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Piano di Governo del Territorio e partecipazione

Il 6 ottobre del 2006 iniziava a San Felice l’avventura della Partecipazione verso il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT).
Ieri sera ho avuto occasione di ripensare a quelle belle serate, difficili da portare avanti ma sicuramente un’esperienza forte e positiva per chi, come me, nella partecipazione ci crede veramente.
Abbiamo parlato di PGT, e di partecipazione, con l’arch.Cicognetti, grazie ad un’iniziativa voluta e portata avanti dall’Associazione Culturale Giovani, che ha organizzato un corso di formazione ed aggiornamento per amministratori comunali e cittadini.
Più di settanta persone erano presenti, a manifestare ancora una volta la voglia di essere parte attiva, preparata ed informata, del processo decisionale.
Il tema di ieri sera riguardava il Governo del territorio, dal PRG al PGT.
E per me, come dicevo, è stato come tornare indietro di un anno, all’ottobre del 2006, quando con la gente di San Felice ci si era chiesti: Quale sviluppo per San Felice del Benaco?
Questo il calendario degli incontri

Erano emerse riflessioni interessanti, su cui mi piacerebbe nei prossimi giorni riflettere, perché non ci si dimentichi le cose che sono state dette.

L’architetto Cicognetti, parlando dell’importanza della partecipazione nel processo verso il PGT, ha sottolineato un fatto che condivido appieno: bisogna però crederci, perché la gente capisce subito se gli amministratori credono veramente nella partecipazione o la vivono come un fastidio.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/piano-di-governo-del-territorio-e.html

Piano di Governo del Territorio e partecipazione

Il 6 ottobre del 2006 iniziava a San Felice l’avventura della Partecipazione verso il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT).
Ieri sera ho avuto occasione di ripensare a quelle belle serate, difficili da portare avanti ma sicuramente un’esperienza forte e positiva per chi, come me, nella partecipazione ci crede veramente.
Abbiamo parlato di PGT, e di partecipazione, con l’arch.Cicognetti, grazie ad un’iniziativa voluta e portata avanti dall’Associazione Culturale Giovani, che ha organizzato un corso di formazione ed aggiornamento per amministratori comunali e cittadini.
Più di settanta persone erano presenti, a manifestare ancora una volta la voglia di essere parte attiva, preparata ed informata, del processo decisionale.
Il tema di ieri sera riguardava il Governo del territorio, dal PRG al PGT.
E per me, come dicevo, è stato come tornare indietro di un anno, all’ottobre del 2006, quando con la gente di San Felice ci si era chiesti: Quale sviluppo per San Felice del Benaco?
Questo il calendario degli incontri

Erano emerse riflessioni interessanti, su cui mi piacerebbe nei prossimi giorni riflettere, perché non ci si dimentichi le cose che sono state dette.

L’architetto Cicognetti, parlando dell’importanza della partecipazione nel processo verso il PGT, ha sottolineato un fatto che condivido appieno: bisogna però crederci, perché la gente capisce subito se gli amministratori credono veramente nella partecipazione o la vivono come un fastidio.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/piano-di-governo-del-territorio-e.html

Piano di Governo del Territorio e partecipazione

Il 6 ottobre del 2006 iniziava a San Felice l’avventura della Partecipazione verso il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT).
Ieri sera ho avuto occasione di ripensare a quelle belle serate, difficili da portare avanti ma sicuramente un’esperienza forte e positiva per chi, come me, nella partecipazione ci crede veramente.
Abbiamo parlato di PGT, e di partecipazione, con l’arch.Cicognetti, grazie ad un’iniziativa voluta e portata avanti dall’Associazione Culturale Giovani, che ha organizzato un corso di formazione ed aggiornamento per amministratori comunali e cittadini.
Più di settanta persone erano presenti, a manifestare ancora una volta la voglia di essere parte attiva, preparata ed informata, del processo decisionale.
Il tema di ieri sera riguardava il Governo del territorio, dal PRG al PGT.
E per me, come dicevo, è stato come tornare indietro di un anno, all’ottobre del 2006, quando con la gente di San Felice ci si era chiesti: Quale sviluppo per San Felice del Benaco?
Questo il calendario degli incontri

Erano emerse riflessioni interessanti, su cui mi piacerebbe nei prossimi giorni riflettere, perché non ci si dimentichi le cose che sono state dette.

L’architetto Cicognetti, parlando dell’importanza della partecipazione nel processo verso il PGT, ha sottolineato un fatto che condivido appieno: bisogna però crederci, perché la gente capisce subito se gli amministratori credono veramente nella partecipazione o la vivono come un fastidio.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/piano-di-governo-del-territorio-e.html

La storia infinita

Non mi riferisco alla storia di Michael Ende ambientata nel mondo della fantasia, ma ad una storia reale, ambientata a Portese, che sembra proprio non avere fine…

A metà degli anni Novanta a Portese viene realizzato un nuovo insediamento residenziale: 26 alloggi di edilizia economico-popolare costruiti dalla Cooperativa bresciana La Famiglia.

Il progetto urbanistico prevede, oltre agli alloggi, alla strada e ai parcheggi, la realizzazione di un’area verde. Come previsto per legge, l’area viene ceduta come standard urbanistico al comune Non è ben chiaro se sia compito della cooperativa o del comune trasformare quest’area incolta in qualcosa che possa essere veramente definito area verde.
La cosa certa è che quel prato è stato pagato (e non poco) dai soci della cooperativa che hanno acquistato gli alloggi.

