Tag: Riflessioni

Imparzialità

Non so se sia stato sempre così, non so se sia una prerogativa italiana, ma da quando l’imparzialità è diventata sentirsi dare ragione?
Se la pensi come me sei bravo e meriti di essere premiato, altrimenti non ti voglio sentire.
Quando parlo di imparzialità la intendo in senso completo; ad esempio un giornalista che evita di fare domande scomode ai politici di due schieramenti opposti non è imparziale, perché non lo è nei confronti del pubblico.
Certo, l’equidistanza perfetta non può esistere, però lo sforzo di raggiungerla si.
Ovviamente è più facile sentirsi dare ragione che riflettere, ma il dramma è che questo atteggiamento è portato avanti dalla classe dirigente, che dovrebbe guidare i cittadini, non assecondarli…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://filisetti.blogspot.com/2011/04/imparzialita.html

E’ sempre una questione di soldi…..PARTE 2


Riporto un bell’ intervento di Fabio Sechi sempre su questo argomento che nel frattempo è stato discusso anche sulla mia pagina di Facebook. Un parallelo interessante tra il mercato del vino (!!) e quello discografico:

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Ciao a tutti, sono un chitarrista che pratica la sua arte nel tempo libero. Io vorrei suggerire un parallelo tra il mondo musicale e il mondo del vino… Negli anni ’80 il settore vinicolo era in piena crisi e a forza di risparmiare e di vendere sottocosto si arrivò sino al vino al metanolo… Il mondo vinicolo di allora si interrogò su come si fosse arrivati sin lì. Praticamente la clientela a cui essenzialmente si erano sempre rivolti era fatta da persone ormai anziane che cercavano di risparmiare al massimo senza valutare la qualità, si trattava di forti consumatori votati al solo risparmio. Un’analisi più approfondita del mercato rivelò tutta una serie di consumatori che invece non erano mai stati abituati al consumo di vini (soprattutto giovani e donne). Con un grande sforzo il mercato vinicolo si è così modificato radicalmente in questi anni e ha dato la possibilità di lavoro a tanti piccoli produttori che si sono ritagliati un nuovo mercato specializzandosi in alcune produzioni particolari. Ma cosa c’entra tutto ciò con la musica. Probabilmente nulla ma è solo per portarvi a ragionare in termini razionali sull’argomento senza farvi prendere troppo dall’emotività o dal disfattismo. Oggi, nel mondo musicale, abbiamo dei fortissimi consumatori nei giovani, consumatori che però sono diseducati (un po’ come i vecchietti del vino…) e quindi anche loro hanno il ”braccino corto” e se possono scaricare il “metanolo musicale” lo fanno volentieri al posto del disco. Ci sono invece una serie di consumatori a cui il mondo musicale non si rivolge o meglio presta scarsa attenzione. Ad esempio la mia generazione (sono del ’60) ha vissuto un periodo di grandi cambiamenti nel mondo musicale e pur apprezzando anche alcuni brani odierni, rimane comunque attaccata a quel substrato che l’ha nutrita e cresciuta. Ma è una generazione molto interessante dal punto di vista economico, è una generazione che è in grado di apprezzare un buon lavoro da uno scadente e ha la possibilità di spendere anche per un buon disco. Per chiudere, arrivando al sodo, io credo che la specializzazione anche nel settore musicale sia vincente e soprattutto bisogna avere più coraggio e scegliere quei settori che possono fornire più reddito. Dobbiamo anche fare più “cultura musicale” nei confronti di tutti quelli con cui entriamo in contatto. Ad esempio, per gli studi di registrazione, io farei dei wokshop per gruppi e per musicisti in genere, dove spiegare e sentire dal punto di vista pratico la differenza tra una buona incisione, un buon arrangiamento, e un buon mixaggio… Le orecchie le abbiamo tutti per sentire e cogliere le differenze ma se non c’è nessun esperto che le fa notare al singolo, questo continuerà a comperare il solito “struppa-struppa” da ascoltare a tutta manetta, o meglio, non lo compra nemmeno perchè lo scarica direttamente dalla rete, “tanto è uguale”. Un’ultima riflessione sul CD. CD, come mp3, è ormai sinonimo di alta qualità a bassissimo costo, ma che vuol dire? Cosa c’è dentro questa alta qualità? C’è qualcuno che è in grado di spiegarlo alla gente? Vogliamo prenderci carico di fare cultura anche su questi sciocchi luoghi comuni? Auguro a tutti Buona Musica.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/11LknJsp00Q/e-sempre-una-questione-di-soldiparte-2.html

E’ sempre una questione di soldi…..PARTE 2

Riporto un bell’ intervento di Fabio Sechi sempre su questo argomento che nel frattempo è stato discusso anche sulla mia pagina di Facebook. Un parallelo interessante tra il mercato del vino (!!) e quello discografico:

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http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/11LknJsp00Q/e-sempre-una-questione-di-soldiparte-2.html

E’ sempre una questione di soldi….

