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Impegno e giovani

Perché gli studenti non partecipano più alla vita istituzionale? Non votano ne alle elezioni nazionali ne a quelle studentesche. Non vedono più il fascino nei ruoli dei rappresentanti, ma più dei compiti per gente che non capisce ancora in che posto vive. Perché tanta disaffezione nei confronti dell’unico strumento che ci è dato per partecipare e contribuire al miglioramento del nostro ambiente?

Parlo da giovane che più volte ha fatto il rappresentante di classe dalle elementari alle superiori. Caporedattore dell’unico giornalino universitario dell’uni e coinvolto in molte associazioni più o meno utili.

Io stesso se riesco me ne sbatto. Io stesso devo fare un enorme sforzo per fingere a me stesso che di tutti questi problemi me ne sbatte qualcosa (perdonate il francesismo). Il fatto è che a molti non è che non interessi in assoluto di quello che succede nel mondo per pura pigrizia (anche se una buona dose di pigrizia c’è) e pura ignoranza socio-politica (anch’essa in buona parte responsabilità nostra, perché gli strumenti di comunicazione ci sarebbero). Non è un malanno che colpisce solo gli studenti (stasera alla tavola rotonda sono stati additati gli studenti universitari). È un problema della nostra società in toto, al quale sono particolarmente esposte le nuove generazioni perché non conoscono alternative.

Noi, noi giovani, siamo cresciuti in un mondo dettato dalla libera concorrenza. Un sistema liberale. “Libero” è il termine chiave. Sono libero di concorrere (come fornitore di servizi/prodotti) ma al contempo sono anche libero di scegliere quale servizi/prodotto scegliere. E qui sta il punto. Abbiamo università private e pubbliche. Io addirittura sono finito in una che si dice “Libera Università di Bolzano” che non è ne privata ne pubblica (parrebbe).
Ci sono dei grandi problemi strutturali nella mia università? Beh, ne scelgo un’altra. O “meglio” (leggi “peggio”) ancora, stringo i denti per uno o due anni (ora che mi accorgo degli inghippi in genere almeno un anno è passato, che se fossero stati manifesti, manco la sceglievo quell’uni) che poi mi laureo e passo a una specialistica altrove. Magari nei tre anni del bachelor mi sono pure fatto un semestre all’estero. E chi li sente i problemi in questo contesto?

Due sono i fattori dunque (che non ci siamo scelti noi giovani ventenni) che influiscono su questa nostra indifferenza:

  1. l’abitudine a poter scegliere (filosofia usa-e-getta della roba rotta, in contrasto ad un approccio di “riparazione”) e
  2. la brevità della sofferenza (s-fortunatamente troppo corta per accorgerci dei guai o abbastanza corta per sopportarli).

Siamo dunque veramente una razza inferiore ai nostri nonni che sì, forse stavano peggio, ma a loro detta erano anche mille volte più fighi?

Al contrario. Mi permetto di dire che noi (giovani europei) non siamo solo molto meglio dei nostri nonni, ma anche dei nostri genitori. Siamo una generazione di gente che prende l’aereo e si vede il mondo. Che si impegna a parlare almeno due lingue. Che deve affrontare precarietà professionale, concorrenze dall’estero, uno stato assente e corrotto, un ambiente minacciato da inquinamento e surriscaldamento, precarietà famigliare con genitori separati e con prospettive personali non tanto più rosee, stando alle statistiche. Una generazione maledetta da un fardello pensionistico da far tremare le ginocchia. Eppure non ci siamo fatti (ancora) prendere dal panico. La paura c’è e stiamo imparando da soli come affrontarla, perché i nostri problemi la generazione che ci sputa in testa neanche se li immagina.

Sì, non ci impegniamo più in politica, ma il fatto che non siamo dove voi eravate 50 anni fa non significa che ce ne stiamo a casa a metterci lo smalto sulle unghie. Che poi il mondo che ci circonda non ce lo siamo fatti noi. Viviamo nella vostra eredità!

[La foto l’ho scattata a Yellowstone. Ritrae una generazione nuova di alberi che cresce in mezzo a un bosco distrutto dall’incendio.]

