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Darwin e il suo destino

Personalmente non credo che dottrina cristiana ed evoluzionismo siano così compatibili come dicono certi (se seguite il link trovate un’ottima recensione del libro di Mancuso, “l’anima e il suo destino”). No, non si tratta di ingiustificato odio per l’uomo in bianco e i suoi amici, ma di una considerazione piuttosto semplice: come stanno assieme il finalismo cristiano (il mondo è fatto per l’uomo) e la non-direzionalità dei processi evolutivi? per farla breve, difatti, facendo ripartire da capo il giocattolo della vita non è affatto detto che si otterrebbero gli stessi risultati, e questo perchè i fenomeni biologici sono, a un certo livello esplicativo, intrinsecamente storici (non mi piace parlare di casualità, è un termine che ingenera troppi equivoci). Questo non esclude che si possa coniugare un sentimento religioso con la teoria dell’evoluzione, ma si deve prendere la cosa seriamente e rendersi conto delle implicazioni di tale scelta. A mio parere, un Dio potrebbe eventualmente aver dato una scossa al nulla da cui è scaturito il Big Bang (sono un profano di astrofisica, perdonatemi le imprecisioni) e poi aver deciso di gestire la cosa, pretendere che abbia creato la vita mi sembra un po’ troppo. Ora, vi sembra un Dio compatibile con quello cristiano?

Detto questo, pur accogliendo con discreta soddisfazione l’annuncio che la Pontificia Università Gregoriana, dimostrando una salubre refrattarietà alle teorie dell’Intelligent Design, ha indetto un convegno internazionale per dibattere sull’evoluzione biologica (e secondo la Castellacci è, inaspettatamente ,una cosa seria), rimango un po’ così quando mi capita di leggere delle inevitabili discussioni che stanno montando in casa nostra.

Innanzitutto c’è Mancuso, che vuole riabilitare, oltre a Darwin, anche Theilard de Chardin, un personaggio quantomeno controverso che pur essendo gesuita di mestiere era paleontologo e convinto evoluzionista (secondo Gould arrivò addirittura al punto di partecipare alla frode di Piltdown, dove venne trovato un finto “anello mancante” tra uomo e scimmie, S.J. Gould – “The Panda’s Thumb” 1980), tanto da ricevere addirittura un monitum nel 1962. Non vedo sinceramente perchè la Chiesa dovrebbe farlo, quantomeno fino a che non accetterà la teoria evoluzionistica (per inciso, De Chardin era comunque carente da questo punto di vista, poichè nel cercare di unificare le due visioni accettava un finalismo nell’evoluzione biologica, finalismo che non c’è di fatto). A lui risponde monsignor Facchini, curiosamente anch’egli paleontologo, che di Mancuso rifiuta il recupero di De Chardin ma che come lui ammette una validità scientifica alla teoria dell’evoluzione. Entrambi, insomma, credono che Dio e Darwin possano spartirsi a metà la torta della vita, senza rendersi conto di aver capito poco di entrambi: se da una parte la teoria dell’evoluzione non è compatibile con Dio, dall’altra il Dio cristiano (perchè di questo si tratta, non di un’entità divina qualsiasi) fonda la propria religione su alcuni capisaldi presenti nella Bibbia, un esempio su tutti il peccato originale. Non si può, a mio avviso, conciliare questo Dio con la Biologia moderna senza rinunciare a quei capisaldi prima.

Tuttavia discussioni come queste sono stimolanti da un punto di vista ancora intellettuale, mentre le posizioni riportate nel proseguo dell’articolo spostano lo stimolo decisamente più in basso. In un’escalation imbarazzante, difatti, De Mattei sostiene che Darwin è stato complice inconsapevole delle teorie di Marx e Hitler, la Scaraffia proclama che si devono distinguere le teorie scientifiche dall’uso antireligioso che ne fanno loschi figuri come Odifreddi, e che anzi i cattolici meno legati alla lettera del testo biblico le accettano senza problemi (e senza rendersi conto dell’ipocrisia insita nel non fare i conti con le proprie credenze, aggiungo io), e infine Blondet arriva alla sublime vetta del ridicolo:

«La teoria dell’ evoluzione – dichiara – viene tenuta in piedi dalla corporazione dei biologi, ma è smentita di continuo dalle scoperte della paleontologia e della genetica. Il grande merito degli evangelici americani è stato quello di dare coraggio ai numerosi scienziati che non esprimevano i loro dubbi sulla visione dominante per timore di rovinarsi la carriera. Che poi oggi gli anglicani chiedano scusa a Darwin, si deve a quella smania deleteria del politicamente corretto che sta provocando un enorme smarrimento anche all’ interno della Chiesa cattolica»

Il che, per tono e serietà degli argomenti, mi fa pensare che Libero abbia una rubrica sulla biologia e Blondet ne sia assiduo lettore. Per una volta però voglio essere ottimista, e attendere i risultati della conferenza in programma nel 2009, sperando non tanto che dia il via a un rinnovamento della Chiesa (poco probabile) ma, una volta tanto, a un clima più favorevole al discorso scientifico.

p.s. firmate tutti il manifesto antirazzista, una volta tanto una petizione online ben documentata.

