Tag: cena

A Fai

Stasera sono a Fai con Cristiano, uno dei miei soci. Siamo a Trento da un cliente nuovo ed il lavoro era troppo lungo quindi x farlo in un giorno solo ci siamo fermati qui. La montagna è desolata, neppure un posticino dove mangiare un boccone. Siamo dovuti scendere a valle x cenare.
Ho appena sentito Silvy […]

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A cena, poche fantasie

Da LibMagazine online oggi, insieme a cose migliori, tra cui le rubriche di Ciro Monacella, Nic’s Pics e Michael Mazzei:
Da piccolo mi divoravo a bocca aperta, seduto sul divano, con gli occhi fissi come soltanto i bambini sanno fare, due film con Sidney Poitier, entrambi del 1967: La calda notte dell’ispettore Tibbs e Indovina chi […]

Da questa parte della scena

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SPROLOQUIANDO Cabaret con Roberto Stoppa

Stasera alle 22 al teatro Alberti di Desenzano serata comica con Roberto Stoppa che porta in scena il monologo-sproloquio “Sproloquiando” dove spazia su tutti i temi dell’attualità. Formatosi alla scuola di recitazione e mimica del C.T.A. di Milano, dopo una breve esperienza di coppia, Roberto Stoppa ha debuttato da solista al Derbino Cabaret di Milano […]

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fermate la macchina da presa, voglio scendere

Io trovo che il tanto vituperato balletto delle cifre sia interessante di sponda, nonostante tutto. Volete la mia cifra? dico 800mila, e lo faccio confrontando alcune immagini (grazie a Nonnesoabbastanza, che comunque ne stima la metà) e tenendo conto che qualcuno, o perlomeno io l’avrei fatto, può aver partecipato alla manifestazione pur senza sorbirsi il discorsone finale di Veltroni. Voglio dire, ascoltare la tiratona di un segretario che ha indetto una manifestazione quattro mesi prima per farla cascare a un anno esatto di distanza dalla fondazione del Partito Democratico? Qui non è Hollywood, come cantavano i Negrita. In soldoni: l’immaginario non lo si può sempre programmare in anticipo, e le connessioni simboliche (che ci sono sempre, insegna Eco, basta cercarle) sono più efficaci quando non suonano artefatte, fare politica non dovrebbe assomigliare allo scrivere un libro (anche se spesso può essere simile, se si capisce ciò che intendo).

Torniamo alle cifre: perchè 2 milioni e mezzo? 800.000 sono già un’enormità, si può arrotondare al milione per fare scena e si ha comunque già un numero pazzesco, difficile da ritrovare negli scorsi anni (dopo la manifestazione di Cofferati, che a dire il vero pure fu un po’ gonfiata). O si sta dando implicitamente credito ai 2 milioni che sparò Berlusconi un anno fa? leggere la cifra “ufficiale” in un ottica di “ce l’abbiamo più lungo di voi” è avvilente, ma in piccola parte almeno potrebbe essere la via giusta. Mi spiego meglio, e riprendo il “filone cinematografico”: Veltroni sa di dover dare al proprio “popolo” un immaginario, e sta provando a far vivere i suoi elettori nell’unico che conosce, ovvero quello del cinema americano. Fate due calcoli e vedrete che finora le immagini ricorrenti nei discorsi di Walter sono state le brave persone, quelli che lavorano e non arrivano a fine mese, il grande patto che lega assieme le persone di buona volontà che di fronte alla minaccia dell’ubercattivone si mettono assieme accantonando le proprie divergenze for a Greater Good. Il problema di Veltroni è che questa massa di persone va conquistata, e lui ora come ora non ce l’ha. Certo, c’è il “popolo delle primarie”, ma se da un lato si è sfilacciato in un anno di strada dissestata percorsa assieme, dall’altro non è mai stato proprio come Walter lo voleva, forse troppo variegato ed esigente. Forse per questo si sta abbandonando alla vecchia e disgraziata abitudine della sinistra italiana di parlare più col centro che con la sinistra? in fondo i cattolici sono molto più adatti a fare da comparse in un film yankee.

