L’ultimo post su Facebook è di qualche ora prima della tragedia. Un articolo di giornale che spiega perché gli squali attaccano l’uomo. Il profilo social è una collezione di video di immersioni, fotografie di giornate in barca e racconti del mondo marino.
Lavorava con lo sguardo verso il cielo, ma amava l’acqua Miguel Verdecchia, 39 anni, sposato e residente a Bedizzole con la moglie veterinaria di professione e che con lui condivideva la passione per le immersioni. Nato a Mentana, in provincia di Roma, da 20 anni Brescia era casa sua.
Fin dai primi anni ’90 Miguel Verdecchia era di stanza all’Aerobase del 6° Stormo dell’Aeronautica militare di Ghedi. Aviere che dopo l’arruolamento non ha mai più lasciato l’aeroporto militare della nostra provincia.
Il ricordo del comandante. «Lavorava come addetto all’autoreparto. In alcune occasioni mi ha accompagnato a cerimonie ufficiali. L’ultima volta poche settimane fa per un incontro a Brescia» ricorda il colonnello Luca Maineri, comandante del 6° Stormo di Ghedi. Sotto choc fin dal mattino, da quando la notizia – prima della mancata riemersione, poi del ritrovamento del corpo senza vita – ha iniziato a circolare.
«Erano momenti particolari quei viaggi in auto. Si riusciva a parlare della nostra vita all’Aerobase senza la formalità del grado. Era una brava persona» è il pensiero del colonnello Maineri, che nel tardo pomeriggio di ieri ha incontrato la famiglia dello sfortunato militare morto inseguendo la sua grande passione, il sub, in una zona che conosceva molto bene.
«Il pensiero va alla moglie e a tutti i parenti. Per noi – prosegue il comandante del 6° Stormo – è una tragedia enorme perché se ne va un pezzo della grande famiglia dell’Aeronautica». La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per capire cosa possa essere accaduto e nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Miguel Verdecchia.
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