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OMAGGIO A MARIA CALLAS Il pianoforte virtuoso di Liszt

Stasera alle 21 nella chiesa di Santa Maria della Neve di Sirmione andrà in scena un recital pianistico per “Omaggio a Maria Callas” di Federico Gianello dal titolo “Il pianoforte virtuoso di Liszt“.

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Nessuno vilipendi Caino

Ogni tanto uno se lo scorda che in Italia ci sta il concordato, per fortuna qualche solerte pm ce lo ricorda proprio in questi giorni, chiedendo l’autorizzazione a procedere (senza che vi sia stata querela) contro Sabina Guzzanti per vilipendio alla figura del pontefice Ratzinger. Ve la ricordata la grande offesa? La Guzzanti aveva osato prospettare uno scenario post-mortem nel quale il Papa sarebbe finito all’inferno, girone dei diavoli sodomizzanti (pene nel vero senso della parola insomma), un atto così scriteriato che finora solo quel cialtrone di Dante Alighieri aveva osato. Eppure guardate la foto qua accanto, non vi sembra così angelico il piccolo Joseph? pensate che possa mai peccare, anche solo col pensiero? oddio, forse di omissioni ci da un po’ dentro, in effetti, ma se non si è papi per ricevere un occhio di riguardo dai buttafuori del Paradiso, non mi viene proprio in mente un altro motivo.

Ora, se vi sembra che io mi sia limitato a qualche innocente battuta nello sfottere il papa sappiate che, a mio parere, se è punibile la Guzzanti sono punibile anch’io. Non si tratta di chi punire solo chi la spara più grossa, e nemmeno c’è il criterio del perseguire solo chi riceve querela, poichè a meno che Mr B non intervenga l’azione penale è in questo caso obbligatoria. Un vilipendio è, o dovrebbe essere, un’offesa talmente grave da causare seri danni a un istituzione o a un’edificio dall’alto valore simbolico, tali da ripercuotersi in altri ambiti (è il caso, ad esempio, delle opere d’arte). Ora, è sensato applicarlo alle persone? Possiamo pensare che un insulto rivolto al capo dello stato pregiudichi la sua immagine nel mondo e degradi il ruolo dell’Italia? a me sembra un esagerazione dal sapore ridicolo.

Ammettiamo però che qualche nostalgico voglia mantenere un’aura di sacralità sulle cariche istituzionali, e concediamoli pure (cosa che mi pare un po’ sciocca, ma tant’è) di estendere momentaneamente quest’aura anche ai portatori temporanei delle cariche…ma il papa? cosa dovrebbe rappresentarmi il papa? io capisco che sia scortese insultare il capo di una religione, come è scortese bestemmiare o bruciare una bandiera…ma qui stiamo parlando di vilipendio, ovvero di un reato che di per sè richiede, per essere punito, di sospendere ad hoc la libertà di opinione (si, libertà è anche libertà di insultare, uccidere ecc… per questo ogni paese civile ha un sistema giuridico che stabilisce delle limitazioni di libertà ad uso della convivenza sociale), vale la pena di sospenderlo per salvaguardare l’immagine del capo religioso di una fetta decrescente di italiani?

(E tutto questo senza entrare nel merito dell’opportunità di mantenere un concordato con la Chiesa cattolica nel 2008)

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A passo di gambero

Prima o poi doveva capitare anche questa, e difatti proprio pochi giorni fa anche l’ultimo segno dei tempi che corrono è finalmente arrivato: l’assessore alla cultura della regione Veneto ha proposto di rendere obbligatoria l’ora di religione. Le motivazioni sono più o meno le solite, ovvero che l’Italia non può non dirsi cristiana per radici, che studiare la religione cristiana è come fare educazione civica poichè i nostri valori civili sono impregnati di cattolicesimo e via dicendo, per riassumere: una serie di argomentazioni generiche e approssimative che tagliano fuori dalla nostra storia culturale tutto quello che non è cristianesimo (e quindi la maggior parte di essa), per ragioni puramente strumentali (oppure per ignoranza, non si sa mai).

Intendiamoci: è solo il Veneto ed è poco probabile che la cosa vada in porto, ma questo caso fa da cartina di tornasole della situazione italiana attuale, dove le forze che a grande maggioranza governano il paese a livello locale e nazionale stanno dando prova di inspiegabile (per i livelli che raggiunge) sudditanza alla Chiesa. Sudditanza che, credo, nemmeno il Papa si aspettava. Da una parte proseguono il forte osteggiamento nei confronti dei cittadini di religione islamica e la spudorata concessione di privilegi alla Santa Sede (l’ultimo che mi viene in mente è la norma salva-preti, che stabilisce la necessità di avvertire il vescovo per poter indagare un sacerdote), ma questi sono semplicemente situati su una linea di continuità col passato, a vedere bene provengono un po’ dalle “battaglie storiche” leghiste, un po’ dall’eredità Dc che Forza Italia si porta dietro. Dall’altro lato però molte delle politiche e delle proposte (purtroppo anche a sinistra) portate avanti di questi tempi sono legate a un “conservatorismo” (per usare un termine caro a Veltroni) d’altri tempi.

