Andando a Segesta abbiamo fatto una strada interna che la mappa di google indica come strada normale. A parte un paesaggio splendido tra bassi vigneti, casolari sparsi e campi lavorati, mi ha colpito la strada stessa. Asfaltata per buoni tratti ma di tanto in tanto devastata da buche e sconnessioni…
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Leggendo un pannello nel parco naturale di Monte Cofano, scopro che si tratta di una formazione di roccia dolomitica: sarà per questo che mi ricorda la vista dal rifugio Berti?
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Parafrasando Goethe mi vien da dire “Conosci il paese dove fioriscono le lumache?” (ingrandire la foto per godere lo spettacolo)
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Giulio e le cugine si tuffano dallo sperone
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Avevamo visto questa caletta già nei primi giorni ma sempre affollata. Ora che il pienone è passato ci godiamo gli ultimi due giorni in questo angolo stupendo
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Guardo attonito il teatro di Segesta. Posto in cima a una collina, con un angolo di mare come sfondo e uno studio delle correnti d’aria per cui i 4000 spettatori potessero sentire bene. Ma che gente era questa che costruisce templi e teatri, che pensa al trascendentale e alla cultura?…
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Cicale, caldo e luce. Un tempio a un qualche dio o agli uomini che lo costruirono? Una scultura pagana o un monumento che celebra per millenni la bellezza assoluta?
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Qui si vedono ancora gli acquaioli, non con brocca e carretto ma con le autobotti. L’acquedotto comunale c’è e non ho capito se per qualcuno la cisterna privata sia un backup, so che in alcune case nuove la cisterna risolve il problema dell’impossibile allacciamento all’acquedotto in attesa dell’abitabilità e ,…
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Fa buio presto e la fame si fa sentire: ristorante Taverna di Venere, cominciamo con un antipasto di mare e le immancabili sarde a beccafico
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Volevamo andare a Segesta ma la biglietteria chiude alle 18 (follia con questo caldo) e allora dirottiamo su Erice che al tramonto è di una bellezza unica
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A Castelluzzo una frazione di San Vito ci sono due tappe obbligatorie: alla forneria per il pane fresco e i dolcetti (ne racconterò a parte) e al supermercato della signora Adriana che prepara cose semplici come la ricotta salata o queste olive con la verdura.
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Alla fine di una tranquilla giornata di mare facciamo la strada alta per guardare San Vito al tramonto
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Dopo la parte culturale una sosta d’obbligo per il posto più famoso per una specialità palermitana, il panino con la milza. Via Alessandro Paternostro 64.
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Piove e nell’attesa del padsaggio del temporale visitiamo la Zisa un gioello normanno
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Approfittiamo delle previsioni di nuvoloso per fare i turisti: Monreale, Palermo, Segesta
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