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Alcune impressioni autorevoli da Antonio Aiazzi

Il tastierista dei Litfiba (…the original…), Antonio Aiazzi, che ho il piacere di conoscere, mi ha dato una sua visione della situazione attuale. Ci sono concetti che già sono stati detti in altri interventi, uno pero’ mi incuriosisce che è la v…

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Alcune impressioni autorevoli da Antonio Aiazzi

Il tastierista dei Litfiba (…the original…), Antonio Aiazzi, che ho il piacere di conoscere, mi ha dato una sua visione della situazione attuale. 
Ci sono concetti che già sono stati detti in altri interventi, uno pero’ mi incuriosisce che è la visione ottimistica degli addetti ai lavori nei confronti di internet e delle sue immense potenzialità. Penso sia un argomento da approfondire…..

Da Antonio Aiazzi

Ho dato un’occhiata al tuo blog e ho letto l’intervista di Francesco Caprini . Direi che mi trovo abbastanza in linea con lui per quello che è successo e sta succedendo.
Ho più dubbi, sul fatto che la trasformazione che sta avvenendo nel modo di usufruire oggi un prodotto musicale, arrivi ad un qualcosa di nuovo e positivo.  Lo scaricamento pirata in Italia ha dato una mazzata al mercato, questo problema si trova anche all’estero ma con effetti molto ridotti. Oggi pretendiamo di fare 5 cose contemporaneamente, e a tutte diamo la stessa importanza . Vedo un film mentre sto parlando al telefono, mangiando un panino, bevendo una coca e in sottofondo mi sono scaricato illegalmente da internet un CD. Un esempio di una mia amica, che prima era una persona che girava nei siti musicali per informarsi e scoprire nuove band e la loro musica. Da 4 anni che ha imparato a scaricarsi la musica illegalmente, ha degli hard disk pieni ma non ha il tempo di ascoltarla. Quindi abbiamo popolarizzato la musica, come molti desideravano e adesso non ha più nessun valore. Come un bambino con una stanza piena di giocattoli, che ha solo il desiderio di avere ma non di possedere. 
Nel Settembre 2009 ascoltai una trasmissione ” Novalab24″ su radio 24, c’erano alcuni ospiti fra cui il presidente della manifestazione delle etichette indipendenti , dove si faceva un gran parlare dello sviluppo nel mondo musicale e i nuovi sistemi di diffusione tecnologica. Sembrava un film di fantascienza” era tutto fantastico”. Mah io vedo molti amici che non sanno come tirare avanti e altri che hanno cambiato lavoro. Anche artisti importanti si stanno facendo delle domande sul ruolo delle Major, del loro lavoro e della mancanza di iniziative e idee per cambiare lo stato delle cose …

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Alcune sentite osservazioni di Alberto Callegari

In un post precedente avevo già presentato Alberto Callegari e il suo bellissimo studio in provincia di Piacenza (http://lebarrieredelsuono.blogspot.com/2011/03/ho-appena-telefonato-ad-alberto.html). In questi giorni ci siamo scambiati alcune mail e g…

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Alcune sentite osservazioni di Alberto Callegari

In un post precedente avevo già presentato Alberto Callegari e il suo bellissimo studio in provincia di Piacenza (http://lebarrieredelsuono.blogspot.com/2011/03/ho-appena-telefonato-ad-alberto.html). In questi giorni ci siamo scambiati alcune mail e gli ho chiesto di scrivere alcune impressioni/pensieri sull’argomento di questo blog. Mi sono molto stupito di condividere moltissime suggestioni di quello che ha scritto, segno che qualcosa nel percorso delle nostre storie è stato, senza saperlo, condiviso.
Come  ho fatto notare ad Alberto, non ci sono proposte nel suo scritto, ma trovo estremamente interessante condividere sensazioni attorno alle quali scaldarsi, sono sicuro che le proposte arriveranno. Senza fare un album dei ricordi queste cose le condividiamo solo noi due o c’è qualcun’ altro?
Mi sto anche rendendo conto che questo blog non è fatto per persone che hanno fretta: i post sono impegnativi e lunghi, ma la fretta, come dice Alberto nel suo scritto, non ha di certo migliorato la qualità della vita ne del nostro lavoro…..
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…sai, d’altronde tutti noi siamo stati “il ragazzino del garage” che sognava di plasmare musica in uno studio di registrazione vero.
La differenza sostanziale con il ragazzino di oggi è che quelle poche attrezzature che potevi permetterti te le dovevi sudare davvero.