Non si tratta solo di morale cristiana (e quindi preclusione di diritti civili alle coppie omosessuali, per dirne una), ma di semplice e becero bigottismo. Sembra quasi che la Destra, nel tentativo di trovare un’alternativa alla presunta egemonia culturale della sinistra (egemonia che se c’era, e io sono troppo giovane per dirlo, è morta con gli anni 70) dopo essersene semplicemente lamentata per decenni, non riesca a trovare di meglio della piccola parrocchia in cui ci si ritrovava a fare catechesi tanti anni fa. Eppure sono sicuro che ci sarebbe qualcosa di meglio da proporre, a sforzarsi un poco (ma con Bondi e la Gelmini, cosa si può pretendere?). È forse questo il senso delle uniformi, del sette in condotta, dei borbottii contro l’Arte moderna troppo provocatoria e infine anche di pratiche più spettacolari che concrete come il baciamano di Berlusconi e le gare tra i politici a chi si professa più fedele.

Nel frattempo anche quest’anno non si è fatto nulla per inserire adeguatamente l’insegnamento della teoria dell’evoluzione e della figura di Charles Darwin nei programmi scolastici. Non si è ancora arrivati ai livelli americani, dove è sempre attuale la diatriba tra neocreazionisti e scienziati (come ricorda Telmo Pievani in questo estratto pubblicato dall’Espresso, paventando peraltro uno sviluppo simile a breve termine qui in Italia), ma il motivo è semplicemente quello che la Santa Sede finora non si è dimostrata sufficientemente permeabile alla teoria del Disegno Intelligente, pilastro del neocreazionismo. Lasciando perdere, per questa volta, un’analisi del neocreazionismo (basti sapere che si spaccia per “scientificizzazione” del creazionismo, ovviamente senza possedere nessun crisma scientifico), resta la preoccupazione che questa Italia possa riuscire dove la più retrograda America ha finora fallito: ovvero nello sdoganare una visione del mondo vecchia di duecento anni, che giocoforza non sarà solo pesante da vivere per gli sparuti spiriti progressisti rimasti in giro, ma purtroppo anche deleteria per la sopravvivenza di un paese sempre più vecchio e stanco.

p.s. la vignetta completa (segnalata su Pikaia) la trovate qui.

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Il matrimonio di Cristiano

Ieri Cristiano (uno dei miei due soci in DiRete) ha fatto il grande passo. La giornata è stata lunga e calda, ma decisamente piacevole! Stramitico “don Fernando”, il celebrante per il rito cattolico (la cerimonia è stata mista x’ Stefy è protestante). Uno di quei preti che ti fan veramente voglia di andare in chiesa, […]

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OMAGGIO A MARIA CALLAS Sulle note di Beethoven Chopin e Mendelssohn

Alle 21.15 nella chiesa di Lugana a Sirmione tre giovani musicisti renderanno omaggio a Maria Callas con musica da camera del periodo del Romanticismo. Il Trio Werther, 52 anni in 3, propone musiche di Ludwig van Beethoven, Frederic Chopin e Felix Mendelssohn.
Ludovico Armellini, violoncello, Lara Portalone, violino, Leonora Armellini, pianoforte.

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rosso di sera… 2008-08-19 10:41:43

Si è conclusa domenica 17 agosto la tre giorni di musica proposta dal Maestro Gerardo Chimini in occasione della seconda Master Class internazionale che si sta tenendo a San Felice del Benaco.
Come già detto il programma chiamato "Concerti di Musica Classica" prevedeva tre concerti. Il primo il 12 agosto nella chiesa di Cisano prevedeva una […]

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OMAGGIO A MARIA CALLAS Sulle note di Bottesini

Stasera alle 21.15 nella chiesa di S. Maria di Lugana continua la rassegna Omaggio a Maria Callas. Questa sera si esibisce il Duo Riccardo Valdettaro, contrabbasso, e Daniele Rinaldo, pianoforte, con un concerto dedicato a Giovanni Bottesini.

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Sfilata di Trame di storie

Ieri alle 18.00 è stata fatta la sfilata dei vestiti “made in dignity” per citare uno slogan che ho letto nella sala della mostra. Si tratta di vestiti disegnati in Italia e poi prodotti dalla manodopera da cui provengono le materie prime impiegate. La provenienza e lo stile di alcuni vestiti, soprattutto quelli femminili, sono prevalentemente asiatici.

Se dovessi ricevere del materiale più dettagliato, lo pubblicherò in un nuovo post.

I vestiti sono ora esposti fino al 28 luglio nell’ex chiesa dell’oratorio Paolo VI in una mostra chiamata “Trame di storie” organizzata da Il Cerchio di Desenzano, negozio di prodotti equi e solidali. Nello stesso luogo dovrebbe anche esserci l’opportunità di acquistare vestiti, accessori e bigiotteria.