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Presentazione di Là Qui Là Vite da campo

Di seguito riporto un invito che mi è arrivato via mail relativo a un incontro che si terrà a Desenzano volto alla presentazione di un libro sulla situazione aquilana a un anno dal sisma.

Per continuare a dar voce alle donne aquilane che, ad un anno dal sisma del 6 aprile 2009, chiedono di non essere dimenticate viene messa a disposizione dai circoli del PD e Sinistra, Ecologia e Libertà di Desenzano, la sala in via Gramsci 53, perché alcune donne dell’Aquila possano presentare il loro nuovo libro. L’incontro si terrà sabato 8 maggio alle 17.00.

Il libro si intitola LÀ QUI LÀ Vite disperse (qui la scheda del libro), Edizioni Clanto. Saranno presenti Ivana Trevisani, curatrice del libro, e due autrici da L’Aquila.

«La prima edizione del Premio Letterario “Vita da Campo – Le donne scrivono” rispondeva alla necessità di rendere note, con voci di donne, le reali condizioni del quotidiano e delle sue difficoltà nei “Campi d’accoglienza” del dopo-terremoto a L’aquila e dintorni.
Evacuati i “Campi d’accoglienza” de L’Aquila “Tutto a posto, tutti a posto!”. No: la seconda edizione “LA’ QUI LA’ – Vite disperse”, risponde al bisogno di informare, ancora con voce di donna, del disagio, della sofferenza e fatica del vivere ogni giorno la diaspora seguita all’evacuazione dei Campi. Per correggere la convinzione diffusa che passata l’emergenza “tutto va bene”.»

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GARDA SU LIVELLI DI ATTENZIONE

Il livello dellle acque del Garda torna a preoccupare. Il mese di aprile si e´ mantenuto costantemente poco al di sotto della soglia di attenzione posta a 140cm sullo zero idrometrico di Peschiera. Complici il disgelo e le forti piogge dei primi giorni di mag gio, il superamento di tale soglia e´ ormai prossimo. Le erogazioni a Peschiera vengono mantenute sostenute ma il livello del fiume Po in continua crescita non permette ulteriori afflussi nel Mincio, suo immissario. Inoltre desta pure preoccupazione il forte vento che da giorni soffia sul Garda con conseguente burrasca con onde che in varie occasioni hanno superato il livello delle strade e lungolago dei paesi rivieraschi.
Claudio T.
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PRESENTAZIONE D’ANNUNZIO BIKE

Presso l’auditorium del Vittoriale degli Italiani, venerdì 19 marzo 2010, Gardone Riviera, è stata presentata la gara di mountain bike D’ANNUNZIO BIKE. La gran fondo avrà luogo il prossimo 3 ottobre in Gardone Riviera, con partenza dal lungolago. Il percorso si snoda attraverso i suggestivi borghi dellla famosa località gardesana per poi portarsi nell’immediato entroterra nei pressi di S.Michele, e attraverso strade sterrate e tratti tecnici su sentieri tra la lussureggiante vegetazione , raggiunge quota 1000 metri. La dura salita tra il Colomber e località Pirello, circa 5m, per 600metri di dislivello, rappresenterà una gara all’interno della gara, ovvero la PIRELcolKRONO. Segue un tratto di sentiero tecnico, pianeggiante, in direzione S.Urbano, e una veloce discesa che attraverso località Vesegna porta a Bezzuglio, Fasano, per poi far ritorno a Gardone Riviera, con arrivo trionfale in piazza del Vittoriale.
La splendida dimora di Gabriele d’Annunzio ha accolto i numerosi ospiti degli organizzatori G.S. ODOLESE e GARDAPANORAMA, tra i quali numerose autorità gardesane e valsabbine, atleti di fama nazionale, al cospetto dei media del settore sportivo.
Claudio T.
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GARDA TRENTINO HALF MARATHON ENTRA NEL CIRCUITO GARDATHLON

