Tag: cultura

rosso di sera… 2008-08-19 10:41:43

Si è conclusa domenica 17 agosto la tre giorni di musica proposta dal Maestro Gerardo Chimini in occasione della seconda Master Class internazionale che si sta tenendo a San Felice del Benaco.
Come già detto il programma chiamato "Concerti di Musica Classica" prevedeva tre concerti. Il primo il 12 agosto nella chiesa di Cisano prevedeva una […]

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PIETRA & CO. Incontro con la scultura di pietra

Per tutto il periodo estivo Sirmione sarà l’affascinante scenario di un’esposizione, ideata dal Consorzio Marmisti Bresciani e curata da Lillo Marciano, interamente dedicata alla scultura. Un’idea maturata dal sogno di valorizzare il mondo della pietra bresciana, che da tremila anni è un’opera d’arte a nostra disposizione: un patrimonio artistico e culturale anche per un futuro […]

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Due modi di vedere le cose

Ci sono sempre almeno due modi di vedere le cose: le “grotte di Catullo”, per esempio, sono storia, cultura, archeologia. Ma se oggi qcuno si facesse una villa come quella direttamente a lago lo chiamerebbero tutti scempio. Due modi di vedere le cose

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“NOTTI DEI MUSEI” al Museo di Riva del Garda

Gli appuntamenti previsti dall’iniziativa “Notti dei Musei” interessano ora, a partire da questa sera, giovedì 7 fino al 20 agosto 2008, il Museo di Riva del Garda le cui sale rimarranno aperte al pubblico durante la ore serali – dalle 20.45 alle 22.45 – per consentire agli interessati di visitare i preziosi allestimenti della Pinacoteca […]

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GIOVANNI SEGANTINI Il Poeta della Luce

Proseguono le iniziative indette dal Comune di Arco, assessorato alla cultura, per celebrare i 150 anni dalla nascita di Giovanni Segantini: l’8 agosto al castello, mentre il 9 e il 10 agosto presso il Salone delle Feste del Casinò municipale arcense,alle 21.30, si terrà lo spettacolo teatrale in due atti di Antonia Dal Piaz:“Giovanni […]

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TOUR 2008 Percorsi turistici alla scoperta del Garda Trentino

Da maggio a settembre, Ingarda Trentino Spa organizza dei tour guidati finalizzati alla valorizzazione delle offerte culturali del proprio territorio.
La zona dell’Alto Garda da sempre conosciuta come meta ideale per una vacanza attiva durante la quale praticare sport outdoor rappresenta, allo stesso tempo, una posizione vantaggiosa per godere della straordinaria bellezza di un paesaggio caratterizzato […]

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Lavorare meno, Guadagnare meno, Essere più ricchi

Durante gli incontri ed i dibattiti cui partecipiamo per discutere i temi del PIL superfluo e della cultura del BIL, ci capita spesso di trovare forti resistenze attorno a questo concetto.
Solitamente ci si fa notare che gli stipendi sono già bassi, e non si riesce ad arrivare a fine mese (tendenzialmente da parte di chi […]

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MUSICHE ALL’ARBORETO Giovedi il terzo appuntamento

Terzo appuntamento con le Musiche all’Arboreto, rassegna musicale proposta dall’assessorato alla cultura del Comune di Arco, in collaborazione con la Scuola Musicale e Ingarda trentino spa, giovedì 31 luglio ad ore 21.00.
Questo terzo concerto, promosso dalla Scuola Musicale arcense, si suddivide idealmente in due momenti: nella prima parte Nicola Brentari (chitarra e voce) con la […]

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Checcavolo è ’sto “Scordium”?

Marino mi ha preso per mano. Mi ha fatto sedere e come farebbe un buon padre di famiglia me l’ha spiegato che cavolo è sto "Scordium". Io, ovviamente, non ci ho capito un bel niente. Sembra però sia una particolare pianta che qui dalle nostre parti cresce solo a Polpenazze. Ovviamente io non posso credere […]

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Ma sarà poi così morale, la questione?

