Tag: Area

Teatro “Dolci Racconti” a Nago


Domenica 15 Marzo alle ore 16.30 alla Casa della Comunità di Nago, spettacolo teatrale “Dolci Racconti” rappresentato da Compagnie teatrali unite.

Fonte : Comune di Nago-Torbole

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http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/ujSXY1GyssI/teatro-dolci-racconti-nago.html

Come convertire tante immagini

Il pacchetto di programmi ImageMagick risponde alla domanda che tutti abbiamo avuto almeno una volta: “Devo convertire 100 immagini da bmp a jpeg, come faccio?” Si tratta di un tipico processo batch attuabile anche con Photoshop…però io consiglio

 http://www.imagemagick.org/

 

Per utenti Ubuntu Linux è al solito tutto più facile:

sudo apt-get install imagemagick

abbiamo ora disponibili nella nostra console i seguenti programmi

1) mogrify

2) convert

3) identify

 

Questi 3 programmi (ce ne sono altri) hanno una marea di opzioni.

Ad esempio se vogliamo ridimensionare tutti i file di estensione .jpeg contenuti in una cartella sovrascrivendoli?Allora digitiamo:

mogrify -resize 1280×960 *.jpeg 

è possibile tenere fissa l’altezza, supponiamo a 960 pixel

mogrify -resize x960 *.jpeg

o la larghezza a 1280 pixel

mogrify -resize 1280x *.jpeg

 

La utility convert invece ci risolve un altro problema convertire da un formato all’altro:

convert nomefile.jpg nomefileconvertito.bmp

dove ho scelto due formati qualsiasi giusto per fare un esempio. I formati supportati sono quasi tutti quelli immaginabili.

L’azione batch si può svolgere come segue: convertiamo tutti i tiff contenuti in una cartella nei loro rispettivi in jpg.

for i in *tiff; do convert $i $i.jpg; done
 
Buona conversione! 

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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Informatica-e-Web/Varie/come-convertire-tante-immagini.html

Sbigolada Torbolana


Domenica 22 Febbraio 2009 dalle ore 13.00 alle 19.00 in Piazza Vittorio Veneto a Torbole, distribuzione gratuita di “bigoi con le sarde”.

In questa giornata che si ripete dal 1874 è tradizione per i torbolani festeggiare il carnevale offrendo uno dei più prelibati piatti della sua cucina: i bigoi con le sarde.

Fonte : Comune di Nago-Torbole

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Digitale Terrestre, Pronti, Attenti, …. Niente!


Per il digitale terrestre la data del 15 febbraio era una data di fondamentale importanza, infatti a partire da Domenica 15 è stato pubblicizzato da mesi che RAI2 e Rete 4 non sarebbero più state visibili se non attraverso il nuovo sistema di trasmissione digitale terrestre. A partire da questa semplice affermazione , ne è seguita pubblicità in riviste, giornali e tv ( il noto spot con Adriana Volpe ), che ha portato ad una corsa all’acquisto di ricevitori digitalli nei rivenditori della zona dell’Alto Garda . La giornata di Sabato 14 febbraio , senza fare nomi, diciamo nei due grossi rivenditori di elettronica di Arco e Riva, si sono viste numerose persone acquistare i decoder per la TV e nelle casse la fila di clienti è stata più numerosa del solito.
Ma oggi Lunedi 16, cosa è cambiato nei nostri canali TV ? Niente !

Il motivo è presto detto, solo alcuni hanno notato nelle pubblicità un picolo particolare. Infatti era presente una frase con indicato che il passaggio al segnale digitale avverrà solo nelle “zone coperte dal servizio”. Questo piccolo particolare significa in parole semplici , che solo dove vi è un ripetitore di segnale digitale è possibile ricevere questo segnale ( scusatemi ma mi sembra evidente…). Il trasmettitore localizzato sul monte Brione al momento trasmette il solito segnale analogico e al momento non è prevista a tempi brevi la trasmissione in digitale.