Nella foto in alto sono quello con la giacchina azzurra strafashion! Ringrazio la mamma dell’Andrea per lo scatto e l’Andrea per l’invio delle immagini.

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http://danielcolm.blogspot.com/2008/07/sfilata-di-trame-di-storie.html

Eluana Englaro è il suo corpo

Il caso della Englaro (mi rifiuto di chiamarla per nome, e per fortuna Engly suona troppo male o l’avrebbero usato, manco fosse la cara amica di sempre o, peggio, il cagnolino) si presta a molteplici riflessioni, ma soprattutto richiede che qualcuno getti secchiate di realtà in faccia ai numerosi commentatori che, come sempre in queste occasioni, si buttano a pesce sull’argomento carichi dei propri interessi. Andiamo per gradi.

Per venire incontro alle necessità di molti tra voi non voglio escludere che da qualche parte noi si abbia un’anima (purtroppo non viene mai nelle foto, per rubare una battuta a Denis). Vi vengo ulteriormente incontro credendo a quella storia del Paradiso e dell’Inferno, pertanto: a patto che a voi freghi qualcosa del dove finisrà l’anima della Englaro, sicuramente non passerebbe per suicida, no? quindi sta decisamente per fare il salto di qualità, lasciatela andare.

Bene, sistemati i cattolici più ortodossi (e sinceri) andiamo avanti e cominciamo con le secchiate di realtà: la Englaro ha la corteccia cerebrale narcotizzata. Sapete cosa significa? vuol dire che praticamente non ha più un cervello. Se vi stupite del fatto che apra gli occhi, possa mangiare se assistita eccetera, sappiate che questo non è incompatibile con la perdita totale della coscienza. Totale e senza ritorno, a meno di miracoli divini (ma se non sbaglio nel menù c’è anche la resurrezioneche, ed è persino più scenografica), non ci potrà mai essere una cura, tranne forse la sostituzione cerebrale o un massiccio impiego di (ops!) cellule staminali (sto facendo fantascienza, sia chiaro). A che giova tenerla in vita? Non sta nemmeno vivendo, in realtà, semmai si sta godendo una non so quanto piacevole escursione nel regno vegetale (a proposito, lo dico in anticipo: io non ci tengo). O considerate vivere il ritrovarsi senza coscienza di sè, senza la capacità di riportare alla mente ricordi o elaborarne di nuovi e senza la possibilità di operare delle scelte riguardo al proprio agire? Perchè tutto questo sta “vivendo” Eluana Englaro, e in molti mi date l’impressione di non tenerne conto.

La prima riflessione che questo caso e i suoi commentatori mi impongono è che prima di decidere della vita o della sopravvivenza di qualcuno dovrei sempre conoscere a fondo la sua situazione, per rendermi conto di quello che sto per fare. Chi si prodiga per tenere in vita la Englaro (ho letto di manifestazioni di persone che portavano in giro bottigliette d’acqua) mi da l’impressione di non sapere davvero di starsi battendo per la sopravvivenza di un corpo, e non più di una persona. Un’altra considerazione prima di andare avanti: molti dicono “si, in un momento di debolezza uno decide che non vorrebbe vivere così…ma poi trovandosi in quella situazione…”, ma dicono una scemata, perchè in questa situazione non ci si trova, non si ha più coscienza, se va bene (si fa per dire) si riesce a percepire un po’ di dolore, sicuramente non ad elaborare pensieri e desideri.

E passiamo a fare qualche nome:

Cossiga e Schifani, non hanno niente di meglio da fare che rendersi ridicoli. Sollevare un conflitto di attribuzione se la Corte d’Appello, in mancanza di una legge specifica, interpreta la Costutuzione Italiana è un’azione difficilmente spiegabile, forse un segnale al Papa? ogni tanto questo governo, orfano di una vera e propria presenza cristiana, ha bisogno di far vedere a Benedetto XVI quanto sia cattolicissimo (il baciamano di Mr B, la norma per cui per indagare un prete si deve avvisare il suo vescovo ecc…). Probabilmente sapevano benissimo (perlomeno Schifani, Cossiga si era solo stufato dell’ombra in cui è finito da un po’, credo) di non approdare a nulla di concreto, ma non è che Benedetto sottilizzi troppo in fondo.

il Foglio ha riunito una serie di esperti di diritto penale per sostenere che 1)idratazione e alimentazione non dovrebbero essere considerati accanimento terapeutico, nel caso in cui il corpo sia in gradi di assimilarle sono infatti considerate parte del trattamento palliativo ai malati terminali, quindi 2)in questa maniera si rende lecita una specie di “eutanasia omissiva”, che non ha radici giuridiche, oltre tutto in base alla ricostruzione del consenso su basi indiziarie. In conclusione, dato inoltre che non sembra sia una condizione dolorosa per la paziente, perlomeno il principio di precauzione dovrebbe farla tenere in vita. Tutto questo è molto intelligente e denota grande competenza, ma ci dice solo che la legge è palesemente inadeguata a tutelare le vere vittime della situazione, ovvero familiari e amici della Englaro. Forse è il caso di ricordarsi che, anche dentro a un dibattito giurisprudenziale di alto livello, si sta sempre parlando di una persona in coma e della sua sfera affettiva.

