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A cosa serve il Piano Urbano del Traffico?

Il 13 dicembre 2005 organizzai una serata di confronto con la popolazione di San Felice del Benaco sul tema “Il Piano Urbano del Traffico: presentazione dei risultati delle indagini e individuazione delle criticità”.

Durante l’incontro l’ing. Giulio Maternini, massimo esperto in provincia di Brescia per quanto riguarda la progettazione di infrastrutture stradali e sistemi di trasporti, nonché di misure per la messa in sicurezza di strade esistenti, ci illustrò i risultati emersi dalle indagini condotte nel nostro comune per la stesura del Piano Urbano del Traffico.
Il suo lavoro è poi proseguito con la fase progettuale ed è stato consegnato da mesi all’amministrazione.

Io avevo promesso un incontro pubblico affinché si illustrasse anche la parte progettuale. Mi scuso per non aver potuto mantener fede a quanto detto.

Però vorrei raccontarvi a cosa è servito e a cosa potrà servire in futuro questo importante strumento di cui io ho voluto che il nostro comune si dotasse, pur non avendone l’obbligo.

Innanzi tutto il piano del traffico di Maternini ha individuato la soluzione per via Cavour, nel centro storico di San Felice, dopo mesi di caos e malcontento da parte della popolazione.
Il piano prevedeva la sistemazione dell’incrocio tra via Zublino-via Vallette e Via Cavour e il ripristino del doppio senso di circolazione in via Cavour, con limitazione all’accesso in discesa ai soli residenti, opere che sono state fatte nella primavera 2006. Inoltre prevedeva che venisse messo un semaforo a chiamata per regolare il traffico nel tratto più stretto della via Cavour in modo alternato. Questa parte dell’intervento non venne realizzata immediatamente per motivi di costi, e la giunta decise di rimandare non appena vi fossero state le condizioni finanziarie per sistemare anche la pavimentazione della via.

Ma il piano è già servito anche per un’altra importante azione: ottenere finanziamenti dalla Regione Lombardia.
Infatti nella primavera 2006 la Regione uscì con un bando per l’accesso a contributi per la sicurezza stradale.

Già l’anno prima avevamo partecipato ad un bando analogo, ma San Felice venne escluso.

Nel 2006 ripresentammo dunque la domanda di finanziamento per la messa in sicurezza del tratto di via Zerneri, mediante la realizzazione di due intersezioni a rotatoria.
Questa volta la domanda di San Felice del Benaco è stata accolta!
In provincia di Brescia sono stati ammessi a finanziamento solo 10 comuni (noi siamo il 9°).

Corredammo la domanda con le indagini sul traffico e sull’incidentalità stradale contenute nel Piano Urbano del Traffico, e i punti ottenuti grazie a ciò sono stati determinanti per entrare in graduatoria.

A me non può che fare piacere questo risultato, che consisterà in un contributo di 137.000 €, da restituire alla Regione in venti quote annue a tasso nullo. Il mio lavoro è stato sicuramente determinante al riguardo: spero che non per questo il Sindaco decida di rinunciare al finanziamento…

Chi ha dimestichezza con i mutui e i tassi, può farsi un po’ i conti per stabile quale sarà il risparmio che potremo trarne come Comune.

Io ci ho provato: ad oggi la Cassa Depositi e prestiti offre mutui a tasso fisso del 4,832%, che vorrebbe dire, per un prestito di 137.000€, 79.700 € di interessi da sborsare in 20 anni!!!

Direi che già con questo contributo il Piano Urbano del Traffico si è ampiamente ripagato e altre possibilità di accesso a fondi potranno arrivare in futuro … sempre che ci si dia da fare per presentare le domande!

Ma ciò che più mi importa è che oggi il Comune è dotato di un strumento che consentirà di pianificare gli interventi per mettere in sicurezza la nostra rete viabilistica, troppo frequentemente interessata da incidenti anche mortali.

Un’ultima riflessione.
La mia speranza è ora che il progetto definitivo venga affidato ad un tecnico adeguato…
Una sentenza del TAR Campania (n.457 del 26/4/2007) in materia di competenze professionali è chiara al riguardo: ha dichiarato illegittimo il progetto esecutivo di un’opera esclusivamente stradale (rotatoria) firmato da un architetto.