La prestigiosa gara di mezza maratona che si disputerà il 14 novembre a Riva del Garda entra nel calendario GARDATHLON.
La GARDA TRENTINO HALF MARATHON organizzata da TRENTINO ENVENTI A.S.D. nel 2010 giunge alla 9^ edizione e vanta un consistente numero di atleti partecipanti.
La gara, di fama internazionale, si disputa tra le sponde del Garda trentino e l’anfiteatro montuoso della bassa valle del Sarca, toccando i paesi di Riva del Garda, Arco e Torbole.
L’organizzazione crea inoltre una serie di eventi collaterali sia per i podisti, che per gli accompagnatori e curiosi. Dall’Expo con stand di articoli sportivi, alla musica dal vivo, a degustazione di prodotti tipici locali, per creare un ambiente di festa per tutti.
Claudio T.
per info: www.gardathlon.info www.trentinoeventi.it

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Ma il Vaticano è un’istituzione dell’Italia?

Tiscali Notizie pubblica un articoletto che termina con seguente testo:

A partire dalla nascita di YouTube, nel febbraio 2005, numerosi leader mondiali, esponenti del mondo politico e istituzioni hanno scelto YouTube per comunicare con il mondo intero. Il canale della presidenza della Repubblica si aggiunge ad altri esempi in Italia e nel mondo.

In Italia, in particolare:
Canale della Camera dei Deputati
Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini
Canale del Vaticano

Nel mondo:
Presidenza Israele
Governo iracheno
Regina Elisabetta II
Regina Rania di Giordania
Governo britannico
Unione europea
Casa Bianca
Camera dei Rappresentanti e Senato degli Stati Uniti


Così risulta che il Vaticano rappresenta esponenti del mondo politico e istituzioni dell’Italia?
È un po’ come dire che il Bangladesh è in India.
Non per fare polemica inutile, ma io l’avrei messo nell’elenco inferiore…

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CAPODANNO CON TUFFO NEL GARDA


Capodanno con tuffo nel lago. Il primo gennaio alcuni temerari affronteranno le gelide acque del lago di Garda per propiziarsi il nuovo anno. Questa tradizione si sta diffondendo in più località gardesane. Appuntamento alle 11:00 a Toscolano-Maderno sulle spiagge della zona ex-campo ippico (lungolago) oppure alle 12:00 a Gargnano in località Fontanelle, dove già da diversi anni è uso tuffarsi nel lago il giorno di capodanno. La temperatura dell’acqua sarà di circa 9°-10°…auguri!!!!
Claudio T.
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Il Crocifisso: fede o tradizione?

Questo è quanto letto martedì a nome dei consiglieri comunali di minoranza in Consiglio Comunale a Desenzano prima dei punti 11 e 12 all’ordine del giorno (mozioni sull’esposizione del crocifisso presso tutte le sedi istituzionali, negli uffici pubblici e nelle scuole). Seguono le mie considerazioni punto per punto.

«Ci dispiace fare riferimento alla nostra identità religiosa, ma come cristiani, come cattolici, non possiamo che manifestare una profonda sofferenza per l’uso strumentale che viene fatto in molti contesti del nome di Dio.
Pertanto, in obbedienza al 2° Comandamento, che ci impone di non nominare il nome di Dio invano, facciamo ricorso a quella che è una scelta cara alla tradizione cristiana fin dalle sue origini: quella dell’obiezione di coscienza.
Per noi il Crocefisso non è un simbolo, né una tradizione, tanto meno un arredo, è Dio che si fa uomo e muore per la nostra salvezza. Per questi motivi, noi rimaniamo in quest’aula, ma non parteciperemo né alla discussione, né alla votazione

Per le liste “Desenzano con Pienazza” e “Desenzano democratica con Pienazza”»

Quelle che seguono sono le mie considerazioni personali:

– Il crocifisso (con la minuscola) esposto è un monumento nel senso etimologico del termine, ovvero aiuta a non dimenticare che Cristo è morto e poi risorto per noi, che si è fatto carico dei nostri peccati e che ha riportato la Speranza in terra. Gesù che si consegna zitto in mano ai suoi assassini a sottolineare la completa libertà che Dio ha concesso all’uomo: quella di ammazzare il suo unico Figlio nella maniera più infamante che all’epoca era concepita. Ovviamente questo punto potrebbe essere approfondito per pagine e pagine, ma non è il senso del post, dunque mi fermo qui. Era giusto per chiarire il significato che quella statuina a braccia aperte riveste per ogni cristiano. L’utilità, a mio avviso, di avercela avuta appesa in classe ricalca quella degli affreschi medievali nelle chiese gotiche, per mezzo dei quali si istruivano i fedeli.