Per la precisione , in Trentino le zone coperte in maniera integrale dal segnale digitale terrestre sono l’area di Trento (Paganella) e Rovereto (Monte Finonchio), per avere maggiori dettagli ed avere una mappa sulla copertura effettiva, si consiglia una visita al sito della Provincia di Trento nelle Mappe di copertura (link).

P.S.
Quanto detto non vale per la zona di Dro in quanto il segnale televisivo viene ricevuto dalla Paganella e non dal Monte Brione.

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Teatro “Tra fossi e boschi” a Nago


Spettacolo teatrale “Tra fossi e boschi” Sabato 31 Gennaio alle ore 16.30 alla Casa della Comunità di Nago.

Per maggiori informazioni : Comune di Nago-Torbole

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http://www.altogardanews.com/2009/01/teatro-tra-fossi-e-boschi-nago.html

AirBee: ma che hai combinato??

Il 14 Settembre scorso riportavo voci (non tanto voci) sulla liquidazione della Compagnia Area bresciana AIRBEE. La Compagnia non esiste più e anche il sito web ufficiale è ‘spento‘.
Quello che non mi sarei mai aspettato e che non venissero rimborsati i voli già incassati. Io ero in attesa di un riborso per un volo spostato […]

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pomeriggio catastrofico

Ieri pomeriggio catastrofico!
Prima "L’inferno di cristallo" (1974) con Steeve McQueen e Paul Newman. Subito dopo "Terremoto" (1974) con Chalton Heston e Ava Gardner.
Mi mancava solo "Airport ‘75" per completare un fantastico pomeriggio catastrofico.

Tag: Linferno di cristallo, terremoto, Airport ’75, Steeve McQueen, Chalton Heston, […]

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http://blog.zuin.info/?p=928

NON E’ STATO FACILE CADERE COSI’ IN BASSO Momenti Catartici con Flavio Oreglio

Sabato 8 novembre a Concei alle 20 e 30 al Centro culturale di Locca, prende il via la stagione teatrale con lo spettacolo ddel comico di Zelig Flavio Oreglio “Non è stato facile cadere cosi in basso“. Flavio Oreglio nasce artisticamente negli anni ‘80 nei pub dei Navigli a Milano. Nel 1986 approda al cabaret “La Corte […]

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http://www.gardablog.it/?p=708

Parliamo dell’effetto Ahranov-Bohm

Come no, tutti lo conoscono!

L’effetto Ahranov-Bohm, eponimo dei suoi scopritori, è un effetto quantistico che si manifesta come un “azione” dei potenziali sulle particelle cariche anche dove i campi sono nulli.

L’esperimento che mostra questo effetto è il seguente:

Consideriamo un pennello di elettroni che sia separato in due fasci divisi. I due fasci elettronici in assenza di elementi posti dietro alle fenditure creeranno delle figure di interferenza (diffrazione di elettroni) mostrando dei picchi.

Se ora poniamo dietro le aperture un solenoide in cui sia fatta fluire corrente distante dai percorsi dei due fasci, nonostante gli elettroni non attraversino le linee di campo magnetico che risultano confinate solamente all’interno del solenoide, la figura di interferenza subirà un cambiamento.

 

 

Setup sperimentale. La zona B è la zona in cui è presente il campo magnetico (un solenoide).
 
Com’è possibile ciò? Gli elettroni, in quanto particelle cariche, non risentono della forza di Lorentz? Se B=0 allora anche la forza di Lorentz sarà nulla!
 
In realtà le particelle quantistiche non interagiscono con il campo magnetico ma con il potenziale vettore di questo campo, A, \mathbf{B}=\nabla \times \mathbf{A}, quindi in qualche modo lo “sfuggente” potenziale vettore influenza la fase dell’elettrone.
 
Si dimostra, partendo dalla sostituzione minimale nell’equazione di Schroedinger, che la fase accumulata nel percorso dell’elettrone è fornita da
 
 
creando una differenza di fase fra due percorsi data dall’interessante formula
 
 
Quest’ultima equazione coinvolge il flusso del campo magnetico (calcolato con il teorema di Stokes) attraverso l’area compresa fra i due percorsi.
 