“è come mettere Dracula presidente dell’Avis” (anonimo)

Se la chiamassimo “questione legale?” oppure “questione non si ruba”? quel morale là suona un po’ da anziano nonnino rintronato che bacchetta i suoi nipoti se tornano tardi, e a me fa tornare in mente più che altro condotte assolutamente personali che credo dovrebbero, quelle si, interessare poco agli elettori (preferenze e pratiche sessuali, assunzione di droghe legali, alcolismo fuori servizio ecc…). Con “questione morale” s’intende, solitamente, il pretendere che chi fa il politico sia più “pulito” dei propri elettori, e questo per una questione di principio: a governare devono essere i migliori tra di noi. Suona un po’ platonico, non trovate? Ecco, io invece preferisco Aristotele (e mi rendo conto di far parte di una fazione in questo, ma tantè, credo sia la fazione giusta).

Ve li ricordate Platone e Aristotele? per chi di voi abbia visto la celebre “Scuola di Atene” di Raffaello sono i due personaggi centrali, che non a caso occupano una posizione da protagonisti nell’affresco: da loro in avanti buona parte della storia culturale dell’occidente può essere iscritta senza troppi sforzi (anche se, ovviamente, si fa per semplificare) in una dialettica tra aristotelici e platonici. Prima che qualche collega mi accusi di uccidere la Filosofia (vedo già le vostre dita fremere) preciso che sto solo parlando di una questione di metodo, della maniera in cui si organizza la propria ricerca a prescindere dagli esiti (in quel caso dividere la storia del pensiero occidentale in queste due fazioni si rivela un po’ più pretenzioso). Ma torniamo ai nostri due capoccioni, cosa li rende così speciali? Dopotutto la storia della filosofia greca si articola quasi sempre in rivalità tra personaggi e scuole (cinici/cirenaici, Socrate/Gorgia, stoici/epicurei ecc…) eppure è la loro dicotomia a farsi sentire anche negli autori di epoche successive (e difatti saranno loro i due grandi Maestri del Medioevo).

Partiamo dal quadro e dall’osservazione più classica che viene fatta: quello a sinistra, Platone, indica il cielo mentre quello a destra, Aristotele, fa cenno di rimanere per terra. Ciò che poi si capisce leggendo questi due autori non è che uno si interessi delle cose celesti e l’altro delle cose terrene, ma che interessandosi entrambi delle stesse materie si dotano di strumenti diversi per risolvere i problemi che trovano sulla strada: l’uno (Platone) parte da concetti puri che poi applica al reale, deducendo il mondo migliore che l’uomo può realizzare partendo dai concetti puri migliori che riesce a trovare, l’altro (Aristotele) cataloga il reale per trovarne le regole già esistenti e una volta compresone il funzionamento cerca di delimitare lo spazio di azione umano migliore possibile. Per questo nella riflessione politica, in parole povere, Platone ne fa una questione di principio, e quindi nella sua Repubblica devono governare i migliori e i più saggi perchè sono i più adatti, mentre Aristotele si prende la briga di analizzare le forme di governo già esistenti e di comprenderne il funzionamento e le ragioni, oltre che la possibile deriva.

Torniamo alla “questione morale” e al perchè non mi piace questo nome (e i nomi sono importanti, perchè in una certa misura determinano il significato). Se la questione è: “perchè ci dovrebbe interessare la caratura morale dei nostri politici?” non so davvero cosa rispondere, e questo perchè la parola “morale” evoca in me temi che riguardano tutto tranne l’amministrazione pubblica. Semmai proprio il contrario, dato che morale è un termine che rimanda decisamente alla sfera privata. E della sfera privata degli altri, a me, cosa dovrebbe importare? niente, appunto, a me degli altri (affetti esclusi, s’intende) interessa solo la sfera pubblica (altrimenti si scade nel gossip, che è precisamente l’interessarsi della sfera pubblica altrui). Ragionando da aristotelico non riesco a vedere la questione di principio che ad alcuni sembra un macigno insormontabile, perchè sto ragionando su come si governa un Paese, e nei politici vedo solo dei funzionari, non delle persone. Facendo un salto ulteriore mi renderei conto che ciò che è essenziale è che chi comanda non sia una persona che userà il potere cedutogli dagli elettori (ebbene si, democrazia è anche cedere un bel po’ del nostro potere decisionale a dei rappresentanti) per compiere dei reati o coprire quelli che ha commesso (e assicurarsi l’impunità): non perchè sarebbe scorretto in linea di principio, bensì perchè ogni reato prevede una vittima, e decidendo che alcune vittime non possano essere tutelate io sto trasformando la democrazia in qualcosa d’altro. Oltre a ciò permetterei che alcune persone fossero avvantaggiate nella propria personale vicenda umana, potendo compiere reati preclusi alle altre persone, il che risulta ancora più incompatibile con la democrazia. Questo non vuol dire che non possa essere necessario talvolta assicurare a qualcuno un’impunità, ma sicuramente può esserlo solo in vista di un bene comune (e non del conto in banca di qualcuno).