Niente di personale nei confronti degli architetti, ma abbiamo già qualche esempio di interventi “fantasiosi” sulle nostre strade, e quando si tratta di sicurezza io credo che noi cittadini abbiamo il diritto di esigere il massimo della qualità.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/cosa-serve-il-piano-urbano-del-traffico.html

Partito democratico: partecipo, decido, cresco

Il 2 giugno 2007 a Roma si è parlato di Partito Democratico utilizzando questo slogan: partecipo, decido, cresco.
Walter Veltroni, nel suo intervento, ha parlato di un Paese, l’Italia, “in una profonda crisi democratica, che riguarda i meccanismi di decisione”.
Veltroni ha detto: “La democrazia non è ci riuniamo e parliamo. La democrazia è decisione. Ci riuniamo, sentiamo le ragioni degli uni e degli altri, e poi decidiamo; e decidendo cambiamo la nostra comunità.”
Come potrei non condividere queste parole?
Non solo le condivido, ma orgogliosamente dico: io a San Felice avevo già tentato di avviare un processo democratico di questo tipo, con gli Incontri di Ascolto nell’ambito della stesura del Piano di Governo del Territorio (PGT).

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/partito-democratico-partecipo-decido.html

Partito democratico: partecipo, decido, cresco

Il 2 giugno 2007 a Roma si è parlato di Partito Democratico utilizzando questo slogan: partecipo, decido, cresco.
Walter Veltroni, nel suo intervento, ha parlato di un Paese, l’Italia, “in una profonda crisi democratica, che riguarda i meccanismi di decisione”.
Veltroni ha detto: “La democrazia non è ci riuniamo e parliamo. La democrazia è decisione. Ci riuniamo, sentiamo le ragioni degli uni e degli altri, e poi decidiamo; e decidendo cambiamo la nostra comunità.”
Come potrei non condividere queste parole?
Non solo le condivido, ma orgogliosamente dico: io a San Felice avevo già tentato di avviare un processo democratico di questo tipo, con gli Incontri di Ascolto nell’ambito della stesura del Piano di Governo del Territorio (PGT).

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
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Partito democratico: partecipo, decido, cresco

Il 2 giugno 2007 a Roma si è parlato di Partito Democratico utilizzando questo slogan: partecipo, decido, cresco.
Walter Veltroni, nel suo intervento, ha parlato di un Paese, l’Italia, “in una profonda crisi democratica, che riguarda i meccanismi di decisione”.
Veltroni ha detto: “La democrazia non è ci riuniamo e parliamo. La democrazia è decisione. Ci riuniamo, sentiamo le ragioni degli uni e degli altri, e poi decidiamo; e decidendo cambiamo la nostra comunità.”
Come potrei non condividere queste parole?
Non solo le condivido, ma orgogliosamente dico: io a San Felice avevo già tentato di avviare un processo democratico di questo tipo, con gli Incontri di Ascolto nell’ambito della stesura del Piano di Governo del Territorio (PGT).

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Crisi d’identità in Consiglio Comunale

Qualche giorno fa si è consumata in Consiglio Comunale a San Felice del Benaco l’ennesima farsa, riguardo alla quale mi piacerebbe spendere qualche parola.
Il Consiglio era convocato per la ratifica di una deliberazione di giunta di approvazione della seconda variazione al bilancio di previsione 2007 ed al piano esecutivo 2007.
Il Sindaco ha incentrato quasi tutto il suo intervento sulla variazione di 5.000 euro relativa al centro estivo, organizzato dal Comune in collaborazione con la Parrocchia, mentre quasi nulla ha detto a proposito di una variazione di bilancio con una cifra in più, 50.000 euro!, relativa a proventi da sponsorizzazioni per manifestazioni turistiche.
A proposito di questi soldi che “transitano” attraverso il nostro bilancio, meglio non spendere troppe parole.
Il Sindaco ha trovato molto più opportuno elogiare lo splendido lavoro della Parrocchia nell’organizzare il centro estivo.
Ottimo lavoro che nessuno mette in discussione, anche perchè senza l’oratorio anche per quest’anno il comune non sarebbe stato in grado di organizzare nulla; ma non era certo quello il nocciolo della discussione.
Si stava discutendo di variazioni di bilancio.
Io ho fatto presente ai colleghi di minoranza che senza di noi non era possibile procedere: infatti la maggioranza non aveva il numero legale per deliberare, essendo assenti Elena Lombardi, vicesindaco e assessore alla Cultura, e Giacomo Bellini, assessore ai Servizi Sociali. Forse non ritenevano così importante prender parte a questo consiglio.
Io ho lasciato la sala del Consiglio.
Il Consiglio è stato sospeso, per lasciare il tempo ai consiglieri di minoranza presenti in aula di decidere sul da farsi.
Alla fine due consigliere di minoranza, Paolo Rosa e Cristina Berlendis, hanno ritenuto opportuno fare da stampella a questa maggioranza traballante e permetterle così di avere il numero legale per procedere con la votazione.
Probabilmente spaventati dalle voci che, nei giorni precedenti, qualcuno aveva iniziato a far circolare; voci circa il fatto che se non si fosse deliberata in Consiglio Comunale la variazione di bilancio, questo avrebbe comportato l’impossibilità di pagare gli animatori del centro estivo.
Un bilancio di cinque milioni e mezzo di euro è così ingessato da non poter far fronte ad una variazione di 5.000 euro per il centro estivo?
O forse quello era solo lo specchietto per le allodole dietro il quale nascondere la variazione relativa alla sponsorizzazione?
Mi dispiace per questa ennesima crisi d’identità da parte di minoranze che non si capisce bene se siano realmente tali o se siano invece semplicemente una maggioranza ombra….

