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Come loggarsi in automatico senza richiesta della password con SSH

E’ molto semplice, la cosa principale è che computer locale e computer remoto contengano nella cartella nascosta

/home/user/.ssh

lo stesso file di nome authorized_keys

 

  1. Create a public ssh key, if you haven’t one already.
    Look at ~/.ssh. If you see a file named id_dsa.pub then you obviously already have a public key. If not, simply create one. ssh-keygen -t dsa should do the trick.
    Please note that there are other types of keys, e.g. RSA instead of DSA. I simply recomend DSA, but keep that in mind if you run into errors.
  2. Make sure your .ssh dir is 700:
    chmod 700 ~/.ssh
  3. Get your public ssh key on the server you want to login automatically.
    A simple scp ~/.ssh/id_dsa.pub remoteuser@remoteserver.com: is ok.
  4. Append the contents of your public key to the ~/.ssh/authorized_keys and remove it.
    Important: This must be done on the server you just copied your public key to. Otherwise you wouldn’t have had to copy it on your server.
    Simply issue something like cat id_dsa.pub >> .ssh/authorized_keys while at your home directory.
  5. Instead of steps 3 and 4, you can issue something like this:
    cat ~/.ssh/id_dsa.pub | ssh -l remoteuser remoteserver.com ‘cat >> ~/.ssh/authorized_keys’
  6. Remove your public key from the home directory on the server.
  7. Done!
    You can now login:
    ssh -l remoteuser remoteserver.com or ssh remoteuser@remoteserver.com  without getting asked for a password.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Notizie-dal-web/come-loggarsi-in-automatico-senza-richiesta-della-password-con-ssh.html

Hed Kandi music blog

Un nuovo blog sulla blogosfera blogspot.

 www.hedkandi-music.blogspot.com

Una raccolta di immagini, link e tutto quanto riguarda l’etichetta discografica Hed-Kandi.

Alcune segnalazioni riportano direttamente i link rapid-share per il download a scopo valutativo dei dischi in interesse che possono essere comperati anche su negozi Amazon o direttamente dal sito hedkandi.com

Questo sito nasce su segnalazione di un amico che ne ha curato la veste grafica ed i contenuti.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Notizie-dal-web/hed-kandi-music-blog.html

Software per hdr gratis

Qtpfsgui è un software per realizzare immagini HDR a partire sia da diverse esposizioni, sia da dati RAW (Nef per Nikon)

http://qtpfsgui.sourceforge.net/

Alla versione attuale, la 1.9.3 ha implementato l’utilissimo supporto multi-core e gli algoritmi sono implementati in maniera più efficiente.

Qtpfsgui is a open-source software to realize HDR images, starting from different exposures or RAW files (Nikon proprietary NEF too).

Actual version, has a big improvement over the side of efficiency and performance allowing to use multi-core processors.

I reccomend the algorithm described as Fattal: gradient “domain high dynamic range compression”, it’s easy to achieve amazing results!

 

 

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Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/High-Dynamic-Range-Imaging-HDR/software-per-hdr-gratis.html

Trucchi per foto hdr – nikon d90

 2009-06-16 22:01:32

Quanto ho imparato da alcuni shot con la recente Nikon D90 per quanto riguarda la fotografia HDR.

1) Scegliere al massimo un bracketing di 3 scatti, -1 EV, 0 EV, +1 EV.

2) ISO BASSI!!!!

3) Usare il cavalletto (treppiede) o fissare la macchina molto saldamente ad un supporto.

4) Impostare l’esposizione posticipata, abbassa lo specchio prima di scattare ed evita il micromosso.

5) Spegnere il VR sull’obiettivo

6) Impostare lo scatto automatico con 3 scatti ed un ritardo di 5 secondi, sufficienti a far sì che le vibrazioni sul cavalletto di smorzino.

7) Tappare con l’apposito pezzo di plastica il mirino per evitare luce parassita

8) Evitare di fotografare piante, alberi ed oggetti mossi dal vento.