Ma ora viene da chiedersi come sia possibile l’interazione fra particella e potenziale vettore A.
 
La trattazione rigorosa prevede lo studio dell’equazione di Schroedinger in presenza di campo elettromagnetico e lo studio della sua invarianza di gauge, tuttavia qualcosa sfugge ancora alla piena comprensione del fenomeno.
 
Questi studi hanno portato Bohm a formulare un’interpretazione ontologica della meccanica quantistica.
 
Molto brevemente, i punti principali di questa interpretazione possono essere riassunti a partire da alcune considerazione sull’equazione di Schrodinger. Riscrivendo la funzione d’onda in forma polare

\psi = R \exp{(iS/h)}

l’equazione di Schrodinger in presenza di un potenziale V assume la forma di due equazioni per il modulo R e la fase S/h della funzione d’onda:

\[ \begin{array}{l} \frac{{\partial S}}{{\partial t}} + \frac{{\left( {\nabla S} \right)^2 }}{{2m}} + V - \frac{{\hbar ^2 }}{{2m}}\frac{{\nabla ^2 R}}{R} = 0 \\ \frac{{\partial R^2 }}{{\partial t}} + \nabla \cdot \left( {R^2 \frac{{\nabla S}}{m}} \right) = 0 \\ \end{array} \]

La prima equazione nel limite h->0 (limite classico) restituisce le equazioni di Hamilton Jacobi (qundi il moto classico-deterministico) mentre la seconda, più interessante si può leggere come una conservazione della probabilità in un “ensemble” di particelle, aventi un movimento normale allo stesso fronte d’onda con una densità di probabilità P=R^2 dove R è l’ampiezza della funzione d’onda (modulo).

Qui sembra emergere la descrizione di particella che conosciamo nella vita di tutti i giorni, senza tutte le ambiguità della meccanica quantistica, principi di indeterminazione, collasso della funzione d’onda etc.

Una particella alla quale `e stata attribuita una “realtà” oggettiva, cioè un corpo mareriale di una certa massa, carica e momento che descrive una traiettoria visualizzabile come una successione causale di punti nello spazio.

Che la visione classica ontologica non si possa estendere al dominio quantistico grazie a questa interpretazione? Ovvero, le equazioni di Hamilton Jacobi possono essere estese alla meccanica quantistica con l’aggiunta di un nuovo termine, detto potenziale quantistico?

Il potenziale quantistico si comporta da tramite per trasportare informazione, come una sorta di onda pilota? Attraverso questa nuova nozione, è possibile interpretare l’esperimento di interferenza dicendo che gli elettroni hanno l’abilità di compiere lavoro sotto l’influenza dell’informazione attiva descritta dal campo quantistico.

Il problema che noto io è che la teoria delle onde pilota si pone come una teoria a variabile nascosta (in questo caso il potenziale quantistico) e proprio Bell ha confermato grazie al suo teorema che le teoria a variabile nascosta sono incompatibili con le predizioni della meccanica quantistica.

http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Bell

 


Referenze:

J.Griffith – Introduzione alla meccanica quantistica.

Schiff – Quantum Mechanics

Cristiano Fidani – L’effetto Ahranov Bohm e il potenziale quantistico. http://ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2007/Ubib070622s001

http://en.wikipedia.org/wiki/Aharonov-Bohm_effect

 
P.S.Un’implicazione è inoltre la quantizzazione del flusso di campo magnetico in multipli di \hbar /2e.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/Meccanica-quantistica/parliamo-delleffetto-ahranov-bohm.html

Parliamo dell’effetto Ahronov-Bohm

Come no, tutti lo conoscono!

L’effetto Ahronov-Bohm, eponimo dei suoi scopritori, è un effetto quantistico che si manifesta come un “azione” dei potenziali sulle particelle cariche anche dove i campi sono nulli.