All’inizio del 1997 le case sono quasi tutte abitate, come pure il condominio dell’ALER che si trova nello stesso insediamento (altri 10 appartamenti), ma dell’area verde attrezzata nessuna traccia.

Nel giugno 1999, durante la campagna elettorale per le amministrative, il candidato Sindaco Ambrogio Florioli promette che sistemerà l’area verde, con i soldi che il comune ricaverà dagli oneri derivanti dalla costruzione di due ville adiacenti all’area verde.
Con lui, durante l’assemblea di presentazione della lista, c’erano Gianluigi Marsiletti (attuale sindaco), Paola Cavedaghi (attuale presidente del consiglio, dopo essere stata dal 1999 consigliere con delega al bilancio), Elena Lombardi (attuale vicesindaco), Cristina Berlendis (attuale leader della minoranza Vivere San Felice ecc. ecc.)… tutti eletti alle amministrative del 1999 (come pure nel 2004).

Nel 2004 si torna alle elezioni senza che nulla sia cambiato per l’area incolta di Via Benaco.
Anzi, il tema diventa cavallo di battaglia delle liste: c’è chi (ri)promette di trasformarla in parco, c’è chi promette ai confinanti di spezzettarla e venderla. Con quel che vale il terreno a San Felice, questa è sicuramente una bella merce di scambio.. val bene qualche voto.

Nel frattempo la gente comune che abita le case della cooperativa non sta zitta: si raccolgono firme, ci si mette la faccia per andare e riandare a parlare con il sindaco.
E intanto nascono un sacco di bambini. Ma proprio tanti. E quelli che erano arrivati nelle nuove case continuano a crescere.

Alla fine del 2004, quando viene predisposto il piano triennale delle opere pubbliche, viene prevista per il 2005 la realizzazione del parco.
Ma poi i soldi non ci sono e nel 2005 non se ne fa nulla.
Alla fine del 2005 l’opera viene riproposta per l’anno successivo.
Finalmente nell’estate del 2006 l’amministrazione predispone il bando per l’assegnazione dei lavori, con scadenza settembre 2006.
Ma i lavori non partono. Non c’è la copertura finanziaria, mi si dice.

Pochi giorni prima del 25 aprile 2007 iniziano i lavori!
Grandi e piccini vanno in pellegrinaggio a vedere le ruspe. Non ci si poteva credere!

Dopo un mesetto l’ennesima delusione: realizzate le opere di muratura (i parcheggi, la rotatoria in corrispondenza di via dei Roseti, la pista ciclabile e l’area “recintata” in cui sono previsti i giochi per i bambini) tutto si ferma. Il resto rimane area ancora più incolta di prima.
Ma come?
È si, mica si poteva far realizzare l’opera per intero alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Sarebbe costato troppo.
Il resto lo faranno gli operai del comune, ma quando avranno tempo.

All’inizio di questa settimana (siamo ad ottobre del 2007!) a quanto pare hanno avuto tempo: sono venuti a sistemare il resto del prato.

Adesso, quanto tempo ancora dovremo aspettare per vedere la palizzata, uno scivolo, due panchine e gli attrezzi del percorso vita previsti dal progetto?
Girano già le voci che le panchine possiamo scordarcele, perché poi magari qualcuno si siede a chiacchierare e non sia mai! Poi chissà cosa si dicono.
Intanto l’area recintata destinata ai più piccoli (che continuano a nascere in via Il fante d’Italia e quindi si potranno prima o poi godere il nostro parco!) viene utilizzata come cacatoio per chi accompagna i cani a passeggiare ( e non solo). È così bella, recintata, cosa vuoi di piu?

Sicuramente non possiamo pretendere di più da un comune piccolo, con scarse risorse e per di più turistico, che quindi si deve far carico di soddisfare i suoi “ospiti” prima dei suoi cittadini.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/la-storia-infinita.html

La storia infinita

Non mi riferisco alla storia di Michael Ende ambientata nel mondo della fantasia, ma ad una storia reale, ambientata a Portese, che sembra proprio non avere fine…

A metà degli anni Novanta a Portese viene realizzato un nuovo insediamento residenziale: 26 alloggi di edilizia economico-popolare costruiti dalla Cooperativa bresciana La Famiglia.

Il progetto urbanistico prevede, oltre agli alloggi, alla strada e ai parcheggi, la realizzazione di un’area verde. Come previsto per legge, l’area viene ceduta come standard urbanistico al comune Non è ben chiaro se sia compito della cooperativa o del comune trasformare quest’area incolta in qualcosa che possa essere veramente definito area verde.
La cosa certa è che quel prato è stato pagato (e non poco) dai soci della cooperativa che hanno acquistato gli alloggi.

All’inizio del 1997 le case sono quasi tutte abitate, come pure il condominio dell’ALER che si trova nello stesso insediamento (altri 10 appartamenti), ma dell’area verde attrezzata nessuna traccia.

Nel giugno 1999, durante la campagna elettorale per le amministrative, il candidato Sindaco Ambrogio Florioli promette che sistemerà l’area verde, con i soldi che il comune ricaverà dagli oneri derivanti dalla costruzione di due ville adiacenti all’area verde.
Con lui, durante l’assemblea di presentazione della lista, c’erano Gianluigi Marsiletti (attuale sindaco), Paola Cavedaghi (attuale presidente del consiglio, dopo essere stata dal 1999 consigliere con delega al bilancio), Elena Lombardi (attuale vicesindaco), Cristina Berlendis (attuale leader della minoranza Vivere San Felice ecc. ecc.)… tutti eletti alle amministrative del 1999 (come pure nel 2004).

