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Gentile direttore,

ancora una volta non resta che sperare nell’interpretazione avanzata della Corte di Cassazione, che già in altre tristemente note vicende di arretramento giurisprudenziale dei tribunali di merito -si pensi alle sentenze dei jeans o della “tempesta emotiva”, entrambe annullate dalla Suprema Corte- ha indicato ai giudici (evidentemente non a tutti!) la direzione per una lettura costituzionalmente e modernamente corretta delle norme sulla violenza sessuale.

Queste interpretazioni giudiziali retrograde (e maschiliste) del reato di stupro, oltre ad essere eticamente e giuridicamente inaccettabili, producono il duplice effetto di favorire la vittimizzazione secondaria delle donne che denunciano, aggiungendo dolore e dolore, e di scoraggiare per il futuro le vittime a denunciare le violenze, con buona pace delle finalità e degli importanti investimenti (anche in termini finanziari e preventivi) del Codice Rosso.
Purtroppo, sentenze come quella in esame sono espressione della persistenza nel nostro paese di una mentalità ancora basata sui pregiudizi nei confronti della sessualità femminile e sulla colpevolizzazione della donna (per l’abbigliamento o l’atteggiamento, per esempio). 
Una mentalità che, sciaguratamente, si sta diffondendo anche in altri Paesi europei, come ha dimostrato la recente versione al ribasso con cui è stata approvata dall’Unione Europea la direttiva sulla violenza di genere, che, nel testo definitivo, ha cancellato l’articolo 5 del testo originario licenziato dalla Commissione, che conteneva la definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso”, a riprova che anche la politica della UE comincia a fare i conti con la spinta retrograda delle destre.

Si tratta di una cultura e di una una legislazione inaccettabili, contro le quali tutte e tutti dobbiamo far sentire la nostra indignazione e reagire ad ogni livello, da quello locale a quello internazionale, perché è in gioco la nostra civiltà, frutto di secoli di lotte per il rispetto dei diritti, delle libertà e del corpo delle donne, che in questi tempi bui è oggetto di continui attacchi involutivi ormai su troppi piani e da troppi fronti.

Donatella Albini – Rete donne Sinistra Italiana 

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