L’esperimento che mostra questo effetto è il seguente:

Consideriamo un pennello di elettroni che sia separato in due fasci divisi. I due fasci elettronici in assenza di elementi posti dietro alle fenditure creeranno delle figure di interferenza (diffrazione di elettroni) mostrando dei picchi.

Se ora poniamo dietro le aperture un solenoide in cui sia fatta fluire corrente distante dai percorsi dei due fasci, nonostante gli elettroni non attraversino le linee di campo magnetico che risultano confinate solamente all’interno del solenoide, la figura di interferenza subirà un cambiamento.

 

 

Setup sperimentale. La zona B è la zona in cui è presente il campo magnetico (un solenoide).
 
Com’è possibile ciò? Gli elettroni, in quanto particelle cariche, non risentono della forza di Lorentz? Se B=0 allora anche la forza di Lorentz sarà nulla!
 
In realtà le particelle quantistiche non interagiscono con il campo magnetico ma con il potenziale vettore di questo campo, A, \mathbf{B}=\nabla \times \mathbf{A}, quindi in qualche modo lo “sfuggente” potenziale vettore influenza la fase dell’elettrone.
 
Si dimostra, partendo dalla sostituzione minimale nell’equazione di Schroedinger, che la fase accumulata nel percorso dell’elettrone è fornita da
 
 
creando una differenza di fase fra due percorsi data dall’interessante formula
 
 
Quest’ultima equazione coinvolge il flusso del campo magnetico (calcolato con il teorema di Stokes) attraverso l’area compresa fra i due percorsi.
 
Ma ora viene da chiedersi come sia possibile l’interazione fra particella e potenziale vettore A.
 
La trattazione rigorosa prevede lo studio dell’equazione di Schroedinger in presenza di campo elettromagnetico e lo studio della sua invarianza di gauge, tuttavia qualcosa sfugge ancora alla piena comprensione del fenomeno.
 
Questi studi hanno portato Bohm a formulare un’interpretazione ontologica della meccanica quantistica.
 
Molto brevemente, i punti principali di questa interpretazione possono essere riassunti a partire da alcune considerazione sull’equazione di Schrodinger. Riscrivendo la funzione d’onda in forma polare

\psi = R \exp{(iS/h)}

l’equazione di Schrodinger in presenza di un potenziale V assume la forma di due equazioni per il modulo R e la fase S/h della funzione d’onda:

\[ \begin{array}{l} \frac{{\partial S}}{{\partial t}} + \frac{{\left( {\nabla S} \right)^2 }}{{2m}} + V - \frac{{\hbar ^2 }}{{2m}}\frac{{\nabla ^2 R}}{R} = 0 \\ \frac{{\partial R^2 }}{{\partial t}} + \nabla \cdot \left( {R^2 \frac{{\nabla S}}{m}} \right) = 0 \\ \end{array} \]

La prima equazione nel limite h->0 (limite classico) restituisce le equazioni di Hamilton Jacobi (qundi il moto classico-deterministico) mentre la seconda, più interessante si può leggere come una conservazione della probabilità in un “ensemble” di particelle, aventi un movimento normale allo stesso fronte d’onda con una densità di probabilità P=R^2 dove R è l’ampiezza della funzione d’onda (modulo).

Qui sembra emergere la descrizione di particella che conosciamo nella vita di tutti i giorni, senza tutte le ambiguità della meccanica quantistica, principi di indeterminazione, collasso della funzione d’onda etc.

Una particella alla quale `e stata attribuita una “realtà” oggettiva, cioè un corpo mareriale di una certa massa, carica e momento che descrive una traiettoria visualizzabile come una successione causale di punti nello spazio.

Che la visione classica ontologica non si possa estendere al dominio quantistico grazie a questa interpretazione? Ovvero, le equazioni di Hamilton Jacobi possono essere estese alla meccanica quantistica con l’aggiunta di un nuovo termine, detto potenziale quantistico?