Per questo io cambierei quel termine, perchè ciò che è imprescindibile è l’immacolatezza della sfera pubblica di chi mi rappresenta in politica, ovvero l’onestà non tanto per una questione di immagine (che potrebbe anche essere vista come parte della sfera privata, in alcuni casi) ma per evitare che acceda alle leve del potere chi è interessato a sfruttarle per i propri fraudolenti interessi personali. Non devo provare gratificazione nel sapere “pulito” chi mi rappresenta, devo invece sentirmi rassicurato da una cosa del genere, perchè non posso pretendere che il voto della maggioranza degli italiani trasformi chiunque in un disinteressato fautore del bene pubblico, nè che alle cariche politiche aspirino solo onesti idealisti intenzionati a salvare la Patria.

Facciamo “questione etica”?.

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Qualcuno pensi ai bambini

“Basta, ora dobbiamo dire due parole ai gestori di internet perchè forse è meglio chiuderla” (Maurizio Costanzo)

La libertà che accompagna da sempre internet potrebbe anche essere un problema, e in parte lo è, ma forse un disegno di legge per cercare di bloccare la pornografia non è davvero una soluzione. Bloccare la pornografia? e come si fa? non si fa, appunto, e allora stupisce che venga preparato un disegno di legge che sanzioni anche abbastanza pesantemente (fino a 5 anni di detenzione) chiunque voglia pubblicare una scena di sesso esplicito su internet. Più precisamente la legge vieta, curiosamente nello stesso capitolo (come se fossero la stessa cosa), sia la pubblicazione di materiale pornografico che la diffusione di messaggi volti ad adescare minori di 18 anni:

Art.1

1. E vietato istituire siti nella rete INTERNET i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente:
a) alla istigazione al consumo, alla produzione o allo spaccio di sostanze stupefacenti;
b) alla istigazione alla violenza e alla consumazione di reati;
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.
2. Chiunque viola i divieti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno
a cinque anni e con la multa da 2.500 euro a 50.000 euro.

Io credevo fossero già quasi tutte vietate quelle attività, quanto tempo mi rimane secondo voi? l’articolo 2 è ad ogni modo più interessante ancora:

Art. 2.

1. Il servizio di polizia delle telecomunicazioni […] vigila sulla liceita e sulla moralita del contenuto dei siti della rete INTERNET accessibili al pubblico, dandone comunicazione all’autorita giudiziaria.
[…] `
3. L’autorita giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete INTERNET i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico.

A me quel “palesemente illeciti o offensivi del buon costume” spaventa un poco. Voglio dire, non intendo essere illecito o offensivo del buon costume per un sacco di tempo ancora, ma sono convinto che il primo passo verso la censura possa anche essere un passo piccolissimo, ma sufficente a cominciare il cammino. Nell’articolo 3 il colpo di scena: l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete INTERNET i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell’articolo 1, purche tali siti siano protetti da appositi codici di accesso, e così via nei capitoli successivi che promettono supporto attivo (corsi e assistenza di vario tipo) a chi volesse “mettersi in regola”, apparentemente gratis e senza modificare i contenuti. A meno che quel parzialmente simili non nasconda un invito a modificare i propri contenuti finchè non diventano autorizzabili, e mi pare plausibile che sia così (se le parole hanno un peso e se conosco i miei polli).

Quindi, questo decreto sarebbe espressione di un bigottismo di ritorno con una spruzzatina di velleità censorie? c’è un’altra possibile interpretazione di questa legge, e vale la pena di tenerla a mente. Forse non tutti tra di voi lo sanno, ma in questo momento state leggendo un sito internet americano. Chiaro, io sono italiano e scrivo (perlopiù) dell’Italia in italiano, tuttavia questo sito è fisicamente in America: in pratica sto gestendo il mio hobby a un oceano di distanza. Faccio l’esempio di questo sito perchè Blogger è lampante per facilità di accesso e flessibilità d’utilizzo, e quindi? quindi questa norma, con tutta probabilità, non farà cancellare nessun sito internet, poichè data la facilità con cui oggi si può ottenere un dominio straniero si tratterà semplicemente di spostare i siti (peraltro forse penalizzando le concessionario di spazio web italiane, ma qui non saprei espormi perchè non conosco bene la situazione). Senza contare la marea di siti stranieri dedicati alla pornografia che sicuramente non verranno toccati da questa norma.