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/crisi-didentit-in-consiglio-comunale.html

Crisi d’identità in Consiglio Comunale

Qualche giorno fa si è consumata in Consiglio Comunale a San Felice del Benaco l’ennesima farsa, riguardo alla quale mi piacerebbe spendere qualche parola.
Il Consiglio era convocato per la ratifica di una deliberazione di giunta di approvazione della seconda variazione al bilancio di previsione 2007 ed al piano esecutivo 2007.
Il Sindaco ha incentrato quasi tutto il suo intervento sulla variazione di 5.000 euro relativa al centro estivo, organizzato dal Comune in collaborazione con la Parrocchia, mentre quasi nulla ha detto a proposito di una variazione di bilancio con una cifra in più, 50.000 euro!, relativa a proventi da sponsorizzazioni per manifestazioni turistiche.
A proposito di questi soldi che “transitano” attraverso il nostro bilancio, meglio non spendere troppe parole.
Il Sindaco ha trovato molto più opportuno elogiare lo splendido lavoro della Parrocchia nell’organizzare il centro estivo.
Ottimo lavoro che nessuno mette in discussione, anche perchè senza l’oratorio anche per quest’anno il comune non sarebbe stato in grado di organizzare nulla; ma non era certo quello il nocciolo della discussione.
Si stava discutendo di variazioni di bilancio.
Io ho fatto presente ai colleghi di minoranza che senza di noi non era possibile procedere: infatti la maggioranza non aveva il numero legale per deliberare, essendo assenti Elena Lombardi, vicesindaco e assessore alla Cultura, e Giacomo Bellini, assessore ai Servizi Sociali. Forse non ritenevano così importante prender parte a questo consiglio.
Io ho lasciato la sala del Consiglio.
Il Consiglio è stato sospeso, per lasciare il tempo ai consiglieri di minoranza presenti in aula di decidere sul da farsi.
Alla fine due consigliere di minoranza, Paolo Rosa e Cristina Berlendis, hanno ritenuto opportuno fare da stampella a questa maggioranza traballante e permetterle così di avere il numero legale per procedere con la votazione.
Probabilmente spaventati dalle voci che, nei giorni precedenti, qualcuno aveva iniziato a far circolare; voci circa il fatto che se non si fosse deliberata in Consiglio Comunale la variazione di bilancio, questo avrebbe comportato l’impossibilità di pagare gli animatori del centro estivo.
Un bilancio di cinque milioni e mezzo di euro è così ingessato da non poter far fronte ad una variazione di 5.000 euro per il centro estivo?
O forse quello era solo lo specchietto per le allodole dietro il quale nascondere la variazione relativa alla sponsorizzazione?
Mi dispiace per questa ennesima crisi d’identità da parte di minoranze che non si capisce bene se siano realmente tali o se siano invece semplicemente una maggioranza ombra….

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Crisi d’identità in Consiglio Comunale

Qualche giorno fa si è consumata in Consiglio Comunale a San Felice del Benaco l’ennesima farsa, riguardo alla quale mi piacerebbe spendere qualche parola.
Il Consiglio era convocato per la ratifica di una deliberazione di giunta di approvazione della seconda variazione al bilancio di previsione 2007 ed al piano esecutivo 2007.
Il Sindaco ha incentrato quasi tutto il suo intervento sulla variazione di 5.000 euro relativa al centro estivo, organizzato dal Comune in collaborazione con la Parrocchia, mentre quasi nulla ha detto a proposito di una variazione di bilancio con una cifra in più, 50.000 euro!, relativa a proventi da sponsorizzazioni per manifestazioni turistiche.
A proposito di questi soldi che “transitano” attraverso il nostro bilancio, meglio non spendere troppe parole.
Il Sindaco ha trovato molto più opportuno elogiare lo splendido lavoro della Parrocchia nell’organizzare il centro estivo.
Ottimo lavoro che nessuno mette in discussione, anche perchè senza l’oratorio anche per quest’anno il comune non sarebbe stato in grado di organizzare nulla; ma non era certo quello il nocciolo della discussione.
Si stava discutendo di variazioni di bilancio.
Io ho fatto presente ai colleghi di minoranza che senza di noi non era possibile procedere: infatti la maggioranza non aveva il numero legale per deliberare, essendo assenti Elena Lombardi, vicesindaco e assessore alla Cultura, e Giacomo Bellini, assessore ai Servizi Sociali. Forse non ritenevano così importante prender parte a questo consiglio.
Io ho lasciato la sala del Consiglio.
Il Consiglio è stato sospeso, per lasciare il tempo ai consiglieri di minoranza presenti in aula di decidere sul da farsi.
Alla fine due consigliere di minoranza, Paolo Rosa e Cristina Berlendis, hanno ritenuto opportuno fare da stampella a questa maggioranza traballante e permetterle così di avere il numero legale per procedere con la votazione.
Probabilmente spaventati dalle voci che, nei giorni precedenti, qualcuno aveva iniziato a far circolare; voci circa il fatto che se non si fosse deliberata in Consiglio Comunale la variazione di bilancio, questo avrebbe comportato l’impossibilità di pagare gli animatori del centro estivo.
Un bilancio di cinque milioni e mezzo di euro è così ingessato da non poter far fronte ad una variazione di 5.000 euro per il centro estivo?
O forse quello era solo lo specchietto per le allodole dietro il quale nascondere la variazione relativa alla sponsorizzazione?
Mi dispiace per questa ennesima crisi d’identità da parte di minoranze che non si capisce bene se siano realmente tali o se siano invece semplicemente una maggioranza ombra….