 

Purtroppo la meravigliosa Nikon D90 ha un leggero difetto, il bracketing ha al massimo 3 scatti. A questo si può ovviare con la seguente regol, ricordandosi che una differenza di un EV corrisponde ad uno step di tempo (ad esempio se 0EVcorrispondono a 1/125 @F8, allora -1EV corrisponde a 1/250@F8)

a) Determinare la corretta esposizione per una data profondità di campo ad esempio F8.

b) Se  l’esposizione corretta (si vede dal fatto che l’istogramma è centrato o che, in modalità manuale, nell’esposimetro dentro il mirino la linea fra – e + è centrale) è 1/125 @F8 allora impostare il bracketing ad -1 , 0, +1 EV e scattare 3 foto. Queste 3 foto avranno rispettivamente i tempi:

1/250 —-> -1 EV

1/125 —-> 0 EV

1/60 —-> +1 EV

 

Ecco alcuni scatti fatti nel weekend trascorso in Val Venosta in Alto Adige

c)  E’ facile capire che se si imposta per la nuova serie di scatti, un tempo 1/1000 si avrà (mantenendo il bracketing -1,0,+1)

1/500    —-> -2 EV

1/1000  —-> -3 EV

1/2000  —-> -4 EV

mentre la terza ed ultima tornata di scatti si farà con 

1/30  —-> +2 EV

1/15  —-> +3 EV

1/8    —-> +4 EV

 

Le 9 fotografie risultanti potranno essere fuse in uno splendido HDR con un range dinamico molto elevato

[HDR]Tablà - Schleidertal

[HDR] Lungo la ciclabile della val Venosta - Fiume Adige

[HDR] Clouds over Naturn

Le mie foto sono su Alpidia, la community indipendente per viaggiatori:

http://alpidia.com/presentation/resource.php?id=1866

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ed anche su Flickr

http://www.flickr.com/photos/35478750@N03/

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/High-Dynamic-Range-Imaging-HDR/trucchi-per-foto-hdr-nikon-d90.html

Fotografia HDR notturna

Hdr notturno sulla luna

 

Come scattare fotografie HDR di notte?

E’ difficile, si deve combattere contro il necessario aumento di ISO e quindi rumore ed i lunghi tempi di esposizione che aumentano il mosso.

Ci sono riuscito, questo HDR viene da 3 scatti +1,0,-1, rispettivamente 6″,1/3, 1/5  a @19 ISO 1250 con una nikon D90 montata su treppiede.

Riduzione del rumore a tutta e bilanciamento del bianco per evitare il giallastro dei lampioni al sodio.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/High-Dynamic-Range-Imaging-HDR/fotografia-hdr-notturna.html

Primi lavori con la nikon D90

Bracketing attivo, mano ferma o scatti in RAW.

Per scattare più foto con il bracketing senza tenere premuto il pulsante di scatto basta attivare lo scatto con esposizione anticipata abbassa lo specchio prima, selezionare autoscatto, 3 fotografie e scattare, ovviamente con il bracketing su 3 scatti.

Questo è il risultato:

Giostre a Riva del Garda

DSC_0291_mod

giostre HDR Riva del Garda

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Tutorial-Fotografici/primi-lavori-con-la-nikon-d90.html

Nikon D90

Nuovo acquisto.

 

Subito in mano da una sensazione di compattezza, il telaio non è in magnesio ma la costruzione è ineccepibile. I tasti sono tutti robusti ed il monitor LCD luminosissimo e con una risoluzione di 920.000 pixel è protetto da uno speciale schermo di plastica.

Il sensore da 12 MP e passa è lo stesso della D300, quindi una qualità altissima, migliore anche rispetto alla concorrente Canon 40D. 

Devo dire che il D-Lightning ha il suo motivo d’esserci ed aiuta parecchio nelle situazioni con forti contrasti di luce.

Il menu è semplice ma molto completo, da la possibilità di mettere mano a qualsiasi parametro, addirittura controllare fino ad un gruppo di 3 flash esterni wireless oppure fare il bracketing di D-Lightning, una cosa davvero eccellente.

In dotazione con il 18-105 VR ed una scheda da SDHC Lexar da 4Gb il prezzo si aggira sui 1000 € ma devo dire che li vale tutti, considerato anche che la garanzia Nital è estendibile a 3 anni via internet senza nessuna spesa aggiuntiva!

