Per la rubrica di Araldica: “un paese, uno stemma (e non logo)”, questo mese ci fermiamo nella splendida Sirmione (sul Garda bresciano). “Paene insularum, Sirmio, Insularumque/ ocelle, quascumque in liquentibus stagnis/ marique vasto…”. Ovvero: “Sirmione, perla delle penisole e delle isole, di tutte quante, sulla distesa di un lago trasparente o del mare senza confini…”. Così il mitico Gaio Valerio Catullo (o in lingua originale: Gaius Valerius Catullus; Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.), nel Carme XXXI, descrisse Sirmione, dove soggiornava durante i suoi periodici allontanamenti da Roma. Mi aspettavo di trovare nello stemma del comune lacustre un segno forte che identificasse compiutamente la cittadina benacense, invece ecco nello scudo apparire un grifo alato. Va detto, però, che lo stemma è regolarmente a norma (uno dei pochi in Italia), anche se nello statuto comunale, approvato il 29 dicembre 1999, non c’è traccia dello stemma e del gonfalone, pur citati. Comunque, l’entrata in vigore della legge n. 142 dell’08.06.1990, ora esecutiva, ha fatto scattare il diritto/obbligo per comuni e province di dotarsi di apposito statuto, sul quale va riportato, tra gli elementi identificativi propri dell’ente locale, la descrizione dello stemma e del gonfalone. Lo stemma fu approvato durante l’amministrazione dell’allora sindaco di Sirmione Mario Arduino, dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, controfirmato dal Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi, in data 29 luglio 1993. Il decreto presidenziale, con le miniature dello stemma e del gonfalone, fanno bella mostra nell’ufficio dell’attuale sindaco Alessandro Mattinzoli. Curioso è il fatto che, mentre nelle strade principali che portano alla cittadina, compare regolarmente, accanto al nome di Sirmione, lo stemma ufficiale, sulla carta intestata del comune gardesano, sulle bandiere, sulle portiere delle autovetture del comune e altro, compare, invece, un logo voluto nel 2007 dal sindaco Maurizio Ferrari e ideato dal grafico Marcello Belletti. Un logo molto bello, moderno, esplicativo, ma assolutamente inutilizzabile nei documenti ufficiali. Ma torniamo ora al “nostro” grifo alato, che fa bella mostra di sé nello stemma ufficiale. Perché proprio un grifo alato? Presto, tutte le famiglie del comune riceveranno una pubblicazione dove lo stemma sarà illustrato, con i documenti del caso, a partire dai primi anni del secolo scorso, quando Sirmione negli atti ufficiale era ancora nominata come “Sermione”. Il grifo (o grifone) alato è una figura immaginaria. Vuole simboleggiare la custodia e la vigilanza. Infatti, nello stemma araldico del corpo della Guardia di Finanza è raffigurato il grifo che appoggia le sue zampe su un forziere. Bella anche la scritta posta sotto lo scudo: “Nec Recisa Recedit“ ovvero: “Neanche spezzata retrocede”. Questa frase latina appartiene alla vasta collezione dei motti ideati da Gabriele d’Annunzio. Fu proprio il Vate, nel 1920, a fare dono alla Guardia di Finanza di una sua fotografia, con scritto: “Alle Fiamme Gialle, onore di Fiume, Nec Recisa Recedit, Fiume d’Italia, 1920 Gabriele d’Annunzio”. La frase divenne nel 1933 il motto ufficiale della Guardia di Finanza, riportato sullo stemma araldico. E il grifo alato torna bel bello anche nello stemma sirmionese. Il libretto che le famiglie di Sirmione riceveranno, edito dalla nostra casa editrice che pubblica Gn — Gardanotizie, avrà il patrocinio del comune di Sirmione, della Provincia di Brescia (Assessorato al Territorio) e dell’Associazione dei Comuni Bresciani. Sarà presentato ufficialmente alla popolazione, con la prefazione del sindaco Alessandro Mattinzoli e soprattutto ai ragazzi delle scuole, estremamente ricettivi e sensibili alla storia e alle proprie radici.
Prima pubblicazione il: 22 Dicembre 2021 @ 18:34
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