Nel 2004 si torna alle elezioni senza che nulla sia cambiato per l’area incolta di Via Benaco.
Anzi, il tema diventa cavallo di battaglia delle liste: c’è chi (ri)promette di trasformarla in parco, c’è chi promette ai confinanti di spezzettarla e venderla. Con quel che vale il terreno a San Felice, questa è sicuramente una bella merce di scambio.. val bene qualche voto.

Nel frattempo la gente comune che abita le case della cooperativa non sta zitta: si raccolgono firme, ci si mette la faccia per andare e riandare a parlare con il sindaco.
E intanto nascono un sacco di bambini. Ma proprio tanti. E quelli che erano arrivati nelle nuove case continuano a crescere.

Alla fine del 2004, quando viene predisposto il piano triennale delle opere pubbliche, viene prevista per il 2005 la realizzazione del parco.
Ma poi i soldi non ci sono e nel 2005 non se ne fa nulla.
Alla fine del 2005 l’opera viene riproposta per l’anno successivo.
Finalmente nell’estate del 2006 l’amministrazione predispone il bando per l’assegnazione dei lavori, con scadenza settembre 2006.
Ma i lavori non partono. Non c’è la copertura finanziaria, mi si dice.

Pochi giorni prima del 25 aprile 2007 iniziano i lavori!
Grandi e piccini vanno in pellegrinaggio a vedere le ruspe. Non ci si poteva credere!

Dopo un mesetto l’ennesima delusione: realizzate le opere di muratura (i parcheggi, la rotatoria in corrispondenza di via dei Roseti, la pista ciclabile e l’area “recintata” in cui sono previsti i giochi per i bambini) tutto si ferma. Il resto rimane area ancora più incolta di prima.
Ma come?
È si, mica si poteva far realizzare l’opera per intero alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Sarebbe costato troppo.
Il resto lo faranno gli operai del comune, ma quando avranno tempo.

All’inizio di questa settimana (siamo ad ottobre del 2007!) a quanto pare hanno avuto tempo: sono venuti a sistemare il resto del prato.

Adesso, quanto tempo ancora dovremo aspettare per vedere la palizzata, uno scivolo, due panchine e gli attrezzi del percorso vita previsti dal progetto?
Girano già le voci che le panchine possiamo scordarcele, perché poi magari qualcuno si siede a chiacchierare e non sia mai! Poi chissà cosa si dicono.
Intanto l’area recintata destinata ai più piccoli (che continuano a nascere in via Il fante d’Italia e quindi si potranno prima o poi godere il nostro parco!) viene utilizzata come cacatoio per chi accompagna i cani a passeggiare ( e non solo). È così bella, recintata, cosa vuoi di piu?

Sicuramente non possiamo pretendere di più da un comune piccolo, con scarse risorse e per di più turistico, che quindi si deve far carico di soddisfare i suoi “ospiti” prima dei suoi cittadini.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/la-storia-infinita.html

La storia infinita

Non mi riferisco alla storia di Michael Ende ambientata nel mondo della fantasia, ma ad una storia reale, ambientata a Portese, che sembra proprio non avere fine…

A metà degli anni Novanta a Portese viene realizzato un nuovo insediamento residenziale: 26 alloggi di edilizia economico-popolare costruiti dalla Cooperativa bresciana La Famiglia.

Il progetto urbanistico prevede, oltre agli alloggi, alla strada e ai parcheggi, la realizzazione di un’area verde. Come previsto per legge, l’area viene ceduta come standard urbanistico al comune Non è ben chiaro se sia compito della cooperativa o del comune trasformare quest’area incolta in qualcosa che possa essere veramente definito area verde.
La cosa certa è che quel prato è stato pagato (e non poco) dai soci della cooperativa che hanno acquistato gli alloggi.

All’inizio del 1997 le case sono quasi tutte abitate, come pure il condominio dell’ALER che si trova nello stesso insediamento (altri 10 appartamenti), ma dell’area verde attrezzata nessuna traccia.

Nel giugno 1999, durante la campagna elettorale per le amministrative, il candidato Sindaco Ambrogio Florioli promette che sistemerà l’area verde, con i soldi che il comune ricaverà dagli oneri derivanti dalla costruzione di due ville adiacenti all’area verde.
Con lui, durante l’assemblea di presentazione della lista, c’erano Gianluigi Marsiletti (attuale sindaco), Paola Cavedaghi (attuale presidente del consiglio, dopo essere stata dal 1999 consigliere con delega al bilancio), Elena Lombardi (attuale vicesindaco), Cristina Berlendis (attuale leader della minoranza Vivere San Felice ecc. ecc.)… tutti eletti alle amministrative del 1999 (come pure nel 2004).

Nel 2004 si torna alle elezioni senza che nulla sia cambiato per l’area incolta di Via Benaco.
Anzi, il tema diventa cavallo di battaglia delle liste: c’è chi (ri)promette di trasformarla in parco, c’è chi promette ai confinanti di spezzettarla e venderla. Con quel che vale il terreno a San Felice, questa è sicuramente una bella merce di scambio.. val bene qualche voto.

Nel frattempo la gente comune che abita le case della cooperativa non sta zitta: si raccolgono firme, ci si mette la faccia per andare e riandare a parlare con il sindaco.
E intanto nascono un sacco di bambini. Ma proprio tanti. E quelli che erano arrivati nelle nuove case continuano a crescere.