 

Nikon D90 con il 18-200

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Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Galleria/nikon-d90.html

Come far funzionare Flash Player su Ubuntu 64 bit

Avete provato ad installare Gnash o le varie cose inutili che vi si propinavano come utenti di Ubuntu 64 bit per poter vedere i filmati in Flash?

 

Dimenticate tutto: questa è la soluzione definitiva.

Testa nel sacco, chiudete firefox, aprite il terminale e fate un bel copia ed incolla

 

sudo apt-get remove -y –purge flashplugin-nonfree gnash gnash-common mozilla-plugin-gnash swfdec-mozilla libflashsupport nspluginwrapper

sudo rm -f /usr/lib/mozilla/plugins/*flash*
sudo rm -f ~/.mozilla/plugins/*flash*
sudo rm -f /usr/lib/firefox/plugins/*flash*
sudo rm -rfd /usr/lib/nspluginwrapper

echo “Stopping any Firefox that might be running”
sudo killall -9 firefox

echo “Removing any other flash plugin previously installed:”
sudo apt-get remove -y –purge flashplugin-nonfree gnash gnash-common mozilla-plugin-gnash swfdec-mozilla libflashsupport nspluginwrapper
sudo rm -f /usr/lib/mozilla/plugins/*flash*
sudo rm -f ~/.mozilla/plugins/*flash*
sudo rm -f /usr/lib/firefox/plugins/*flash*
sudo rm -f /usr/lib/firefox-addons/plugins/*flash*
sudo rm -rfd /usr/lib/nspluginwrapper

echo “Installing Flash Player 10”
cd ~
wget http://download.macromedia.com/pub/labs/flashplayer10/libflashplayer-10.0.d20.7.linux-x86_64.so.tar.gz
tar zxvf libflashplayer-10.0.d20.7.linux-x86_64.so.tar.gz
sudo cp libflashplayer.so /usr/lib/mozilla/plugins/

echo “Linking the libraries so Firefox and apps depending on XULRunner (vuze, liferea, rsswol) can find it.”
sudo ln -sf /usr/lib/mozilla/plugins/libflashplayer.so /usr/lib/firefox-addons/plugins/
sudo ln -sf /usr/lib/mozilla/plugins/libflashplayer.so  /usr/lib/xulrunner-addons/plugins/

# now doing some cleaning up:
sudo rm -rf libflashplayer.so
sudo rm -rf libflashplayer-10.0.d20.7.linux-x86_64.so.tar.gz

 

Ripeto copiare ed incollare tutto. 

Riavviare Firefox ed il gioco è fatto, funziona tutto!

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Notizie-dal-web/come-far-funzionare-flash-player-su-ubuntu-64-bit.html

L’effetto Kaye

“Non so fornire spiegazioni su questo fenomeno”.
Questo fu il lapidario commento dell’ingegnere britannico Arthur Kaye quando, nel 1963, notò che facendo colare un getto di shampoo su una superficie piana, per un brevemomento (circa 300 millisecondi) dal liquido che si era già posato sul ripiano iniziava a schizzare un nuovo getto.

 

I primi studi del fenomeno

Quello che fu denominato “Effetto Kaye” era tuttavia altamente instabile, in quanto il getto fuoriuscente –di maggior spessore e di minor velocità di quello entrante- aumentava rapidamente d’inclinazione, fino a divenire verticale ed interferire con il getto originario.

Da allora, il fenomeno è stato sottoposto all’attenzione di numerosi ricercatori; i vari studi hanno portato innanzitutto ad isolarne la veridicità per i soli fluidi non-newtoniani.

Questi fluidi sono piuttosto rari in natura, in quanto aria, acqua, e quasi tutti i tipi di olio sono newtoniani, vale a dire che la loro viscosità rimane costante al variare della velocità; al contrario, per un fluido non-newtoniano, la viscosità sarà diversa a seconda che il fluido sia in quiete o in moto.

L’esempio più comune di questa tipologia è lo shampoo: molto viscoso quando è in quiete, ma diventa più liquido (quindi diminuisce la sua viscosità) quando viene frizionato sui capelli.