Per quanto riguarda la Chiesa mi limito a riportare le parole di Bagnasco: “Togliere idratazione e nutrimento nel caso specifico è come togliere da mangiare e da bere a una persona che ne ha bisogno, come ne ha bisogno ognuno di noi”. Cosa resta da aggiungere? ah, già, vorrei chiedere a Bagnasco se la stessa cosa valeva nel caso di Karol Wojtyla.

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Trame di storie

In occasione dell’apertura della festa di Santa Maria Maddalena nella parrocchia del duomo, il negozio di commercio equo e solidale, il Cerchio, di Desenzano ha deciso di inaugurare una mostra per spiegare “il filo etico che unisce chi tesse e chi indossa”. 24 luglio alle 18.00 nella ex chiesa dell’oratorio Paolo VI. Nell’occasione avrà luogo una sfilata di abiti del commercio equo e solidale.



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Qualcuno pensi ai bambini

“Basta, ora dobbiamo dire due parole ai gestori di internet perchè forse è meglio chiuderla” (Maurizio Costanzo)

La libertà che accompagna da sempre internet potrebbe anche essere un problema, e in parte lo è, ma forse un disegno di legge per cercare di bloccare la pornografia non è davvero una soluzione. Bloccare la pornografia? e come si fa? non si fa, appunto, e allora stupisce che venga preparato un disegno di legge che sanzioni anche abbastanza pesantemente (fino a 5 anni di detenzione) chiunque voglia pubblicare una scena di sesso esplicito su internet. Più precisamente la legge vieta, curiosamente nello stesso capitolo (come se fossero la stessa cosa), sia la pubblicazione di materiale pornografico che la diffusione di messaggi volti ad adescare minori di 18 anni:

Art.1

1. E vietato istituire siti nella rete INTERNET i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente:
a) alla istigazione al consumo, alla produzione o allo spaccio di sostanze stupefacenti;
b) alla istigazione alla violenza e alla consumazione di reati;
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.
2. Chiunque viola i divieti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno
a cinque anni e con la multa da 2.500 euro a 50.000 euro.

Io credevo fossero già quasi tutte vietate quelle attività, quanto tempo mi rimane secondo voi? l’articolo 2 è ad ogni modo più interessante ancora:

Art. 2.

1. Il servizio di polizia delle telecomunicazioni […] vigila sulla liceita e sulla moralita del contenuto dei siti della rete INTERNET accessibili al pubblico, dandone comunicazione all’autorita giudiziaria.
[…] `
3. L’autorita giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete INTERNET i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico.

A me quel “palesemente illeciti o offensivi del buon costume” spaventa un poco. Voglio dire, non intendo essere illecito o offensivo del buon costume per un sacco di tempo ancora, ma sono convinto che il primo passo verso la censura possa anche essere un passo piccolissimo, ma sufficente a cominciare il cammino. Nell’articolo 3 il colpo di scena: l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete INTERNET i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell’articolo 1, purche tali siti siano protetti da appositi codici di accesso, e così via nei capitoli successivi che promettono supporto attivo (corsi e assistenza di vario tipo) a chi volesse “mettersi in regola”, apparentemente gratis e senza modificare i contenuti. A meno che quel parzialmente simili non nasconda un invito a modificare i propri contenuti finchè non diventano autorizzabili, e mi pare plausibile che sia così (se le parole hanno un peso e se conosco i miei polli).

Quindi, questo decreto sarebbe espressione di un bigottismo di ritorno con una spruzzatina di velleità censorie? c’è un’altra possibile interpretazione di questa legge, e vale la pena di tenerla a mente. Forse non tutti tra di voi lo sanno, ma in questo momento state leggendo un sito internet americano. Chiaro, io sono italiano e scrivo (perlopiù) dell’Italia in italiano, tuttavia questo sito è fisicamente in America: in pratica sto gestendo il mio hobby a un oceano di distanza. Faccio l’esempio di questo sito perchè Blogger è lampante per facilità di accesso e flessibilità d’utilizzo, e quindi? quindi questa norma, con tutta probabilità, non farà cancellare nessun sito internet, poichè data la facilità con cui oggi si può ottenere un dominio straniero si tratterà semplicemente di spostare i siti (peraltro forse penalizzando le concessionario di spazio web italiane, ma qui non saprei espormi perchè non conosco bene la situazione). Senza contare la marea di siti stranieri dedicati alla pornografia che sicuramente non verranno toccati da questa norma.