Da mesi uno dei chiodi fissi di Veltroni è la dimensione del suo partito, perchè non basta dimostrare di rappresentare una parte notevole del paese nonostante tutte le cazzate fatte e dette: quando si tratta di far scattare l’ora della riscossa si tratta di essere in più e più cazzuti del nemico. Per questo se ne esce con le frasi tipo “il più grande partito riformista”, “il partito che vuole unificare l’Italia” e con le sparate dei 2 milioni e mezzo, lui non vuole un partito d’opposizione o di governo, vuole sconfiggere le forze del Male (e poi da dell’antiberlusconiano a DiPietro). Vagli a spiegare che, per quanto potrebbe sembrare il contrario, le forze del Male hanno altro da fare che stare appresso all’Italia. Poi quando vai a vedere quello che dice ti stupisci che non faccia proposte, ma è chiaro che non fa proposte, gli imperi del male si sconfiggono forse con le proposte? no, qui ci vorrebbero un po’ di effetti speciali, qualche astronave e un finale romantico, altro che proposte.

Insomma, nel discorso politico costruire un immaginario è essenziale, ma l’azione politica non si può limitare a questo, altrimenti viene banalmente fuori sulla distanza la vacuità delle belle parole. Ammesso e non concesso che i possibili elettori del Pd vogliano sentirsi le “brave persone che lavorano”, si può andare oltre l’autocompiacimento? ci si può distinguere per le battaglie e gli ideali che si portano avanti? ecco, se purtroppo questa tendenza a sostituire i programmi politici con sceneggiature banali potrebbe essere più generale che italiana, e sicuramente è quello che fa Forza Italia da 15 anni (ma non è una buona idea andar dietro a loro), è dovere morale di elettori cercare di cambiare rotta. Anche se toccasse cambiare segretario.

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EL BACUCHEL Ottobreateatro 08 – XIII Rassegna di teatro amatoriale

Al Teatro Comprensoriale di Riva del Garda va in scena sabato 1 e domenica 2 novembre 2008 lo spettacolo El Bacuchel. Ritorna la rassegna di teatro amatoriale “Ottobre a Teatro” con lo spettacolo El Bacuchel della Compagnia teatrale “I Sarcaioli”. La prima assoluta di una commedia scritta per la compagnia rivana dal regista Alberto Maria […]

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My geek mum

Che mi scrive le e-mail.
Che chatta su Gtalk.
Che cerca le ricette sui foodblog.
Che mi insegna ad usare Google Earth.
Che mi manda i link per le info su Stoccolma.
Che oggi mi racconta che un ex collega le ha detto che ha formattato il pc, e lei non lo sapeva che cosa volesse dire formattare, ed allora […]

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IL COLPO DELLA STREGA Sul il sipario di Ottobreteatro

Sabato 25 ottobre alle 20.45 presso il Teatro Comprensoriale di Riva del Garda per Ottobreateatro 08, XIII Rassegna di teatro amatoriale va in scena “Il Colpo della strega” di John Graham, rappresentazione a cura del Circolo culturale Filodrammatica di Ischia Pergine. Sally, dopo un fallito tentativo di concedersi per apparire in TV, si ritrova nella vasca da […]

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Qui una volta era tutto film

Parte il film, e ci vogliono solo poche scene per capire dalla colonna sonora in palese dissonanza con le scene che stanno passando sullo schermo che qualcosa non va come dovrebbe andare, una sensazione che man mano si fa più concreta finchè, alla fine, si capisce la verità: Burn After Reading è molto più del film comico che ti hanno consigliato. La dissonanza è la chiave del film, e va oltre il suo aspetto più evidente, ovvero la già segnalata colonna sonora che è, ad esempio, da film d’azione in sequenze da commedia. Ma Facciamo un passo indietro.

