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Come and meet Africa

Il 9 maggio 2009, all’interno dell’edificio centrale della Libera Università di Bolzano, avrà luogo la prima manifestazione dedicata alla cultura del continente africano: artisti, scrittori, musicisti e gli studenti africani stessi offriranno spettacoli, musica, cibo etnico, e presenteranno il proprio Paese d’origine, con l’intento di creare un incontro culturale fra l’Alto Adige e questo enorme continente. Verrà esposta una raccolta di fotografie e verrà offerto un rinfresco a base di specialità etniche.

Tra i relatori che descriveranno la propria esperienza nel continente africano c’è lo scrittore Fernando Biague, autore e co-autore di numerosi articoli e libri sul tema dell’immigrazione, Don Mario Gretter, referente diocesano per il dialogo interreligioso, e una studentessa di Verona, che racconterà la propria esperienza di volontariato in Benin.

Gli studenti hanno organizzato uno spettacolo teatrale che verrà messo in scena su un palco montato all’interno del corridoio; sullo stesso palco si esibiranno gruppi musicali africani provenienti da diverse parti del Nord Italia e delegazioni di comunità africane di diverse città.

Un artista africano, che presenterà le proprie opere nel corridoio accanto all’esposizione fotografica, ha preparato i costumi degli attori e due studenti indosseranno l’abbigliamento tipico di un re e una regina africani. I partecipanti all’evento avranno inoltre la possibilità di farsi fare dei tatuaggi temporanei all’inchiostro hennè.

Programma:
Ore 10.00 Discorso di benvenuto
10.00 – 12.30 Incontro con i relatori
12.30 – 14.00 Rinfresco al buffet
14.00 – 16.00 Musica e spettacoli

Per maggiori informazioni potete rivolgervi direttamente all’Associazione studentesca kikero che organizza l’evento:
Tel: 0471/012182
Mail: kikero[AT]unibz.it

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Università

ricordi… sensazioni… flash… odori… pensieri… sorrisi… luci… colori… tristezza… gioia… tenerezza…
Oggi ho (ri)messo piede in Università, sono tornato nelle stanze docenti dove pazientemente attendevo il ricevimento per portare avanti la mia tesi. 
Un ritorno nel passato. Solo i giovanissimi studenti in attesa del ricevimento e la possibilità di ’saltare’ la fila mi hanno fatto capire che […]

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Unichoir – il coro della LUB

A suo tempo non sono più riuscito a farne un post, ciò non toglie che ne meriti uno. Parlo della prestazione degli studenti del coro dell’università, l’UniChoir. Ora che ho alcune fotografie che ha fatto Verena (in esclusiva nei confronti del flyer su cui saranno pubblicate nel prossimo numero) non posso più rimandare.

Chiunque era presente concorderà che i ragazzi sono stati bravissimi. Se non fosse per i miei impegni, penso che ora sarei là a rimpinguare le fila dei bassi che erano appena in tre. Non credo che ci siano registrazioni in giro per l’uni, quindi mi limiterò a pubblicare un video da YouTube della canzone più bella presentata, che è stata anche riproposta nel bis dopo un breve intermezzo di gospel presentato da un gruppetto di studentesse afro-americane.

Il video è della canzone Goodnight Sweetheart, Well it’s time to go [un grazie a Karin per avermi dato il titolo]. Attenzione però: ascoltata anche una sola volta rimarrà impressa nella vostra mente per un giorno e non riuscerete a fare a meno di sbottare fuori luogo con qualche tududududù di tanto in tanto. Buon ascolto!

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Snowdays needs you

Invito aperto a tutti gli studenti dell’Unibz che hanno intenzione di dare una mano per gli Snowdays 2009!

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mi piace pensarla così

E’ una storiella che gira da anni in rete. La prima volta che l’ho pubblicata era il 24 Maggio 2005
Stasera mi è arrivata una mail da Ullis (carissma amica svedese) contenente la traduzione in inglese della storia che lei ha ricevuto nella sua lingua madre… che giri!!!
L’ho ripescata:
Un professore di filosofia, davanti alla sua classe, […]

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A SCUOLA….. D’IMPRESA

Stamane ho fatto da correlatore all’incontro “A SCUOLA D’IMPRESA – IL MONDO DEL LAVORO NELLA MIA PROVINCIA”. La particolarità? La platea era costituita da studenti di terza media! Per l’esattezza erano gli studenti della Scuola Media di Padenghe del Garda.
“A Scuola d’impresa” fa parte delle attività che il Gruppo Giovani Imprenditori di AIB (Associazione Industriale Bresciana) ha organizzato per […]

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“Sì, ma prima mi mandi una mail”

Fortuna che ci sono quei professori che spronano gli studenti a trovare le risposte da soli. Purtroppo finora posso dire questo solo di un prof, ma spero che molti seguano presto il suo esempio. Da noi alla Libera Università di Bolzano ce n’è uno così.