LA TECNOLOGIA DEMOCRATICA.
È quello che tutti abbiamo sognato di conquistare, ma è anche quello che ha fatto evaporare la magia dell’arte.
20 anni fa non era ancora arrivata l’ondata cinese del basso costo. Un microfono o un mixer seppur mediocre costava comunque tanto.
Anche se oggi i Behringer (per fare un esempio) sono qualitativamente discutibili, te li puoi comunque permettere . una volta o prendevi un bel compressore costoso o facevi senza. Senza parlare del fatto che oggi il ragazzino del garage può anche scegliere di avere il top della tecnologia software a costo zero. Seppure illegalmente ma a costo zero.
Tutto questo svaluta il sogno iniziale. Non gli da valore.
Non gli da valore perché non ti fa pensare. Se ti mancava quel processore, dovevi inventarti un’alternativa e spesso era quell’alternativa a creare un sapore nuovo, che mai avresti razionalmente saputo prevedere.
Poi c’è la SOVRAINFORMAZIONE.
Tutti sanno tutto. O meglio, possono sapere tutto.
Tutti conoscono e danno per scontato le tecniche di microfonazione o di mixaggio che una volta dovevi scoprire da solo su libri del mistero introvabili o capirle da solo dopo anni di esperienza.
Certo, più faticoso ma più appagante. Anche questo faceva aumentare la preziosità del lavoro di fonico.
NON ABBIAMO TEMPO
Oggi gli anni scorrono più veloci. Sarà che sto invecchiando, ma vedo che non vale solo per me.
Mi sembrano pochi quelli trovano il tempo per godersi l’ascolto di un disco, senza essere in modalità multitasking. Molti in auto nel traffico, in ufficio, comunque lasciando sempre alla musica la funzione di “aroma d’ambiente”, uno stimolo sensoriale come potrebbe essere appunto un deodorante o uno stuzzichino al bar.
Pochi si isolano al buio nella loro stanzetta per scoprire ogni dettaglio dell’ultimo album che li ha folgorati sulla via di Damasco come ai tempi di “sgt.pepper” o “the dark side of the moon”
Facebook è più che sufficiente, perché non c’è tempo. E la sola musica annoia se non ci sono immagini a corredo.
Non c’è più tempo e non ci ricordiamo più l’ultimo film che abbiamo visto e gli album usciti l’anno scorso sono già sepolti dalla polvere.
OMOLOGARSI
Il lavoro di fonico deve adeguarsi a questo nuovo stile di vita.
Una volta erano indispensabili almeno un paio di giorni per mixare una canzone, adesso devi farlo al massimo in due ore, dando fondo alla tua impagata esperienza.
Impagata perché sei pagato per le ore effettivamente impiegate e non per le ore di esperienza accumulate negli anni.
La giustizia sarebbe : ti ho mixato il brano in due ore. Sono 1000 euro.
100 euro per il tempo impiegato e 900 euro per l’esperienza a cui ho attinto.
Fantascienza.
MEA CULPA
Ma la vera colpa sta nella perdita di emotività a favore della quantità.
Oggi chiunque può mixare un brano quasi senza ascoltarlo, applicando soltanto i preset di Logic per virtualizzare qualsiasi cosa. Per omologare qualsiasi cosa.
Oggi che possiamo veramente e finalmente investire in qualcosa di nuovo, perché la tecnologia democratica ci permette di fare tutto quello che vogliamo, ecco che quasi mai ne sappiamo approfittare.
Ecco che si rincorre il suono vintage che una volta non potevi permetterti e si riduce tutto ai soliti 4 preset. Ecco che si banalizzano le scoperte tecnico-musicali dei pionieri degli anni ’60 e ’70 con due o tre plug in del cazzo, che simulano, che virtualizzano, che anche il nostro ragazzino nel garage sarebbe in grado di applicare.
Anzi, che sicuramente applicherà meglio di noi, in quanto ancora vergine da preconcetti.
Magari li applicherà in modo blasfemo, inciampando in risultati da matita rossa nello statuto del fonico perfetto, come fece anni fa chi saturò le valvole di un ampli da chitarra o che abusò di compressioni ed equalizzazioni…
Forse la speranza per smuovere il ristagno artistico sta proprio nell’ingenuità o nell’ignoranza rimasta nascosta negli angoli dei garage di quando eravamo più giovani.