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L’INIZIO DI UN NUOVO DIALOGO

Alla fine di gennaio 2007 il Sindaco mi scrisse invitandomi, se lo ritenessi, a scrivere un contributo per il periodico Insieme. Io accolsi con piacere l’invito, scrivendo questa lettera indirizzata ai cittadini di San Felice del Benaco.
Cari concittadini,
quando ho ricevuto l’invito a proporre, come consigliere comunale, un contributo per il notiziario “Insieme”, mi sono tornate in mente le parole pronunciate dal nostro Presidente nel discorso di fine anno, che qui vorrei richiamare alla vostra attenzione.
A chi mi ascolta, e a tutti gli italiani, vorrei dire: non allontanatevi dalla politica. Partecipatevi in tutti i modi possibili, portatevi forze e idee più giovani. Contribuite a rinnovarla, a migliorarla culturalmente e moralmente. Lessi molti anni fa e non ho mai dimenticato le parole della lettera che un condannato a morte della Resistenza, un giovane di 19 anni, scrisse alla madre: ci hanno fatto credere che “la politica è sporcizia” o è “lavoro di specialisti”, e invece “la cosa pubblica siamo noi stessi”. Quelle parole sono ancora attuali: non ci si può rinchiudere nel proprio orizzonte personale e privato, solo dalla politica possono venire le scelte generali di cui ha bisogno la collettività, e la partecipazione dei cittadini è indispensabile affinché quelle scelte corrispondano al bene comune. Ma a questo fine è importante che vi sia più dialogo, più ascolto reciproco, tra gli opposti schieramenti. Non abbracci confusi, ma nemmeno guerre come tra nemici piuttosto che polemiche tra avversari. E’ questo l’appello che ho rivolto e che continuo testardamente a rivolgere ai protagonisti della vita politica, interpretando, credo, il comune sentire dei cittadini. “(dal discorso del 31.12.06 di G. Napolitano).
Io ascoltai queste parole con uno stato d’animo particolare.
Da 11 giorni mi ero dimessa da vicesindaco e assessore. Da 11 giorni avevo messo fine alla mia esperienza in amministrazione; esperienza durante la quale, con grande fatica, avevo cercato di fare della partecipazione la nostra parola d’ordine.
Da 11 giorni avevo detto “fine!” sperando di allontanare la sofferenza che stavo provando.
Ma quelle parole mi hanno fatto capire che forse era giusto che i miei concittadini venissero messi al corrente, con calma e serenità, di ciò che era accaduto e del perché ciò era accaduto.
A cosa mi riferisco? Il 30 novembre 2006, durante un Consiglio comunale in cui si stava parlando di altro, alcuni consiglieri di minoranza mi hanno attaccato molto pesantemente, affermando in sostanza che il mio operato fosse finalizzato a portare avanti interessi personali invece dell’interesse della comunità.
Questo attacco è stato tra l’altro accentuato da affermazioni non corrette riportate da un articolo comparso sul Giornale di Brescia nei giorni a seguire.
Di fronte a questo attacco molto grave, il Sindaco mi ha fatto capire che non ero più gradita in giunta, senza porsi il problema se fossero vere oppure no le accuse che la minoranza mi rivolgeva. Tutto ciò perché già da tempo non vi era tra di noi una condivisone nei modi di amministrare il nostro Comune. Forse non c’è mai stata.
E così non ho avuto altra scelta se non dimettermi, rimanendo però in consiglio, fuori dal gruppo di maggioranza, per poter dimostrare che tutto ciò che io ho fatto come amministratore l’ho fatto per passione, perché credevo in ciò che facevo.
Ma forse sapete già tutto. C’è già stato chi si è preso la briga di raccontare come stanno le cose, di convincervi che anche da noi la politica è sempre stata sporcizia.
Allora io vi chiedo di non accontentarvi, ma di iniziare un dialogo. Insieme.