A onor del vero gli articoli successivi parlano anche di corsi per studenti delle superiori e sgravi fiscali ai tenutari di siti culturali, artistici o riguardanti materie di esami o concorsi, ma l’impianto generale della legge serve a poco più che a sparare in aria sperando di far venire giù il cielo. Il motivo? aspettate che arrivi il momento di discutere questa legge e vedrete che bel polverone mediatico si solleverà, e che bella figura farà questo governo con la Chiesa e chi gli ronza intorno, bigotti o opportunisti che siano (senza contare i litigi interni al Pd che si scateneranno).

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Figli di un doh! minore

Questo post è incredibilmente lungo…ma coraggio, ce la potete fare!

Chi ha visto gli anni ’90 e i 2000 non può aver fatto a meno di notare il fenomeno dei cartoni satirici americani, i “figli dei Simpson”, per capirci meglio. Io sono dell’84, quindi potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ma non ricordo nessun cartone precedente che si proponesse come scopo non tanto raccontare storie quanto impegnarsi in una critica a più livelli della società contemporanea. Dite che fanno ridere? ma certo che fanno ridere, il ridicolo è uno degli espedienti più efficaci per far risaltare qualcosa, e i tre cartoni meglio riusciti di questo filone sono conosciuti soprattutto per come riescono a rappresentare il ridicolo; mi riferisco a “i Simpson”, “i Griffin” e “South Park”. Ora, credo che la diatriba su quale di questi cartoni sia il migliore risulti un po’ sterile (e forse, a suo modo, la preferenza per uno di questi tre è indicativa di qualcosa), tuttavia cogliere le differenze tra i tre è piuttosto facile. “I Simpson” è venuto per primo, e sconta più degli altri due la vicinanza alle vecchie tipologie di cartone animato (anche se è stato rivoluzionario), la satira è abbozzata ma mai troppo sviluppata (non si va molto al di là dei personaggi stereotipati) e il vero succo di ogni puntata è il suo svolgimento (battute, gag, dipanarsi dell’intreccio…); rimane in memoria più una frase tipica che la trama di una puntata. “I Griffin” si discosta molto dal suo “padre”, puntando sul surrealismo spinto; gli stessi personaggi non sono più quell’accenno di grottesco (velato troppo frequentemente di spessore umano) che erano nei Simpson, ma decisamente surreali. La satira, nei Griffin, è demandata a battute caustiche e all’immancabile utilizzo degli stereotipi, e nel cambio surreale per grottesco se va persa un po’ dell’efficacia critica si guadagna però in comicità, e “i Griffin” è probabilmente il più divertente dei tre.

E veniamo finalmente all’oggetto di questo post, ovvero South Park (come si sarà capito, il mio preferito dei tre cartoni animati). La prima cosa che si nota è l’assenza totale di freni inibitori da parte degli autori, sia nel linguaggio (che in Italia nelle prime serie è stato censurato con eufemismi vari, come “figlio di sultana” “fatevi un clistere” ecc…), che nei temi trattati e nella maniera in cui vengono trattati, trattati male s’intende. Non ce n’è per nessuno in South Park, è una gigantesca operazione di messa in ridicolo del mondo a partire da una serie di personaggi uno più grottesco dell’altro, e gli stessi stereotipi sono in realtà la trasfigurazione grottesca di loro stessi poichè vengono caricati oltre il consueto, ed esplodono a contatto con gli altri elementi della storia in deflagrazioni che gli altri due cartoni si sognano. Non c’è spazio di redenzione in questa serie, nessuno impara mai niente dai propri errori o da quelli altrui (la morale di fine puntata è farsesca, una presa in giro anche abbastanza esplicita), nè sembra mai esserci qualcosa da imparare dalle vicende degli abitanti di South Park. Ed è proprio eliminando questa idea della conclusione didattica di ogni storia (di cui i Simpson abusano spesso) che la serie si permette di giocare non tanto sullo svolgimento della trama, quanto sulla trama stessa. Solo in South Park si può irridere la Chiesa Cattolica rappresentando un prete che, preoccupato dalla pedofilia diffusa tra i pastori, arriva in Vaticano e scopre che in un antico codice vaticano la pedofilia è prescritta, una delle delegazioni cattoliche viene da un pianeta alieno e tutti in realtà adorano una grande regina ragno. Solo in South Park a un certo punto i neri della città (ovvero Will Smith e altre celebrità invitate a vivere lì dall’unico bambino nero, e ricco, della scuola) vengono “discriminati” in quanto ricchi e costretti a sedere sui posti in prima classe degli autobus (nel finale rocambolesco gli abitanti di South Park, per scacciarli, si vestiranno con dei costumi da fantasma identici alle divise del Ku Klux Klan). Solo in South Park il maestro Garrison può diventare (in più puntate) prima gay, poi donna, poi lesbica e infine di nuovo uomo. È la trama stessa, in South Park, a essere il nodo centrale della puntata, e lo svolgimento il pretesto per raccontarla.

