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Il motore di ricerca CUIL

Cuil

http://www.cuil.com/

Cuil è il nuovo motore di ricerca creato da alcuni ex-dipendenti Google. Il termine, che deriva da una parola gaelica (da pronunciare come “cool”), ha il significato di “conoscenza”. Secondo l’annuncio dei creatori, e secondo quanto indicato nella stessa home page di Cuil, il nuovo search engine ha già indicizzato oltre 120 miliardi di pagine Web (contro il recente trilione annunciato da Google sul suo blog ufficiale).

La pagina iniziale

Visitando l’indirizzo http://www.cuil.com/ con il proprio browser Web, viene visualizzata una pagina contenente soltanto l’essenziale: il logo Cuil, un campo per le chiavi di ricerca, il bottone per il submit, il numero di pagine Web attualmente indicizzate ed alcuni piccoli link istituzionali. In netta contrapposizione con Google però, lo sfondo è totalmente nero. L’utilizzo dello sfondo nero potrebbe anche essere legato alle sue presunte proprietà anti-stress. (bah…preferisco usare un motore tipo google con schermata bianca che mi trova le cose in un clic piuttosto che uno a schermata nera che devo usare 3 o 4 volte per trovare quel che mi interessa…)

I risultati della ricerca

I risultati della ricerca di Cuil, sono frutto di un algoritmo che frutta sia la popolarità delle pagine Web (per Google questo algoritmo si chiama PageRank™, dal nome di Larry Page, uno dei due fondatori della grande G) sia l’attinenza dei contenuti delle pagine Web con le keywords scelte dagli utenti. Anche la pagina dei risultati della ricerca di Cuil è completamente diversa da quella del suo avversario. I risultati vengono disposti su due o tre colonne (a scelta dell’utente) e contengono il titolo della pagina Web (che fa da link per accedere alla risorsa), un breve riassunto (leggermente più esteso rispetto a quello di Google) ed un’immagine di preview, memorizzata tra le immagini disponibili all’interno della pagina trovata. Nell’ultima colonna a destra, nella parte superiore, c’è anche uno strumento per la navigazione a categorie. E per alcune parole chiave, vengono mostrate delle ricerche correlate.

L’idea di fondo alla base di Cuil, tiene conto di quattro aspetti fondamentali:

  • le dimensioni del Web sono importanti;
  • la popolarità delle pagine Web è utile, ma non sempre importante;
  • l’organizzazione delle informazioni è fondamentale;
  • la salvaguardia della privacy degli utenti.

 

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Varie/il-motore-di-ricerca-cuil.html

DANIELE RACO SHOW Il cabaret di Zelig a Desenzano

Alle 22 al teatro Alberti di Desenzano serata di teatro comico con Daniele Raco, altro cavallo di razza della trasmissione Zelig. Classe ‘72, comedian, autore ed attore, peso massimo della comicità, in 12 anni d’attività ha dato tanto al mondo del cabaret con moltissime esibizioni dal vivo e cinque spettacoli da solista.

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http://www.gardablog.it/?p=663

Blogfest in piccole pillole (alcune spigolose)

Semerssuaq è un cartone animato.
La Fran c’ha un accento bellissimo.
La Susan mi sa che mi vuole bene.
Ma la Tengi dov’era?
Elena (senzaaggettivi) mi dispiace che ci ho parlato poco.
La Lucarelli, poverina, è sfortunata in amore.
Kokopelli mi ha pokata.
Brezzadilago pure mi ha pokata.
Ellelle ha raggiunto il suo obiettivo.
Felter mi deve un catalogo dell’Ikea.
Il mio webmaster preferito ha […]

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http://www.lapaoly.net/2008/blogfest-in-pillole/

MARILYN AND FRIENDS I fotografi preferiscono le bionde

Prosegue con grande successo alla Galleria Civica G.B. Bosio di Desenzano la mostre Marilyn and Friends, 155 immagini dei Fratelli Alinari, per lo più inedite, della celebre diva, mito e icona del XX secolo, dei suoi amici ed attori contemporanei. Sono esposte le fotografie di Sam Shaw & Larry Shaw L’orario di apertura dal […]

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http://www.gardablog.it/?p=426

NOTTURNI DANNUNZIANI Percorsi Segreti tra Eros e Natura

Dopo il grande successo di pubblico e critica dell’anno scorso, torna dal 29 agosto al 6 settembre la seconda edizione di Notturni Dannunziani, l’iniziativa organizzata da Artecontatto che propone in modo nuovo e suggestivo di scoprire un luogo magico come il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera. Grazie a un percorso espositivo che abbraccia i […]