– Quanto descritto al secondo punto, non so se lo condivido, per il semplice fatto che mai c’ho riflettuto bene sotto questo punto di vista. A me personalmente l’intera questione mi colpisce di striscio, nel senso che da cristiano non posso che dire che in fondo il crocifisso non è che uno dei tanti canali di evangelizzazione. E neanche il più efficace, a parer mio. Il compito dei cristiani è di agire come tali e non di piantar chiodi nelle pareti delle aule. Ovvio, meglio di niente, ma se verrà tolto, non vuol dire altro che dobbiamo rimboccarci le maniche e fare della propria vita un esempio ancora più chiaro e inequivocabile dell’Amore di Dio. In fondo anche Cristo si è consegnato muto come un agnello al suo macellaio. Perché non dovremmo fare lo stesso?

– Sull’ultimo punto mi trovo di nuovo indubbiamente d’accordo, quando si dice che non è una quesitone di tradizione o, peggio ancora, di arredo. Quando in particolar modo i leghisti si accaniscono in difesa del crocifisso in nome della tradizione italiana e poi allontanano gli immigrati e fanno distinzioni di razza, mi va proprio contro pelo, per l’incoerenza delle loro affermazioni.

E allora dico, togliamolo questo crocifisso e vediamo quanto ne gioviamo. Chissà, magari poi davvero l’Italia ha trovato una soluzione ai suoi maggiori problemi.

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CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA Ad Arco la grande festa dei diritti dei bambini

In occasione del 20° anniversario dell’approvazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, la città di Arco propone per domenica 22 novembre una grande festa all’interno del percorso «Città dei bambini», voluto perché i più piccoli imparino a diventare cittadini e si sentano parte attiva della propria comunità. L’organizzazione è degli assessorati all’Istruzione e all’Ambiente del […]

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SALO’ MERCATO AGRICOLO LOCALE A KM 0

Un nuovo appuntamento a Saló riservato al commercio a “chilometri zero”con 25 piazzole dedicate alle produzioni agricole locali e ai pescatori del lago. Il Consiglio comunale di Saló ha deciso di istituire il mercato agricolo locale, con banchi dedicati alle produzioni locali. Il cosiddetto commercio a «chilometri zero»: oltre a valorizzare il lavoro del territorio, si riduce anche l’inquinamento relativo al trasporto delle merci. Un’idea ecologica e vincente. La Giunta comunale si riservata di decidere il luogo (verosimilmente, sará il lungolago), la data di inizio e la periodicitá.

e.p.

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SUL GARDA PER IL FOLIAGE AUTUNNALE

I boschi del Garda tra ottobre e novembre si colorano delle calde tinte autunnali. Attivitá naturalistica nata negli Stati Uniti, ora appassiona anche il “turista locale”. Amanti delle passeggiate e della fotografia approfittano di questa fenomenal e colorazione dei nostri boschi per prolungare le attivitá all´aperto a stretto contatto con la natura fino ad autunno inoltrato. Il favorevole clima gardesano permette lunghe escursioni al caldo tepore del sole. Faggi, ciliegi selvatici e a ri sono i principali responsabili delle bellissime colorazioni che vanno dal rosso, all´arancio e al giallo.

Claudio T.

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TERREMOTO VAL DI TARO-APPENNINO PIACENTINO

Una scossa sismica ha interessato la zona della val di Taro nell’appennino piacentino alle ore 12:08 di lunedì 19 ottobre. Si valuta una intensità di circa magnitudo 4 della scala Richter, con ipocentro alla profondità di 24km. Il terremoto è stato distintamente sentito dalla popolazione fino ai capoluoghi di Piacenza, Parma e Cremona. Tuttavia anche abitanti ai piani alti delle zone di Milano e dell’area gardesana hanno potuto avvertire la scossa.