Il cinema americano, da quando gli statunitensi, più lungimiranti di altri, hanno cominciato a investirci massicciamente (la prima cattedra di cinema ad Harvard è del 1914, per dire), ha un nome e una ragione sociale: “fabbrica dei sogni”, ovvero produttore dell’immaginario di una nazione. Se vi sembra niente, pensate a quanto negli ultimi sessantanni questa fabbrica abbia esportato anche in Europa (senza contare il cinema non-americano e la televisione negli ultimi anni, che perlomeno da noi ha spodestato il cinema), e a quanto abbia contribuito a formare il vostro, di immaginario. Non è un caso se quasi tutti, dittature e non, abbiano investito e investano massicciamente nella propaganda, nel secolo scorso e in questo che sta cominciando; tuttavia non si tratta solo di una questione che riguarda solo film puramente “di propaganda”, ma di un fenomeno più diffuso che contribuisce a stabilire i confini dell’immaginazione. Tolkien si lamentava che gli illustratori castrassero i lettori di buone fiabe con disegni che diventavano una normativa del fantastico personale, mutatis mutandis il “problema” è sempre quello, se di problema, propriamente, si può parlare.

E oggi? se da un lato l’America di oggi non è più un paese per vecchi, dall’altro non è nemmeno più la terra della libertà di sognare (con buona pace di Obama), e i Cohen ci hanno voluto girare un film. I personaggi del film (di cui gli unici realmente comici, i due agenti FBI, sono poco più che comparse) sono difatti ognuno immerso nel proprio film personale, con tanto di dialoghi pesantemente influenzati dalla propria storia di cinefili (al giorno d’oggi siamo tutti, più o meno volontariamente, cineili); il problema è che ognuno sta su un registro filmico diverso e i momenti di attrito sono frequenti e dirompenti: vedi ad esempio la scena del bar, dove lui sta per far partire la tirata da vecchio saggio con tanto di foto di quando era prete e lei risponde con una puntata di Sex & the City (oppure la più clamorosa, quella dove Pitt e Clooney sono uno in una commedia degli equivoci, l’altro in un thriller e…[mi censuro per evitare spoiler]). Il film dei fratelli Cohen è in realtà lo scontro di persone che provano a vivere la vita come nel loro film preferito; oppure, più sottilmente, lo scontro di quel coacervo di immaginari che ha sostenuto l’ideologia americana negli ultimi sessantanni (di qui il tragicomico riferimento alla Guerra Fredda del vendere segreti o supposti tali a un ambasciatore russo che, giustamente, non sa che farsene), per metterli tutti nello stesso calderone e decretarne la decadenza oppure, e a me piace pensarla così, semplicemente giocarci con fare irriverente (ma qui si dovrebbe fare una telefonata ai registi).

Inoltre, dall’inevitabile brutta fine di (quasi) tutti i film personali il messaggio sembra essere: “qui non è più come una volta, che c’era il lieto fine”, oppure se preferite “qui non è un film, è la vita reale dell’America fine anni ’00, adeguatevi”. Tutto questo è chiaro, lampante quasi, quando si vede il film; a patto di non farsi distrarre dalla trama, che qualcuno spaccia ancora come comica (ma le risate si fanno lo stesso, non vi preoccupate).

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SOMETIMES AFTER THE NINTH HOURNo escaping from the final judgement

Fino al 2 Novembre, nel centro storico di Sirmione alla Galleria Magnolia in via Vittorio Emanuele II, Sometimes after The Ninth Hour: no escaping from final judgement, mostra personale del giovane pittore Alessandro Bulgarini. Fondendo suggestioni derivanti dalla lunga tradizione Europea del Fantastico, all’ammirazione per alcuni maestri della Figurazione Contemporanea, e ad altri aspetti anche […]

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Cenetta tra amici

Ieri sera sono venuti a cena Susy cion Mirco e Sara cin Luciano. Abbiam fatto il risotto con la zucca, il rotoli rustico con spinaci, provola, salsiccia e scalogno ed uno sformato con scarola, pinoli e uvetta, x concludere con le nostre classiche crepes suzette (come si scrive nn lo so ma son proprio bbbbuone). […]

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Ristò, vergogna!