A onor del vero gli articoli successivi parlano anche di corsi per studenti delle superiori e sgravi fiscali ai tenutari di siti culturali, artistici o riguardanti materie di esami o concorsi, ma l’impianto generale della legge serve a poco più che a sparare in aria sperando di far venire giù il cielo. Il motivo? aspettate che arrivi il momento di discutere questa legge e vedrete che bel polverone mediatico si solleverà, e che bella figura farà questo governo con la Chiesa e chi gli ronza intorno, bigotti o opportunisti che siano (senza contare i litigi interni al Pd che si scateneranno).

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Gente con dei problemi: Fabrizio Cicchitto

Nato a Roma il 26-10-1940, laureatosi a 22 anni in Giurisprudenza e specializzatosi poi in Economia, Fabrizio Cicchitto è uno dei personaggi meno controversi dello scenario politico italiano. Più portavoce che essere umano, alcuni biologi lo propongono da anni alla comunità scientifica come l’anello mancante tra l’uomo e il pappagallo. Altri, più prudentemente, lo classificano semplicemente come pappagallo.

Basterebbe anche solo la splendida e purtroppo breve introduzione flash del suo sito a raccontare la pochezza di un personaggio che gli amici chiamano affettuosamente “sfintere del Cavaliere” per via del suo ruolo in Forza Italia. Ma non volendo farci mancare niente andiamo avanti proprio dal suo sito che propone tra i vari programmi del partito (non c’è quasi niente di suo nemmeno sul suo sito personale!) una gustosa rassegna stampa dove troviamo articoli imperdibili come “La rivoluzione culturale di Craxi” (Cicchitto era socialista nella sua vita passata), “Quello stalinismo di ritorno” e “L’Unione Sovietica era più credibile”. Il sito è un po’ in disuso, ma c’è ancora la sezione “filo diretto con il candidato” dove, in teoria, lo si può contattare. Voglio dire, ammesso che qualcuno voglia farlo.

In quello che è una specie di blog, invece, si trovano tutti gli interventi, le dichiarazioni, le interviste…insomma, tutte le imperdibili uscite di questo parlamentare che per genio creativo è stato paragonato a Moccia. Ad ogni modo è davvero difficile scrivere un pezzo comico su una persona che si fa la satira da solo, credo che lo contatterò per protestare. Provate voi a smascherare gustose bugie nelle dichiarazioni di Cicchitto, è troppo facile! dove uno si aspetta di trovarle lì sono. Ad esempio:

Non dimenticheremo mai le condizioni in cui si svolsero le elezioni politiche nel 1996, all’insegna del caso Ariosto e della pubblicazione sul Corriere della Sera di un avviso di comparizione che fu prima comunicato ai giornali e poi all’interessato

Non è vero che lo sapessero prima i giornali (ovviamente), è stato pure spiegato più volte, ma è inutile perdere tempo per spiegarlo a Cicchitto visto che lo sa già benissimo. E continua imperterrito a mentire. In realtà chi mente è Berlusconi, dato che Cicchitto è semplicemente la seconda (terza, quarta…) bocca di Berlusconi, ma non sottilizziamo: anche lui fa parte della strategia tutta arcoriana (ma che cominciano già a copiare in giro) del dire sempre la menzogna, tanto c’è il principio di autorità a giocare a loro favore.

Ma Cicchitto non è solo questo, è anche uno dei rappresentanti dell’ala ex-socialista di Forza Italia, quelli nostalgici di Craxi per intenderci. Credevate fosse impossibile dare del socialista a Berlusconi? ma allora non avete ancora capito come ha sempre funzionato Forza Italia: si prendono dei transfughi di vari partiti orfani della prima repubblica (su tutti Psi e Dc), li si mette a libro paga, si shakera bene e si fa in modo di comandare tutto in maniera verticistica (non mi risulta abbiano ancora fatto un congresso ad oggi). Sinceramente, credete che a Mr B interessi qualcosa della posizione “ideologica” del proprio partito? tant’è che Cicchitto può scrivere un libro come “Il paradosso socialista: Da Turati a Craxi a Berlusconi” e passare pressochè inosservato. In fondo finchè fa il suo lavoro, omologo a quello che faceva Schifani (transfugo Dc) prima di diventare presidente del Senato, è solo di far girare le dichiarazioni che servono al capo. Poi il tempo libero uno se lo gestisce come gli pare.