Alla fine del 2004, quando viene predisposto il piano triennale delle opere pubbliche, viene prevista per il 2005 la realizzazione del parco.
Ma poi i soldi non ci sono e nel 2005 non se ne fa nulla.
Alla fine del 2005 l’opera viene riproposta per l’anno successivo.
Finalmente nell’estate del 2006 l’amministrazione predispone il bando per l’assegnazione dei lavori, con scadenza settembre 2006.
Ma i lavori non partono. Non c’è la copertura finanziaria, mi si dice.

Pochi giorni prima del 25 aprile 2007 iniziano i lavori!
Grandi e piccini vanno in pellegrinaggio a vedere le ruspe. Non ci si poteva credere!

Dopo un mesetto l’ennesima delusione: realizzate le opere di muratura (i parcheggi, la rotatoria in corrispondenza di via dei Roseti, la pista ciclabile e l’area “recintata” in cui sono previsti i giochi per i bambini) tutto si ferma. Il resto rimane area ancora più incolta di prima.
Ma come?
È si, mica si poteva far realizzare l’opera per intero alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Sarebbe costato troppo.
Il resto lo faranno gli operai del comune, ma quando avranno tempo.

All’inizio di questa settimana (siamo ad ottobre del 2007!) a quanto pare hanno avuto tempo: sono venuti a sistemare il resto del prato.

Adesso, quanto tempo ancora dovremo aspettare per vedere la palizzata, uno scivolo, due panchine e gli attrezzi del percorso vita previsti dal progetto?
Girano già le voci che le panchine possiamo scordarcele, perché poi magari qualcuno si siede a chiacchierare e non sia mai! Poi chissà cosa si dicono.
Intanto l’area recintata destinata ai più piccoli (che continuano a nascere in via Il fante d’Italia e quindi si potranno prima o poi godere il nostro parco!) viene utilizzata come cacatoio per chi accompagna i cani a passeggiare ( e non solo). È così bella, recintata, cosa vuoi di piu?

Sicuramente non possiamo pretendere di più da un comune piccolo, con scarse risorse e per di più turistico, che quindi si deve far carico di soddisfare i suoi “ospiti” prima dei suoi cittadini.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/la-storia-infinita.html

Questioni di casa nostra…

Il 13 settembre 2007 in Consiglio comunale a San Felice del Benaco è stata presentata una mozione da parte di una minoranza per chiedere l’istituzione di una commissione consigliare che si occupi di bilancio, constata l’incapacità da parte della maggioranza di fare un bilancio degno di questo nome.
La maggioranza unanime ha votato a favore dell’istituzione della commissione (come pure i consiglieri di minoranza). L’unico voto contrario è stato il mio.
Il 27 settembre il Consiglio comunale ha votato per la composizione della commissione.
Io ero assente giustificata perché impegnata all’estero per lavoro.
L’assessore Zuin in questi giorni scrive sul suo blog:
“Il consigliere Tiboni ha votato contro la formazione della commissione bilancio in quanto ritiene che la composizione del bilancio debba essere esclusivo compito della maggioranza.
Ha parlato poi di Bilancio partecipato. Da una parte si afferma che il bilancio deve essere fatto dalla maggioranza, dall’altra si chiede sia fatto dalle assemblee pubbliche del bilancio partecipato”.
E mi accusa di non avere le idee chiare.

Riporto qui il testo del mio intervento; intervento che è stato letto in consiglio e dato poi al segretario perché lo mettesse a verbale, e quindi non ho detto niente di diverso rispetto a quanto scritto qui:

In relazione alla mozione presentata dalla minoranza Vivere San Felice, Portese e Cisano, sebbene io condivida l’analisi fatta circa l’incapacità da parte di questa amministrazione di fondare la gestione del bilancio comunale su una progettualità (aspetto questo che ho evidenziato in sede di discussione del bilancio consuntivo 2006), sono tuttavia contraria rispetto alla richiesta di nominare una commissione consiliare che abbia il compito di fare ciò che ci si auspicherebbe debba fare un’amministrazione comunale, ovvero analizzare ogni aspetto del bilancio, verificare entrate e uscite, elaborare un bilancio degno di questo nome.
Ritengo invece che sarebbe da perseguire la strada, ormai intrapresa da un numero sempre maggiore di comuni virtuosi, di un Bilancio Partecipativo.
Il Bilancio Partecipativo o partecipato è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città (si parla in questo caso di democrazia diretta).
Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute…).
A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (imprenditori, commercianti, studenti..).
Ciò permette di avere una visione più completa di una comunità, anche attraverso il coinvolgimento dei settori produttivi, ma in primis attraverso il coinvolgimento dei cittadini.
L’amministrazione deve essere presente a tutte le riunioni, fornendo le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, senza però influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni.
Da questi incontri dovrebbero emergere delle priorità, di cui l’amministrazione dovrebbe tener conto nella stesura del bilancio.
Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni la cittadinanza, valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.
Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.
Nelle prime esperienze di bilancio partecipativo si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare, lentamente, al 25%.
La buona riuscita di questo strumento necessita evidentemente di una certa stabilità politico-amministrativa e soprattutto di una volontà di coinvolgimento che va ben oltre gli attori politici.