Il potenziale quantistico si comporta da tramite per trasportare informazione, come una sorta di onda pilota? Attraverso questa nuova nozione, è possibile interpretare l’esperimento di interferenza dicendo che gli elettroni hanno l’abilità di compiere lavoro sotto l’influenza dell’informazione attiva descritta dal campo quantistico.

Il problema che noto io è che la teoria delle onde pilota si pone come una teoria a variabile nascosta (in questo caso il potenziale quantistico) e proprio Bell ha confermato grazie al suo teorema che le teoria a variabile nascosta sono incompatibili con le predizioni della meccanica quantistica.

http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Bell

 


Referenze:

J.Griffith – Introduzione alla meccanica quantistica.

Schiff – Quantum Mechanics

Cristiano Fidani – L’effetto ahronov Bohm e il potenziale quantistico. http://ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2007/Ubib070622s001

http://en.wikipedia.org/wiki/Aharonov-Bohm_effect

 
P.S.Un’implicazione è inoltre la quantizzazione del flusso di campo magnetico in multipli di \hbar /2e.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/Meccanica-quantistica/parliamo-delleffetto-ahranov-bohm.html

a Bologna tutti assieme contro la 133

Bologna, assemblea congiunta studenti-presidenza della facoltà di Lettere e Filosofia, 23/10/2008

Arrivare tardi alle assemblee ti costringe ad arrangiarti per trovare l’ultimo posto disponibile e a volte questo significa scoprire cose nuove, ad esempio che il posto giusto non è su uno dei banchi ma davanti alla cattedra, col viso rivolto al “lato sbagliato”: una marea di facce attente e interessate che non cambieranno espressione fino alla fine. Tanta gente che il “padrone di casa” esordisce chiedendo se per piacere si può uscire a fumare per evitare intossicazioni di massa, una folla eterogenea (tanto che un novello Lombroso, nel suo intervento, potrà dire di vedere rappresentata ogni tipologia ed estrazione politica di studente) che dopo una risata riesce quasi miracolosamente, visto il numero, a mantenere un clima di ascolto e a far scorrere via bene o male* lisci tutti gli interventi (rigorosamente aperti a chiunque si volesse prenotare).

Innanzitutto quello su cui sono tutti (ricercatori, docenti, preside e membri del consiglio di facoltà, studenti e rappresentanti degli studenti) daccordo: la riforma Gelmini è semplicemente inguardabile, a dire il vero non è nemmeno una riforma: solo una collezione di tagli. Chiaro, ognuno valuta più grave l’aspetto che sente più vicino, ma tutti in quell’aula erano concordi nel bocciare in toto la 133. Fa bene Tommaso del Vecchio, ricercatore e membro del consiglio di facoltà, a sottolineare come questa legge segni un punto di discontinuità persino con la famigerata riforma Moratti, poichè in questo caso non si sta decidendo una svolta culturale, non c’è un progetto, un’idea o anche solo una vera intenzione sotto la 133: soltanto la chiara decisione che la scuola non costituisce una priorità di spesa per questo governo (e per chi l’ha votato, data l’ottica populista con la quale governa Berlusconi). E sulla stessa linea è Grandi, un docente che parlando ancora più chiaro fa capire come la Scuola sia vista dal governo alla stregua di un serbatoio di tagli per recuperare soldi da smistare altrove: un progetto per un paese senza futuro, certo, ma questo paese ha deciso l’harakiri da tempo e non lo scopriamo oggi.

È il monito del preside Sassatelli, che spinge a fare autocritica e a modificare l’immagine che la gente ha dell’università e di chi la vive, da qualsiasi parte della cattedra egli si trovi, è il successo delle lezioni in piazza, momenti di trasparenza dell’università verso l’esterno oltre che di protesta simbolica (come ricorda Anna Borghi, docente e membra della rete “ricercatori precari”), è la necessita più volte ricordata dagli studenti di far vedere all’esterno, non solo nelle parole che ci si scambia tra compagni di viaggio, che il fronte è comune e che comprende, o dovrebbe comprendere, anche i cittadini. Uno dei punti più chiari è proprio questo: facciamoci capire dalla gente là fuori. Ed è su questo che le posizioni cominciano a divergere (ma meno di quanto sarebbe pericoloso per la lotta, a mio avviso).

