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Adotta un carrello: il primo social contest a scopo benefico

Adotta un Carrello è il primo social contest a scopo benefico: una “gara 2.0” organizzata a fin di bene con il patrocino di Carrelli.it

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Intervista a Patrick Amici

Ho deciso di intervistare Patrick Oliver Amici per documentare un po’ il Red Bull Can You Make It perché hanno partecipato amici miei sia come organizzatori che come competitori. Inoltre il tutto ha avuto luogo anche nella nostra università.

Patrick, di cos’è che ti occupi all’interno dell’uni?
Da più di un mese ho fondato insieme ad altri ragazzi uni-party, un’associazione che si occupa principalmente di eventi serali a Bolzano. Le feste sono la risposta al nostro desiderio di far divertire i ragazzi senza farli spendere troppo. E questo non solo una volta alla settimana! Assenzio e Boulevard [due locali in centro a Bolzano, ndr] fanno ogni giorno sconti a studenti con la tessera universitaria. La nostra sede operativa è all’interno dell’uni nella stanza C4.6.

E qual’è il tuo rapporto con RedBull?
La mia qualifica ufficiale con RB è Student Brand Manager. Ciò non significa essere parte attiva nelle vendite ma dare un contributo all’organizzazione di eventi all’interno dell’università. Con RB ci scambiamo idee su cosa organizzare e da loro otteniamo poi il supporto. Ad esempio agli Snowdays RB ci tiene molto a collaborare dando un contributo sul piano logistico e organizzativo. RB vede negli Snowdays una forma di divertimento per gli studenti. Io personalmente non ho orari fissi, né deadline da rispettare. Sono molto flessibile e se ci sono eventi all’università che non partono direttamente da me sono sempre disponibile a collaborare.

Cosa ti ha spinto a portare il Red Bull Can You Make It a Bolzano?
L’idea pazzesca di muovere studenti da 15 paesi europei senza che essi abbiano con sé soldi, carte di credito né documenti mi ha subito fatto decidere di offrire un checkpoint qui.

Cosa dovevano fare i team che passavano da Bolzano?
Io, in qualità di Checkpoint leader, ho ideato tre prove delle quali ogni team se ne sceglieva una: a) trovare vestiti tipici sudtirolesi e riprende un piccolo giro per piazza Walter così vestiti con una telecamera, b) trovare cinque panifici diversi e portare da ciascuno del pane tipico dandone prova via foto, c) (questa ha coinvolto anche gli studenti di Bolzano) trovare tre biciclette per se e altri tre sfondanti, studenti appunto, e fare una gara di velocità con itinerario a scelta loro.
Se non portavano a termine la prova non beccavano niente. “Work hard, play hard” è il motto del RBCYMI. Il premio era una cassa di Red Bull con cui poi avrebbero dovuto finanziarsi il viaggio.

Quanti team erano in tutto e quanti di questi sono passati da Bolzano?
Sono passati 22 team. Alcuni di questi provenivano dall’Italia, altri dalla Svizzera, Ungheria, Spagna e anche dagli Stati Uniti su un totale di 99 team. Principalmente le squadre erano di ragazzi ma in due o tre team c’erano anche ragazze, che è stato positivo perché in qualche modo… hanno coinvolto la community studentesca.

Chi ti ha aiutato nell’organizzazione dell’evento? L’università come ha reagito?
All’interno dell’associazione [uni-party, ndr] ho avuto un consenso immediato così come anche da SCUB e Alumni. Kikero invece ha tardato in questo. Anzi, ha dato disdetta il giorno stesso dell’apertura dell’evento che avevamo prima programmato nel social club dell’università. Sarebbe stata gradita una risposta in anticipo. Il checkpoint è poi stato spostato nel nostro ufficio.

[Nell’immagine parte del team organizzativo]

Che cosa ha funzionato bene e cosa invece ha dato problemi?
La gestione del posto ha funzionato benissimo, perché tanti ragazzi mi hanno aiutato, in particolare i ragazzi di uni-party, ma anche esterni. Di cose che non hanno funzionato non saprei… Forse solo il fatto che ogni tanto era difficile dar trovare il checkpoint ai team, visto che c’era chi toglieva i cartelli nell’uni.

