Tag: Giovani

RITI DI PASSAGGIOPercorsi dedicati all’adolescenza

Riti di Passaggio è una serie di proposte per ragazze e ragazzi dai 17 ai 23 anni, un percorso dedicato al periodo di profonda trasformazione che è l’adolescenza. L’iniziativa è dell’Associazione Giovani Arco, e si terrà dal 18 agosto fino alla conclusione del 13 settembre. Un percorso esperienziale, fisico simbolico e psicologico di cinque […]

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Lavorare meno, Guadagnare meno, Essere più ricchi

Durante gli incontri ed i dibattiti cui partecipiamo per discutere i temi del PIL superfluo e della cultura del BIL, ci capita spesso di trovare forti resistenze attorno a questo concetto.
Solitamente ci si fa notare che gli stipendi sono già bassi, e non si riesce ad arrivare a fine mese (tendenzialmente da parte di chi […]

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Quarto giorno – Camposcuola

Coerentemente al tema di Camelot, oggi nel lavoro di gruppo i ragazzi dovevano scegliere un personaggio famoso in qualità di cavaliere dei giorni nostri. Visto che Dio stesso ha concesso il libero arbitrio, neanche io ho voluto oppormi alla scelta del mio gruppo per Simona Ventura. Durante l’esposizione di fronte alle altre contee con la giustificazione della scelta è scoppiata una piccola rivolta, che il don ha ricondotto alla quiete in seguito. A quanto pare non ero l’unico poco convinto della scelta.

Dopo pranzo mi sono svaccato nobilmente al sole su una panchina per riposare un poco le mie stanche membra e subito delle ragazzine hanno notato una minore densità di capelli all’altezza del mio sincipite. In realtà hanno confuso la mia rosa dei capelli con un’imminente calvizia. Naturalmente questo è rimasto il tormentone della giornata, nonostante fosse stato smentito dopo poco quando una saggia ragazzina ha riconosciuto di cosa si trattava facendo seguire un’analisi del cuoio capelluto degli altri ragazzi con i capelli corti.

Segue l’intervento di Agnus:
«In realtà Daniel sta diventando pelato, per colpa del suo letargo a Bozen. Le preoccupazioni per la casa, il troppo studio, l’ansia pre-esame, le troppe guide al Duomo stanno contribuendo allo sfoltimento della sua “caelanda”. Ovviamente il giovane ventenne mai si azzarderebbe a distruggere la propria immagine pubblica dicendo di essere pelato, soprattutto qui al campo dove il ruolo a lui assegnato è quello del Lancillotto… Inoltre il confronto con Trzi [altro animatore, ndb], l’uomo dalla folta criniera, lo distrugge psicologicamente.
Dopo pranzo i ragazzi si sono incontrati in assemblea con mago Merlino che ha spiegato loro le beatitudini, in gruppo poi i fanciulli hanno dovuto compilare una sorta di Totocalcio chiamato Totobeati in cui vi erano varie affermazioni che potevano essere vere, false, entrambe vere o false. Se questi ci azzeccavano e facevano solo 2 errori per beatitudine avevano la possibilità di ricevere dall’animatore una ciotola in cui vi era del tè, al posto di una altra ciotola contenente olio.
Per mostrare loro che avevano vinto il Barone del gruppo mescolava la pozione magica con l’acqua della vita, donata ad ogni clan dal Mago Merlino. I ragazzi così vedevano che il tutto si amalgamava perfettamente.
Le ciotole dei vari gruppi sono state portate al don che, in modo plateale (almeno credo, visto che in quel momento io son andata in bagno), le ha girate in modo che i ragazzi vedessero che otto ad ognuna vi era un pezzo di indicazione che avrebbe condotto i giovani al Santo Graal.

Conclusa la celebrazione tutti insieme appassionatamente siamo partiti per andare alla Malga Ringia dove Giò (il templare) [altro animatore, ndb] e l’Ale [altro animatore, ndb] hanno presentato tre calici che rappresentavano le virtù teologali: Fede, Speranza e Carità. Ovviamente alla domanda “quale delle tre è la più importante?” i pargoli hanno cannato di brutto dicendo prima la Fede poi la Speranza e infine, meno male che di opzioni ce n’erano solo tre, la Carità.
Giò ha poi spiegato il perché della scelta. Il tutto è avvenuto sotto la pioggia dopo aver fatto merenda; finito di piovere ci siamo incamminati verso casa dove tutti, o quasi [argh!, ndb], hanno fatto la doccia.