Ho fatto la cosa che mi sembra la piu’ semplice nell’ era di internet 2.0: ho contattato alcune persone potenzialmente interessate al problema trattato in questo blog. La sensazione che ho è che ci sia una sorta di rassegnazione legata all’andamento di questo mondo.  Le persone che ho sentito lamentano principalmente un problema (e ci mancherebbe altro..) economico.  La cosa strana è che apparentemente, e soprattutto su internet, questo sia un mondo che “gira”: decine di uffici di promozione, svariate etichette discografiche, migliaia di artisti che propongono l’ultimo disco, il proprio video, locali a go-go con programmazioni esuberanti,  insomma grandi vetrine in cui vendere il proprio prodotto (non tanti anni fa ci saremmo vergognati di usare questa parola per l’arte…).
Ma quanto vale e, soprattutto, quanto costa tutto questo movimento? 
Mi piacerebbe capire bene quanto di questa spesa va effettivamente investita nella musica. La mia impressione che la musica stia diventanto sempre piu’ povera a patto che i costi per imporla aumentino: piu’ promozione, meno produzione, meno produzione, meno ricerca, qualità chiamiamola come vi pare. Un mio amico del settore (sicuramente se legge questo post si riconoscerà) mi disse che è inutile investire troppo nel “prodotto”, è meglio investire sulla promozione. Il ragionamento mio finiva pensando che se devi promuovere una cosa MAL fatta sarà piu’ difficile convincere il pubblico che è una cosa BEN fatta, e poi, ma cosa stiamo qui a fare? 
A corredo un video esplicativo su quanto vale la nostra musica. Un video prodotto con 27,00 euro, immagino non sia compreso il costo delle ore di chi l’ ha realizzato…. Anche a loro comunque mi piacerebbe fare i conti in tasca….
Kitsch – Poetimprenditori prodotti da Diego Galeri per Prismopaco
http://www.prismopaco.com/

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http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/RxnED0IxmW0/e-sempre-una-questione-di-soldi.html

E’ sempre una questione di soldi….

Ho fatto la cosa che mi sembra la piu’ semplice nell’ era di internet 2.0: ho contattato alcune persone potenzialmente interessate al problema trattato in questo blog. La sensazione che ho è che ci sia una sorta di rassegnazione legata all’andamento d…

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Imparare divertendosi

Penso che le scuole elementari dovrebbero diminuire le ore passate in classe incrementando le ore di insegnamento pratico.
Ad esempio sarebbe facile insegnare scienze facendo degli esperimenti ludici adatti ai bambini.
Oltre a questo un importante strumento sono i software didattici. Se ne trovano numerosi, anche gratuiti: ad esempio Edubuntu è addirittura un intero sistema operativo dedicato alla scuola.
Esistono sicuramente programmi, spesso sotto forma di videogioco, adatti a tutte le materie. In questo modo i bambini oltre ad imparare prenderebbero familiarità col computer (non è vero che tutti lo sanno già usare da soli), e allenerebbero anche i riflessi.
Gli alunni dovrebbero essere incoraggiati a “giocarci” anche a casa.
Mi ricordo che quando ero alle elementari, e i computer erano poco diffusi, qualche volta la maestra di matematica ci faceva giocare a un videogioco matematico. Spero che il mio non sia un caso isolato.
Ovviamente si trovano software didattici per tutte le età, e la cosa potrebbe essere fatta dalla prima elementare alla quinta superiore.
Non c’è dubbio che questo aiuti a capire, o capire meglio certe cose.