Finora se uno studente aveva dei dubbi non faceva altro che dare un’occhiata all’orario e vedere quando il professore di suo interesse era reperibile in quelle che vengono chiamate ore di ricevimento. Prendeva i suoi appunti che gli risultavano poco chiari e andava nell’ufficio del professore per farsi spiegare cosa non aveva capito.

E pensare che l’Università incentiva questo cattivo comportamento pagando (e non poco) i professori che perseverano in questo cattivo comportamento.

Come dicevo però, abbiamo un professore che spinge affinché gli studenti si abituino a ragionare da soli. Questi, infatti, ritiene controproducente farsi trovare in ufficio quando l’orario indica la sua presenza. Se proprio volete un ricevimento presso questo professore dovete mandargli una e-mail e accordarvi per vedervi a quattr’occhi.

E se il dubbio vi è venuto durante lo studio e non prima e senza un chiarimento vi è difficile continuare a studiare? Beh, o vi arrangiate, o la prossima volta vi fate venire i dubbi prima di aprire il libro! Altrimenti potete sperare che ci sia un altro professore che copra le spalle a quello assente e che sia così gentile da spiegarvi i dubbi che avete in una materia diversa da quella che insegna.

Intanto io ringrazio l’Uomo di Pietra per impiegare a favore degli studenti il suo acume!

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Monumento alla Vittoria di Bolzano

Bolzano viene spesso classificata una città noiosa, soprattutto per gli studenti. Se però osserviamo quello che avviene al di fuori dell’Alltag, ovvero la routine, ci accorgiamo che, al contrario, ci troviamo in una polveriera di opinioni contrastanti determinate da un passato che spera di essere superato, ma che viene regolarmente richiamato all’attualità da fraintendimenti e malintesi forse legati alle differenze linguistiche.

Ieri sera si è tenuta una conferenza in università sull’architettura mussoliniana nel capoluogo altoatesino. La presentazione del prof. Nicoloso si è incentrata sul monumento alla vittoria costruito nella piazza della Vittoria (che per meno di un anno si è chiamata piazza della Pace) dall’architetto Marcello Piacentini. Il monumento è un arco che richiama esplicitamente alla memoria dell’osservatore gli archi di trionfo dei grandi imperatori dell’antica Roma. (link per chi ha Facebook sulla conferenza)

Il pubblico preferendo dare sfoggio della propria cultura, anziché fare domande ai relatori, tra cui il rettore Lorenz e il professor Prey, ha comunque fatto emergere alcuni interessanti spunti per una riflessione.

L’osservazione più interessante, mossa da una persona di cui mi sfugge purtroppo il nome, sottolineava che il monumento fascista dava forza a coloro che di cultura tedesca pretendono di voler vestire ancor oggi i panni della vittima. All’italiano invece trasmette forse un senso di vergogna e colpa che però oggidì, mi permetto di dire, sono fuori luogo. È vero sì che ci sono ferite ancora da rimarginare, ma la ferita non va toccata bistrattata, se non per disinfettarla o circoscriverla.

Il messaggio che Mussolini desiderava comunicare e che senza dubbio è riuscito a comunicare a suo tempo è di un Italia che non si deve piegare. Una nazione che “vuole la pace ma non teme la guerra”. Oggi il messaggio sembra avere effetti opposti, dove chi prima era pieno d’orgoglio, adesso ritira la coda fra le gambe e abbassa le orecchie.

Il monumento però, è stato sottolineato dal professor Nicoloso, non è dedicato ad una vittoria italiana ma fascista, come aveva commentato lo stesso Piacentini, un particolare che sembrano essersi dimenticati coloro che il 4 novembre in occasione del memoriale dell’Unità italiana depongono una corona d’alloro ai piedi dell’arco. Cosa ne pensino oggi i bolzanini è un domanda interessante che sicuramente va approfondita ma non senza prima aver indagato più a fondo quali altri attriti vi sono in questa bellissima città.