Questo non vuol dire però che non ci siano state delle scene memorabili completamente slegate da necessità di trama, anzi, ma queste sono fruibili da un pubblico più ristretto rispetto agli altri due cartoni. Per questo forse è più adatto a un pubblico adulto, non tanto per la volgarità (non credo che possa davvero insegnare qualcosa che i ragazzi non sappiano già), ma perchè il linguaggio e l’umorismo sono di stampo decisamente satirico, complesso da apprezzare appieno. Questo significa rimandi costanti alla corporeità (uno dei personaggi più azzeccati in questo senso è Mr Hankey, la cacchina di natale, un’escremento che porta i doni a chi ha una dieta ricca di fibre), assoluta mancanza di rispetto, libertà totale nel deformare la realtà (memorabile la puntata in cui l’attore Christopher Reeve recupera l’uso del proprio corpo grazie alle cellule staminali, assimilate succhiando feti) e via dicendo. Ci vuole stomaco, a volte, e più spesso semplicemente capacità di prendere alla leggera le proprie credenze (è impossibile non essere uno dei bersagli del cartone, prima o poi tocca).

E veniamo ai personaggi. I quattro personaggi principali sono Stan, Kyle, Eric e Kenny, a loro si aggiungono via via altri ragazzi e da subito sono presenti tutti gli altri abitanti di South Park, alcuni dei quali rappresentanti di una categoria (il poliziotto gonzo, il sindaco arrivista, il ristoratore cinese tuttofare), altri maggiormente dotati di una propria individualità (come l’incredibile Chef, tombeur de femmes e grande cantante, una specie di padre spirituale dei ragazzini). Il mio preferito è Kenny, non tanto perchè muore ad ogni puntata (fino alla quinta serie) o perchè è il più sboccato di tutti (nella sigla iniziale, mentre gli altri cantano parole di benvenuto nella cittadina, ci delizia con un “A me piacciono le ragazze con la vagina grande e le tette grosse”), quanto per il suo inarrivabile cinismo. Kenny è un bambino di 8 anni che quando la madre di Kyle spiega ai ragazzi come funziona una sindrome piuttosto impressionante di cui soffre l’infermiera scolastica, ovvero l’avere un gemello siamese nato morto attaccato alla guancia sinistra, mentre tutti gli altri se ne vanno disgustati dalle immagini presenti sull’enciclopedia medica lui la indica e ride!. Kenny è un bambino povero, figlio di un alcolizzato e di una madre violenta, e muore ogni puntata (e ad ogni puntata è consapevole che deve morire, tanto che esulta alla fine dell’unica della prima serie dove questo non succede); e come reagisce? mettendo in ridicolo il mondo! per questo è un personaggio incredibile, ed è probabilmente l’elemento più potenzialmente distruttivo, più dissacrante del cartone.

Degli altri personaggi ci sarebbe da parlare per ore ma forse sto già scrivendo troppo, meglio stringere. Stan e Kyle sono i protagonisti, e in qualche maniera ne sono la deriva grottesca. Sono i due personaggi più intelligenti e logici, spesso servono a tradurre nella semplicità tipicamente fanciullesca le complesse istanze del mondo adulto, ma il più delle volte questo porta a una banalizzazione che è il rovescio della realtà, il suo lato comico (il comico è il tragico visto da lontano, spesso). Eric, la nemesi di Kyle e a ben guardare anche di Stan, è invece il cattivo per eccellenza messo da questa parte della barricata. Mosso unicamente dai propri interessi anche nello scegliere le amicizie, Eric è il prototipo del Grande Cattivo hollywoodiano, e tuttavia nel mondo di South Park è dalla nostra parte (e anzi, spesso ci troviamo a parteggiare per lui), il messaggio se ci pensate è abbastanza chiaro. C’è poi, come già detto, una lunghissima schiera di personaggi secondari, semiprincipali, comparse ricorrenti e comparsate una tantum che meriterebbero un trattato e non un solo post. Ma credo che per ora, se siete arrivati fino a qui, posso smetterla e lasciarvi guardare in pace qualche puntata.

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Aiutiamo il ministro Maroni

Nome e Cognome: Pietro Zuin
Nato: Brescia  il 01 febbraio 2008
Altezza: 62 cm
Capelli: Castani
Occhi: Marroni
Razza: n.d.
Motivo della segnalazione: Padre Socialista (forse Comunista o Cattocomunista)
 
AIUTA IL TUO PAESE!
Autoproduci la scheda segnaletica del tuo bimbo così puoi agevolare il lavoro del Ministero e non essere un peso per il tuo Paese!
 
Ma la Chiesa dov’è? Sento solo un assordante […]

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http://blog.zuin.info/?p=760

Fedeli alla linea (la linea qual è?)

Ma poi, c’è davvero bisogno di una linea? non dal punto di vista degli elettori (che gradirebbero, mi fanno sapere), ma da quello di chi deve effettivamente tenere assieme il vecchio Ulivo riverniciato. Oddio, sembro Cicchitto, facciamo che mi fermo, respiro e riprendo a capo.