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Alcune considerazioni di Giovanni Ferliga

Ho invitato Giovanni Ferliga, che ho il piacere di conoscere, a commentare alcuni passaggi dei post pubblicati. Giovanni è un giovane produttore, fonico e soprattutto musicista, componente degli Aucan, un gruppo che si sta distinguendo da un po’ di te…

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Alcune considerazioni di Giovanni Ferliga

Ho invitato Giovanni Ferliga, che ho il piacere di conoscere, a commentare alcuni passaggi dei post pubblicati. Giovanni è un giovane produttore, fonico e soprattutto musicista, componente degli Aucan, un gruppo che si sta distinguendo da un po’ di tempo sulla scena italiana e non solo. Questa non ha la presunzione di essere un’ intervista naturalmente….

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PRIMA CONSIDERAZIONE: si assiste sempre piu’ spesso all’ appoccio delle piccole produzioni dove la cosa piu’ importante non è piu’ la produzione musicale ma la promozione musicale, quando nel budget di una produzione la spesa alla musica è si e no di 1/3 è un successo, si preferisce investire in uffici stampa, video, ecc. Come la vedi tu?  
Penso a James Blake, un ragazzino di 21 anni che da un mese è in vetta alle classifiche europee. Ha registrato il disco nella sua cameretta e quando gli hanno proposto “quantomeno” di mixarlo ha detto, “no mi piace così e voglio che resti così”. Ha firmato un contratto con ATLAS/Universal. Di sicuro, senza di loro, quel disco sarebbe rimasto nella sua cameretta. I Verdena registrano mixano e masterizzano WOW nella loro sala prove: entrano al 2ndo posto della classifica ufficiale FMI. Sempre con Universal (Italia). Cos’è quindi che garantisce il successo? La qualità della registrazione, la promozione, il talento, la fortuna… il caso? 
SECONDA CONSIDERAZIONE: ho incontrato Daniele Grasso e abbiamo parlato per un pomeriggio. Siamo arrivti ad una conclusione possibile che è quella di riconoscere una categoria che abbia determinate caratteristiche di filosofia del lavoro per poter aver voce comune e non sentirsi isolati con i propri problemi.
Ti chiedo: ti sembra possa avere una logica salvaguardare questa categoria che porta come, caratteristiche principali, un rapporto “artigianale” e artistico? Naturalmente il tuo punto di vista potrebbe essere quello che a te non importa un picchio perchè per te lo studio è solo una macchina, ci sta anche questo….
Sono convinto che questo sia un lavoro anche “artigianale”, o almeno così lo è stato per me che mi sono occupato spesso di cablaggi, riparazioni e lavori sulla struttura dello studio (miglioramenti acustici eccetera). E’ di sicuro un lavoro che ha un aspetto manuale e manipolativo, e questo è il suo bello. I problemi legati a lavorare in studio sono gli stessi per tutti, ad esempio il rapporto psicologico e artistico che si instaura con le persone che stanno registrando. Spesso la vera fatica è trovare la propria soluzione ai problemi che si presentano durante la registrazione, ma questa è la sfida in cui ci si imbatte nel realizzare un disco!
TERZA CONSIDERAZIONE: Fabio Sechi fa paralleli tra il mercato discografico e quello del vino ricordando come, negli anni ’80, i produttori di vino per risparmiare usarono il metanolo per alzare la gradazione alcolica causando diversi decessi (forse tu non lo ricordi per motivi d’ eta..). Il mercato del vino cambiò politica diventndo l’ eccellenza che ora è. Vedi dei reali paralleli?
Non mi intendo né di vino né di mercato. Semplicemente con il digitale l’abbattimento dei costi ha permesso a chiunque di registrare un disco, così come di realizzare un set fotografico o un videoclip. Io resto del parere che se l’intuizione originaria è valida il supporto è secondario. Vidi un intervista ad Angus Young (AC DC) che faceva qualche riff di chitarra: il suono era strepitoso anche se registrato con il microfono della videocamera! Chiaramente i dischi non li registravano con la videocamera… Gli album che passano alla storia hanno però un lavoro di produzione e di progettazione sonora con cui è difficile competere da un home studio e che la maggior parte dei musicisti non può assolutamente affrontare.

