«Come? Ah… interessante… Aspetti che le passo mio marito: è lui che si occupa di queste cose». Raggiunta al telefono ieri in serata, Caterina Quecchia , titolare del bar Stazione a Toscolano Maderno, ci risponde così, con un tono sorpreso, in bilico tra la contentezza e il dubbio di uno scherzo. «No, veramente, non sappiamo nulla… Hanno centrato il sei, davvero?».
Tutto vero, nessuna burla: una delle 90 quote – che hanno permesso ad altrettanti giocatori di centrare il sei al Superenalotto (che latitava da 635 giorni) è stata venduta proprio in via Matteotti. Chi l’ha acquistata per 5 euro su un sistema attraverso la bacheca Sisal, avrà da ritirare una vincita da 4 milioni, euro più, euro meno. Il Superenalotto dei record ha assegnato ieri il montepremi più alto di sempre e, attualmente anche di tutte le lotterie mondiali: trecentosettantuno milioni di euro. E la fortuna ha baciato anche Toscolano.
«È una soddisfazione davvero grandissima per noi – commenta Eros Andreoli -, siamo una delle ricevitorie più longeve della provincia, nella nostra storia, partita nel 1988, abbiamo vincite importanti, ma il 6 ancora no, non era arrivato e beh, adesso è come se si chiudesse un cerchio». Il signor Andreoli, alla guida, in vario modo, dell’esercizio di Toscolano da 35 anni, riesce anche a sbilanciarsi su chi possa essere il fortunato vincitore. «Credo proprio che possa essere un nostro cliente abituale – ci racconta -, sapere chi sia in particolare è impossibile da dire, ma le persone che vengono a giocare sono più o meno sempre le stesse. A chi ha vinto dico solo di farsi consigliare e di contattarci, non è semplice raccappezzarsi in queste situazioni». Poi la battuta: «Certo, se per ogni vincita avessi ricevuto qualcosa da un mio cliente adesso chissà! Ma fa nulla, se arriva un mazzo di fiori per mia moglie sono contento».
C’è spazio, nella telefonata, anche per ricapitolare il lavoro di una vita. «Siamo partiti con il Totip e nel 1998 è partito il Superenalotto, insomma da sempre mi occupo di questo, ma sempre con misura, perché deve rimanere un gioco. Siamo una delle quaranta ricevitorie che lavorano praticamente da sempre con la Sisal. E, almeno nel mio caso, davvero per far vincere la gente». Al bar Stazione non è la prima vincita, ovviamente, anche se, dopo il giovedì-superjackpot di ieri, le precendeti impallidiscono. «Nel 1998 abbiamo una vincita di 100milioni, l’anno dopo di 500 con un sistema creato da noi, mi ricordo: costava 16mila lire. Invece l’ultima, in ordine di tempo, è del periodo di Natale, con 20 mila euro. Ma ecco, insomma, che dire: siamo contenti».
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