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http://www.gardablog.it/?p=491

DRODESERA FIES 08 Il teatro è clandestino

Stasera alla Centrale di Fies si tiene la prima affollatissima di Teatrino Clandestino (”Candide”, ore 22.30). Insieme allo storico gruppo bolognese della ricerca, Silvia Costa con i suoi Plumes dans la tête presenta l’intenso “La quiescenza del seme” alle 20.00 in Sala Forgia.
A seguire Babilonia Teatri, in Turbina 2 con “Made in Italy”, che ritorna […]

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http://www.gardablog.it/?p=492

lo spazio è ad un click da noi

Molto belle le immagini messe a disposizione dalla Nasa sul nuovo sito www.nasaimages.org
Le immagini sono suddivise per categoria (universo, sistema solare, terra e astronauti). In più c’è la barra timeline con le immagine nel tempo (dal 1958 ad oggi). Il sito è un po’ lento ma per alcuni scatti ne vale davvero la pena.
Si tratta […]

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http://www.spedale.com/e-life/360-lo-spazio-e-ad-un-click-da-noi/

Sfilata di Trame di storie

Ieri alle 18.00 è stata fatta la sfilata dei vestiti “made in dignity” per citare uno slogan che ho letto nella sala della mostra. Si tratta di vestiti disegnati in Italia e poi prodotti dalla manodopera da cui provengono le materie prime impiegate. La provenienza e lo stile di alcuni vestiti, soprattutto quelli femminili, sono prevalentemente asiatici.

Se dovessi ricevere del materiale più dettagliato, lo pubblicherò in un nuovo post.

I vestiti sono ora esposti fino al 28 luglio nell’ex chiesa dell’oratorio Paolo VI in una mostra chiamata “Trame di storie” organizzata da Il Cerchio di Desenzano, negozio di prodotti equi e solidali. Nello stesso luogo dovrebbe anche esserci l’opportunità di acquistare vestiti, accessori e bigiotteria.

Nella foto in alto sono quello con la giacchina azzurra strafashion! Ringrazio la mamma dell’Andrea per lo scatto e l’Andrea per l’invio delle immagini.

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http://danielcolm.blogspot.com/2008/07/sfilata-di-trame-di-storie.html

Checcavolo è ’sto “Scordium”?

Marino mi ha preso per mano. Mi ha fatto sedere e come farebbe un buon padre di famiglia me l’ha spiegato che cavolo è sto "Scordium". Io, ovviamente, non ci ho capito un bel niente. Sembra però sia una particolare pianta che qui dalle nostre parti cresce solo a Polpenazze. Ovviamente io non posso credere […]

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http://blog.zuin.info/?p=803

Noi

Tempo fa girava una mail con un elenco di cose, situazioni, personaggi e altro della generazione dei nati negli anni settanta. Ecco il testo rivisitato in questo fantastico video che rende disponibile anche le immagini per aiutare a ricordare meglio e a rivivere il tutto. Che nostalgia e che verità. Mi ritrovo in tutte le […]

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http://marcorizzini.wordpress.com/2008/07/17/noi/

Figli di un doh! minore

Questo post è incredibilmente lungo…ma coraggio, ce la potete fare!

Chi ha visto gli anni ’90 e i 2000 non può aver fatto a meno di notare il fenomeno dei cartoni satirici americani, i “figli dei Simpson”, per capirci meglio. Io sono dell’84, quindi potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ma non ricordo nessun cartone precedente che si proponesse come scopo non tanto raccontare storie quanto impegnarsi in una critica a più livelli della società contemporanea. Dite che fanno ridere? ma certo che fanno ridere, il ridicolo è uno degli espedienti più efficaci per far risaltare qualcosa, e i tre cartoni meglio riusciti di questo filone sono conosciuti soprattutto per come riescono a rappresentare il ridicolo; mi riferisco a “i Simpson”, “i Griffin” e “South Park”. Ora, credo che la diatriba su quale di questi cartoni sia il migliore risulti un po’ sterile (e forse, a suo modo, la preferenza per uno di questi tre è indicativa di qualcosa), tuttavia cogliere le differenze tra i tre è piuttosto facile. “I Simpson” è venuto per primo, e sconta più degli altri due la vicinanza alle vecchie tipologie di cartone animato (anche se è stato rivoluzionario), la satira è abbozzata ma mai troppo sviluppata (non si va molto al di là dei personaggi stereotipati) e il vero succo di ogni puntata è il suo svolgimento (battute, gag, dipanarsi dell’intreccio…); rimane in memoria più una frase tipica che la trama di una puntata. “I Griffin” si discosta molto dal suo “padre”, puntando sul surrealismo spinto; gli stessi personaggi non sono più quell’accenno di grottesco (velato troppo frequentemente di spessore umano) che erano nei Simpson, ma decisamente surreali. La satira, nei Griffin, è demandata a battute caustiche e all’immancabile utilizzo degli stereotipi, e nel cambio surreale per grottesco se va persa un po’ dell’efficacia critica si guadagna però in comicità, e “i Griffin” è probabilmente il più divertente dei tre.