C’è qualcosa che vuoi aggiungere in generale?
Sì. A breve (la data è ancora da stabilirsi) ci sarà il Red Bull Paper Wings e invito tutti gli studenti a partecipare. L’evento, se tutto va bene, sarà ospitato da SCUB e uni-party nella zona sportiva dell’università. L’appuntamento costituisce le qualificazioni per la finale nel Red Bull Hangar 7 a Salisburgo in Austria.

Ringrazio Patrick per la disponibilità. A breve spero di riuscire a fare anche un’intervista ai Grazing Cows o come minimo ad un loro membro.

[Nell’immagine in alto Patrick è quello sdraiato con una scarpa sulla testa insieme ad alcuni team e altri dell’organizzazione]

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RIVA DEL GARDA FIERECONGRESSI Gli appuntamenti di novembre

Eventi a cadenza annuale e biennale caratterizzano l’ultimo mese di fervente attività presso Riva del Garda Fierecongressi.

> Questo fine settimana, 1-2 novembre, presso il Palazzo dei Congressi “Mani Tese” – organizzazione di volontari mossi dall’obiettivo di combattere la fame e gli squilibri fra Nord e Sud del mondo – organizza un convegno internazionale intitolato […]

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MostrArteuropa A cura di Juice cooperativa sociale

La Mostrarteuropa – itinerari artistici internazionali – work in progress – si tiene al Chiostro di S.Maria De Senioribus in lungolago Anelli a Desenzano. L’esposizione è a cura di JUICE cooperativa sociale onlus. Regola d’arte, poesia e solidarietà. Una mostra di pittura allestita dai giovani artisti di Juice, costantemente e appassionatamente “work in progress”. L’apertura […]

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Visualizza le tue relazioni su Facebook

Con Nexus, una delle applicazioni per Facebook, è possibile vedere in forma grafica le connessioni del proprio network

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Bozner checkpoint

E così mi sono perso il passaggio per Bolzano dei GrazingCows. Ciò non vuol dire che mi manchino le informazioni sui loro spostamenti!
Siamo rimasti che il trio era a Bolzano tre giorni fa. Dalle testimonianze che ho colto per via informale i nostri viaggiatori hanno fatto tappa nelle loro magioni studentesche per la notte. Qui a Bolzano c’è uno dei checkpoint dove, grazie a una prova che deve avere esito positivo, le squadre possono guadagnare una cassa di RedBull da barattare con fantasia per giungere a Parigi. Ho pure scattate due foto del punto.

Adesso, nel momento della stesura di questo post, un team della Germania è arrivato nel Social Club dell’uni al sesto piano. Il checkpoint però aprirà alle 12.00 per poi chiudere di nuovo alle 18.00. All’interno di questa fascia oraria arrivano in uni studenti di ogni dove per fare una prova di cui momentaneamente all’oscuro, ma non per molto penso.

Prima della fine dell’evento riuscirò a fare un’intervista a Patrick e Kai che si occupano dei Red Bull events qui a Bolzano.
Ci sono già domande dal pubblico?

Per votare i Grazing Cows click qui e se necessario sign-up qui.

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Perchè, tutto sommato, potremmo ancora dirci piddini

Stamattina stavo scrivendo un pezzo sulla manifestazione di sabato (uscirà domani, credo), quando mi sono reso conto che ormai la mia posizione nei confronti del Partito Democratico si sta cristallizzando verso un rifiuto più o meno marcato. Magari qualcuno di voi sarebbe contento di risolvere una lunga diatriba interiore con una posizione netta, a me invece una situazione del genere turba, soprattutto perchè dopo aver lasciato dietro di sè anche il partito democratico non rimane molto (oltre all’espatrio, intendo) nel panorama politico italiano.

I comunisti, a mio parere, sono andati del tutto: già il fatto che Ferrero abbia fatto tanto per diventare segretario, aggregando a sè tutti i groppuscoli che si opponevano come lui a Vendola, non mi aiuta a vederlo come un dirigente interessato più alle lotte che al potere; se poi mi capita di ripensare a Diliberto, Rizzo o il recentemente tornato in auge (anche se solo come consulente) Bertinotti, mi rendo conto che l’occasione di rinnovarsi arrivata con la batosta elettorale non è stata, non è e non sarà mai colta. Il futuro nel quale si può sperare, per loro, non è certo quello prossimo.