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Raccontarsela, ma non riuscire a ignorare il calcio

Appena terminata la prima fase dell’europeo, forse non stona se smetto di fare l’intellettualoide noioso e ci scrivo sopra qualcosa (notate che c’è un tag nuovo: “Pianeta bifolchi“, non vi offendete e siatene fieri! di essere bifolchi, intendo), d’altra parte la carne al fuoco è tanta. Credevate che non seguissi il calcio? A parte che sembra obbligatorio per un giovane esemplare di maschio italico (come sembra obbligatorio tifare la nazionale italiana), ho trovato anche per questi europei il mio motivo per farlo: le scommesse. Davvero, non credevo fosse così divertente scommettere sul calcio! peccato solo che io non sia un idiota o continuerei regolarmente, e invece dopo gli europei incasserò la vincita (finora circa 100 euro partendo da 10) e aspetterò la prossima grande manifestazione sportiva per non perdere soldi con singoli eventi, più rischiosi.

A proposito, il trucco sembra proprio essere quello di giocare molte partite con puntate basse ma smanettando con le quote e le scommesse multiple all’interno di una serie di partite collegate (come, perlappunto, in una grande manifestazione). Ad esempio l’altra sera ho giocato in una scommessa Croazia e Germania vincenti e in un altra Croazia e Germania vincenti ma pareggianti nel primo tempo, almeno una delle due era probabile e pagava abbondantemente i costi di entrambe le scommesse, “assicurando” una piccola vincita (in realtà quella sera ho fatto 90 euro). Una serie di piccole scommesse messe in coppia con le loro versioni un poco meno probabili assicura sul lungo periodo un ritorno più o meno assicurato, a patto di imbroccare una delle prime in modo da avere un gruzzoletto da spendere in queste scommessine senza estrarre troppi soldi dal proprio portafogli.

Ma andiamo oltre e parliamo anche di cose che interessano voialtri bifolchi (ormai la fase in cui si poteva scommettere con la sicurezza di uscirne con dei soldi è passata, d’ora in avanti non mi fido), e pure il bifolco che c’è in me, purtroppo sempre più rinnegato in vista di non si capisce ancora bene cosa.

Ma i mondiali li abbiamo vinti giocando così?

Si e no. Di certo non abbiamo giocato solo i supplementari con la Germania in quei mondiali, ma qualcosa di diverso c’era. Per carità, scarpari eravamo e scarpari siamo, ma ai mondiali ne eravamo consapevoli almeno, ed è proprio e su quella consapevolezza abbiamo costruito la nostra vittoria: correndo come degli idioti, sudando, mettendo in campo la voglia di giocare tipica del ragazzino povero che va a giocare al campetto e ci trova il figlio di papà con le nike e il completo dell’Inter. Al mondiale gli avversari li mandavamo a f a n c u l o (o ci mandavamo le sorelle, a seconda): ora i figli di papà siamo noi, e si nota. L’unica speranza della partita con la Spagna sta proprio nel fatto che gli spagnoli sono molto, molto più bravi di noi, e nel fatto che sono i vincitori annunciati (assieme al Portogallo, dai): con un po’ di fortuna i nostri torneranno a essere i giocatori ignoranti che abbiamo visto in Germania, invece che continuare a studiare da primi della classe senza averne le capacità.

A proposito, sto cadendo nel vecchio tranello della prima persona plurale. Esattamente perchè dovrei tifare per la nazionale? no, sul serio, c’è qualche legame metafisico tra me e Buffon o tra me e tutti gli altri italiani quandi ci infiliamo una maglietta azzurra e gridiamo popopopo? Eppure viene dato per scontato. Viene ancora ancora compreso chi non segue il calcio (più compatito che compreso), basta che non si azzardi a vedere le partite o viene automaticamente arruolato tra i supporter della nazionale. E davvero, non ci può fare niente. A meno di tifare un’altra nazionale, ma in tal caso deve esibire il passaporto straniero o rischia il linciaggio (non che sia del tutto al sicuro se lo esibisce).