Anzi no, vado avanti imperterrito e se mi riesce comincio pure una bella polemica (poi equilibrio con un post contro Cicchitto), in fondo non li ho votati proprio perchè volevano far fuori la componente “mancina”, e in parte è il tema di oggi. Per quale motivo la somma algebrica di Margherita e DS (più o meno l’opinione espressa oggi da Rutelli) deve dare per forza sinistra DC? voglio dire, c’è una spiegazione seria? non mi serve per forza uno scienziato, mi basterebbe una voce unificata che dal Loft scendesse tra noi comuni mortali e portasse il Verbo (meglio cominciare a utilizzare termini adeguati), se saranno perle ci sforzeremo di essere meno porci, promesso. E se non ce la faremo perderete qualche voto ora, ma alla lunga la chiarezza paga, perlomeno a sinistra.

Intendiamoci, anche a me piace sentirmi definire “progressista” e la “grande casa di tutti i partiti democratici mondiali” sembra davvero un posticino accogliente, ma prima o poi la differenza tra politica e letteratura va compresa. Se il PD si vuole spacciare per partito di sinistra deve stare nel Partito Socialista Europeo, non c’è molta alternativa, o quelli della Margherita non lo sanno di stare a sinistra? A un certo punto dovranno pur capirlo, e sennò che si staccassero e se ne andassero con Casini, tanto per prolungare ancora un poco la sua agonia. Seriamente, si potrebbe anche fare a meno di loro, e l’emorragia di voti la si recupererebbe in un paio d’anni (senza contare che un’alleanza per le elezioni la si può sempre fare e non cambierebbe molto da ora).

Ma non è tanto questo il motivo principale del mio rifiuto attuale per il PD (in futuro chissà, per ora mi sono iscritto alla Fondazione Daje su Facebook), quanto quell’insopportabile aria da primi della classe. Al grido di “noi siamo i buoni” si finisce per perdere, anche perchè non è solo snob ma soprattutto ingenuo: perchè non dovremmo avere con noi anche qualche “cattivo”? Perchè non possiamo avercela visceralmente con i capitalisti, i grandi ladri, i bigotti, i reazionari?. Dov’è finita l’energia che la classe operaia e i giovani trasmettevano al partito? (io sono dell’84, queste cose le ho più che altro lette in giro). Si capiva che il dialogo non lo si può assicurare sulla fiducia solo perchè “sarebbe bello”: ci sono tempi per il dialogo e tempi per la lotta, sbagliare questa valutazione significa condannarsi ad essere inefficaci, e il motivo per cui non ho votato Pd è che sapevo quale strada avrebbero imboccato, l’avevano addirittura annunciato. Ora, superati persino dalla Lega in quanto a capacità di fare opposizione, se ne accorgono anche loro proprio mentre riemergono antichi problemi che ne minano l’efficacia.

Senza contare la famosa “anima cattolica” del Pd, che come tutte le anime cattoliche il confronto tende a evitarlo il più possibile con pretese di comuni radici cristiane (cristiano a chi? vade retro) che dovrebbero far partire il supposto confronto da un punto molto vicino al loro. E il bello è che c’è ancora chi gli va dietro! voglio dire, dichiararsi anticattolici sarebbe una cazzata, ma spacciarsi per laici in certi casi è quasi un crimine. Ma dove intende andare il Pd con personaggi come Rutelli al seguito? ci sono anche personaggi maggiormente ragionevoli come la Bindi, io darei a loro le chiavi della cattolicità PD, se proprio non possiamo farla sparire (sempre tenendo conto che questo non significa diventare anticattolici). Sarebbe anche ora di schierarsi con forza su temi sgraditi alla Chiesa ma importanti per fare qualche altro passo verso una società migliore, o il PD vuole interpretare il lato (già coperto a destra) del cristianesimo più bigotto e appiattito sulle posizioni della Chiesa? un partito sinceramente progressista dovrebbe invece rivolgersi alla consistente parte di cristiani più o meno critici nei confronti del Papa (e non solo a loro, si spera).

Ma poi questi sono tutti discorsi che si scontrano con la realtà delle persone che lo dirigono, questo PD. Io ci provo anche a scrivere righe e righe su come cosa quando, meglio di me fanno tanti altri più bravi e più letti…ma poi uno pensa un attimo a chi sarebbe l’interlocutore e gli viene in mente D’Alema. Non so voi, ma a me pensare a D’Alema sfianca, mi sento come Sisifo, condannato a una pena tanto faticosa quanto inutile. I casi di Marta Meo e Scalfarotto, emersi questi giorni alla vigilia della fantomatica superassemblea, e le sporadiche rivelazioni sui minitramacci delle branche locali del PD che arrivano via Zoro sono solo l’ennesima conferma della situazione di cui D’Alema è il simbolo principe: una massa di personaggi più o meno competenti (soprattutto meno) che tiene saldamente le redini della nuova macchina da voti. Io non vedo da dentro la questione (non ditelo in giro, ma mi è venuta voglia di provare a infilarmi in qualche sezione bolognese), ma non capisco proprio come si possa uscire dal pantano. Ma sono pronto a dare una mano, giuro! dovete solo farmi capire come.

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