L’Italia dei valori ha fatto quello che col mio voto le avevo chiesto di fare, si può dire, ma per quanto mi riguarda il mandato vorrebbe finire qui (non escludo di rivotarli in futuro, ma spero di no). Non sarà certo dal gruppo di DiPietro che arriverà il futuro migliore per l’Italia, il suo compito era ed è, per quanto mi riguarda, vigilare acchè la situazione non peggiori e possibilmente migliori nei nodi crociali che possono vanificare ogni spinta innovativa: giustizia,informazione, meccanismi elettorali. Li ho votati perchè temevo, a ragione credo, che Veltroni non avrebbe avuto la stessa determinazione nell’opporsi a una destra che su questi tre temi ha fatto i più grandi sfaceli, e ancora non è sazia. Li ho votati per questi motivi, ma le chiavi del mio futuro le vorrei affidare a qualcun’altro.

E quindi? se resta solo Veltroni, ci dobbiamo affidare a Veltroni? proprio qui sta il punto cruciale: se si tratta di mettersi dalla parte di questo segretario finchè morte non ci separi allora non ci siamo, e la scelta è tra Spagna, Inghilterra o Germania. Se però…

…se però il partito democratico fosse l’unico che per qualche strana contingenza è ancora dotato della capacità di cambiare? se per caso la venerazione veltroniana per Obama avesse prodotto, di sponda, un partito che in una qualche maniera (più teorica che pratica per ora) ha una vocazione partecipativa? se ci si fossero infilate, malgrado le intenzioni dell’establishment di cambiare tutto perchè niente cambiasse, persone con voglia di modificare le facce e i modi della politica? ecco, tutto questo è successo, credo (o forse spero). Mi è capitato di sentire da esponenti locali fidati (come TheNib) notizie rassicuranti sulla capacità locale di proporre persone e idee nuove, forse il problema è solo nazionale? in tal caso potrebbe essere una questione di tempo, ma tanto vale accelerare il processo.

Per questo, se il partito democratico è davvero l’unica grande partito con un residuo di democrazia interna rimasto in Italia, vale la pena cercare di non staccare quest’ultima spina. Rileggendoli, mi sono reso conto che i miei primi pezzi sul Pd denotavano un misto di curiosità e voglia di sperare, che man mano sparivano per lasciar posto a diffidenza, poi rabbia e infine rassegnazione. Prima di arrivare alla fase “vecchietto acido e brontolone” vorrei invertire la rotta e stabilizzarmi su una vigile e apprensiva attenzione per un partito che non abbiamo ancora perso del tutto.

Come fare? per ora ho trovato dei compagni di viaggio: la Fondazione Daje, che forse è nata un po’ per celia, ma sta diventando qualcosa di più strutturato senza perdere, ed è importante, la voglia di scherzare. Seguite il mio esempio e vedrete che qualcosa, ancora, si può fare.

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Qui una volta era tutto film

Parte il film, e ci vogliono solo poche scene per capire dalla colonna sonora in palese dissonanza con le scene che stanno passando sullo schermo che qualcosa non va come dovrebbe andare, una sensazione che man mano si fa più concreta finchè, alla fine, si capisce la verità: Burn After Reading è molto più del film comico che ti hanno consigliato. La dissonanza è la chiave del film, e va oltre il suo aspetto più evidente, ovvero la già segnalata colonna sonora che è, ad esempio, da film d’azione in sequenze da commedia. Ma Facciamo un passo indietro.

Il cinema americano, da quando gli statunitensi, più lungimiranti di altri, hanno cominciato a investirci massicciamente (la prima cattedra di cinema ad Harvard è del 1914, per dire), ha un nome e una ragione sociale: “fabbrica dei sogni”, ovvero produttore dell’immaginario di una nazione. Se vi sembra niente, pensate a quanto negli ultimi sessantanni questa fabbrica abbia esportato anche in Europa (senza contare il cinema non-americano e la televisione negli ultimi anni, che perlomeno da noi ha spodestato il cinema), e a quanto abbia contribuito a formare il vostro, di immaginario. Non è un caso se quasi tutti, dittature e non, abbiano investito e investano massicciamente nella propaganda, nel secolo scorso e in questo che sta cominciando; tuttavia non si tratta solo di una questione che riguarda solo film puramente “di propaganda”, ma di un fenomeno più diffuso che contribuisce a stabilire i confini dell’immaginazione. Tolkien si lamentava che gli illustratori castrassero i lettori di buone fiabe con disegni che diventavano una normativa del fantastico personale, mutatis mutandis il “problema” è sempre quello, se di problema, propriamente, si può parlare.