Ovviamente è un processo questo che andrebbe avviato immediatamente, anzi avrebbe dovuto essere avviato all’inizio dell’anno.
Ma per un’amministrazione che è abituata a prendere in mano il bilancio nel mese di dicembre ritengo che partire oggi con un percorso di bilancio partecipativo nel mese di settembre sarebbe comunque un cambiamento epocale.

Ho sottolineato nel testo alcuni concetti chiave su cui invito a riflettere.

“ci si auspicherebbe” : l’uso del condizionale è d’obbligo; noi tutti, credo, ci auspicheremmo che fosse l’amministrazione comunale a fare un bilancio degno di tale nome; io non ho affatto detto che il bilancio deve essere fatto dalla maggioranza.

“Bilancio partecipativo”: so bene che è allergico l’assessore Zuin alla partecipazione, molto di più lo è il resto della maggioranza. Ma io alla partecipazione credo fermamente e ho fatto tutto il possibile per metterla in atto, ottenendo grandi soddisfazioni in termini di partecipazione dei nostri concittadini agli incontri che ho organizzato.

“Cambiamento epocale”: abbiamo proprio bisogno di cambiare, e non è certo una commissione con dentro nomi stantii come quelli del consigliere Maruelli (aveva poco più di trent’anni quando ha cominciato ad occuparsi del “bene” di San Felice…) o della consigliere Cavedaghi (che si occupa del nostro bilancio comunale da più di 7 anni).

Per rispondere all’assessore Zuin, che mi accusa di avere confusione in testa, quando mai io ho detto che il bilancio deve essere di esclusivo compito della maggioranza?
Ho solo detto che a mio parere una commissione consiliare non avrebbe spostato di una virgola il problema.

Mi sembra più un “vogliamoci tutti bene e facciamo vedere al consigliere Tiboni, che è così cattiva con tutti noi, come siamo bravi a lavorare insieme…”
Se veramente vogliamo cambiare, dobbiamo sentire il parere della gente, ma non a cose fatte, quando tutto è ormai deciso, solo per avere il beneplacito dai sostenitori che vengono chiamati a raccolta.
Ma da parte di un’amministrazione che non crede neppure nella comunicazione e nell’informazione ai cittadini, come pretendere che si faccia il salto verso la partecipazione?

Almeno tu, assessore Zuin, piantala di scrivere cose non corrette sul tuo blog, come hai fatto in questo caso dandomi della confusa.
È vero che i nostri post ce li leggiamo solo tra di noi…. ma almeno cerchiamo di essere corretti.

Io ho le idee ben chiare al riguardo, come si può vedere anche leggendo qui http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/questioni-di-casa-nostra.html

Questioni di casa nostra…

Il 13 settembre 2007 in Consiglio comunale a San Felice del Benaco è stata presentata una mozione da parte di una minoranza per chiedere l’istituzione di una commissione consigliare che si occupi di bilancio, constata l’incapacità da parte della maggioranza di fare un bilancio degno di questo nome.
La maggioranza unanime ha votato a favore dell’istituzione della commissione (come pure i consiglieri di minoranza). L’unico voto contrario è stato il mio.
Il 27 settembre il Consiglio comunale ha votato per la composizione della commissione.
Io ero assente giustificata perché impegnata all’estero per lavoro.
L’assessore Zuin in questi giorni scrive sul suo blog:
“Il consigliere Tiboni ha votato contro la formazione della commissione bilancio in quanto ritiene che la composizione del bilancio debba essere esclusivo compito della maggioranza.
Ha parlato poi di Bilancio partecipato. Da una parte si afferma che il bilancio deve essere fatto dalla maggioranza, dall’altra si chiede sia fatto dalle assemblee pubbliche del bilancio partecipato”.
E mi accusa di non avere le idee chiare.

Riporto qui il testo del mio intervento; intervento che è stato letto in consiglio e dato poi al segretario perché lo mettesse a verbale, e quindi non ho detto niente di diverso rispetto a quanto scritto qui:

In relazione alla mozione presentata dalla minoranza Vivere San Felice, Portese e Cisano, sebbene io condivida l’analisi fatta circa l’incapacità da parte di questa amministrazione di fondare la gestione del bilancio comunale su una progettualità (aspetto questo che ho evidenziato in sede di discussione del bilancio consuntivo 2006), sono tuttavia contraria rispetto alla richiesta di nominare una commissione consiliare che abbia il compito di fare ciò che ci si auspicherebbe debba fare un’amministrazione comunale, ovvero analizzare ogni aspetto del bilancio, verificare entrate e uscite, elaborare un bilancio degno di questo nome.
Ritengo invece che sarebbe da perseguire la strada, ormai intrapresa da un numero sempre maggiore di comuni virtuosi, di un Bilancio Partecipativo.
Il Bilancio Partecipativo o partecipato è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città (si parla in questo caso di democrazia diretta).
Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute…).
A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (imprenditori, commercianti, studenti..).
Ciò permette di avere una visione più completa di una comunità, anche attraverso il coinvolgimento dei settori produttivi, ma in primis attraverso il coinvolgimento dei cittadini.
L’amministrazione deve essere presente a tutte le riunioni, fornendo le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, senza però influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni.
Da questi incontri dovrebbero emergere delle priorità, di cui l’amministrazione dovrebbe tener conto nella stesura del bilancio.
Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni la cittadinanza, valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.
Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.
Nelle prime esperienze di bilancio partecipativo si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare, lentamente, al 25%.
La buona riuscita di questo strumento necessita evidentemente di una certa stabilità politico-amministrativa e soprattutto di una volontà di coinvolgimento che va ben oltre gli attori politici.