A tal fine spero di potermi avvalere degli studenti oriundi della zona per farmi illustrare cosa resta e cosa è cambiato del Passato che l’Alto Adige alternatamente mostra e nasconde.

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Apre il Weihnachtsmärktl a Bolzano

Ladies and gentlemen, sono lieto di informarvi che finalmente è giunto il tempo che dà un senso alla creazione di Bolzano: è aperto il Weihnaschtsmärktl, parola di pronuncia così difficile che si scrive così, ma si legge mercatini di Natale.

Dopo due settimane di cantierizzazione di piazza Walther, a partire da ieri sera, le casupole agghindate di rami di pino sono entrate in funzione e gli studenti (solo quelli che non hanno esami parziali da preparare) possono andare a ‘mbrigarsi di Glühwein, che si scrive così ma si legge vin brulè.


Bolzano è pure completamente imbiancata dalla neve (come potete ammirare dalle fotelle che ho piazzato a caso nel post, alcune delle quali sono pure reperibile sul mio account Flickr). Direi che è un ottimo momento per venirci che poi verso metà dicembre temo che troverete solo studenti ubriachi in giro per le vie. O, peggio ancora, vi dovete cuccare i Babbi Natali ciccioni che vanno in giro con una campana in mano ridendo con fragorosi Hohoho! (onestamente non so se ci sono effettivamente a Bolzano, ma personalmente non correrei questo rischio inutilmente!).

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Di ritorno da Koblenz

I WHU-Euromasters sono l’evento sportivo studentesco più grande che si possa trovare in Europa e lo S.C.U.B. c’era. Strano ma vero, dei 44 studenti partiti sono tornati tutti. Anzi, con uno in più visto che questi abita nelle vicinanze di Koblenz e ha deciso di aspettarci là.

Giovedì sera siamo arrivati letteralmente alle porte della WHU con il pullman dopo più di 10 ore di viaggio. Una volta fatto il check in e sistemati tutti negli appartamenti di alcuni studenti abbiamo cenato a base di pizza e birra, entrambe da dimenticare. Alle nove di sera sembrava ai più che fossero già le 3 di mattina, impressione condivisa anche l’indomani.

La mattina dopo eravamo già pronti ad iniziare effettivamente gli Euromasters. Grazie ai frequenti bus navetta siamo stati tutti deportati alla palestra dove per due giorni sono stati i tornei i calcetto, pallavolo, basket, cheerleading, le qualificazioni di canoa e la Wii Challenge.
L’effettiva gara di canottaggio e la staffetta erano l’una sul Reno che scorre ai piedi di Vallendar e l’altra per le vie (in salita) della cittadina.

Tra l’altro la staffetta si è dimostrata essere di 800 m a testa anziché 500 m cogliendoci un po’ alla sprovvista. Penso che siamo arrivati penultimi o giù di lì, ma posso dirmi comunque soddisfatto della mia prestazione personale. Rudi ha corso con gli occhiali lampeggianti a forma di cuore per finire nel video. Presto vedremo se è stato accontentato. Io ho corso per ultimo del quartetto.

Domenica mattina alle 4 dopo l’ultima festa del sabato siamo partiti per tornare a Bolzano. Non vi dico la stanchezza.

Alla fine dell’evento noi di Bolzano non abbiamo vinto niente, ma ci siamo certamente divertiti tutti e abbiamo provveduto a creare un po’ di atmosfera festosa in qualunque momento in parallelo agli studenti della ESB (European School of Business) che sono sempre mega organizzati con tanto di mascotte a forma di orso anche quando vengono agli Snowdays. Chissà se anche lo S.C.U.B. riuscirà a organizzarsi a breve con una mascotte da far saltellare sulle piste innevate a marzo insieme all’orso?

Di università italiane erano presenti oltre alla LUB anche la Bocconi (anche se gli studenti presenti erano solo in minoranza dell’università) e l’Università di Siena.

Una piccola considerazione personale sull’evento. Trovo stupefacente come degli studenti universitari riescano ad organizzare eventi così spettacolari semplicemente basandosi su volontari. Se sono presenti persone con più di 25 anni sono unicamente impiegati degli sponsor o comunque gente che con l’organizzazione non ha nulla a che fare. E questo ovviamente non vale solo per gli Euromasters ma anche per gli Snowdays!