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Un altro incontro anche se telefonico

Ho appena telefonato ad Alberto Callegari, proprietario dell’ ELFO studio (http://www.elfostudio.com/) una realtà importante nei pressi di Piacenza. Alberto è una persona gentile e disponibile con un sacco di esperienza legata alla gestione di uno st…

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Un altro incontro anche se telefonico

Ho appena telefonato ad Alberto Callegari, proprietario dell’ ELFO studio (http://www.elfostudio.com/) una realtà importante nei pressi di Piacenza. Alberto è una persona gentile e disponibile con un sacco di esperienza legata alla gestione di uno studio di registrazione.
Parlando con lui mi sono accorto che il problema della gestione del mio studio è anche un problema suo e mi ha confermato la tendenza che è in atto di confondere le varie realtà che esistono in questo settore per cui anche un ragazzino in garage puo’ diventare un concorrente temibile. Dobbiamo assolutamente cercare che questo patrimonio di conoscenze, cultura, esperienza e tecnica abbia il suo peso nella realtà musicale. Il ragazzino in garage non deve essere un nostro concorrente ma una risorsa per noi.  Nel 1990 o giu di li’ io avevo un piccolo studio a Pegognaga, sul confine tra Mantova e Reggio e spesso per curiosità andavo a visitare lo studio Maison Blanche di Modena. Un giorno vedo Umbi Maggi (il proprietario) che discute con un ragazzo sulla possibilità di realizzare un demo, ma Umbi contesta il fatto che il budget a disposizione era troppo basso, il passo successivo di Umbi fu di convincere (dico convincere…) questo ragazzo a venire nel mio piccolo studio. Questo è quello che dovremmo vedere in tutte quelle realtà piccole, ridottte come mezzi e esperienza, e che comunque sono importanti, non diventare concorrenti, sarebbe una battaglia persa. Come dice il mio amico Gigi. c’è sempre uno piu’ morto di fame di te…Le piccole strutture sono fondamentali per la formazione  artistica e musicale di nuove realtà musicali, non dobbiamo credere pero’ che avendo sul monitor del computer la stessa schermata del computer degli Air studio di Londra (http://www.airstudios.com/studios/studio1.aspx) avremo gli stessi risultati.
Per la cronaca il ragazzo da Umbi era Luciano Ligabue.

