Io scelgo Rosy perché Walter Veltroni mi ha convinta quando ha detto che
“La democrazia non è ci riuniamo e parliamo. La democrazia è decisione. Ci riuniamo, sentiamo le ragioni degli uni e degli altri, e poi decidiamo; e decidendo cambiamo la nostra comunità”.
Io scelgo Rosy perché Rosy Bindi mi ha dimostrato
nei fatti di credere nella nostra capacità di riunirci, di parlare, di decidere.
Di decidere in primo luogo chi potrà essere il segretario del nascente Partito Democratico e chi potrà far parte della Assemblea costituente.
Se Rosy Bindi non avesse deciso di metterci la faccia e candidarsi per la segreteria, a cosa sarebbero servite le primarie del 14 ottobre?
Senza di lei in che modo avremmo potuto noi tutti vivere la democrazia della decisione?
Senza di lei in che modo, decidendo, avremmo potuto vivere il sogno di cambiare la nostra comunità?
Io scelgo Rosy perché Walter Veltroni mi ha convinta quando ha scritto che “Se c’è una parola che dovrà dominare il processo che condurrà alla nascita del partito democratico e che poi dovrà anche guidarne il cammino, il modo di funzionare e di compiere le sue scelte politiche fondamentali, questa parola è “sintesi”. Sintesi, innanzitutto, tra le diverse culture e tradizioni, tra le diverse identità del centrosinistra, che dovranno incontrarsi e intrecciarsi tra loro fino a “confondersi”. Queste culture, queste identità, saranno giustamente orgogliose di ciò che hanno rappresentato nella storia del Novecento e del nostro paese, e insieme dovranno avere la saggezza di cercare la loro unità più che in un percorso condiviso del passato, in una visione comune del futuro.”
Io scelgo Rosy perché noi cittadini potremo credere che il Partito Democratico sarà veramente sintesi e unità in una visone comune del futuro se non ci sarà la necessità di un “ticket” affinché il segretario abbia accanto qualcuno che “controlli” che anche “l’altra parte” sia rappresentata, perché non ci saranno parti da rappresentare, ma saremo veramente un partito nuovo.
Io scelgo Rosy perché ha il coraggio di dire che il segretario del Partito Democratico dovrà rappresentare tutti, dovrà avere l’ambizione di fare un partito che sia qualcosa di nuovo rispetto ai partiti identitari del secolo scorso.
Io scelgo Rosy perché Walter Veltroni mi ha convinta quando ha scritto che “Il Partito democratico nascerà se avrà, tra le altre, queste caratteristiche, se susciterà interesse e muoverà passioni, se saprà rispondere alle esigenze in questo determinato momento della nostra vicenda nazionale, interpretando le domande, i bisogni e le aspettative degli italiani, assumendo le contraddizioni e le tensioni della società, offrendo loro una sintesi e una prospettiva”.
Io scelgo Rosy perché non è sufficiente scriverle certe cose, bisogna anche metterle in pratica.
Io scelgo Rosy perché quando ascolto Walter Veltroni mi lascio affascinare dalla sua capacità di far sognare, ma poi mi rendo conto che non basta sognare.
E allora scelgo Rosy perché ha dimostrato di essere capace di riavvicinare i cittadini alla politica, di voler restituire alla politica la funzione di guardare al futuro, per cambiare veramente il nostro Paese.
Io scelgo Rosy perché grazie alla sua candidatura ho incontrato gli amici del Comitato Bresciano per Rosy Bindi e lavorando con loro ho capito che non è importante chiedersi cosa il Partito Democratico potrà fare per noi, ma cosa possiamo fare noi per il Partito Democratico.
Io scelgo Rosy perché è una donna.
Io scelgo Rosy perché non chiede di essere votata perché è una donna.
Io scelgo Rosy perché il 14 ottobre potremo scegliere chi sarà il segretario del Partito democratico, e se fosse una donna, sarebbe proprio l’inizio di qualcosa di nuovo.