Storia locale

C'è poca gente in giro, intendo turisti, anche se giornate splendide di sole e il freddo notturno mantengono bene la neve sulle piste e le strade pulite.

C'è poca gente e si fa la spesa senza code e ci si può fermare in piazza a far due chiacchiere con il maestro in pensione che è "lo storico" locale (una delizia ascoltare il suo racconto al museo della Grande Guerra) e scoprire così dettagli interessanti sulla storia di Sesto.

Intanto, una domanda che ci facevamo spesso io e Marina: perchè "Sesto"?

Secondo alcuni deriva dal Sextum Miliarium e cioè dal sesto miglio su una strada romana che però a detta dello storico non ha senso perchè la strada romana che attraversa la Pusteria fino a Lienz (Aguntum) non tocca la valle di Sesto.

Più probabile e più semplice la spiegazione da un documento del 1300 in cui un contadino chiamato in una sorta di contenzioso riferisce di venire da Sesto dai sei masi: quindi, dato che all'epoca non c'erano altro che sei masi, il nome da questi deriva.

Da notare poi che la piana di Sesto dove oggi passa la strada era tutta acquitrino e i pochi masi erano sulle pendici di Mont' Elmo tanto che la strada verso San Candido era a mezza costa: si spiega così il perchè la chiesa di Sesto non è "in piazza", come sarebbe normale che fosse, ma è sul costone del monte, sulla strada che una volta passava di lì e che ora, dopo casa mia, torna ad essere un bel sentiero tra prati e boschi.

Mentre Blue saltella e annusa, mi guardo intorno e vedo che ogni posto parla, racconta la sua storia in una lingua spesso ormai perduta ma appena ne riacquisti alcuni vocaboli, tutto ti sembra chiaro e ragionevole.

Rientro con il sacchetto del pane e la quotidiana leccornia del mio macellaio, guardo giù verso la piazza e pian piano le case scompaiono, la strada scompare, scompare il Municipio e si dissolvono i negozi e gli alberghi, tutto diventa un grande biotopo alimentato dal torrente che scende dalle Tre Cime e dalla val Fiscalina.

I germogli di salice, i "palmen", sbocciano e adorneranno l'albero di Pasqua, c'è profumo di erba che riappare dall'inverno.

C'è silenzio. Come adesso.

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2011/03/storia-locale.html

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