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Un bell’ incontro

Ieri mi è venuto a trovare in studio Daniele Grasso accompagnato dalla brava Samuela Schiliro’, un’ artista interessante che tra breve uscirà con un lavoro prodotto assieme a Daniele (http://www.myspace.com/samuelaschiliro).
Daniele è una persona po…

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Un bell’ incontro

Ieri mi è venuto a trovare in studio Daniele Grasso accompagnato dalla brava Samuela Schiliro’, un’ artista interessante che tra breve uscirà con un lavoro prodotto assieme a Daniele (http://www.myspace.com/samuelaschiliro).
Daniele è una persona poliedrica: musicista, fonico, produttore e lo si trova al fianco di importanti produzioni  italiane, non sto qui ad esporre il suo curriculum, basta dare un’ occhiata sul web. A questo link  si puo’ leggere un’ intervista a Daniele che, se anche non recente, illustra la filosofia del suo lavoro (http://www.impattosonoro.it/2008/06/16/interviste/intervista-a-daniele-grasso/). Devo dire che è stato un incontro costruttivo, le conoscenze e la sensibilità di Daniele vanno ben oltre le sue qualifiche e malgrado le nostre differenze stilistiche, ho trovato una grande assonanza di idee e, da ieri, di progetti.
Abbiamo pensato alcune azioni possibili per collegare diverse realtà del mondo musicale italiano per riuscire a dare voce ad aspetti del nostro lavoro che sembrano assopiti e di cui si ha l’ impressione  (come ci ha segnalato Samuela con qualche decina d’ anni meno di noi…) ci sia un lieve risveglio. Quello che ho personalmente percepito è che al di sopra di una serie di lamentazioni che spesso sentiamo  (e ci scambiamo) ci sia un mondo di passione e professionalità che riesce a vivere, malgrado tutto, in questo momento. Credo che il grosso del lavoro sia nel collegare, fare rete, con queste realtà.
 A breve aggiornamenti.

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Chi siamo

La biblioteca del Comune di Sirmione è dotata di un ampio catalogo di libri e supporti multimediali. Fa parte del Sistema bibliotecario Brescia Est ed offre un servizio gratuito diprestito di libri e DVD.E’ dotata inoltre di una mediateca (8 postazion…

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LA BIBLIOTECA DEL BENESSERE Ad Arco Nader Butto

É celebre in tutto il mondo per il metodo di cura che porta il suo nome, col quale ha aiutato migliaia di persone a ritrovare la salute e il benessere: Nader Butto, medico cardiologo israeliano, autore di svariati best seller tradotti in decine di lingue, già ospite in passato della Biblioteca del benessere, chiude venerdì […]

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EXPO RIVA HOTEL Dal 31 gennaio al 3 febbraio

Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2010, Riva del Garda (TN) ospiterà la 34° Expo Riva Hotel, punto di riferimento per la ricettività alberghiera, insieme ai saloni tematici del benessere, Riva Benessere Hotel, e del risparmio energetico, Eco Hotel. Ricerca, innovazione, cultura dell’accoglienza e del benessere, attenzione all’ambiente: saranno questi i temi al centro della […]

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CONTRO CORRENTE Il Piano giovani di zona si presenta

S’intitola «Contro corrente. Soggetti, spazi, potenzialità», è una tre giorni voluta per presentare al pubblico il risultato di quattro anni di Piano giovani di zona: da giovedì 26 a sabato 28 novembre alla centrale di Fies. Un incontro tra tutti i soggetti che finora hanno partecipato alle attività del piano e tanti eventi collaterali, tra […]

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STORIA DELL’ASARUna storia che ha fatto l’Autonomia, l’Autonomismo che ha fatto storia

Martedì 24 Novembre alle ore 20.30 a Palazzo Panni ad Arco, Lorenzo Baratter presenta Storia dell’ASAR Associazione Studi Autonomistici Regionali, una storia che ha fatto l’Autonomia, l’Autonomismo che ha fatto storia.
 Prima di essere un movimento politico l’ASAR (Associazione Studi Autonomistici Regionali) fu la massima espressione di un grande sentimento popolare: l’invocazione dei trentini che levarono […]

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