In seguito, si e scoperta anche la causa innescante l’Effetto Kaye: il getto in ingresso resta separato dalla pellicola di fluido sottostante tramite un sottilissimo strato di aria (dello spessore di pochi micron); le alte velocità di deformazione createsi all’interfaccia favoriscono una diminuzione di viscosità del fluido; le particelle poco viscose quindi scivolano via dal resto del fluido, creando lo spruzzo (Immagine – 1).

Nel frattempo, il getto in ingresso continua a cadere sempre sullo stesso punto, incrementando le dimensioni del grumo viscoso alla base; aumentando la lunghezza della zona di contatto (costituita dal grumo stesso), aumentano l’intensità del getto in uscita e la sua angolazione, finchè quest’ultimo non va ad interferire con il flusso entrante, interrompendo il fenomeno (in fondo a questa pagin a è disponibile il link al filmato dell’intero processo).

Le ricerche olandesi

Studi successivi condotti nel 2001 da un team di ricercatori olandesi dell’Università di Twente, guidato dal fisico Michel Versluis, hanno portato ad una stabilizzazione dell’Effetto Kaye, utilizzando come superficie d’impatto un piano inclinato su cui scorresse lo stesso fluido del getto d’ingresso.

In questo modo, il flusso in uscita si dirige automaticamente verso la parte “in discesa” del piano inclinato, impattando una seconda volta sul sottile strato fluido; questo a sua volta genera un Effetto Kaye secondario e così via, creando una cascata il cui getto ha una portata via via decrescente (Immagine – 2).

La serie di rimbalzi risulta stabile, in quanto la potenza del getto in ingresso (che, per l’equilibrio, deve essere pari a quella in uscita) non viene più bilanciata solo da quella dell’unico getto uscente, ma da tanti contributi quanti sono i rami della cascata, con una sensibile diminuzione degli effetti dissipativi.

Le ultime ricerche all’università del Texas

Tutto ciò è stato realizzato sempre basandosi su fluidi non-newtoniani, quasi completamente assenti in natura, quindi ottenibili prevalentemente in laboratorio; il mese scorso tuttavia al Centro sulle Dinamiche Non Lineari del Dipartimento di Fisica (Center for Nonlinear Dynamics and Department of Physics) dell’Università del Texas sono riusciti a rimuovere questa limitazione.

Utilizzando una vasca rotante, contenente un bagno di olio di silicone in movimento ed un getto dello stesso fluido, si è dimostrato che anche i fluidi newtoniani possono rimbalzare su una superficie della medesima composizione.

Il getto verticale entra nel bagno, restandone separato da un sottile strato di aria, viene trascinato dal moto circolare del bagno, per poi schizzare oltre la superficie (Immagine – 4). Il tutto ovviamente avviene solo in un determinato intervallo dei parametri controllati: velocità di rotazione del bagno e velocità, altezza e portata del getto.

L’operato dell’Università del Texas ha quindi in qualche modo allargato il fenomeno dell’Effetto Kaye anche ai fluidi newtoniani.

 Immagine - 5 - Matthew Thrasher
Immagine – 4 – Matthew Thrasher ©utexas.edu

Possibili Applicazioni

Le possibili applicazioni proposte sono molteplici, prima fra tutte quella riguardante il campo dei combustibili liquidi, argomento importante, fra le altre cose, in ambito motoristico; la frammentazione di un getto in una moltitudine di schizzi incontrollati (fenomeno visibile anche con la pioggia che cade su una pozzanghera) è sorgente di numerose preoccupazioni, quando si ha a che fare con liquidi infiammabili come i carburanti.

Il gruppo di ricerca statunitense, alla cui testa c’è Matthew Thrasher, considera la scoperta di poter controllare stabilmente un getto per prevenire o incentivare l’unione con il fluido circostante “un nuovo esempio di separazione stabile ed un nuovo esempio di flusso fluido con molteplici stati stabili”.