Un cordiale saluto
Michela Tiboni
michela.tiboni@yahoo.it

S.Felice d/B, 5/2/2007

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/linizio-di-un-nuovo-dialogo.html

L’INIZIO DI UN NUOVO DIALOGO

Alla fine di gennaio 2007 il Sindaco mi scrisse invitandomi, se lo ritenessi, a scrivere un contributo per il periodico Insieme. Io accolsi con piacere l’invito, scrivendo questa lettera indirizzata ai cittadini di San Felice del Benaco.
Cari concittadini,
quando ho ricevuto l’invito a proporre, come consigliere comunale, un contributo per il notiziario “Insieme”, mi sono tornate in mente le parole pronunciate dal nostro Presidente nel discorso di fine anno, che qui vorrei richiamare alla vostra attenzione.
A chi mi ascolta, e a tutti gli italiani, vorrei dire: non allontanatevi dalla politica. Partecipatevi in tutti i modi possibili, portatevi forze e idee più giovani. Contribuite a rinnovarla, a migliorarla culturalmente e moralmente. Lessi molti anni fa e non ho mai dimenticato le parole della lettera che un condannato a morte della Resistenza, un giovane di 19 anni, scrisse alla madre: ci hanno fatto credere che “la politica è sporcizia” o è “lavoro di specialisti”, e invece “la cosa pubblica siamo noi stessi”. Quelle parole sono ancora attuali: non ci si può rinchiudere nel proprio orizzonte personale e privato, solo dalla politica possono venire le scelte generali di cui ha bisogno la collettività, e la partecipazione dei cittadini è indispensabile affinché quelle scelte corrispondano al bene comune. Ma a questo fine è importante che vi sia più dialogo, più ascolto reciproco, tra gli opposti schieramenti. Non abbracci confusi, ma nemmeno guerre come tra nemici piuttosto che polemiche tra avversari. E’ questo l’appello che ho rivolto e che continuo testardamente a rivolgere ai protagonisti della vita politica, interpretando, credo, il comune sentire dei cittadini. “(dal discorso del 31.12.06 di G. Napolitano).
Io ascoltai queste parole con uno stato d’animo particolare.
Da 11 giorni mi ero dimessa da vicesindaco e assessore. Da 11 giorni avevo messo fine alla mia esperienza in amministrazione; esperienza durante la quale, con grande fatica, avevo cercato di fare della partecipazione la nostra parola d’ordine.
Da 11 giorni avevo detto “fine!” sperando di allontanare la sofferenza che stavo provando.
Ma quelle parole mi hanno fatto capire che forse era giusto che i miei concittadini venissero messi al corrente, con calma e serenità, di ciò che era accaduto e del perché ciò era accaduto.
A cosa mi riferisco? Il 30 novembre 2006, durante un Consiglio comunale in cui si stava parlando di altro, alcuni consiglieri di minoranza mi hanno attaccato molto pesantemente, affermando in sostanza che il mio operato fosse finalizzato a portare avanti interessi personali invece dell’interesse della comunità.
Questo attacco è stato tra l’altro accentuato da affermazioni non corrette riportate da un articolo comparso sul Giornale di Brescia nei giorni a seguire.
Di fronte a questo attacco molto grave, il Sindaco mi ha fatto capire che non ero più gradita in giunta, senza porsi il problema se fossero vere oppure no le accuse che la minoranza mi rivolgeva. Tutto ciò perché già da tempo non vi era tra di noi una condivisone nei modi di amministrare il nostro Comune. Forse non c’è mai stata.
E così non ho avuto altra scelta se non dimettermi, rimanendo però in consiglio, fuori dal gruppo di maggioranza, per poter dimostrare che tutto ciò che io ho fatto come amministratore l’ho fatto per passione, perché credevo in ciò che facevo.
Ma forse sapete già tutto. C’è già stato chi si è preso la briga di raccontare come stanno le cose, di convincervi che anche da noi la politica è sempre stata sporcizia.
Allora io vi chiedo di non accontentarvi, ma di iniziare un dialogo. Insieme.