Ovviamente è un processo questo che andrebbe avviato immediatamente, anzi avrebbe dovuto essere avviato all’inizio dell’anno.
Ma per un’amministrazione che è abituata a prendere in mano il bilancio nel mese di dicembre ritengo che partire oggi con un percorso di bilancio partecipativo nel mese di settembre sarebbe comunque un cambiamento epocale.

Ho sottolineato nel testo alcuni concetti chiave su cui invito a riflettere.

“ci si auspicherebbe” : l’uso del condizionale è d’obbligo; noi tutti, credo, ci auspicheremmo che fosse l’amministrazione comunale a fare un bilancio degno di tale nome; io non ho affatto detto che il bilancio deve essere fatto dalla maggioranza.

“Bilancio partecipativo”: so bene che è allergico l’assessore Zuin alla partecipazione, molto di più lo è il resto della maggioranza. Ma io alla partecipazione credo fermamente e ho fatto tutto il possibile per metterla in atto, ottenendo grandi soddisfazioni in termini di partecipazione dei nostri concittadini agli incontri che ho organizzato.

“Cambiamento epocale”: abbiamo proprio bisogno di cambiare, e non è certo una commissione con dentro nomi stantii come quelli del consigliere Maruelli (aveva poco più di trent’anni quando ha cominciato ad occuparsi del “bene” di San Felice…) o della consigliere Cavedaghi (che si occupa del nostro bilancio comunale da più di 7 anni).

Per rispondere all’assessore Zuin, che mi accusa di avere confusione in testa, quando mai io ho detto che il bilancio deve essere di esclusivo compito della maggioranza?
Ho solo detto che a mio parere una commissione consiliare non avrebbe spostato di una virgola il problema.

Mi sembra più un “vogliamoci tutti bene e facciamo vedere al consigliere Tiboni, che è così cattiva con tutti noi, come siamo bravi a lavorare insieme…”
Se veramente vogliamo cambiare, dobbiamo sentire il parere della gente, ma non a cose fatte, quando tutto è ormai deciso, solo per avere il beneplacito dai sostenitori che vengono chiamati a raccolta.
Ma da parte di un’amministrazione che non crede neppure nella comunicazione e nell’informazione ai cittadini, come pretendere che si faccia il salto verso la partecipazione?

Almeno tu, assessore Zuin, piantala di scrivere cose non corrette sul tuo blog, come hai fatto in questo caso dandomi della confusa.
È vero che i nostri post ce li leggiamo solo tra di noi…. ma almeno cerchiamo di essere corretti.

Io ho le idee ben chiare al riguardo, come si può vedere anche leggendo qui http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/questioni-di-casa-nostra.html

Questioni di casa nostra…

Il 13 settembre 2007 in Consiglio comunale a San Felice del Benaco è stata presentata una mozione da parte di una minoranza per chiedere l’istituzione di una commissione consigliare che si occupi di bilancio, constata l’incapacità da parte della maggioranza di fare un bilancio degno di questo nome.
La maggioranza unanime ha votato a favore dell’istituzione della commissione (come pure i consiglieri di minoranza). L’unico voto contrario è stato il mio.
Il 27 settembre il Consiglio comunale ha votato per la composizione della commissione.
Io ero assente giustificata perché impegnata all’estero per lavoro.
L’assessore Zuin in questi giorni scrive sul suo blog:
“Il consigliere Tiboni ha votato contro la formazione della commissione bilancio in quanto ritiene che la composizione del bilancio debba essere esclusivo compito della maggioranza.
Ha parlato poi di Bilancio partecipato. Da una parte si afferma che il bilancio deve essere fatto dalla maggioranza, dall’altra si chiede sia fatto dalle assemblee pubbliche del bilancio partecipato”.
E mi accusa di non avere le idee chiare.

Riporto qui il testo del mio intervento; intervento che è stato letto in consiglio e dato poi al segretario perché lo mettesse a verbale, e quindi non ho detto niente di diverso rispetto a quanto scritto qui:

In relazione alla mozione presentata dalla minoranza Vivere San Felice, Portese e Cisano, sebbene io condivida l’analisi fatta circa l’incapacità da parte di questa amministrazione di fondare la gestione del bilancio comunale su una progettualità (aspetto questo che ho evidenziato in sede di discussione del bilancio consuntivo 2006), sono tuttavia contraria rispetto alla richiesta di nominare una commissione consiliare che abbia il compito di fare ciò che ci si auspicherebbe debba fare un’amministrazione comunale, ovvero analizzare ogni aspetto del bilancio, verificare entrate e uscite, elaborare un bilancio degno di questo nome.
Ritengo invece che sarebbe da perseguire la strada, ormai intrapresa da un numero sempre maggiore di comuni virtuosi, di un Bilancio Partecipativo.
Il Bilancio Partecipativo o partecipato è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città (si parla in questo caso di democrazia diretta).
Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute…).
A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (imprenditori, commercianti, studenti..).
Ciò permette di avere una visione più completa di una comunità, anche attraverso il coinvolgimento dei settori produttivi, ma in primis attraverso il coinvolgimento dei cittadini.
L’amministrazione deve essere presente a tutte le riunioni, fornendo le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, senza però influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni.
Da questi incontri dovrebbero emergere delle priorità, di cui l’amministrazione dovrebbe tener conto nella stesura del bilancio.
Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni la cittadinanza, valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.
Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.
Nelle prime esperienze di bilancio partecipativo si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare, lentamente, al 25%.
La buona riuscita di questo strumento necessita evidentemente di una certa stabilità politico-amministrativa e soprattutto di una volontà di coinvolgimento che va ben oltre gli attori politici.