E oggi? se da un lato l’America di oggi non è più un paese per vecchi, dall’altro non è nemmeno più la terra della libertà di sognare (con buona pace di Obama), e i Cohen ci hanno voluto girare un film. I personaggi del film (di cui gli unici realmente comici, i due agenti FBI, sono poco più che comparse) sono difatti ognuno immerso nel proprio film personale, con tanto di dialoghi pesantemente influenzati dalla propria storia di cinefili (al giorno d’oggi siamo tutti, più o meno volontariamente, cineili); il problema è che ognuno sta su un registro filmico diverso e i momenti di attrito sono frequenti e dirompenti: vedi ad esempio la scena del bar, dove lui sta per far partire la tirata da vecchio saggio con tanto di foto di quando era prete e lei risponde con una puntata di Sex & the City (oppure la più clamorosa, quella dove Pitt e Clooney sono uno in una commedia degli equivoci, l’altro in un thriller e…[mi censuro per evitare spoiler]). Il film dei fratelli Cohen è in realtà lo scontro di persone che provano a vivere la vita come nel loro film preferito; oppure, più sottilmente, lo scontro di quel coacervo di immaginari che ha sostenuto l’ideologia americana negli ultimi sessantanni (di qui il tragicomico riferimento alla Guerra Fredda del vendere segreti o supposti tali a un ambasciatore russo che, giustamente, non sa che farsene), per metterli tutti nello stesso calderone e decretarne la decadenza oppure, e a me piace pensarla così, semplicemente giocarci con fare irriverente (ma qui si dovrebbe fare una telefonata ai registi).

Inoltre, dall’inevitabile brutta fine di (quasi) tutti i film personali il messaggio sembra essere: “qui non è più come una volta, che c’era il lieto fine”, oppure se preferite “qui non è un film, è la vita reale dell’America fine anni ’00, adeguatevi”. Tutto questo è chiaro, lampante quasi, quando si vede il film; a patto di non farsi distrarre dalla trama, che qualcuno spaccia ancora come comica (ma le risate si fanno lo stesso, non vi preoccupate).

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Una firma per Saviano

Da qualche giorno Repubblica ha lanciato una raccolta di firme a sostegno di Roberto Saviano, il giovane scrittore che con il best seller Gomorra ha denunciato azioni e metodi della camorra, facendo anche nomi e cognomi dei boss, è stato più volte minacciato di morte, e vive sotto scorta.
L’altro giorno ha espresso la volontà di lasciare l’Italia per avere una vita normale.
La raccolta di firme è un sostegno allo scrittore, e un rifiuto che chi si batte per la legalità debba scappare.
Ecco il testo della petizione:

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro – “Gomorra” – tradotto e letto in tutto il mondo. E’ minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, “Repubblica”, e di tacere.
Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un proble
ma di polizia. E’ un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.
Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

Vi invito dunque a firmare, per dare un sostegno, seppur misero, a Saviano e a tutti coloro che credono in un’Italia libera dalla piaga della mafia.
Per farlo cliccate QUI

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San Felice più felice sul PGT

Riporto, per continuare nel ragionamento sul PGT di San Felice, un articolo pubblicato il 16 ottobre sul Giornale di Brescia.
Nell’articolo viene riportata la posizione dell’associazione San Felice più Felice.
 
 

San Felice «Troppo consumo di territorio»
Nelle osservazioni al Pgt di un’associazione la difficile sostenibilità ambientale della crescita demografica

SAN FELICE – Consumo eccessivo del territorio, troppe cubature rispetto […]

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http://blog.zuin.info/?p=896

Recesso: 14 giorni e senza raccomandata

La nuova direttiva sui diritti dei consumatori modificherà sostanzialmente l’impianto normativo italiano: il termine per l’esercizio del diritto di recesso è uniformato in 14 giorni di calendario in tutti gli stati Europei ma sopratutto non sarà più richiesta alcuna comunicazione scritta mediante lettera raccomandata.