Un cordiale saluto
Michela Tiboni
michela.tiboni@yahoo.it

S.Felice d/B, 5/2/2007

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L’INIZIO DI UN NUOVO DIALOGO

Alla fine di gennaio 2007 il Sindaco mi scrisse invitandomi, se lo ritenessi, a scrivere un contributo per il periodico Insieme. Io accolsi con piacere l’invito, scrivendo questa lettera indirizzata ai cittadini di San Felice del Benaco.
Cari concittadini,
quando ho ricevuto l’invito a proporre, come consigliere comunale, un contributo per il notiziario “Insieme”, mi sono tornate in mente le parole pronunciate dal nostro Presidente nel discorso di fine anno, che qui vorrei richiamare alla vostra attenzione.
A chi mi ascolta, e a tutti gli italiani, vorrei dire: non allontanatevi dalla politica. Partecipatevi in tutti i modi possibili, portatevi forze e idee più giovani. Contribuite a rinnovarla, a migliorarla culturalmente e moralmente. Lessi molti anni fa e non ho mai dimenticato le parole della lettera che un condannato a morte della Resistenza, un giovane di 19 anni, scrisse alla madre: ci hanno fatto credere che “la politica è sporcizia” o è “lavoro di specialisti”, e invece “la cosa pubblica siamo noi stessi”. Quelle parole sono ancora attuali: non ci si può rinchiudere nel proprio orizzonte personale e privato, solo dalla politica possono venire le scelte generali di cui ha bisogno la collettività, e la partecipazione dei cittadini è indispensabile affinché quelle scelte corrispondano al bene comune. Ma a questo fine è importante che vi sia più dialogo, più ascolto reciproco, tra gli opposti schieramenti. Non abbracci confusi, ma nemmeno guerre come tra nemici piuttosto che polemiche tra avversari. E’ questo l’appello che ho rivolto e che continuo testardamente a rivolgere ai protagonisti della vita politica, interpretando, credo, il comune sentire dei cittadini. “(dal discorso del 31.12.06 di G. Napolitano).
Io ascoltai queste parole con uno stato d’animo particolare.
Da 11 giorni mi ero dimessa da vicesindaco e assessore. Da 11 giorni avevo messo fine alla mia esperienza in amministrazione; esperienza durante la quale, con grande fatica, avevo cercato di fare della partecipazione la nostra parola d’ordine.
Da 11 giorni avevo detto “fine!” sperando di allontanare la sofferenza che stavo provando.
Ma quelle parole mi hanno fatto capire che forse era giusto che i miei concittadini venissero messi al corrente, con calma e serenità, di ciò che era accaduto e del perché ciò era accaduto.
A cosa mi riferisco? Il 30 novembre 2006, durante un Consiglio comunale in cui si stava parlando di altro, alcuni consiglieri di minoranza mi hanno attaccato molto pesantemente, affermando in sostanza che il mio operato fosse finalizzato a portare avanti interessi personali invece dell’interesse della comunità.
Questo attacco è stato tra l’altro accentuato da affermazioni non corrette riportate da un articolo comparso sul Giornale di Brescia nei giorni a seguire.
Di fronte a questo attacco molto grave, il Sindaco mi ha fatto capire che non ero più gradita in giunta, senza porsi il problema se fossero vere oppure no le accuse che la minoranza mi rivolgeva. Tutto ciò perché già da tempo non vi era tra di noi una condivisone nei modi di amministrare il nostro Comune. Forse non c’è mai stata.
E così non ho avuto altra scelta se non dimettermi, rimanendo però in consiglio, fuori dal gruppo di maggioranza, per poter dimostrare che tutto ciò che io ho fatto come amministratore l’ho fatto per passione, perché credevo in ciò che facevo.
Ma forse sapete già tutto. C’è già stato chi si è preso la briga di raccontare come stanno le cose, di convincervi che anche da noi la politica è sempre stata sporcizia.
Allora io vi chiedo di non accontentarvi, ma di iniziare un dialogo. Insieme.

Un cordiale saluto
Michela Tiboni
michela.tiboni@yahoo.it

S.Felice d/B, 5/2/2007

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http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/linizio-di-un-nuovo-dialogo.html

Cambiamo, insieme!

Perché “Cambiamo, insieme”?
Il titolo che mi è venuto in mente per questo mio blog dedicato in particolare al dialogo con tutta la comunità di San Felice del Benaco vuole essere un invito, rivolto a tutti coloro che hanno realmente a cuore il nostro territorio e la comunità che in esso vive e lavora, a cambiare, insieme!
E di motivi per cambiare ce ne sono sicuramente tanti.
Almeno così io credo. E cercherò di spiegarvi le ragioni per le quali, secondo me, è proprio ora di cambiare.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/07/cambiamo-insieme.html

Cambiamo, insieme!