Prima di andare più sullo specifico va segnalata un’altra cosa: l’università (nella misura in cui questo corso di laurea ne è indicazione) ha una gran voglia di cambiare. Ne hanno voglia gli studenti, che sognano spazi di autoformazione, maggiore libertà nella scelta del percorso di studi, ma soprattutto hanno la grande voglia di essere loro i motori di questo cambiamento, una riforma che possa finalmente partire dal basso. Ne hanno voglia anche professori e presidi, che sognano un’università che funzioni finalmente bene, che permetta di portare avanti seriamente sia la didattica che la ricerca senza gli sprechi e i clientelismi di cui anche la maggior parte di loro è spesso vittima. Ignorare questa voglia di cambiare e pensare alla rivolta come a una semplice difesa dei propri diritti o supposti privilegi di fronte a un taglio radicale dei fondi è un errore fatale, che non consente di leggere a fondo dentro la massa incredibile di persone che si sta muovendo in questi giorni.

Venendo alle proposte, i “fronti” si fanno contrapposti praticamente solo su un punto: la sospensione della didattica (sulle altre questioni le posizione sono più sfumate, vedremo dopo). Quello che molti studenti, ed è anche la posizione dei rappresentanti in quota “Rosso Malpelo” (componente di sinistra) ma non solo, vogliono non è certo un blocco ad oltranza fino alla revisione della legge ma bensì un’azione simbolica il cui significato sarebbe chiaro: anche il corpo docenti è dalla nostra parte, siamo tutti contro di te, Gelmini; è la necessita di far fronte comune in maniera visibile a spingere questa richiesta (che, ripeto, non si spingerebbe oltre i due giorni, da utilizzare per lezioni pubbliche e assemblee). Di contro, se pure chi vi si oppone riconosce la necessità del fronte comune, si ritiene che un’azione del genere sarebbe controproducente: un appiglio troppo semplice per screditare la lotta e un metodo veloce per perdere del tutto la possibilità che la gente là fuori possa appassionarsi alla nostra lotta; molto meglio organizzare assemblee serali per spiegare la riforma (e il professor Donati, docente a giurisprudenza, si è già detto disponibile) e continuare con le lezioni in pubblico, tenendo però separati i metodi di critica (in soldoni: la protesta più “aggressiva” è roba da studenti). In breve: una parte consistente degli studenti chiede ai professori di esporsi di più e una parte consistente dei professori (tra cui la maggioranza del consiglio di facoltà) risponde che non è esponendosi in questa maniera che si sistemeranno le cose, ma al contrario un’azione del genere potrebbe solo far naufragare il tutto. Non che sia una diatriba così importante: per quello che mi riguarda credo che si possa lasciar cadere (per ora ) questa richiesta, in fondo non è ancora così vitale, e se non si riescono a convincere i professori dubbiosi a prendere un provvedimento del genere allora tanto vale andare avanti senza questo tipo di protesta (che avrebbe avuto, è vero, un gran peso, ma di fatto avrebbe veramente esposto il movimento a delle critiche).

Un altro punto delicato è la questione (che poi è centrale nella mozione votata dal senato accademico) della valutazione e del conseguente finanziamento differenziale delle varie università. Intendiamoci, qui è una questione di enfasi: nell’ipotetica frase “No ai tagli previsti dalla 133, ma è giusto razionalizzare le spese e punire gli atenei che non riescono (o non vogliono) spendere entro i limiti” alcuni credono sia più importante la prima parte, gli altri la seconda (e capite da soli quali sono le parti in causa), ma nessuno si azzarda a negare la frase nel suo complesso. Non si può dire insomma, e qui torna il discorso di prima, che si voglia semplicemente salvare un’università che è colma di problemi non solo didattici ma anche economici, ma anzi che un cambiamento è necessario e deve passare per forza da una razionalizzazione delle spese che tenga ovviamente conto delle esigenze imprescindibili di un ateneo (e non, pertanto, da un taglio indiscriminato che servirebbe solo a distruggere gli ultimi sprazzi di buona università).