Anche all’università può essere utile: ad esempio io studio ingegneria, e ho trovato questo programmino che mostra graficamente i vari passaggi per calcolare la convoluzione tra 2 segnali:
http://www.jhu.edu/~signals/convolve/index.html

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://filisetti.blogspot.com/2010/12/imparare-divertendosi.html

Imparare divertendosi

Penso che le scuole elementari dovrebbero diminuire le ore passate in classe incrementando le ore di insegnamento pratico.
Ad esempio sarebbe facile insegnare scienze facendo degli esperimenti ludici adatti ai bambini.
Oltre a questo un importante strumento sono i software didattici. Se ne trovano numerosi, anche gratuiti: ad esempio Edubuntu è addirittura un intero sistema operativo dedicato alla scuola.
Esistono sicuramente programmi, spesso sotto forma di videogioco, adatti a tutte le materie. In questo modo i bambini oltre ad imparare prenderebbero familiarità col computer (non è vero che tutti lo sanno già usare da soli), e allenerebbero anche i riflessi.
Gli alunni dovrebbero essere incoraggiati a “giocarci” anche a casa.
Mi ricordo che quando ero alle elementari, e i computer erano poco diffusi, qualche volta la maestra di matematica ci faceva giocare a un videogioco matematico. Spero che il mio non sia un caso isolato.
Ovviamente si trovano software didattici per tutte le età, e la cosa potrebbe essere fatta dalla prima elementare alla quinta superiore.
Non c’è dubbio che questo aiuti a capire, o capire meglio certe cose.

Anche all’università può essere utile: ad esempio io studio ingegneria, e ho trovato questo programmino che mostra graficamente i vari passaggi per calcolare la convoluzione tra 2 segnali:
http://www.jhu.edu/~signals/convolve/index.html

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Imparare divertendosi

Penso che le scuole elementari dovrebbero diminuire le ore passate in classe incrementando le ore di insegnamento pratico.
Ad esempio sarebbe facile insegnare scienze facendo degli esperimenti ludici adatti ai bambini.
Oltre a questo un importante strumento sono i software didattici. Se ne trovano numerosi, anche gratuiti: ad esempio Edubuntu è addirittura un intero sistema operativo dedicato alla scuola.
Esistono sicuramente programmi, spesso sotto forma di videogioco, adatti a tutte le materie. In questo modo i bambini oltre ad imparare prenderebbero familiarità col computer (non è vero che tutti lo sanno già usare da soli), e allenerebbero anche i riflessi.
Gli alunni dovrebbero essere incoraggiati a “giocarci” anche a casa.
Mi ricordo che quando ero alle elementari, e i computer erano poco diffusi, qualche volta la maestra di matematica ci faceva giocare a un videogioco matematico. Spero che il mio non sia un caso isolato.
Ovviamente si trovano software didattici per tutte le età, e la cosa potrebbe essere fatta dalla prima elementare alla quinta superiore.
Non c’è dubbio che questo aiuti a capire, o capire meglio certe cose.

Anche all’università può essere utile: ad esempio io studio ingegneria, e ho trovato questo programmino che mostra graficamente i vari passaggi per calcolare la convoluzione tra 2 segnali:
http://www.jhu.edu/~signals/convolve/index.html

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Imparare divertendosi

Penso che le scuole elementari dovrebbero diminuire le ore passate in classe incrementando le ore di insegnamento pratico.
Ad esempio sarebbe facile insegnare scienze facendo degli esperimenti ludici adatti ai bambini.
Oltre a questo un importante strumento sono i software didattici. Se ne trovano numerosi, anche gratuiti: ad esempio Edubuntu è addirittura un intero sistema operativo dedicato alla scuola.
Esistono sicuramente programmi, spesso sotto forma di videogioco, adatti a tutte le materie. In questo modo i bambini oltre ad imparare prenderebbero familiarità col computer (non è vero che tutti lo sanno già usare da soli), e allenerebbero anche i riflessi.
Gli alunni dovrebbero essere incoraggiati a “giocarci” anche a casa.
Mi ricordo che quando ero alle elementari, e i computer erano poco diffusi, qualche volta la maestra di matematica ci faceva giocare a un videogioco matematico. Spero che il mio non sia un caso isolato.
Ovviamente si trovano software didattici per tutte le età, e la cosa potrebbe essere fatta dalla prima elementare alla quinta superiore.
Non c’è dubbio che questo aiuti a capire, o capire meglio certe cose.

