di soddisfare i suoi “ospiti” prima dei suoi cittadini.

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