Tassa di soggiorno tutto l’anno: sugli introiti c’è dibattito

Tassa di soggiorno tutto l’anno: il tesoretto a Desenzano supererà il milione di euro. E per sfondare la quota dei sei zeri si aggiungerà anche qualche ritocco al rialzo delle tariffe, che devono però ancora passare al vaglio della giunta comunale.  Se n’è lungamente parlato l’altra sera in consiglio comunale, per l’approvazione del nuovo regolamento che disciplina l’applicazione dell’imposta di soggiorno. Non sono ovviamente mancale le polemiche, scaturite però più da questioni procedurali che di merito: i due emendamenti presentati da Maurizio Maffi (Pd), nei quali chiedeva la destinazione di almeno il 30% del gettito a investimenti e sconti per i turisti sui biglietti di ingresso a castello e museo Rambotti, non sono stati portati in discussione perché presentati, secondo il presidente del consiglio comunale Rino Polloni, troppo tardi. Duro il consigliere: «Pare si voglia mettere per forza i bastoni tra le ruote. La clessidra della democrazia in questo consiglio si sta esaurendo».

La discussione.   Nel merito, invece, il nuovo regolamento presentato dall’assessore al Turismo Francesca Cerini porta in città una sostanziale novità: «Si tratta di un regolamento ampiamente discusso anche in commissione – ha specificato -, aggiornato rispetto al precedente alla luce delle variazioni normative più recenti e ampliato per quanto concerne gli obblighi tributari, gli accertamenti e le sanzioni per inadempimento. La novità principale riguarda invece il periodo di applicazione dell’imposta: non più da marzo a ottobre, ma per tutto l’anno. Desenzano non è una località con una stagionalità fissa – ha precisato a tal proposito l’assessore Cerini – per questo abbiamo deciso di applicare l’imposta sempre».

 Qualche raccomandazione, anche in linea con gli emendamenti di Maffi, da parte di Valentino Righetti, in minoranza con Righetti per Desenzano: «Con gli aumenti alle tariffe supereremo il milione di euro – ha detto -. Mi auguro che una parte di questi introiti sia riconosciuta agli investimenti propedeutici al turismo e non alla spesa: non a cambiare fiori, insomma, che questo va fatto a prescindere». Andrea Spille (M5S), invece, invoca maggiore trasparenza sulla destinazione degli introiti, perché «oggi si fa davvero fatica a capire come questi vengano utilizzati».

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