Online si trova:
il video delle cheerleader dell’ESB
il video delle cheerleader della Zeppelin University
il video delle cheerleader della WHU (1° posto)
il video delle cheerleader della Bocconi*
un video della prima festa (la canzone che si sente, Infinity, è “l’inno” degli Euromasters di quest’anno)
le nostre foto
Per il materiale ufficiale bisognerà aspettare ancora un po’. Sarà reperibile al sito degli Euromasters www.whu-euromaster.de.

* Da quando hanno visto le performance delle cheerleader delle varie università, tutti i ragazzi di Bolzano presenti sono convinti che è necessario formare un gruppo di cheerleading anche da noi.

Nell’immagine l’attimo antecedente alla cerimonia di apertura. Noi eravamo i primi ad entrare.

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Denuncia vi@ Web

Oggi, passeggiando come mio solito per i corridoi dell’uni, ho casualmente notato un volantinone sulla bacheca dei rappresentanti degli studenti in cui veniva pubblicizzato il servizio online di denuncia di furto o smarrimento offerto dalla Polizia si Stato.

«La Polizia di Stato, per venire incontro alle vostre esigenze e consentirvi il disbrigo di determinate pratiche in maniera più agevole e veloce, ha realizzato il servizio “Denuncia via web”, un progetto che realizza un nuovo rapporto di collaborazione, perché sarete voi ad iniziare il “lavoro”

Per maggiori informazioni cliccare qui.

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Si parte per Koblenz

Domattina alle 6.00 si parte per Coblenza. Vallendar per essere precisi. Una cinquantina scarsa di studenti dell’Università di Bolzano, ovviamente tutti membri dello SCUB, partono per un viaggio di circa 10 ore o più in pullman per partecipare come ogni anno ai WHU-Euromaster, il più grande evento sportivo per studenti in Europa. SCUB gareggerà nel calcetto, basket, pallavolo, canottaggio e staffetta. Niente cheerleader per noi, quindi. Io corro la staffetta.

Oltre alla macchina fotografica mi porterò dietro il computer, così magari con un po’ di fortuna trovo una connessione e farò un po’ di cronaca nei momenti liberi tra gare e feste. In fondo sono o non sono il responsabile per la comunicazione dello SCUB?

Sotto trovate il video degli Euromaster dell’anno scorso. Sul loro sito comunque si trova tutto.

WHU Euromasters 2007 – The official video – MyVideo

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Intervista a Patrick Amici

Ho deciso di intervistare Patrick Oliver Amici per documentare un po’ il Red Bull Can You Make It perché hanno partecipato amici miei sia come organizzatori che come competitori. Inoltre il tutto ha avuto luogo anche nella nostra università.

Patrick, di cos’è che ti occupi all’interno dell’uni?
Da più di un mese ho fondato insieme ad altri ragazzi uni-party, un’associazione che si occupa principalmente di eventi serali a Bolzano. Le feste sono la risposta al nostro desiderio di far divertire i ragazzi senza farli spendere troppo. E questo non solo una volta alla settimana! Assenzio e Boulevard [due locali in centro a Bolzano, ndr] fanno ogni giorno sconti a studenti con la tessera universitaria. La nostra sede operativa è all’interno dell’uni nella stanza C4.6.

E qual’è il tuo rapporto con RedBull?
La mia qualifica ufficiale con RB è Student Brand Manager. Ciò non significa essere parte attiva nelle vendite ma dare un contributo all’organizzazione di eventi all’interno dell’università. Con RB ci scambiamo idee su cosa organizzare e da loro otteniamo poi il supporto. Ad esempio agli Snowdays RB ci tiene molto a collaborare dando un contributo sul piano logistico e organizzativo. RB vede negli Snowdays una forma di divertimento per gli studenti. Io personalmente non ho orari fissi, né deadline da rispettare. Sono molto flessibile e se ci sono eventi all’università che non partono direttamente da me sono sempre disponibile a collaborare.

Cosa ti ha spinto a portare il Red Bull Can You Make It a Bolzano?
L’idea pazzesca di muovere studenti da 15 paesi europei senza che essi abbiano con sé soldi, carte di credito né documenti mi ha subito fatto decidere di offrire un checkpoint qui.