E veniamo finalmente all’oggetto di questo post, ovvero South Park (come si sarà capito, il mio preferito dei tre cartoni animati). La prima cosa che si nota è l’assenza totale di freni inibitori da parte degli autori, sia nel linguaggio (che in Italia nelle prime serie è stato censurato con eufemismi vari, come “figlio di sultana” “fatevi un clistere” ecc…), che nei temi trattati e nella maniera in cui vengono trattati, trattati male s’intende. Non ce n’è per nessuno in South Park, è una gigantesca operazione di messa in ridicolo del mondo a partire da una serie di personaggi uno più grottesco dell’altro, e gli stessi stereotipi sono in realtà la trasfigurazione grottesca di loro stessi poichè vengono caricati oltre il consueto, ed esplodono a contatto con gli altri elementi della storia in deflagrazioni che gli altri due cartoni si sognano. Non c’è spazio di redenzione in questa serie, nessuno impara mai niente dai propri errori o da quelli altrui (la morale di fine puntata è farsesca, una presa in giro anche abbastanza esplicita), nè sembra mai esserci qualcosa da imparare dalle vicende degli abitanti di South Park. Ed è proprio eliminando questa idea della conclusione didattica di ogni storia (di cui i Simpson abusano spesso) che la serie si permette di giocare non tanto sullo svolgimento della trama, quanto sulla trama stessa. Solo in South Park si può irridere la Chiesa Cattolica rappresentando un prete che, preoccupato dalla pedofilia diffusa tra i pastori, arriva in Vaticano e scopre che in un antico codice vaticano la pedofilia è prescritta, una delle delegazioni cattoliche viene da un pianeta alieno e tutti in realtà adorano una grande regina ragno. Solo in South Park a un certo punto i neri della città (ovvero Will Smith e altre celebrità invitate a vivere lì dall’unico bambino nero, e ricco, della scuola) vengono “discriminati” in quanto ricchi e costretti a sedere sui posti in prima classe degli autobus (nel finale rocambolesco gli abitanti di South Park, per scacciarli, si vestiranno con dei costumi da fantasma identici alle divise del Ku Klux Klan). Solo in South Park il maestro Garrison può diventare (in più puntate) prima gay, poi donna, poi lesbica e infine di nuovo uomo. È la trama stessa, in South Park, a essere il nodo centrale della puntata, e lo svolgimento il pretesto per raccontarla.

Questo non vuol dire però che non ci siano state delle scene memorabili completamente slegate da necessità di trama, anzi, ma queste sono fruibili da un pubblico più ristretto rispetto agli altri due cartoni. Per questo forse è più adatto a un pubblico adulto, non tanto per la volgarità (non credo che possa davvero insegnare qualcosa che i ragazzi non sappiano già), ma perchè il linguaggio e l’umorismo sono di stampo decisamente satirico, complesso da apprezzare appieno. Questo significa rimandi costanti alla corporeità (uno dei personaggi più azzeccati in questo senso è Mr Hankey, la cacchina di natale, un’escremento che porta i doni a chi ha una dieta ricca di fibre), assoluta mancanza di rispetto, libertà totale nel deformare la realtà (memorabile la puntata in cui l’attore Christopher Reeve recupera l’uso del proprio corpo grazie alle cellule staminali, assimilate succhiando feti) e via dicendo. Ci vuole stomaco, a volte, e più spesso semplicemente capacità di prendere alla leggera le proprie credenze (è impossibile non essere uno dei bersagli del cartone, prima o poi tocca).