Anche all’università può essere utile: ad esempio io studio ingegneria, e ho trovato questo programmino che mostra graficamente i vari passaggi per calcolare la convoluzione tra 2 segnali:
http://www.jhu.edu/~signals/convolve/index.html

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Gesuismo o deismo – dal libro L’umiltà di Dio

Pag 23 de L’Umiltà di Dio di François Varillon«Vedo che i miei contemporanei oscillano tra un Cristo senza Dio e un Dio senza Cristo. Gesuismo o deismo: l’opzione, per più di uno, si offre così semplificata.Un Cristo senza Dio – orizzontale, si di…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/-mwFlTr9cWw/gesuismo-o-deismo-dal-libro-lumilta-di.html

Gesuismo o deismo – dal libro L’umiltà di Dio

Pag 23 de L’Umiltà di Dio di François Varillon«Vedo che i miei contemporanei oscillano tra un Cristo senza Dio e un Dio senza Cristo. Gesuismo o deismo: l’opzione, per più di uno, si offre così semplificata.Un Cristo senza Dio – orizzontale, si di…

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Gesuismo o deismo – dal libro L’umiltà di Dio

Pag 23 de L’Umiltà di Dio di François Varillon«Vedo che i miei contemporanei oscillano tra un Cristo senza Dio e un Dio senza Cristo. Gesuismo o deismo: l’opzione, per più di uno, si offre così semplificata.Un Cristo senza Dio – orizzontale, si di…

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Duri&Puri

Se c’è una cosa che non mi è mai andata a genio è l’atteggiamento da duro e puro, tipico di certe categorie.
Faccio qualche esempio:

  • (anni ’60-70) Non voto PCI perchè non è abbastanza di sinistra
  • Non uso Ubuntu perchè non è abbastanza GNU/Linux
  • Non considero Wired perchè è troppo commerciale

Si potrebbero trovare molte altre affermazioni del genere. Tutte legittime per carità, quello che non mi piace è l’atteggiamento di strafottenza, sentirsi superiori, non alla massa (quello è tipico di tutti), ma ai propri “pari”.
Anche io sono un po’ snob, del resto avere un po’ di autostima è importante, ma c’è un limite a tutto, altrimenti ri rischia di diventare ridicoli…
Attenzione: la mia critica non è rivolta alle affermazioni in se! Ma al modo e all’atteggiamento con cui vengono fatte.
Ad esempio, non ti piace Ubuntu perchè adori smanettare e personalizzare? Benissimo!
Ti atteggi a guru dell’informatica perchè sei così bravo e figo che Ubuntu lo consideri troppo facile e chi lo usa non è un vero utente Linux ma un principiante? Tamarro!

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://filisetti.blogspot.com/2010/10/duri.html

Duri&Puri

Se c’è una cosa che non mi è mai andata a genio è l’atteggiamento da duro e puro, tipico di certe categorie.
Faccio qualche esempio:

  • (anni ’60-70) Non voto PCI perchè non è abbastanza di sinistra
  • Non uso Ubuntu perchè non è abbastanza GNU/Linux
  • Non considero Wired perchè è troppo commerciale

Si potrebbero trovare molte altre affermazioni del genere. Tutte legittime per carità, quello che non mi piace è l’atteggiamento di strafottenza, sentirsi superiori, non alla massa (quello è tipico di tutti), ma ai propri “pari”.
Anche io sono un po’ snob, del resto avere un po’ di autostima è importante, ma c’è un limite a tutto, altrimenti ri rischia di diventare ridicoli…
Attenzione: la mia critica non è rivolta alle affermazioni in se! Ma al modo e all’atteggiamento con cui vengono fatte.
Ad esempio, non ti piace Ubuntu perchè adori smanettare e personalizzare? Benissimo!
Ti atteggi a guru dell’informatica perchè sei così bravo e figo che Ubuntu lo consideri troppo facile e chi lo usa non è un vero utente Linux ma un principiante? Tamarro!

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Duri&Puri

Se c’è una cosa che non mi è mai andata a genio è l’atteggiamento da duro e puro, tipico di certe categorie.
Faccio qualche esempio:

  • (anni ’60-70) Non voto PCI perchè non è abbastanza di sinistra
  • Non uso Ubuntu perchè non è abbastanza GNU/Linux
  • Non considero Wired perchè è troppo commerciale

Si potrebbero trovare molte altre affermazioni del genere. Tutte legittime per carità, quello che non mi piace è l’atteggiamento di strafottenza, sentirsi superiori, non alla massa (quello è tipico di tutti), ma ai propri “pari”.
Anche io sono un po’ snob, del resto avere un po’ di autostima è importante, ma c’è un limite a tutto, altrimenti ri rischia di diventare ridicoli…
Attenzione: la mia critica non è rivolta alle affermazioni in se! Ma al modo e all’atteggiamento con cui vengono fatte.
Ad esempio, non ti piace Ubuntu perchè adori smanettare e personalizzare? Benissimo!
Ti atteggi a guru dell’informatica perchè sei così bravo e figo che Ubuntu lo consideri troppo facile e chi lo usa non è un vero utente Linux ma un principiante? Tamarro!

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