Esperimento “casalingo”

Nella loro pubblicazione “The Bouncing Jet: A Newtonian Liquid Rebounding off a Free Surface”, Thrasher ed il suo team propongono inoltre un facile esperimento casalingo, realizzabile con una teglia rotonda per dolci riempita di 4 cm di olio da cucina: sarà sufficiente imprimere al contenitore un moto rotatorio ad intervalli di circa 2 secondi, mentre si fa colare dell’altro olio da un’altezza di 3-6 cm, per constatare con esperienza diretta i risultati ottenuti ad Austin – Texas.

 

Fonte:

www.lswn.it/fisica/articoli/effetto_kaye_ed_i_fluidi_newtoniani

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/News-e-curiosita/L-effetto-Kaye.html

Creare una sequenza fotografica

Avete mai visto quelle belle fotografie dove il soggetto è ripreso a vari istanti durante una azione rapida? Sono dette action sequence o sequenze fotografiche.

Ecco non è poi così difficile farle, anche senza treppiede e macchine fotografiche da migliaia di euro…

Basta solo Photoshop ed una buona macchina compatta.

Scattate le foto con tempi brevi tenendo la macchina più ferma possibile, non si deve inquadrare il soggetto ma un punto fisso all’orizzonte, così lo sfondo delle foto sarà sempre lo stesso ed a cambiare sarà solo la posizione del soggetto.

Ora avete n foto a vostra disposizione. In questo caso n=2.

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Aprite la prima, quella del soggetto posto agli estremi della fotografia e seguite questo semplice schema ricorsivo:

0) Apri la foto n

1) Seleziona->Tutto

2) Apri la foto n+1

3) Incolla

4) Livello -> Maschera di livello -> Rivela tutti

5) Nella finestra laterale livelli, selezionare la maschera di livello

6) Prendere un pennello dimensione 100-150 con bordi leggeri ed iniziare a colorare con il colore nero nella zona dove c’è il soggetto n+1

7) Livello->Fondi tutti i livelli

8) Torna al punto 0)

 Beh certo per arrivare però a questi livelli serve una base bella stabile!

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si possono mettere quante foto si vogliono.

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Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Tutorial-Fotografici/creare-una-sequenza-fotografica.html

Tautogrammi?

I tautogrammi sono testi letterari composti di parole che cominciano tutte con la stessa lettera.

Ovviamente dimenticatevi gli articoli e le congiunzioni. Un tautogramma famoso è quello di Eco che celebra la nascita di Pinocchio ad opera del simpatico mastro Geppetto:

 

Palesemente provato penuria, prende prestito polversoso pezzo pino poi, 

perfettamente preparatolo, pressatolo, pialla pialla, progetta, prefabbricane pagliacetto.

Prodigiosamente procrea, plasmando plasticamente, piccolo pupo pel pelato, pieghevole platano!

Perbacco!

Permettetemi proporre personalmente PERBACCO!

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Passatempo/Enigmistica/tautogrammi.html

Scatti HDR in ambienti chiusi

Alcuni scatti in HDR molto suggestivi.

Scusate ma la mia “macchinetta” non dispone di un grandangolare quindi mi sono perso una buona parte della scena…

HDR – Photomatix 3 – Algoritmo Details Enhancer

Le foto sono scaricabili e visitabili da http://picasaweb.google.it/nicolini.carlo/FotoHDR#

Queste due foto sono state scattate con una FinePix S1000FD montata su cavalletto nella chiesa Inviolata di Riva del Garda, un esempio di barocco nel Garda Trentino.

Sono riuscito ad estrarre il sangue da una macchina digitale di non esagerata fattura grazie anche ad un post-processing in PhotoShop CS3, equalizzazione dell’istogramma, livellamento automatico ed altre amenità (segreto professionale).

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/High-Dynamic-Range-Imaging-HDR/scatti-hdr-in-ambienti-chiusi.html

Tramonti

Alcuni tramonti trentini

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Galleria/Tramonti.html

Tramonti

Alcuni tramonti trentini

Suggestivo tramonto sulle colline della ridente country of Povo, sede universitaria della facoltà di scienze, Trento

Tramonto sul Monte Baldo, dalla spiaggia di Riva. Qualche effettino in PhotoshopCS3

Tramonto sul monte Stivo, sopra Arco (TN). Vista sul Lago di Garda

Tramonto sopra il monte Stivo, Arco (TN).