E veniamo ai personaggi. I quattro personaggi principali sono Stan, Kyle, Eric e Kenny, a loro si aggiungono via via altri ragazzi e da subito sono presenti tutti gli altri abitanti di South Park, alcuni dei quali rappresentanti di una categoria (il poliziotto gonzo, il sindaco arrivista, il ristoratore cinese tuttofare), altri maggiormente dotati di una propria individualità (come l’incredibile Chef, tombeur de femmes e grande cantante, una specie di padre spirituale dei ragazzini). Il mio preferito è Kenny, non tanto perchè muore ad ogni puntata (fino alla quinta serie) o perchè è il più sboccato di tutti (nella sigla iniziale, mentre gli altri cantano parole di benvenuto nella cittadina, ci delizia con un “A me piacciono le ragazze con la vagina grande e le tette grosse”), quanto per il suo inarrivabile cinismo. Kenny è un bambino di 8 anni che quando la madre di Kyle spiega ai ragazzi come funziona una sindrome piuttosto impressionante di cui soffre l’infermiera scolastica, ovvero l’avere un gemello siamese nato morto attaccato alla guancia sinistra, mentre tutti gli altri se ne vanno disgustati dalle immagini presenti sull’enciclopedia medica lui la indica e ride!. Kenny è un bambino povero, figlio di un alcolizzato e di una madre violenta, e muore ogni puntata (e ad ogni puntata è consapevole che deve morire, tanto che esulta alla fine dell’unica della prima serie dove questo non succede); e come reagisce? mettendo in ridicolo il mondo! per questo è un personaggio incredibile, ed è probabilmente l’elemento più potenzialmente distruttivo, più dissacrante del cartone.

Degli altri personaggi ci sarebbe da parlare per ore ma forse sto già scrivendo troppo, meglio stringere. Stan e Kyle sono i protagonisti, e in qualche maniera ne sono la deriva grottesca. Sono i due personaggi più intelligenti e logici, spesso servono a tradurre nella semplicità tipicamente fanciullesca le complesse istanze del mondo adulto, ma il più delle volte questo porta a una banalizzazione che è il rovescio della realtà, il suo lato comico (il comico è il tragico visto da lontano, spesso). Eric, la nemesi di Kyle e a ben guardare anche di Stan, è invece il cattivo per eccellenza messo da questa parte della barricata. Mosso unicamente dai propri interessi anche nello scegliere le amicizie, Eric è il prototipo del Grande Cattivo hollywoodiano, e tuttavia nel mondo di South Park è dalla nostra parte (e anzi, spesso ci troviamo a parteggiare per lui), il messaggio se ci pensate è abbastanza chiaro. C’è poi, come già detto, una lunghissima schiera di personaggi secondari, semiprincipali, comparse ricorrenti e comparsate una tantum che meriterebbero un trattato e non un solo post. Ma credo che per ora, se siete arrivati fino a qui, posso smetterla e lasciarvi guardare in pace qualche puntata.

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http://paguropagano.blogspot.com/2008/07/figli-di-un-doh-minore.html

Scindapsus aureus

Sono riuscito a documentare con due foto (e altre 10 sfocate) la nascita di una foglia della mia aracea Scindapsus aureus. Non che ciò richieda grandi doti. In fondo le foglie in fase di nascita non è che si muovano troppo. E non è neanche un grande vanto l’averle fatte nascere visto che questo tipo di pianta è in grado di crescere in piena salute anche se la si prende a bastonate dalla mattina alla sera… del giorno dopo.

Visto che però ho fatto lo sforzo di sedermi a terra per fare la foto, mi sembrerebbe un eccessivo spreco di energie se adesso non pubblicassi le immagini.

Tra l’altro si noti come la foglia si sviluppa nel ramo di un’altra foglia in parallelo e poi si stacca partendo dal centro rimanendo inizialmente attaccata con il proprio rametto e con la punta. La foglia da cui nasce è la più nuova, il che implica che la pianta cresce in lunghezza senza mai diramarsi. Sarebbe, infatti, una pianta rampicante anche se le dimensioni della mia non le permettano ancora di arrampicarsi da nessuna parte.

Ho pure scoperto che sia l’Epipremnum aureus (sinonimo per il Scindapsus aureus) che la Zamioculca Zamilifolia sono entrambe della famiglia delle aracee. Visto che ne ho già due potrei inziare a collezionarle. Secondo Wikipedia le aracee comprendono 2000 specie divise in 106 generi.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://danielcolm.blogspot.com/2008/06/sono-riuscito-documentare-con-due-foto.html