Ovviamente è un processo questo che andrebbe avviato immediatamente, anzi avrebbe dovuto essere avviato all’inizio dell’anno.
Ma per un’amministrazione che è abituata a prendere in mano il bilancio nel mese di dicembre ritengo che partire oggi con un percorso di bilancio partecipativo nel mese di settembre sarebbe comunque un cambiamento epocale.

Ho sottolineato nel testo alcuni concetti chiave su cui invito a riflettere.

“ci si auspicherebbe” : l’uso del condizionale è d’obbligo; noi tutti, credo, ci auspicheremmo che fosse l’amministrazione comunale a fare un bilancio degno di tale nome; io non ho affatto detto che il bilancio deve essere fatto dalla maggioranza.

“Bilancio partecipativo”: so bene che è allergico l’assessore Zuin alla partecipazione, molto di più lo è il resto della maggioranza. Ma io alla partecipazione credo fermamente e ho fatto tutto il possibile per metterla in atto, ottenendo grandi soddisfazioni in termini di partecipazione dei nostri concittadini agli incontri che ho organizzato.

“Cambiamento epocale”: abbiamo proprio bisogno di cambiare, e non è certo una commissione con dentro nomi stantii come quelli del consigliere Maruelli (aveva poco più di trent’anni quando ha cominciato ad occuparsi del “bene” di San Felice…) o della consigliere Cavedaghi (che si occupa del nostro bilancio comunale da più di 7 anni).

Per rispondere all’assessore Zuin, che mi accusa di avere confusione in testa, quando mai io ho detto che il bilancio deve essere di esclusivo compito della maggioranza?
Ho solo detto che a mio parere una commissione consiliare non avrebbe spostato di una virgola il problema.

Mi sembra più un “vogliamoci tutti bene e facciamo vedere al consigliere Tiboni, che è così cattiva con tutti noi, come siamo bravi a lavorare insieme…”
Se veramente vogliamo cambiare, dobbiamo sentire il parere della gente, ma non a cose fatte, quando tutto è ormai deciso, solo per avere il beneplacito dai sostenitori che vengono chiamati a raccolta.
Ma da parte di un’amministrazione che non crede neppure nella comunicazione e nell’informazione ai cittadini, come pretendere che si faccia il salto verso la partecipazione?

Almeno tu, assessore Zuin, piantala di scrivere cose non corrette sul tuo blog, come hai fatto in questo caso dandomi della confusa.
È vero che i nostri post ce li leggiamo solo tra di noi…. ma almeno cerchiamo di essere corretti.

Io ho le idee ben chiare al riguardo, come si può vedere anche leggendo qui http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/questioni-di-casa-nostra.html

Sei fuori!!!

Vai articolo originale: http://morettigno.blogspot.com/2007/10/sei-fuori.html

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://morettigno.blogspot.com/2007/10/sei-fuori.html

Una settimana da… pazzi

Vai articolo originale: http://morettigno.blogspot.com/2007/10/una-settimana-da-pazzi.html

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://morettigno.blogspot.com/2007/10/una-settimana-da-pazzi.html

Perché non ho aderito a Puliamo il Mondo

Il 30 settembre 2007 anche a San Felice del Benaco, come nel resto del nostro Paese, è stata organizzata l’iniziativa Puliamo il mondo, la più grande manfestazione di volontariato ambientale nel mondo, organizzata in Italia da Legambiente.
Il merito è di Mauro Uberti, con cui tante volte abbiamo discusso dell’importanza di prenderci cura del nostro territorio, di sentirlo nostro per poterlo lasciare ai nostri figli almeno nello stato in cui noi abbiamo avuto la possibilità di goderlo. Solo per questo valeva la pena di esserci…
Ma non me la sono sentita di partecipare a questa iniziativa, che prevedeva la pulizia della spiaggia del Porto di Portese. A tale decisione sono giunta dopo che ho ricevuto la locandina, con tanto di logo del comune di San Felice del Benaco.
Certe volte mi chiedo se i nostri amministratori mettano un po’ di cervello in ciò che fanno o se invece si facciano travolgere dagli eventi.
Sarei più per la seconda.
Comunque, tornando al nocciolo della questione, come potevo partecipare a questa iniziativa dopo quello che avevo detto in consiglio comunale pochi giorni prima?
Si stava parlando di piano per il diritto allo studio ed io nel mio intervento ho parlato di scuolabus, ma anche di spiagge….

Per chi fosse interessato riporto qui il testo del mio intervento

Con riferimento alla proposta di Piano per il diritto allo studio per l’anno scolastico 2007/2008, vorrei innanzitutto evidenziare l’importanza, in termini anche economici che tale documento ha, avendo praticamente raggiunto quota 300.000 €, con un incremento del 3,5% rispetto allo scorso anno.
Io credo si sia tutti concordi nel riconoscere il ruolo strategico, per la nostra comunità, che assume il destinare risorse alla formazione dei bambini e dei ragazzi.
Ed è per questo che io credo che proprio l’aspetto quantitativo meriti di essere affrontato, ricollegandoci all’argomento già affrontato al punto n.2 dell’OdG di questo consiglio, quando si è parlato di bilancio.

