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http://danielcolm.blogspot.com/2008/11/mercatini-in-costruzione.html
Tag: Natale
Adotta un carrello: il primo social contest a scopo benefico
Adotta un Carrello è il primo social contest a scopo benefico: una “gara 2.0” organizzata a fin di bene con il patrocino di Carrelli.it
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http://feeds.feedburner.com/~r/PensieriSuRuote/~3/450052365/
Il post annoiato della domenica pomeriggio.
Ciao.
Visto che son qui che mi sto annoiando, ho deciso di annoiare un po’ anche voi, o miei cari 3 lettori, raccontandovi come ho buttato via questa domenica. Ma anche no, direte voi. Ma anche sì, dico io. Non si parlava di Internet=Condivisione? E allora!
Stamattina sono andata all’Ikea, e come ogni ogni buona blogger che […]
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http://www.lapaoly.net/2008/post-domenica/
DreamHost l’ho scelto per i miei domini perchè…
Da qualche giorno sto spostando alcuni dei miei domini ‘ludici’ su un nuovo server.
Cercavo un servizio di hosting che fosse economico, funzionale, semplice da usare, con un buon pannello di controllo, con tanto spazio, senza particolari limitazioni di traffico, che gestisse un numero illimitato di domini, che avesse la possibilità di avere IP unici o […]
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http://www.spedale.com/e-life/371-dreamhost-web-hosting/
Volkswagen Tiguan, comincia la guerra …
Ora mi sono rotto le scatole! Abbiamo ordinato la Tiguan pochi giorni prima del Natale 2007, quindi circa 7 mesi fa. La data di consegna, inizialmente prevista per aprile/maggio, è continuamente slittata ed ora, a quanto pare, l’auto dovrebbe essere prodotta intorno alla 35a settimana (fine Agosto) per essere in consegna verso fine settembre (fonte […]
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http://feeds.feedburner.com/~r/Icostantini/~3/341433178/
wikipedia è credibile ed affidabile? dipende dal marketing!
Qualche giorno fa ho scritto sulla credibilità dei blog. Stamattina leggo un interessante post che mette in dubbio l’affidabilità di Wikipedia .
In Wikipedia gli utenti collaborano democraticamente per la creazione di contenuti portando la loro esperienza, onestà, preparazione e istruzione. Chiunque può partecipare al progetto e chiunque può modificare un contenuto. E’ solo richiesto di […]
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http://www.spedale.com/e-life/289-wikipedia-e-credibile-ed-affidabile-dipende-dal-marketing/
WordPress 2.6 aggiorno e non riesco più a loggarmi!
Nella pausa pranzo ho voluto essere fra i primi a passare a Wordpress 2.6 (attulamente ho la 2.5.1) anche invogliato dalla pronta traduzione in Italiano fatta dallo staff di Wordpress Italy (grazie ragazzi!)
Fatto il download, fatto il backup e fatto l’upload.. a piece of cake direbbe qualcuno!
Riaccedo al mio pannello di controllo e mi chiede […]
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http://www.spedale.com/e-life/277-wordpress-26-aggiorno-e-non-riesco-piu-a-loggarmi/
Vai avanti tu che a me vien da ridere
Passi che hai chiamato la tua paracorrente “i Coraggiosi”
Passi che hai perso con Alemanno (sic!) l’elezione a sindaco di Roma
Passi che da giovane eri radicale e oggi fai il cattolico di sinistra (anzi, da un po’ di tempo nemmeno più di sinistra)
Ma l’alleanza con l’UDC no, questo è decisamente troppo. A Bologna poi? ma ti sei bevuto il cervello? stai chiedendo ai bolognesi di votare un sindaco che si presenti con una lista PD+UDC? Rutelli, chi ti paga per spararle così grosse?
Intendiamoci, io non sono così refrattario ad avere un ala più cattolica nel PD, idealmente ne farei anche a meno, ma volendo governare si deve tenere conto anche di quella fetta di popolazione italiana, e volendo fare un partito di sinistra si deve tenere conto anche di quella fetta di elettorato di sinistra (se si vuole un Grande partito). Solo, punterei a un elettorato cattolico più spiccatamente riformista, in rotta di collisione col Papa magari, e disposto a mettere tra parentesi la propria fede per legiferare etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse. Altrimenti, mi dispiace, non stiamo giocando con le stesse regole.
Ma pure se volessimo allearci con quella fetta di elettorato cattolico che tradizionalmente vota a destra, proprio l’UDC? Rutelli, hai presente cos’è l’UDC? io lo so che tu in teoria rappresenti l’ala mancina dell’ex DC, e Cuffaro, Cesa e Casini sono sicuramente più vicini a te di D’Alema, ma non fai prima ad andarci te con tutti i compari tuoi? Non ce la prenderemo, anzi! saremo alla stazione col fazzoletto bianco, verseremo magari due lacrime e poi ci si sentirà a Natale e Pasqua per sapere come va, come non va, come sta Camillo…insomma, amici come prima ma ognuno per la sua strada, non vuoi?
