Strage di piazza Loggia, intitolato a Vittorio Zambarda il parco di San Felice

Una targa in memoria di Vittorio Zambarda, vittima della strage di piazza Loggia. San Felice del Benaco ha voluto ricordare così il cittadino, nato nella località di Portese il 26 maggio 1914 e morto il 16 giugno 1974 in ospedale a causa delle ferite causate dalla bomba dell’attentato fascista che sconvolse Brescia e l’Italia il 28 maggio. A lui il Comune ha intitolato il parco di via Pescatori ai piedi della chiesa parrocchiale e della scuola materna.

Il ricordo del figlio Dino

EMBED [Leggi anche]Alla cerimonia presenti i famigliari di Zambarda. Il giorno della strage, Vittorio si trovava a Brescia per completare le ultime pratiche di pensionamento. Trovò gli uffici chiusi. Militante nel PCI, si unì alla manifestazione antifascista che era in corso in città. Di quello che gli successe dopo, le immagini sono ancora impresse nella memoria del figlio Dino, che all’epoca aveva 28 anni: «Avevo saputo dalla televisione. Ero in Trentino per lavoro e sono subito partito per Brescia. Ho trovato mio padre insieme ad altre quattro persone ferite, i letti uno sopra l’altro perché la stanza era per due persone. Mio papà era ferito alla mano e alla gamba, con svariati tagli per le schegge. Lo assistevo di notte. L’ultima volta che l’ho salutato era lucido… La mattina dopo mi hanno avvisato che non ce l’aveva fatta».

«Fare memoria»

Sotto la targa verrà posto un «qr code» realizzato dall’Associazione Casa della Memoria – Vittime della Strage di Piazza Loggia: inquadrandolo con il proprio smartphone, i visitatori potranno accedere ad una pagina web in cui è ripercorsa la storia di Zambarda e dell’attentato. «Fare memoria significa trasmettere alle nuove generazioni i valori civili che la mattina della bomba volevamo difendere – dice il presidente dell’Associazione Manlio Milani – Ricordare è un dovere civile e spetta a tutti noi».

Tanta l’emozione da parte del delegato comunale Ettore Corredo, toccato personalmente dai fatti di Piazza Loggia: «Allora ero un rappresentante sindacale. Ci sarei dovuto essere anche io, ma per un imprevisto famigliare non ero partito – racconta con la voce incrinata per la commozione -. La strage è stato un evento che mi ha segnato molto. Essere qui 49 anni dopo con una carica istituzionale, in un momento così importante, è un onore sia come rappresentante del Comune sia come persona».

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