Claudio T.
PER ULTERIORI INFO: INGV
fonte immagine :INGV

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LIEVE SCOSSA SISMICA A NORD DI VERONA

Un debole terremoto è stato registrato a pochi chilometri a nord di Verona. La terra ha tremato sabato 17 ottobre 2009 alle 3:49 , il sisma è stato di magnitudo 2.78 Richter, con epicentro a 2km da Negrar, 8km da Pescantina, 9km da Verona, 63 km da Trento. Si stima l’ipocentro a 4km di profondità. Non si segnalano danni o feriti.
Claudio T.
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PER ULTERIORI INFO:
OGS
OSSERVATORIO SISMICO VERONESE

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MISTERIOSE LUCI NEL CIELO BERGAMASCO L’11 OTTOBRE 2009

Numerose persone parlano di un insolito avvistamento nei cieli nella zona di Melzo, Orio al Serio, Capriate, Seriate la sera del 11 ottobre dopo le ore 21. Alcuni riferiscono di aver udito un suono simile ad un tuono o di un aereo. Una descrizione più precisa parla di 30 -50 luci disposte in ordine sparso, fisse rosse che si spostavano molto lentamente nel cielo. Pressappoco si trovavano tra i gli 8000 e 12000 metri di altezza. Poi lentamente si sono spente una ad una.
Informazioni tratte da meteoforum del Centro Meteo Lombardo
Claudio T.
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Gli errori sono sempre gli stessi, le soluzioni anche (cosa voglio da questo blog)

E insomma mi sono reso conto che gira che ti rigira si fanno sempre gli stessi errori, e anche questo blog è partito con la stessa piega sbagliata del mio primo (In che senso?). In breve: mi stavo prendendo troppo sul serio, e su un blog non è davvero il caso poichè questi hanno bisogno di nutrirsi del personale, del vissuto di chi li scrive, anche e forse soprattutto quando non parlano mai davvero di chi li scrive. Intendiamoci, questo non sarà mai il mio diario nè racconterà mai i miei tormenti adolescenziali (anche perchè ho 25 anni), ma non deve nemmeno essere una brutta copia di una rivista o di un giornale. Qui, d’ora in poi, ci troverete un ragazzo e (spero) futuro dottorando simpatico che alterna lunghi pezzi “accademici” (ma il meno legnosi possibile, e magari un po’ spiritosi se ci si riesce) di storia della scienza o divulgazione a raccontini, battute, segnalazioni conditi della parte pubblica della mia vita. Ed è così che si scrive un blog, credo (un anno di esperienza a scrivere di politica e attualità, perlomeno, mi dice che è una strategia che piace al lettore e rende più leggero lo scrivere al blogger).

Altrimenti, vi esorto a scrivere nei commenti una frase in dialetto trentino che esemplifica la situazione: “valà valà, vei zò da figher!” (“valà valà, vieno giù dal fico”).

p.s. Visto che, come ho scritto nell’ultimo post, l’Estate è tempo di repliche vi riporto anche un vecchio pezzo che scrissi un anno e qualche mese fa, quando mi resi conto di quello di cui mi sono reso conto oggi; è lungo, non leggetelo se avete di meglio da fare.

Accosta un attimo

Magari qualcuno si aspetta che io mi metta a parlare della manifestazione di Roma, considerato che come un po’ si temeva è stata buttata in caciara sul finire da Grillo. Nemmeno troppo dai, lui e la Guzzanti hanno usato parole un po’ forti, ma importa davvero qualcosa? c’era tanta gente (e questo è positivo), sul palco c’è stato spazio per tutti e non credo dovrebbe importare se qualcuno ha alzato il tono un po’ oltre la buona educazione, io per esempio mi sono un po’ stufato di essere educato (ma poi di fronte a una folla, e alla mamma davanti alla televisione, tornerei un ragazzo a modo non crediate). Ad ogni modo io a Roma non c’ero (gli ultimi esami mi trattengono a Bologna) e di farvi il commentino di quello che si legge in giro, stasera, non mi va.