In un momento di sciallo mi sono messa amichevolmente a chiaccherare con i miei cari amici Daniel e Trzi, mentre Luca.T ci salutava dal campo da calcio.
Durante la nostra discussione Daniel ha dimostrato di essere un crucco al 100% dicendo di interessarsi solo di alcune persone, compiendo una sorta di selezione naturale. Gli manca proprio l’ “I care” [mah, ndb].
Bon… La nostra discussione è stata interrotta dall’arrivo di gentili fanciulle che hanno rotto le balle al povero D, la campana ci ha poi chiamato per andare a magnà. Durante la cena ha cominciato a piovere di brutto ma fis proprio [ovvero “molto”], obbligandoci a sostituire la preghiera sotto le stelle con quella di domani sera. Enrico e Matteo [altri animatori, ndb [eravamo in 9, ndb]] hanno condotto il primo quizzone del campo per intrattenere i giovincielli mentre alcuni animatori si riposavano in cucina. Il gioco ha avuto un discreto successo anche se alcuni hanno dimostrato di non saper manco mugugnare una canzoncina da far capire ai compagni. Va beh…

La giornata s’è conclusa con la benedizione del don, i ragazzi son andati a letto e gli animatori in cucina per organizzare la giornata di domani per una sana partita a briscolone.
amen.»

[I commenti del titolare del blog sono nelle parentesi quadre nelle ndb – note del blogger. Naturalmente si dissocia quasi da tutto se non dai fatti puri descritti. La foto da mettere a inizio post è in corso di approvazione dal soggetto]

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BioRitmo 2008

Da Venerdì 4 luglio a Domenica 6 luglio nel  centro storico di San Felice del Benaco (Bs) si terrà la seconda edizione di «BioRitmo, agricoltura biologica e ritmo musicale». Sono queste le parole d’ordine dell’iniziativa che quest’anno coinvolge anche alcuni tra i migliori ristoranti di San Felice.
Nella sola giornata di Venerdì […]

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Arriva Umberto!

Aaaahh, ah ah ah ah.
Arriva Umberto – Eccomi qua! -,
il fratel Umberto – Aah ah -,
direttamente qui dal varietà.
Irresistibile, irrefrenabile – Oh oh oh -,
chissà che cosa ci racconterà – Mah?!? -.
Stasera qui con noi, a routa libera per farci divertire a più non posso.
Arriva Umberto – Eccomi! -,
con la sua orchestra – Eccoci!
per trasformar la sera in una feeeesta, in una festa, in una festa.
Ehi, ragazzi, sentite qua: Prrrrr -. Ah ah ah ah.
Irresistibile, irrefrenabile, tu sì della risata sei il campione.
Arriva Umberto – Sono qua -,
col suo furgone – brum brum
ripieno di allegria e di felicità, E ne ho in serbo altre fortissime!
Felicità, felicità, felicità

Ci pensa lui al dialogo, non vi preoccupate voialtri, orfani del Partito Democratico vecchia maniera. Più credibile della Carfagna alle pari opportunità (ma non quanto lo sarebbe Sbirulino all’istruzione, per fare un confronto), il ministro alle Riforme si propone come paciere tra Berlusconi e Veltroni nel nome di un federalismo fiscale che sarebbe ora di fare, a sentir lui. Non mi fa piacere dire “te l’avevo detto” (anche perchè mi hanno insegnato di non dare confidenza ai tipi loschi), ma l’avevo detto tempo fa che il federalismo se lo scordavano i leghisti, per il semplice motivo che l’Italia (e a questo giro nemmeno Berlusconi) non se lo può permettere. Per questo motivo si è insistito tanto sui temi forzatamente correlati di sicurezza e immigrazione: andavano costruiti obiettivi più urgenti e facilmente spacciabili per in via di risoluzione (il pugno di ferro tira e tirerà sempre, elettoralmente parlando).

Ora, era prevedibile che pure Bossi prima o poi si sarebbe accorto di essere preso per il culo, ma Umberto questa volta ha tutta l’aria di chiedere il bis. Anche perchè lo scivolone dell’altra settimana sui rifiuti campani che verranno accolti (oggi ad ogni modo smentisce) dalla Lombardia tradisce una certa familiarità col modo arcoriano di fare: grandi proclami e soluzioni grossolane ma roboanti sui temi più sensibili e sulle promesse elettorali più complicate da mantenere basso profilo e compromessi. Per i più attenti non c’è molto di nuovo sotto il sole, questa volta i leghisti stanno solo durando un po’ di più prima di scoppiare come fecero nel ’94, quando erano più giovani e incazzati. O forse dovevano semplicemente far ancora presa del tutto su un elettorato presso il quale, fino a pochi giorni fa, erano visibilmente convinti di non rischiare il minimo dissenso.