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Galleria/tramonti.html

La (non)fotocopiatrice quantistica

Discorso immaginario fra un impiegato del futuro ed un tecnico di fotocopiatrici:

Impiegato: Buongiorno, ho un problema con la vostra macchina.

Tecnico: Mi dica.

Impiegato: Quando metto un foglio nella fotocopiatrice e premo copia l’originale scompare! Fra l’altro la copia finale è orrenda!

Tecnico: E’ normale.

Impiegato: Ma la vostra fotocopiatrice è inutile allora!

Tecnico: L’ha deciso lei di comprare una fotocopiatrice quantistica…

Ok, lo ammetto. Tutto ciò sarebbe impossibile, però è bello immaginarlo.

Perché il povero impiegato non ha motivo di lamentarsi con il tecnico?

Ovviamente una fotocopiatrice quantistica non potrebbe esistere per il semplice fatto che distruggerebbe il ben noto principio di indeterminazione, infatti sarebbe possibile “clonare” un sistema in diverse copie identiche e poi ad esempio per ogni coppia di copie misurare osservabili coniugate come posizione ed impulso, venendole a conoscere contemporaneamente senza introdurre indeterminazioni nella misura.

Tutto ciò non è possibile, la meccanica quantistica così com’è sparirebbe, infatti un meccanismo del genere trascenderebbe la linearità dell’equazione di Schroedinger (vedi Wooters [1982])

Analizziamo la questione dal punto di vista della meccanica quantistica.

Supponiamo che il nostro documento sia rappresentato da una funzione d’onda \left | \psi \right> e che il foglio bianco sia descrivibile mediante \left | X \right>.

Il nostro dispositivo replicatore dovrebbe comportarsi in modo da replicare lo stato  \left | \psi \right> sullo stato  \left | X \right>.

Quello che vogliamo ottenere è un processo del genere:

\left | \psi \right> \left | X \right> \rightarrow \left | \psi \right>\left | \psi \right>

Quindi per due generici stati ortogonali  \left | \psi_1 \right> , \left | \psi_2 \right> avremo che il sistema si comporterà nella seguente maniera:

\left | \psi_1 \right> \left | X \right> \rightarrow \left | \psi_1 \right>\left | \psi_1 \right>

\left | \psi_2 \right> \left | X \right> \rightarrow \left | \psi_2 \right>\left | \psi_2 \right>

 

 Fin qui nessun problema, sembra che tutto funzioni. Ma se invece di stati puri, mandiamo stati miscela ossia combinazioni lineari di stati puri?

Ci aspetteremo che per uno stato sovrapposizione lineare di due autostati del tipo \left | \phi \right> = \alpha \left | \psi_1 \right> + \beta \left | \psi_2 \right> il sistema dovrebbe fornire un comportamento del genere:

\left | \phi \right> \left | X \right> \rightarrow \alpha \left | \psi_1 \right> \left | \psi_1 \right>+ \beta \left | \psi_2 \right> \left | \psi_2 \right>

Invece (fatevi due conticini) quello che succede è questo:

\left | \phi \right> \left | X \right> \rightarrow \alpha^2 \left | \psi_1 \right> \left | \psi_1 \right> + \beta^2 \left | \psi_2 \right> \left | \psi_2 \right> + \alpha \beta \left \{ \left | \psi_1 \right> \left | \psi_2 \right> \right + \left | \psi_2 \right> \left | \psi_1 \right>\}

Cosa significa tutto ciò?

Semplice, è come avere una fotocopiatrice che copia correttamente solo le righe orizzontali e verticali, distorcendo invece le diagonali.

Questi argomenti sembrano un po’ complessi ma in realtà questa spiegazione è molto semplice e soprattutto attuale. Gli sviluppi recenti della crittografia quantistica si basano infatti su questi asserti.

 

Referenze

J.Griffith – Introduzione alla meccanica quantistica

Wooters, Zureck, Nature 299, 802 (1982

 

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/Meccanica-quantistica/la-nonfotocopiatrice-quantistica.html