Oggi volevo scrivere un po’ di questo blog, che circa tre mesi fa ho cominciato ad aggiornare con costanza nonostante la pagina fosse stata creata già qualche mese prima (c’erano un paio di post di prova, ora cancellati). Volevo, ma mi sono reso conto che sarebbe a) noioso per voi b) noioso per me c) Franco d) in controtendenza rispetto a come ho deciso di impostare il blog, e lì per lì non mi sembrava più il caso, finchè non mi sono reso conto di starmi prendendo troppo sul serio. Non so voi, ma a me l’idea di prendermi troppo sul serio (checché ne dica il mio coinquilino, che mi ha esortato a prendere questo blog perlappunto maggiormente sul serio) non piace per niente, sarà per via delle mie origini trentine ma mi sembra di sentire qualcuno che mi urla dietro “vèi zò dal figher!” (“vieni giù dal fico”, per chi non capisse), riportandomi coi piedi ben saldati al terreno. E quindi, ricapitolando, devo parlare del blog. Credo.

Divagazione n.1

Voi ve lo ricordate quando sono usciti i primi blog? ecco, bravi, io no. Ricordo vagamente che mentre a casa mia arrivava l’adsl flat (e finivano le bollette salatissime del 56k) qualcuno ogni tanto tirava fuori questa storia che c’erano i famosi blogger, gente scaltrissima che faceva tremare tutti nelle direzioni dei Grandi Giornali (in Trentino no, se vai da un trentino e gli dici che ci sta gente scaltra che fa tremare i Grandi Giornali quello ti lancia lo sguardo che si riserva ai pazzi e poi riprende a leggere l'”Adige”), ma non si sapeva bene chi fossero, o perlomeno io e i miei amici eravamo troppo occupati a passare da Napster a WinMx, da WinMx a Kazaa e da Kazaa a eMule per preoccuparcene. La rete allora era solo una grande banca dati, e io non avevo ancora la fame di informazioni che mi sarebbe venuta dopo.

Crescendo e passando di classe in classe cominciavo a diventare più colto, i miei voti salivano (non di tanto) ed essendo da sempre portato per le materie umanistiche (anche se con un professore di Scienze che non avesse fatto per buona parte Chimica forse sarei finito a Biologia) saliva in me anche la voglia di scrivere e di tenere uno dei famosi blog (che nel frattempo erano sempre più famosi, parlo del 2002-2003 circa). Il problema però era (è?) che mi mancavano sia gli argomenti sia la capacità di scrivere in maniera piacevole da leggere, e capirete che non sono due cose da niente, perciò il progetto naufragò…una mezza dozzina di volte. Eppure sembrava così facile per gli altri blogger! loro si mettevano alla tastiera e raccontavano le loro vite, apparentemente così interessanti ma a guardar bene molto ordinarie, e io che avevo una vita scoppiettante (a paragone di alcuni di loro, perlomeno), non riuscivo ad aprirmi o a scrivere qualcosa. Più tardi trovai uno sfogo per la voglia di scrivere (un gioco di ruolo testuale on line che mi tenne occupato quasi 3 anni, più un paio di forum connessi, ma è un’altra storia), ma questa cosa del blog che non riuscivo a scrivere mi rimase dentro, come quelle vesciche che si formano in bocca: a un certo punto ti dimentichi di averle, ma prima o poi la lingua ci passa sopra ricordandoti il fastidio che provocano.

Intermezzo

C’è da dire che ho cominciato a seguire seriamente alcuni blog solo da qualche mese, ovvero da quando ho cominciato a seguire quello di un mio ormai ex coinquilino, riscoprendo sia il piacere un po’ morboso di entrare per un poco nella vita degli altri in loro assenza sia quello di crearsi il proprio bar raccogliendo qua e là qualche fonte di dati e opinioni. E poi in tutto questo tempo (i 3 anni di prima) sono cresciuto, ho cominciato a diventare più consapevole del mondo in cui vivo e per il quale posso lottare, ho cominciato e ormai quasi finito l’università. Era forse così banale il problema? mi bastava accumulare qualche nozione e affinare un poco il senso critico? non lo so, ma ha funzionato.