Per ora erano corsi ai ripari in maniera al solito un po’ caciarona ma efficace, ma la svolta dialogante di Bossi potrebbe rivelarsi un passo falso. Se arriveranno alla fine della legislatura senza il federalismo e con una posizione più ammorbidita nei confronti della sinistra si faranno cannibalizzare dai tanti piccoli gruppi regionali (vi ricordate il Progetto Nord Est?) sempre in agguato, fino a vedere decisamente ridimensionata la loro presenza in parlamento. Che , per inciso, sarebbe magnifico. La domanda chiave è quindi: ci sono o ci fanno? o un allegro mix delle due cose?

Probabilmente è la terza opzione, anche perchè sulle effettive intenzioni di questo partito bravo più che altro a cavalcare la tigre ho sempre mantenuto un sano ammontare dubbi.

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Facciamoci male, facciamolo bene

Io oggi volevo parlare dei giovani che pare stiano assaltando il Pd, volevo scrivere qualcosa sulle varie fondazioni, associazioni, pensatoie (preferisco il femminile, pensatoi sembra una cosa seria mentre così fa tanto bovidi che placidamente s’approvvigionano alla stessa vascata di liquami commestibili) che proprio in questi giorni cercano un po’ di dare il proprio contributo un po’ di assicurarsi qualche bottone nella famosa stanza preposta. E invece ho dato un’occhiata all’articolo di Repubblica sulla conferenza di Veltroni a proposito del “buco” di Roma. Non l’avessi mai fatto.

Ora, già programmare la conferenza praticamente in contemporanea allo show di D’Alema è un po’ come dire “vabbè dai, non serve che venite a sentirmi, non me la prendo, davvero” e sicuramente non fa risaltare nemmeno sui media le tue parole. Ma metti che c’aveva solo sto buco, capiscilo, è uno occupato. E invece era proprio lui a non pensare che l’accusa del “principale esponente dello schieramento a noi avverso” di aver creato una voragine finanziaria fosse importante da smentire

“Veltroni aspetta tre giorni prima di rispondere a tono, cioè numero su numero, all’attacco di Berlusconi. “Avrei preferito – dice – far sgonfiare la cosa da sola, come sta accadendo con la certificazione della Ragioneria generale e di Standard and Poor’s, l’agenzia di certificazione dei bilanci…”

Difatti il bollettino della Ragioneria Generale (ammesso che esista) è la mia lettura abituale al mattino, e quelli della Standard and Poor’s hanno un grande risalto mediatico, in fondo posseggono tre televisioni. Ah no, è vero, quello è Berlusconi. Ma Veltroni è davvero convinto che basti professarsi bravi e onesti perchè la gente ci creda? io credevo fosse più questione di controbattere colpo su colpo e far rimangiare le sparate ai mistificatori. Veltroni no, lui crede nella fiducia della gente, fiducia che sinceramente non ricordo quando avrebbe guadagnato. Fatto sta che sono passati tre giorni e lui dice la sua quando ormai l’idea “Veltroni amministra male i conti” si è cristallizzata in buona parte dell’opinione pubblica, e hai voglia ora a metterla in discussione.

Ed è solo l’ennesima conferma di quella che se Veltroni fosse un giovincello chiamerei ingenuità, di cui l’altro esempio principe è il fiorire delle paracorrenti all’interno del Partito Democratico contro il quale non fa (o non può fare?) niente. Niente a parte affermare che “la leadership non è in discussione”, come se bastasse dire le parole magiche per sistemare la situazione (peraltro a questo punto potrebbe provare con abracadabra). Io non vorrei passare per il disfattista, ma se non si comincia a dare una forma a questo partito non si andrà da nessuna parte, e Veltroni non ha fatto ancora un passo in questa direzione. Oltre alle belle parole, s’intende.

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Fedeli alla linea (la linea qual è?)

Ma poi, c’è davvero bisogno di una linea? non dal punto di vista degli elettori (che gradirebbero, mi fanno sapere), ma da quello di chi deve effettivamente tenere assieme il vecchio Ulivo riverniciato. Oddio, sembro Cicchitto, facciamo che mi fermo, respiro e riprendo a capo.

Anzi no, vado avanti imperterrito e se mi riesce comincio pure una bella polemica (poi equilibrio con un post contro Cicchitto), in fondo non li ho votati proprio perchè volevano far fuori la componente “mancina”, e in parte è il tema di oggi. Per quale motivo la somma algebrica di Margherita e DS (più o meno l’opinione espressa oggi da Rutelli) deve dare per forza sinistra DC? voglio dire, c’è una spiegazione seria? non mi serve per forza uno scienziato, mi basterebbe una voce unificata che dal Loft scendesse tra noi comuni mortali e portasse il Verbo (meglio cominciare a utilizzare termini adeguati), se saranno perle ci sforzeremo di essere meno porci, promesso. E se non ce la faremo perderete qualche voto ora, ma alla lunga la chiarezza paga, perlomeno a sinistra.