In questo piano per il diritto allo studio rientra il servizio comunale di trasporto alunni, per una previsione di 48.480 €.
A tale spesa si devono a mio avviso aggiungere le previsioni di 2.000 € per uscite didattiche della scuola primaria e 2.000€ per uscite didattiche della scuola secondaria.
Ma io aggiungerei pure la spesa da sostenersi per il trasporto dei bambini che frequentano il centro estivo, che per questo anno è ammontata a 5.100€ circa.
Quindi il nostro comune si trova a spendere (nell’arco temporale di un anno scolastico e comprendendo anche il periodo estivo del Grest) una cifra complessiva di 57.580 €, che in minima parte è coperta dalla quota annua pagata dalle famiglie.
A fronte di tale esborso, il numero degli alunni e dunque delle famiglie che usufruiscono di tale servizio è bassissimo (nell’anno scolastico 2006/2007 gli alunni iscritti erano poco più di 40), con un onere a loro carico peraltro non così basso (può arrivare a poco meno di 400€ per una famiglia con due figli nel terzo scaglione di reddito).
Di contro, il nostro comune è assolutamente privo di un mezzo di trasporto pubblico che perlomeno colleghi tra di loro le frazioni e colleghi le frazioni con i comuni limitrofi (in particolare Salò). Un servizio che, se esistesse e funzionasse magari nelle ore in cui non è occupato per il trasporto alunni, sarebbe una risorsa preziosissima soprattutto per gli anziani e per coloro che non hanno la possibilità di muoversi con il mezzo privato.
E ancora, nel periodo estivo questo servizio potrebbe effettuare il collegamento tra le frazioni e i campeggi, che in tale stagione diventano essi stessi delle grandi frazioni. Questo potrebbe essere un modo per fa sì che il turismo a San Felice non comporti solo impatti negativi in termini di pressione derivante dalle elevate presenze turistiche, per far si che i turisti escano dai campeggi e “vivano” il nostro territorio.

So benissimo che mi verrà risposto che già in passato si sono fatti i conti per valutare se appaltare il servizio all’esterno o acquistare un mezzo e gestire il servizio internamente al comune.
So bene che mi verrà detto che dai vostri conti (fatti almeno tre anni fa perché io non ne ho mai visti di conti fatti) economicamente non conviene perché, oltre all’acquisto del mezzo idoneo, servirebbe assumere 2 persone che coprano i diversi turni nel rispetto dei contratti sindacali.
Io chiedo che i conti vengano fatti nuovamente, E vengano fatti bene, perché due persone in più sicuramente graverebbero sul nostro bilancio, ma ci permetterebbero di avere un servizio ben più ampio rispetto a quello attuale.
E poi i conti, ripeto, non vanno fatti solo considerando i 48.480 € specifici per il trasporto, ma anche le altre voci di spesa, in quanto, se ben pianificate, anche le uscite didattiche e le uscite del Grest potrebbero utilizzare l’ipotetico mezzo di trasporto comunale.

Mi piacerebbe inoltre capire se, ipoteticamente, le due persone che dovessero essere assunte per svolgere il servizio di trasporto, potrebbero in alcune ore del giorno o in alcuni giorni dell’anno svolgere anche altre funzioni connesse evidentemente con le attività comunali.
Mi riferisco in particolare alla gestione delle aree verdi e alla pulizia delle spiagge.
Se così fosse, nel bilancio andrebbero aggiunte anche spese che il comune sostiene per queste voci di spesa (per inciso mi è stato risposto che la cosa sarebbe ovviamente fattibile).
Per esempio, si potrebbe risparmiare la cifra di 5.500€ che abbiamo speso nel 2007 per la pulizia di alcune (poche a dire il vero) spiagge.
È si perché a fronte della manifestata volontà da parte della Società Polisportiva San Felice del Benaco di assumere nuovamente l’incarico di manutenzione e pulizia delle spiagge a titolo volontario e gratuito, la giunta comunale ha ritenuto di erogare alla stessa un contributo di 5.500 € (per inciso, lo scorso anno la cifra erogata alla Polisportiva per la pulizia delle spiagge è stata quasi il doppio), agendo sicuramente nello spirito di piena collaborazione e trasparenza che regola il rapporto (ripeto volontario e gratuito) tra i due soggetti.

Se così fosse, si arriverebbe a poter disporre di oltre 63.000 €.
Le nostre risorse verrebbero in questo modo spese meglio e otterremmo sicuramente un innalzamento del livello di qualità per chi vive e lavora a San Felice.

Avessero scelto qualsiasi altro luogo da pulire… ma proprio le spiagge!
Mi sembrava una presa per i fondelli andare a pulire una spiaggia dopo aver sborsato, come cittadini, 5.500€ che sono finiti nelle tasche della Polisportiva che si è offerta di farlo “gratuitamente”.
Una Polisportiva che si mette ad organizzare i corsi di cucina forse perchè non sa come spendere tutti i soldi che l’amministrazione gli dà… a fronte del fatto che gli anziani si devono pagare il corso di ginnastica e pure la palestra, che è del comune e quindi NOSTRA!
Anche lo spendere bene i NOSTRI soldi è parte integrante del concetto di sostenibilità.
Un’informazione che può essere utile a tutti: dal 2007 sarà possibile detrarre dalla denuncia dei redditi le spese sostenute per attività sportive.
Quindi, chiediamo la ricevuta quando paghiamo i corsi!

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/10/perch-non-ho-aderito-puliamo-il-mondo.html