Divagazione n.2

La colpa è di Berlusconi. Voglio dire, da quello che ho capito c’è una generazione che più o meno lo odia, gli attuali trentenni, una che più o meno lo ama, i ragazzini d’oggi, e io sto nel mezzo. Non nel senso che non lo odi, anche se forse lo faccio un po’ più freddamente, ma nel senso che il rapporto che la mia generazione ha con Berlusconi mi è sempre sembrato più complicato. Credo non ci pensi mai nessuno, ma la mia è la prima generazione che ha avuto sempre davanti Berlusconi e che in qualche maniera è cresciuta con lui, ma allo stesso tempo l’ultima che ha ha un vivo ricordo di Mani Pulite e delle monetine a Craxi, della Democrazia Cristiana universalmente riconosciuta come ladra e mafiosa (oggi tira aria di riabilitazione) e con un po’ di sforzo anche della caduta del Muro. In qualche maniera noi abbiamo sempre saputo che Berlusconi è un’anomalia, ma spesso ci sembra un’anomalia tutto sommato inevitabile, è un rapporto strano, che per molti non si risolverà mai in un giudizio vero e proprio.

Cresciuto in un ambiente un po’ ovattato, la mia presa di coscienza politica è avvenuta a scoppio ritardato e alla fine gira che ti rigira sempre perchè Berlusconi stava davvero esagerando, forse un po’ lo dovete ringraziare se vi piace questo blog (ma non fatelo con troppa convinzione). Col tempo ho studiato anche un po’ di teoria politica, e sono arrivato al punto da comprarmi storie del pensiero politico come quella di Chevalier per il solo fatto di averla trovata a metà prezzo (e non costa poco nemmeno scontata), oltre a volumi e volumi di storia e di attualità. Forse sto pure cominciando a entrare nell’età dell’attivismo, vedremo, sarebbe quasi ora. Insomma, da un’entrata nel “mondo degli argomenti da grandi” impulsiva, dettata dal midollo spinale, ora riesco pure a sostenere conversazioni interessanti, credo.

Cosa dovrebbe uscire da tutto ciò?

Confesso che mi sono un po’ perso, dov’ero rimasto? ah si, cosa vuole questo blog dal mondo (o più semplicemente da me). Beh, alla fine mi sono reso conto che non erano le nozioni e la capacità di scrivere a mancarmi, o mancavano ma non era importante perchè quello che mancava era la voglia di mettere la propria vita in rete. Me ne sono reso conto, perlappunto, quando mi sono fermato la prima volta che volevo parlare del blog (e quindi di me), ed è per questo che alla fine mi sono sforzato di fare oggi quello che non sono mai riuscito a fare, forse in una maniera che non avevo mai provato. Fateci caso, questo post parla di me ma non sembra davvero importante, e questo perchè ha anche altro da dire, dietro quella patina personale che sembra avvolgerlo. Per questo credo supererò il “complesso” che finora mi aveva fatto scrivere come se fossi un giornalista stipendiato da qualche testata un po’ faceta, e comincerò a metterci anche un po’ di me in questo blog. Anche per umanizzare una pagina che ha il difetto di sembrare, a volte, un po’ “artefatta”, freddina e forse un po’ legnosa.

Dove voglio arrivare? da nessuna parte in particolare, ma credo che aumentare gli accessi sia sempre piacevole, soprattutto per chi scrive pezzi destinati, idealmente, a essere letti da altre persone. Per questo, forse, ultimamente mi sta prendendo la sindrome da blogger novellino. Ma passerà, passano sempre queste manie, l’importante è che io non perda la voglia di scrivere, perché quello serve soprattutto a me per mettere in ordine i pensieri e costringermi a riflettere su quello che accade, racimolando pazientemente i dati necessari a inventarsi una spiegazione soddisfacente. Ed è una cosa che viene meglio se si ha anche un pubblico, reale o immaginario, da soddisfare.

post scriptum

Siete arrivati fino in fondo? secondo il contatore sono 8524 caratteri, complimenti! io, per esempio, non ho voglia di ricontrollare quello che ho scritto.

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