Per ora l’appuntamento è a martedì, quando i professori volenterosi saranno chiamati a decidere assieme agli studenti le prossime iniziative (lezioni in pubblico eccetera), ma l’impressione è che, pur chiarendo le reciproche posizioni su alcune questioni, si sia usciti da questa assemblea ancora compatti in un unico fronte di lotta. In attesa di altre lezioni pubbliche e delle prime assemblee serali.

In chiusura, vorrei linkare un illuminante pezzo di Calamandrei che una docente ha voluto leggere a tutti durante l’assemblea: lo trovate riportato qui.

* non è mio costume aggiungere delle note ai post, ma in questo caso voglio tenere ben distaccato dal resto l’unico episodio (al di là di qualche fischio) fastidioso della seduta. Quando uno dei rappresentanti di Student Office (diciamo la parte ciellina dei rappresentanti degli studenti, o comunque filodestrorsa), che peraltro potrei anche indicare come secondo episodio fastidioso della seduta, ha preso la parola per esprimere la sua opinione e, in coda, una piccola provocazione, si sono levati fischi e boati (prevalentemente da una parte dell’aula). Per scansare successive strumentalizzazioni preciso che, nonostante un paio di minuti di interruzione per far tornare il silenzio, il ragazzo ha potuto concludere il suo intervento.

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http://paguropagano.blogspot.com/2008/10/bologna-tutti-assieme-contro-la-133.html

Il Cinese ha deciso

Il Cinese ha deciso.
Non si candiderà per il secondo mandato a Sindaco di Bologna. "Motivi Familiari" dice. Ha un bambino piccolo che vive a Genova, lui fa il sindaco a tempo pieno a Bologna. La vita diventava difficile, anzi impossibile. Decide quindi di lasciare e tornare con i suoi cari, con il suo bambino.
Politicamente sarà stata […]

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http://blog.zuin.info/?p=892

DANIELE RACO SHOW Il cabaret di Zelig a Desenzano

Alle 22 al teatro Alberti di Desenzano serata di teatro comico con Daniele Raco, altro cavallo di razza della trasmissione Zelig. Classe ‘72, comedian, autore ed attore, peso massimo della comicità, in 12 anni d’attività ha dato tanto al mondo del cabaret con moltissime esibizioni dal vivo e cinque spettacoli da solista.

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http://www.gardablog.it/?p=663

OVO.IT – sono uno spacciatore ufficiale di inviti: ne vuoi uno anche tu?

Ho iniziato per gioco e poi non sono più stato capace di smettere.
Lo ricordo bene… era il 27 Maggio del 2008, quel giorno incontrai Giorgio in chat e gli chiesi come stava andando la sua nuoa avventura con l’Outlet Virtuale (OVO.IT). Decisi poi di curiosare utilizzando un vecchio account creato da tempo… in un angolo […]

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http://www.spedale.com/e-commerce/616-ovoit-sono-uno-spacciatore-ufficiale-di-inviti-ne-vuoi-uno-anche-tu/

CONGRESSI A RIVA DEL GARDA: Una stagione di successi, un futuro di sviluppo

Con 110.000 presenze congressuali, 71 congressi e l’obiettivo di budget raggiunto già nel mese di giugno 2008, Riva del Garda Fierecongressi spa sigla il proprio bilancio congressuale con una serie di successi.
Le presenze sono aumentate rispetto al 2007 del 26%, il fatturato sfiora un aumento del 30%. Soltanto nel periodo autunnale, grazie ad un […]

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http://www.gardablog.it/?p=624