Cosa dovevano fare i team che passavano da Bolzano?
Io, in qualità di Checkpoint leader, ho ideato tre prove delle quali ogni team se ne sceglieva una: a) trovare vestiti tipici sudtirolesi e riprende un piccolo giro per piazza Walter così vestiti con una telecamera, b) trovare cinque panifici diversi e portare da ciascuno del pane tipico dandone prova via foto, c) (questa ha coinvolto anche gli studenti di Bolzano) trovare tre biciclette per se e altri tre sfondanti, studenti appunto, e fare una gara di velocità con itinerario a scelta loro.
Se non portavano a termine la prova non beccavano niente. “Work hard, play hard” è il motto del RBCYMI. Il premio era una cassa di Red Bull con cui poi avrebbero dovuto finanziarsi il viaggio.

Quanti team erano in tutto e quanti di questi sono passati da Bolzano?
Sono passati 22 team. Alcuni di questi provenivano dall’Italia, altri dalla Svizzera, Ungheria, Spagna e anche dagli Stati Uniti su un totale di 99 team. Principalmente le squadre erano di ragazzi ma in due o tre team c’erano anche ragazze, che è stato positivo perché in qualche modo… hanno coinvolto la community studentesca.

Chi ti ha aiutato nell’organizzazione dell’evento? L’università come ha reagito?
All’interno dell’associazione [uni-party, ndr] ho avuto un consenso immediato così come anche da SCUB e Alumni. Kikero invece ha tardato in questo. Anzi, ha dato disdetta il giorno stesso dell’apertura dell’evento che avevamo prima programmato nel social club dell’università. Sarebbe stata gradita una risposta in anticipo. Il checkpoint è poi stato spostato nel nostro ufficio.

[Nell’immagine parte del team organizzativo]

Che cosa ha funzionato bene e cosa invece ha dato problemi?
La gestione del posto ha funzionato benissimo, perché tanti ragazzi mi hanno aiutato, in particolare i ragazzi di uni-party, ma anche esterni. Di cose che non hanno funzionato non saprei… Forse solo il fatto che ogni tanto era difficile dar trovare il checkpoint ai team, visto che c’era chi toglieva i cartelli nell’uni.

C’è qualcosa che vuoi aggiungere in generale?
Sì. A breve (la data è ancora da stabilirsi) ci sarà il Red Bull Paper Wings e invito tutti gli studenti a partecipare. L’evento, se tutto va bene, sarà ospitato da SCUB e uni-party nella zona sportiva dell’università. L’appuntamento costituisce le qualificazioni per la finale nel Red Bull Hangar 7 a Salisburgo in Austria.

Ringrazio Patrick per la disponibilità. A breve spero di riuscire a fare anche un’intervista ai Grazing Cows o come minimo ad un loro membro.

[Nell’immagine in alto Patrick è quello sdraiato con una scarpa sulla testa insieme ad alcuni team e altri dell’organizzazione]

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30/10/2008 – Bologna che manifesta, polizia che prova a guastare la festa

Cerco il più possibile di fare fredda cronaca, ovviamente con qualche concessione alla leggibilità, le impressioni più generali un’altra volta (è già abbastanza lungo così).

Più di quarantamila, non mi interessa cosa può dire la questura, e alla fine della giornata molti sorrisi stanchi, tanta soddisfazione e qualche chiacchiera incredula: “son qui da 11 anni e non ho mai visto una manifestazione simile” sento dire a uno degli ultimi rimasti fino in fondo. E se dopo più di 7 ore rimangono solo gli studenti universitari, la vera bella notizia della giornata è la larga e trasversale partecipazione di tutto il mondo studentesco bolognese alla lunga camminata contro le iniziative sfascia-scuola di questo governo (e dire se sia colpa della Gelmini, di Tremonti, di Berlusconi o di Confindustria ha forse poco senso, al di fuori degli slogan).

Si parte presto la mattina in Piazza Nettuno, e chi arriva tra i primi vede crescere il corteo gruppo dopo gruppo, lo vede prendere dimensioni sempre maggiori finchè non stropiccia gli occhi chiedendosi se per caso per non far tardi non abbia dormito troppo poco. E’ un corteo immenso quello che infila via Indipendenza, e come se non bastasse gli studenti di Veterinaria vi si aggiungono qualche minuto dopo, tanto per rincarare la dose agli increduli e far lavorare sodo i numerosi fotografi e giornalisti. Potrei raccontare ancora di questo biscione eterogeneo e colorato che pacifico ma rumoroso si è snodato per la città per raccontare storie di scuola minacciata e far sentire alla popolazione l’urgenza del caso, ma ho avuto da fare un paio d’ore e mi sono perso la festa, tornando però giusto in tempo per vedere chi la voleva guastare (e non ci è riuscito, per fortuna).