Ieri sera Silvy, Nico ed io siamo stati al Leone per la spesa settimanale. Nico aveva già cenato, quindi io e Silvy abbiamo cenato al Ristò (normalmente non lo portiamo, x’ la scelta spesso non è gran che …)
Non scrivo, però, per parlare della loro cucina, ma di una cosa assolutamente brutta e, oserei dire, […]

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Il Cinese ha deciso

Il Cinese ha deciso.
Non si candiderà per il secondo mandato a Sindaco di Bologna. "Motivi Familiari" dice. Ha un bambino piccolo che vive a Genova, lui fa il sindaco a tempo pieno a Bologna. La vita diventava difficile, anzi impossibile. Decide quindi di lasciare e tornare con i suoi cari, con il suo bambino.
Politicamente sarà stata […]

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AL DU LAC ET DU PARC GRAND RESORT ospiti i protagonisti del Convegno dell’OCSE

Dall’8 all’11/10 il Du Lac et Du Parc Grand Resort – in occasione del Convegno dell’OCSE (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica) dedicato all’economia del turismo ed alla globalizzazione – ospiterà illustri personaggi della scena politica italiana e mondiale, studiosi di economia, alti dirigenti industriali, opinionisti ed esperti di turismo.
Il titolo del convegno è: […]

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Sono Porci Questi ameRicani

Avrei potuto usare come titolo “Sono Porci Questi Repubblicani”, ma questa volta la stravaganza viene da Larry Flint, un produttore cinematografico americano famoso per i film porno e la lotta a favore della libertà d’espressione (espressione pornografica in primis, ma anche tutte le altre). La notizia curiosa è che ha promesso di girare un film porno ispirato a Sarah Palin (ma non solo, tra i personaggi che verranno interpretati ci sarà pure Hillary Clinton), riporto uno stralcio dell’articolo linkato qua sopra per farvi capire il tono dell’opera:

“Tra le scene di sesso, quella clou è un momento di rapporto lesbico a tre tra la falsa Sarah Palin, una falsa Hillary Clinton (impersonata dalla 49enne Nina Hartley, che Flynt ha convinto a tornare sulle scene) e una falsa Condoleezza Rice. Tra i protagonisti maschili anche un russo, chiaro riferimento alle dichiarazioni della Palin di essere un’esperta di Russia dal momento che dall’Alaska si vedono le coste della Siberia. E, come spiega un portavoce di Hustler, la falsa Sarah «verrà inchiodata dai russi che entrano a casa sua bussando dalla porta posteriore». Un’altra scena, un flashback, vede la Palin in azione al college «con un professore creazionista, mentre gli spiega una teoria del ‘big bang’ impossibile da negare».

Ora, solo a me tutto questo fa impazzire? tra le poche cose che adoro della cultura americana (meglio, di alcune sottoculture americane) c’è questo umorismo che cavalca il grottesco e sfiora l’offensivo, ma per poco. Un film porno è un film porno e non sarà mai satira, ma la descrizione di questo film è già satira fatta e finita. Sempliciotta forse, ma io la trovo così divertente. E non pensiate che in america l’opposizione (come se Flynt centrasse qualcosa con essa) operi in questa maniera, vi vedo voialtri centrosinistroidi ad alzare il dito, la verità è che da quelle parti sanno fare sia critiche serie (e in queste ultime settimane la Palin ne ha ricevute parecchie, complici pure alcune scoperte sul suo passato) che prese per il culo (come questa del sempre ottimo Letterman a McCain).

Tutto questo per dire cosa? non lo so, forse solo che credo si dovrebbe poter dissacrare tutto e tutti, specialmente i potenti e chi di essere dissacrato ne ha proprio bisogno. Anche a costo di girarci un film porno, anche a costo di farsi due risate, ogni tanto.

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