E nella fallace aritmetica del italiano+partitaazzurro=italianotifaazzurri ci ho visto cadere chiunque, dal più sbrigativo dei supporter da baretto al più colto ed eclettico uomo di cultura, faccio prima a contare le persone che non ci cascano. Perchè dovrei poter scegliere di tifare (come in effetti faccio/facevo) una squadra come l’Inter che è sostanzialmente priva per vocazione di una rappresentanza italiana consistente ma sarei vincolato dall’amor patrio ad amare 23 uomini mediamente stronzi che con me condividono perlappunto solo la nazionalità? Voglio dire, non credo che i giocatori stranieri meritino il nobel, ma i più cafoni (perlomeno tra i Big) sono i nostri.

Misteri della fede, nella Nazionale, s’intende.

Ma allora chi lo vince questo europeo?

Non l’Italia, mettetevi il cuore in pace (e cominciate a scegliere chi tifare). Squadre buone che hanno passato i gironi ce ne sono, squadre che possono vincere qualcuna in più (alla fine quasi tutte possono vincere, se ce l’ha fatta la Grecia), personalmente se mi fidassi punterei soldi sulla Spagna, che è decisamente troppo forte. Tralaltro diciamolo, se vogliamo dare una dimensione simbolica alle grandi manifestazioni calcistiche (non lo farei di mio, ma tanto qualcuno cederà all’irresistibile tentazione) Zapatero e compagnia meritano almeno tre europei e quattro mondiali.

Volete un altro pronostico? la Germania, che sono abbastanza sicuro batterà il Portogallo e planerà facilmente in finale. In effetti è l’unica scommessa che potrei ancora fare, devo trovare un’altra partita da accoppiarci. Non che la Germania sia una squadra particolarmente forte, ma una volta in finale (e fidatevi, in finale questi ci arrivano) non si sa mai.

Voi direte, e perchè il Portogallo no? andiamo oltre:

– il Portogallo non ha ancora trovato un attaccante centrale, e ormai siamo alla barzelletta: cosa vi costa naturalizzare a forza un tedescaccio qualsiasi? un bel marcantonio alto due metri e ignorante come un Bratwurst a cui affidare il compito di mettere in rete qualsiasi palla scagliata da uno dei tanti geni del calcio lusitani ci sarà pure, nascosto in qualche Birreria di Monaco magari. Stonerebbe un po’ con quell’aria da eterni depressi tipica dei portoghesi, ma per una coppa si fa questo e altro.

– l’Olanda non vince perchè…oddio, non sarebbe nemmeno male come squadra, ma finora ha incontrato tre squadre che non sono di certo composte da fulmini di guerra. A occhio e croce non mi sembra all’altezza delle altre, e i migliori giocatori sono reduci da infortuni. E poi c’è ancora Van Bronckhorst sulla fascia, insomma, a tutto c’è un limite.

– La Russia ha pur sempre Hiddink in panchina, ma ci giocano dei comunisti atei materialisti. E a un certo punto un interventuccio divino non guasta, soprattutto quando si è la Russia e si deve giocare contro certe squadre.

Croazia e Turchia fanno a gara a chi fa più ridere, oltre che a chi va in semifinale, mentre dell’Italia ho già parlato e no, non credo davvero che possano ricominciare a pensare da ignoranti. Quando uno diventa figlio di papà lo resta a vita.

Insomma, il calcio il calcio ma poi lo segui lo stesso

Mah, devo dire che belle partite non è che ne abbia viste tante finora (c’è da dire che le più belle, come la rimonta della Turchia, me le sono perse) e grandi stelle pochine. Sarà che l’europeo mi è sempre parsa una versione scolorita del mondiale , ma nemmeno questa volta mi sono entusiasmato nel seguirlo. Sto crescendo io o sta implodendo anche questo sport? Più probabile che stia crescendo io, rigettando forzatamente anche quelle cose buone dell’essere bifolchi, come l’entusiasmarsi sinceramente per un gol.

E mentre decido se questo post è più radical chic o più finto nostalgico, in pratica mentre decido per quale motivo odiarmi, rispondo anche alla domanda sottintesa dall’inizio del post: Si, l’ho scritto per aumentare gli accessi.

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