Perché “Cambiamo, insieme”?
Il titolo che mi è venuto in mente per questo mio blog dedicato in particolare al dialogo con tutta la comunità di San Felice del Benaco vuole essere un invito, rivolto a tutti coloro che hanno realmente a cuore il nostro territorio e la comunità che in esso vive e lavora, a cambiare, insieme!
E di motivi per cambiare ce ne sono sicuramente tanti.
Almeno così io credo. E cercherò di spiegarvi le ragioni per le quali, secondo me, è proprio ora di cambiare.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/07/cambiamo-insieme.html

Cambiamo, insieme!

Perché “Cambiamo, insieme”?
Il titolo che mi è venuto in mente per questo mio blog dedicato in particolare al dialogo con tutta la comunità di San Felice del Benaco vuole essere un invito, rivolto a tutti coloro che hanno realmente a cuore il nostro territorio e la comunità che in esso vive e lavora, a cambiare, insieme!
E di motivi per cambiare ce ne sono sicuramente tanti.
Almeno così io credo. E cercherò di spiegarvi le ragioni per le quali, secondo me, è proprio ora di cambiare.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
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Il progetto Pedibus a San Felice del Benaco

Il 17 maggio 2006 sul Giornale di Brescia veniva pubblicata questa mia Lettera al Direttore dedicata a chi aveva permesso al Pedibus di muovere i primi passi!

A partire dai primi giorni del mese di maggio è iniziata a San Felice del Benaco l’esperienza dell’andare a scuola a piedi.
Nel mese di Gennaio 2006 l’amministrazione comunale, in collaborazione con tutte le scuole presenti nel comune, aveva avviato un’indagine finalizzata allo studio delle modalità di trasferimento nei percorsi casa – scuola, con l’obiettivo di indagare le modalità di spostamento e quantificare il numero di bambini che raggiungono la scuola a piedi o in bicicletta.
Per quanto riguarda la scuola primaria, dall’indagine era emerso che oltre il 66% dei bambini raggiungeva la scuola in automobile, mentre solo il 17% a piedi, principalmente perché già un genitore si muove con il mezzo di trasporto privato e dunque trova comodo accompagnare i figli a scuola, anche se questo lo costringe ad allungare il proprio tragitto.
Dall’analisi effettuata era però emerso un certo interesse nei confronti di un progetto Pedibus, che stimolasse i bambini a muoversi a piedi e permettesse loro di effettuare in condizioni di sicurezza il tragitto casa – scuola.
E così, dopo la giornata sperimentale del 24 marzo scorso, la scuola primaria B.Rubelli, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, ha organizzato il servizio di Pedibus per favorire la mobilità casa – scuola degli alunni frequentanti le classi dalla Ia alla Va e all’inizio di maggio sono partite tre linee: la gialla, la verde e la rossa, che collegano le diverse parti del territorio comunale con la scuola primaria, trasportando settanta bambini (più della metà dei bambini iscritti alla scuola).
Le motivazioni che ci hanno spinto come amministrazione a lavorare perché il Pedibus partisse sono molteplici.
Sicuramente tra queste motivazioni vanno ricordate la volontà di promuovere l’autonomia dei bambini nei loro spostamenti quotidiani e nei processi di socializzazione tra coetanei, ma anche l’idea di coinvolgere attivamente i bambini, educandoli e stimolandoli, in un progetto di mobilità sostenibile. Se realmente vogliamo fare scelte che siano sostenibili, che soddisfino oggi le nostre esigenze senza compromettere alle generazioni future di fare altrettanto, perché non coinvolgere proprio i bambini nei nostri progetti e cercare di educarli il prima possibile a diventare dei cittadini responsabili?
In un comune come San Felice del Benaco, caratterizzato da un territorio di notevole valenza paesistica e ambientale, è fondamentale aiutare i bambini a percepire la bellezza di ciò che li circonda, affinché da qui scaturisca poi il rispetto del territorio in cui vivono.
È mia convinzione che anche attraverso questo tipo di iniziative che si gettano le basi per un governo del territorio che abbia come fine primario migliorare la qualità della vita di chi vive nel nostro paese.
Ma un’altra idea forte sta alla base del progetto Pedibus: quella di favorire la nascita di relazioni sociali che vanno ben oltre l’esperienza stessa. Si è infatti chiesto a gruppi del mondo del volontariato presenti sul territorio di collaborare all’iniziativa e la risposta è stata eccezionale.
E così le linee sono partite e “camminano” soprattutto grazie all’aiuto di un gruppo di vivaci signore di San Felice e al gruppo Alpini di Portese, che assicurano il servizio della linea gialla, la più numerosa, che collega la scuola proprio con la frazione di Portese, lungo un tragitto di circa un chilometro e mezzo.
Fin dai primi viaggi si è creato un rapporto particolare tra gli “autisti” e i piccoli utenti del Pedibus, e la paura e la preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei bambini è stata scacciata dall’entusiasmo di tutti.
Sicuramente anche quando la scuola finirà e con essa il Pedibus, i bambini non dimenticheranno i volti delle persone che in questo mese li hanno accompagnati, e forse questo li aiuterà anche a capire che ci sono persone che si mettono a disposizione degli altri semplicemente perché credono in ciò che fanno. E non è poco, in un mondo in cui c’è chi si adopera per convincerci che solo i furbi vanno avanti.