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Nemmeno un giorno da Pecorella

Non ho ben capito perchè Leoluca Orlando sia così insostituibile alla commissione di vigilanza, per quanto trovi ovviamente grottesca la situazione creatasi con una maggioranza che vuole mettere il becco anche nelle (poche) prerogative dell’opposizione. Voglio dire, a un certo punto non ci si può nemmeno incaponire troppo su un nome e qualche personaggio altrettanto valente lo si troverà pure nell’Italia dei Valori, fermo restando che deve essere chiaro e pubblicamente lamentato che si è subito un torto. O non c’è forse una via mediana tra il darla vinta al Nemico e intestardirsi fino alla morte per sfinimento?

Per questo vorrei che ora si lasciasse un po’ perdere Orlando e si dicesse solo “no, Pecorella no”, o se preferite “no, un indagato per favoreggiamento ai colpevoli della strage di Piazza della Loggia no”, ma in alternativa anche “no, un ex-membro di Potere Operaio e del Partito Socialista no” oppure “no, l’ideatore di una legge che prevede l’inappellabilità dei proscioglimenti in primo grado di giudizio da parte dei pubblici ministeri no”; senza tenere da conto l’argomento che renderebbe la sua nomina più farsesca: è uno degli avvocati personali di Berlusconi e credo che sia praticamente a suo libro paga (se esiste una cosa del genere, un po’ credo sia un’immagine retorica). Per ora ho sentito, da parte del Pd, solo generici proclami che per quanto sembrino effettivamente sancire un’irremovibilità lodevole eludono il vero punto della situazione e si rifugiano in perifrasi sinceramente inspiegabili; perchè non si riesce a parlare chiaro? si ha paura di qualche ritorsione? non sarebbe meglio per l’elettore o il possibile futuro tale sapere perchè il Partito Democratico si sta (giustamente) dimostrando adamantino su questo tema? a continuare così, temo, c’è il rischio di non essere capiti (nè, quindi, votati).

Per ora l’ipotesi Pecorella sembra perdere consensi anche a destra, ma non è un buon motivo per risparmiare forze su un tema decisamente importante: se Berlusconi comincia a infiltrare peones pure alla Corte Costituzionale, infatti, chi boccierà le sue leggi incostituzionali?è una delle poche cose che ci ha mantenuto a galla nei suoi governi, ora rischiamo di perdere anche questo salvagente.

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Testimonial di Geova, episodio 3

Satana è davvero così cattivo come lo si dipinge? (Isaia 23,12)

Ora, i geovani pare che con Satana ce l’abbiano parecchio, quantomeno da quello che ho trovato in questo confronto tra la fede geovana e quella cristiana:

Con la falsa promessa («non morirete affatto»:Gen 3,4) Satana introduce nel mondo l’idea dell’immortalità dell’anima, e con essa la Religione, che è il mezzo con cui Satana governa il mondo.

Con il diluvio satana introduce nel mondo l’economia e la politica. In questo modo il sistema malvagio per governare il mondo è composto di tre braccia: Religione, Economia, Politica. Da quest’idea nasce il rifiuto del dialogo con le altre religioni e con le strutture pubbliche (cfr. il rifiuto a fare il servizio militare o civile)

Va bene, forse combattere le armi di satana con altre di speculari (un’altra religione che si organizza socialmente in un gruppo compatto, e non so bene come gestiscano i soldi) può sembrare un po’ ipocrita, ma se ci pensate bene è decisamente più ragionevole dell’odio cristiano verso il Maligno. Voglio dire, almeno i geovani sono in competizione con Satana e giustamente attuano una pressante pubblicità comparativa, i cristiani per quale motivo dovrebbero realmente avercela con Belzebù? il poveretto ha la sola colpa di aver litigato con Dio qualche millennio fa, e per inciso da allora si sta facendo un mazzo tanto a gestire il ritrovo post-mortem della maggior parte degli esseri umani, in un posto che ve lo raccomando (si fa per dire). Se non fosse così una brava persona si sarebbe già messo in pensione in qualche traquilla cascina di campagna, e che scendesse il Vecchio a sistemarsi i suoi casini (il libero arbitrio e il male nel mondo ce li ha voluti lui), invece di delegare tutto (SanPietro, Gesù, qualcuno al Purgatorio che non ricordo chi sia…) e godersi semplicemente il panorama di lassù.