Non vuole. Questo partito democratico non è più di sinistra, e vabbè, non è più “laicista” (qualsiasi cosa significhi) e vabbè, non è più antiberlusconiano, e vabbè…ma perlomeno è rimasto riformista? perlomeno nelle intenzioni lo è ancora, mi pare. Ora, al di là delle belle parole, riformismo significa fare delle riforme per migliorare la società e renderla più giusta ed equa, no? Rutelli cosa dovrebbe centrare in tutto questo? e, a proposito, quanti voti porta Rutelli? Quanti ne fa perdere? ecco, spiegatemi perchè è ancora lì e cerca addirittura di dettare la linea, specialmente dopo il disastro di Roma.
“Ci dobbiamo occupare – ha aggiunto – dei grandi temi del nostro tempo”, in primo luogo ambiente, sicurezza, potere di acquisto del ceto medio, e “se c’è questa agenda penso che in poco tempo il Pd diventerà maggioranza”
Se ci sarà questa agenda il pd diventerà maggioranza, certo, perchè entrerà nel centro-destra. Il che se si puntasse solo a stare dalla parte de vincitori per dire “io c’ero” e dispensare favori alle clientele che seguono dappresso i partiti sarebbe anche un bel risultato, ma in quel caso ditelo che noi ci si comincia a organizzare diversamente.
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Figli di un doh! minore
Questo post è incredibilmente lungo…ma coraggio, ce la potete fare!
Chi ha visto gli anni ’90 e i 2000 non può aver fatto a meno di notare il fenomeno dei cartoni satirici americani, i “figli dei Simpson”, per capirci meglio. Io sono dell’84, quindi potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ma non ricordo nessun cartone precedente che si proponesse come scopo non tanto raccontare storie quanto impegnarsi in una critica a più livelli della società contemporanea. Dite che fanno ridere? ma certo che fanno ridere, il ridicolo è uno degli espedienti più efficaci per far risaltare qualcosa, e i tre cartoni meglio riusciti di questo filone sono conosciuti soprattutto per come riescono a rappresentare il ridicolo; mi riferisco a “i Simpson”, “i Griffin” e “South Park”. Ora, credo che la diatriba su quale di questi cartoni sia il migliore risulti un po’ sterile (e forse, a suo modo, la preferenza per uno di questi tre è indicativa di qualcosa), tuttavia cogliere le differenze tra i tre è piuttosto facile. “I Simpson” è venuto per primo, e sconta più degli altri due la vicinanza alle vecchie tipologie di cartone animato (anche se è stato rivoluzionario), la satira è abbozzata ma mai troppo sviluppata (non si va molto al di là dei personaggi stereotipati) e il vero succo di ogni puntata è il suo svolgimento (battute, gag, dipanarsi dell’intreccio…); rimane in memoria più una frase tipica che la trama di una puntata. “I Griffin” si discosta molto dal suo “padre”, puntando sul surrealismo spinto; gli stessi personaggi non sono più quell’accenno di grottesco (velato troppo frequentemente di spessore umano) che erano nei Simpson, ma decisamente surreali. La satira, nei Griffin, è demandata a battute caustiche e all’immancabile utilizzo degli stereotipi, e nel cambio surreale per grottesco se va persa un po’ dell’efficacia critica si guadagna però in comicità, e “i Griffin” è probabilmente il più divertente dei tre.
E veniamo finalmente all’oggetto di questo post, ovvero South Park (come si sarà capito, il mio preferito dei tre cartoni animati). La prima cosa che si nota è l’assenza totale di freni inibitori da parte degli autori, sia nel linguaggio (che in Italia nelle prime serie è stato censurato con eufemismi vari, come “figlio di sultana” “fatevi un clistere” ecc…), che nei temi trattati e nella maniera in cui vengono trattati, trattati male s’intende. Non ce n’è per nessuno in South Park, è una gigantesca operazione di messa in ridicolo del mondo a partire da una serie di personaggi uno più grottesco dell’altro, e gli stessi stereotipi sono in realtà la trasfigurazione grottesca di loro stessi poichè vengono caricati oltre il consueto, ed esplodono a contatto con gli altri elementi della storia in deflagrazioni che gli altri due cartoni si sognano. Non c’è spazio di redenzione in questa serie, nessuno impara mai niente dai propri errori o da quelli altrui (la morale di fine puntata è farsesca, una presa in giro anche abbastanza esplicita), nè sembra mai esserci qualcosa da imparare dalle vicende degli abitanti di South Park. Ed è proprio eliminando questa idea della conclusione didattica di ogni storia (di cui i Simpson abusano spesso) che la serie si permette di giocare non tanto sullo svolgimento della trama, quanto sulla trama stessa. Solo in South Park si può irridere la Chiesa Cattolica rappresentando un prete che, preoccupato dalla pedofilia diffusa tra i pastori, arriva in Vaticano e scopre che in un antico codice vaticano la pedofilia è prescritta, una delle delegazioni cattoliche viene da un pianeta alieno e tutti in realtà adorano una grande regina ragno. Solo in South Park a un certo punto i neri della città (ovvero Will Smith e altre celebrità invitate a vivere lì dall’unico bambino nero, e ricco, della scuola) vengono “discriminati” in quanto ricchi e costretti a sedere sui posti in prima classe degli autobus (nel finale rocambolesco gli abitanti di South Park, per scacciarli, si vestiranno con dei costumi da fantasma identici alle divise del Ku Klux Klan). Solo in South Park il maestro Garrison può diventare (in più puntate) prima gay, poi donna, poi lesbica e infine di nuovo uomo. È la trama stessa, in South Park, a essere il nodo centrale della puntata, e lo svolgimento il pretesto per raccontarla.