Intendiamoci, anche a me piace sentirmi definire “progressista” e la “grande casa di tutti i partiti democratici mondiali” sembra davvero un posticino accogliente, ma prima o poi la differenza tra politica e letteratura va compresa. Se il PD si vuole spacciare per partito di sinistra deve stare nel Partito Socialista Europeo, non c’è molta alternativa, o quelli della Margherita non lo sanno di stare a sinistra? A un certo punto dovranno pur capirlo, e sennò che si staccassero e se ne andassero con Casini, tanto per prolungare ancora un poco la sua agonia. Seriamente, si potrebbe anche fare a meno di loro, e l’emorragia di voti la si recupererebbe in un paio d’anni (senza contare che un’alleanza per le elezioni la si può sempre fare e non cambierebbe molto da ora).

Ma non è tanto questo il motivo principale del mio rifiuto attuale per il PD (in futuro chissà, per ora mi sono iscritto alla Fondazione Daje su Facebook), quanto quell’insopportabile aria da primi della classe. Al grido di “noi siamo i buoni” si finisce per perdere, anche perchè non è solo snob ma soprattutto ingenuo: perchè non dovremmo avere con noi anche qualche “cattivo”? Perchè non possiamo avercela visceralmente con i capitalisti, i grandi ladri, i bigotti, i reazionari?. Dov’è finita l’energia che la classe operaia e i giovani trasmettevano al partito? (io sono dell’84, queste cose le ho più che altro lette in giro). Si capiva che il dialogo non lo si può assicurare sulla fiducia solo perchè “sarebbe bello”: ci sono tempi per il dialogo e tempi per la lotta, sbagliare questa valutazione significa condannarsi ad essere inefficaci, e il motivo per cui non ho votato Pd è che sapevo quale strada avrebbero imboccato, l’avevano addirittura annunciato. Ora, superati persino dalla Lega in quanto a capacità di fare opposizione, se ne accorgono anche loro proprio mentre riemergono antichi problemi che ne minano l’efficacia.

Senza contare la famosa “anima cattolica” del Pd, che come tutte le anime cattoliche il confronto tende a evitarlo il più possibile con pretese di comuni radici cristiane (cristiano a chi? vade retro) che dovrebbero far partire il supposto confronto da un punto molto vicino al loro. E il bello è che c’è ancora chi gli va dietro! voglio dire, dichiararsi anticattolici sarebbe una cazzata, ma spacciarsi per laici in certi casi è quasi un crimine. Ma dove intende andare il Pd con personaggi come Rutelli al seguito? ci sono anche personaggi maggiormente ragionevoli come la Bindi, io darei a loro le chiavi della cattolicità PD, se proprio non possiamo farla sparire (sempre tenendo conto che questo non significa diventare anticattolici). Sarebbe anche ora di schierarsi con forza su temi sgraditi alla Chiesa ma importanti per fare qualche altro passo verso una società migliore, o il PD vuole interpretare il lato (già coperto a destra) del cristianesimo più bigotto e appiattito sulle posizioni della Chiesa? un partito sinceramente progressista dovrebbe invece rivolgersi alla consistente parte di cristiani più o meno critici nei confronti del Papa (e non solo a loro, si spera).

Ma poi questi sono tutti discorsi che si scontrano con la realtà delle persone che lo dirigono, questo PD. Io ci provo anche a scrivere righe e righe su come cosa quando, meglio di me fanno tanti altri più bravi e più letti…ma poi uno pensa un attimo a chi sarebbe l’interlocutore e gli viene in mente D’Alema. Non so voi, ma a me pensare a D’Alema sfianca, mi sento come Sisifo, condannato a una pena tanto faticosa quanto inutile. I casi di Marta Meo e Scalfarotto, emersi questi giorni alla vigilia della fantomatica superassemblea, e le sporadiche rivelazioni sui minitramacci delle branche locali del PD che arrivano via Zoro sono solo l’ennesima conferma della situazione di cui D’Alema è il simbolo principe: una massa di personaggi più o meno competenti (soprattutto meno) che tiene saldamente le redini della nuova macchina da voti. Io non vedo da dentro la questione (non ditelo in giro, ma mi è venuta voglia di provare a infilarmi in qualche sezione bolognese), ma non capisco proprio come si possa uscire dal pantano. Ma sono pronto a dare una mano, giuro! dovete solo farmi capire come.

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