Antefatto: sin dalla mattina un nucleo dei carabinieri stazionava nei dintorni di porta Castiglione, nucleo a cui si è aggiunta la polizia quando il corteo ha cominciato ad avvicinarsi (da quello che ho capito la polizia fin lì ha seguito il corteo) col timore peraltro infondato che una parte dei manifestanti si dirigesse verso il vicino Cafè Pound, luogo di ritrovo dei giovani di destra. Ora, quando il corteo, che aveva in testa gli studenti universitari e solo dietro i ragazzi dei licei, delle scuole medie eccetera, ha raggiunto l’aula santa Lucia di Scienze Politiche (quella ricavata da una chiesa sconsacrata, per intenderci), la polizia si è disposta in maniera da bloccare la strada dove alcuni lavori in corso sulla sinistra formavano una strettoia. Per vedere meglio mi sono arrampicato su un impalcatura (e ho poi chiesto ai vari ragazzi che guidavano oggi il corteo), e lo svolgimento dei fatti è stato questo: dapprima si è fermato il corteo e si sono inviati dei rappresentanti a “trattare”, ovvero a far presente che si voleva semplicemente proseguire a sinistra in via Cartoleria (e il cafè Pound non era quindi un obiettivo), e per qualche motivo la discussione non ha portato a niente per un po’ (non capisco davvero il perchè, mi fa sospettare che la polizia cercasse lo scontro, e probabilmente ci prendo) e la folla ha cominciato a rumoreggiare. Come spesso capita, un movimento improvviso della massa di persone dietro di loro ha spinto qualche rappresentante a contatto con i poliziotti, e subito si è scatenata la reazione violenta: per qualche lungo istante (sembra incredibile quanto possa durare un mezzo minuto) è sembrato che tutto dovesse degenerare, con poliziotti che manganellavano convinti, qualche sporadica reazione di alcuni studenti (saranno volate due-tre bottiglie a far tanto) e i carabinieri che cominciavano solerti ad infilarsi tra i poliziotti. Fortunatamente, la presenza di spirito degli studenti ha evitato che la situazione degenerasse, e nonostante il gruppo di carabinieri si sia poi piazzato all’imbocco di una via laterale pronto a tagliare fuori la testa del corteo se si fossero presentati casini, si è riusciti a imboccare tutti quanti via Cartoleria quando finalmente ci hanno fatto passare una quindicina di minuti dopo. Qualche contuso, molto spavento ma in fondo poteva andare peggio, e sicuramente si è dimostrata la natura pacifica (per quanto incazzata) di questo movimento.

Superata la trappola si raggiunge in fretta la sede bolognese di Confindustria all’incrocio tra via Santo Stefano e via Dante, e li ci si ferma per un lungo discorso a più voci. Giungono notizie incredibili da Roma e Milano: Piazza Affari e il Parlamento assediati da un coro festante di studenti e professori d’ogni età, centinaia di migliaia di persone lì a far sentire la loro voce come noi abbiamo fatto sentire la nostra oggi; ma la più grande soddisfazione è per aver passato tutti assieme la mattinata, senza farci dividere da chi ha provato a usare i soliti vecchi trucchi. Comincia anche a piovigginare, e se pur si riprende fino a raggiungere i viali l’idea è di chiudere la manifestazione a Porta Maggiore (che comunque credevo si chiamasse porta San Mamolo) dopo aver bloccato il traffico per un po’. Nel frattempo i più giovani se ne tornano pian piano a casa, considerato tralaltro che la manifestazione era programmata fin qui, e gli universitari sono praticamente i soli a resistere sotto la gelida pioggia che ormai cade copiosa, una bella giornata che si conclude forse presto, ma sicuramente bene per molti. Però…