Ad ogni modo pare che qualcuno abbia scoperto dei messaggi subliminali satanici in alcune pubblicazioni dei Testimoni di Geova, oltre che in altri celebri Insospettabili (i Police, le Las Ketchup e lo spot per i 60 anni della Repubblica Italiana! intuite da soli la serietà di questo sito, credo). Le due immagini che propongo provengono dall’esempio meno ridicolo, il che è tutto dire, ma pare davvero di scorgere una mano deforme in questa illustrazione. Quantomeno quella dell’illustratore.

E se si scoprisse che i geovani sono in realtà adepti del Grande Tentatore sotto mentite spoglie? sono forse il ramo centrista della coalizione del male, intenti a raccattare le anime di quelli troppo distanti da Satana ma disposti a schierarsi contro il Grande Vecchio? Cosa diavolo rappresenta un’illustrazione in cui un canuto ma nerboruto signore spacca dei vasi di terracotta mentre una folla di chierichetti un po’ troppo cresciuti lo osserva estasiata? Tutte domande troppo elevate per noi umili esseri umani. O forse sono io a essere troppo semplice per stare dietro a questo genere di cose. Voglio dire, io se fossi il Diavolo mi ritirerei in montagna. E senza campanello alla porta.

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Cari 25 lettori…

Solo per avvisare che è un periodo un po’ così, tra gli ultimi due esami e la tesi che oggi mi è stata finalmente approvata dal professore, oltre che il corso di inglese e la vita sociale che ogni tanto mi fa sapere di aspettarsi qualcosa da me, ogni tanto. Se vi sembra che stia perdendo colpi resistete, tra poco riprenderò a scrivere con la solita frequenza, per la gioia di grandi, piccini e medi.

Per il resto sto or ora facendo un cospicuo aggiornamento del mio profilo Flickr, per chi fosse interessato alla mia attività di fotografo dilettante, e sto valutando la possibilità di dare un senso anche al mio tumblr, decisamente un po’ sacrificato alla lunaticità del mio umorismo. Datemi solo il tempo di inventarmi l’ennesimo hobby.

Ah già,il blog. Per questo blog pensavo di dare un po’ di spazio anche alla divulgazione scientifica, contestualmente alla tesi che tra poco comincerò seriamente a scrivere. D’altra parte solo politica stufa, no? beh, non penso di lasciarla perdere, comunque, il che temo significherà (sigh) un maggior numero di post. Vedremo, sono solito disattendere le mie stesse aspettative. Ad ogni modo questa eventuale divulgazione scientifica andrà sotto la categoria “il mondo funziona così”, che effettivamente da qualche tempo sta ritagliandosi sempre più spazio (a dimostrazione che parlo parlo, ma è più che altro un giustificare cosa già fatte o farle passare per progettate).

Fine del noioso post di servizio, see you soon!

p.s. ricordatevi che accetto ancora suggerimenti per creare il best of!

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Nexus – Facebook’s graphical network

Grazie a Luca Conti ho scoperto dell’esistenza di Nexus (credo che per accedere alla pagina linkata si debba essere utenti di Facebook), una piccola applicazione che ha subito conquistato il mio cuore. Installandola sul proprio account di Facebook, questa traccerà tutti collegamenti che i propri contatti hanno tra loro, dando luogo a una bellissima nuvola (o di più a seconda dei casi). A lato è possibile visualizzare la mia dalla quale si evince come si distribuiscono le mie amicizie.

L’insieme più denso in basso a sinistra rappresenta la mia “nuvola sociale” di Desenzano e d’intorni. Quello invece in alto a destra è relativo a Bolzano. I pallini abbastanza isolati in alto a sinistra sono invece gli ultimi due anni di Taizé, se così si possono definire. A dire il vero c’è anche un’amicizia di tre anni fa ma è isolata tra i due insiemi maggiori.

Sarebbe interessante vedere la mappatura di tutte le relazioni umane di una persona, non solo dei contatti di Facebook, ma ovviamente non è possibile. Così si potrebbe vedere ancora più nel dettaglio quanto i propri impegni, responsabilità, attenzioni e tutti gli altri corollari delle relazioni umane si distribuiscono.

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