Michela Tiboni
Vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/il-progetto-pedibus-san-felice-del.html

Il progetto Pedibus a San Felice del Benaco

Il 17 maggio 2006 sul Giornale di Brescia veniva pubblicata questa mia Lettera al Direttore dedicata a chi aveva permesso al Pedibus di muovere i primi passi!

A partire dai primi giorni del mese di maggio è iniziata a San Felice del Benaco l’esperienza dell’andare a scuola a piedi.
Nel mese di Gennaio 2006 l’amministrazione comunale, in collaborazione con tutte le scuole presenti nel comune, aveva avviato un’indagine finalizzata allo studio delle modalità di trasferimento nei percorsi casa – scuola, con l’obiettivo di indagare le modalità di spostamento e quantificare il numero di bambini che raggiungono la scuola a piedi o in bicicletta.
Per quanto riguarda la scuola primaria, dall’indagine era emerso che oltre il 66% dei bambini raggiungeva la scuola in automobile, mentre solo il 17% a piedi, principalmente perché già un genitore si muove con il mezzo di trasporto privato e dunque trova comodo accompagnare i figli a scuola, anche se questo lo costringe ad allungare il proprio tragitto.
Dall’analisi effettuata era però emerso un certo interesse nei confronti di un progetto Pedibus, che stimolasse i bambini a muoversi a piedi e permettesse loro di effettuare in condizioni di sicurezza il tragitto casa – scuola.
E così, dopo la giornata sperimentale del 24 marzo scorso, la scuola primaria B.Rubelli, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, ha organizzato il servizio di Pedibus per favorire la mobilità casa – scuola degli alunni frequentanti le classi dalla Ia alla Va e all’inizio di maggio sono partite tre linee: la gialla, la verde e la rossa, che collegano le diverse parti del territorio comunale con la scuola primaria, trasportando settanta bambini (più della metà dei bambini iscritti alla scuola).
Le motivazioni che ci hanno spinto come amministrazione a lavorare perché il Pedibus partisse sono molteplici.
Sicuramente tra queste motivazioni vanno ricordate la volontà di promuovere l’autonomia dei bambini nei loro spostamenti quotidiani e nei processi di socializzazione tra coetanei, ma anche l’idea di coinvolgere attivamente i bambini, educandoli e stimolandoli, in un progetto di mobilità sostenibile. Se realmente vogliamo fare scelte che siano sostenibili, che soddisfino oggi le nostre esigenze senza compromettere alle generazioni future di fare altrettanto, perché non coinvolgere proprio i bambini nei nostri progetti e cercare di educarli il prima possibile a diventare dei cittadini responsabili?
In un comune come San Felice del Benaco, caratterizzato da un territorio di notevole valenza paesistica e ambientale, è fondamentale aiutare i bambini a percepire la bellezza di ciò che li circonda, affinché da qui scaturisca poi il rispetto del territorio in cui vivono.
È mia convinzione che anche attraverso questo tipo di iniziative che si gettano le basi per un governo del territorio che abbia come fine primario migliorare la qualità della vita di chi vive nel nostro paese.
Ma un’altra idea forte sta alla base del progetto Pedibus: quella di favorire la nascita di relazioni sociali che vanno ben oltre l’esperienza stessa. Si è infatti chiesto a gruppi del mondo del volontariato presenti sul territorio di collaborare all’iniziativa e la risposta è stata eccezionale.
E così le linee sono partite e “camminano” soprattutto grazie all’aiuto di un gruppo di vivaci signore di San Felice e al gruppo Alpini di Portese, che assicurano il servizio della linea gialla, la più numerosa, che collega la scuola proprio con la frazione di Portese, lungo un tragitto di circa un chilometro e mezzo.
Fin dai primi viaggi si è creato un rapporto particolare tra gli “autisti” e i piccoli utenti del Pedibus, e la paura e la preoccupazione dei genitori per la sicurezza dei bambini è stata scacciata dall’entusiasmo di tutti.
Sicuramente anche quando la scuola finirà e con essa il Pedibus, i bambini non dimenticheranno i volti delle persone che in questo mese li hanno accompagnati, e forse questo li aiuterà anche a capire che ci sono persone che si mettono a disposizione degli altri semplicemente perché credono in ciò che fanno. E non è poco, in un mondo in cui c’è chi si adopera per convincerci che solo i furbi vanno avanti.

Michela Tiboni
Vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di San Felice del Benaco

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/il-progetto-pedibus-san-felice-del.html