…c’è un però: complice forse il clima che si mette inaspettatamente al bello, o la gran massa di gente che comunque rimane e non da segni di stanchezza, la manifestazione continua e si dirige verso la stazione. Ormai i cori e gli striscioni sono queli universitari, contro i tagli e contro le baronie che appestano un sistema universitario tra i peggiori del mondo (con qualche deriva sull’autoformazione, che suona un po’ sessantottina ma suggestiva), e la voglia è quella di osare, di provare a bloccare nuovamente i treni come qualche giorno fa. In apprensione un po’ per l’immagine del corteo, un po’ per l’incolumità di tanti ragazzi (tra i quali c’ero pur sempre anch’io) ho parlato con gli organizzatori, che ancora non avevano ben deciso se valeva la pena di forzare l’inevitabile blocco della polizia; una corsa in stazione per dare un’occhiata e i numeri che ho riportato (3 camionette della polizia per una cinquantina di poliziotti, più alcuni carabinieri pronti vicino al comando accanto alla polizia) sembrano aver fatto decidere definitivamente per la soluzione più cauta: arrivare di fronte alle forze dell’ordine e rimanere lì, senza cercare lo scontro.

Un poco alla volta ci si avvicina e, chi sedendosi chi rimanendo in piedi, si gridano ai poliziotti i propri cori e le proprie idee, si parla ancora e ci si racconta quello che è successo oggi, e quello che continuerà a succedere domani e dopodomani e i giorni dopo ancora. Qualcuno tra la folla vorrebbe portare avanti la prima idea di sfondare, ma un poco alla volta tutti capiscono che oggi non si può, e si rischia solo di compromettere tutto quello che di bello è stato costruito. Ci vuole un po’ per far muovere tutti (circa 3000-4000 studenti universitari), ma dopo un lungo stazionamento ci si incammina un poco alla volta verso la strada, per fermarsi però poco dopo all’incrocio del ponte a bloccare il traffico. Sarà stata la stanchezza a suggerire quest’idea, ma passa una ventina di minuti prima che ci si alzi e si riprenda il cammino (anche se mi è giunta poi voce che una parte degli studenti abbia deciso di non seguire gli organizzatori e di rimanere li per un bel po’ ancora) in direzione di Piazza Maggiore, dove è invece sicuramente la stanchezza a ispirare la chiusura della manifestazione. Non servono più discorsi, ora c’è solo la voglia di tornare alle proprie vite e riposare in vista dei prossimi impegni.

p.s. io Grillo non l’ho visto.

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Webcam in mensa

Da ieri nella mensa dell’UniBz abbiamo il massimo della tecnologia per garantire agli studenti il massimo della comodità. Sarà infatti capitato a tutti di decidere alle 12.30 che è ora di mettere qualcosa sotto i denti mentre si sta in biblioteca, ad esempio. E allora stacchi la presa del computer, avvolgi il cavo, chiudi i libri, sistemi tutto nello zaino e chiudi la cerniera preoccupandoti di fare più rumore possibile per far capire a quella strafig ragazza seduta due banchi più in là che te ne stai andando e che se casualmente ci si trovasse insieme in coda ci si potrebbe anche conoscere e che… Poi ti accorgi che lei a differenza tua sta studiando sul serio e sconsolato ti fa tre piani di scale in giù perché l’ascensore si è appena chiuso davanti al tuo naso.

Arrivato davanti alla mensa ti accorgi che lo zaino l’hai lasciato al banco della biblioteca. Allora ti fai tre piani di scale a piedi perché l’ascensore si è appena chiuso davanti al tuo naso, individui il tuo zaino, lo prendi e stavolta cerchi di fare meno rumore possibile perché altrimenti fai una figura di cacca con la ragazza di prima e ti rifai tre piani di scale in giù a piedi, perché l’ascensore si è appena chiuso davanti al tuo naso, fino alla mensa e cosa vedi?

Una coda che non finisce più. Così lunga che non si accontenta di formare un U ma addirittura assume una forma ad H che non capisci dove inizia né dove finisce. Ti siedi a terra e piangi.

Ma d’ora in poi non succederà più! No, perché hanno installato una piccola webcam che punta direttamente sullo spazio dove di norma si forma la coda, così, prima ancora di chiudere lo zaino rumorosamente e staccare la presa dal computer, dai una controllatina on line sullo stato della coda tre piano più giù e puoi decidere tranquillamente da seduto se conviene smettere o meno di fare sudoku in biblioteca!

Resta un piccolo problema: non trovo il link d’accesso alla webcam (ho provato a cercare su Google “mensa” ma non c’è molto riguardo a questo!).

Ringrazio il signor Dabbleboard per avermi fornito gli strumenti per modificare l’immagine.

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