Questo non vuol dire però che non ci siano state delle scene memorabili completamente slegate da necessità di trama, anzi, ma queste sono fruibili da un pubblico più ristretto rispetto agli altri due cartoni. Per questo forse è più adatto a un pubblico adulto, non tanto per la volgarità (non credo che possa davvero insegnare qualcosa che i ragazzi non sappiano già), ma perchè il linguaggio e l’umorismo sono di stampo decisamente satirico, complesso da apprezzare appieno. Questo significa rimandi costanti alla corporeità (uno dei personaggi più azzeccati in questo senso è Mr Hankey, la cacchina di natale, un’escremento che porta i doni a chi ha una dieta ricca di fibre), assoluta mancanza di rispetto, libertà totale nel deformare la realtà (memorabile la puntata in cui l’attore Christopher Reeve recupera l’uso del proprio corpo grazie alle cellule staminali, assimilate succhiando feti) e via dicendo. Ci vuole stomaco, a volte, e più spesso semplicemente capacità di prendere alla leggera le proprie credenze (è impossibile non essere uno dei bersagli del cartone, prima o poi tocca).
E veniamo ai personaggi. I quattro personaggi principali sono Stan, Kyle, Eric e Kenny, a loro si aggiungono via via altri ragazzi e da subito sono presenti tutti gli altri abitanti di South Park, alcuni dei quali rappresentanti di una categoria (il poliziotto gonzo, il sindaco arrivista, il ristoratore cinese tuttofare), altri maggiormente dotati di una propria individualità (come l’incredibile Chef, tombeur de femmes e grande cantante, una specie di padre spirituale dei ragazzini). Il mio preferito è Kenny, non tanto perchè muore ad ogni puntata (fino alla quinta serie) o perchè è il più sboccato di tutti (nella sigla iniziale, mentre gli altri cantano parole di benvenuto nella cittadina, ci delizia con un “A me piacciono le ragazze con la vagina grande e le tette grosse”), quanto per il suo inarrivabile cinismo. Kenny è un bambino di 8 anni che quando la madre di Kyle spiega ai ragazzi come funziona una sindrome piuttosto impressionante di cui soffre l’infermiera scolastica, ovvero l’avere un gemello siamese nato morto attaccato alla guancia sinistra, mentre tutti gli altri se ne vanno disgustati dalle immagini presenti sull’enciclopedia medica lui la indica e ride!. Kenny è un bambino povero, figlio di un alcolizzato e di una madre violenta, e muore ogni puntata (e ad ogni puntata è consapevole che deve morire, tanto che esulta alla fine dell’unica della prima serie dove questo non succede); e come reagisce? mettendo in ridicolo il mondo! per questo è un personaggio incredibile, ed è probabilmente l’elemento più potenzialmente distruttivo, più dissacrante del cartone.
Degli altri personaggi ci sarebbe da parlare per ore ma forse sto già scrivendo troppo, meglio stringere. Stan e Kyle sono i protagonisti, e in qualche maniera ne sono la deriva grottesca. Sono i due personaggi più intelligenti e logici, spesso servono a tradurre nella semplicità tipicamente fanciullesca le complesse istanze del mondo adulto, ma il più delle volte questo porta a una banalizzazione che è il rovescio della realtà, il suo lato comico (il comico è il tragico visto da lontano, spesso). Eric, la nemesi di Kyle e a ben guardare anche di Stan, è invece il cattivo per eccellenza messo da questa parte della barricata. Mosso unicamente dai propri interessi anche nello scegliere le amicizie, Eric è il prototipo del Grande Cattivo hollywoodiano, e tuttavia nel mondo di South Park è dalla nostra parte (e anzi, spesso ci troviamo a parteggiare per lui), il messaggio se ci pensate è abbastanza chiaro. C’è poi, come già detto, una lunghissima schiera di personaggi secondari, semiprincipali, comparse ricorrenti e comparsate una tantum che meriterebbero un trattato e non un solo post. Ma credo che per ora, se siete arrivati fino a qui, posso smetterla e lasciarvi guardare in pace qualche puntata.
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