Avevo letto la notizia qualche giorno fa e ora ho trovato un interesante commento di un partecipante che ha realizzato i cinque filmati in HD visibili su YouTube (in coda la post il primo video da cui poi accedere agli altri) : all’ Università di Stanford c’è stato un concerto usando gli iPhone come strumenti.
Nulla di eccezionale musicalmente parlando ma qualche curiosità o riflessione mi è venuta.
Curioso l’uso di altoparlanti montati su guanti per dare un senso spaziale al suono e interessante il tentativo di usare gli iPhone per generare suoni "inconsueti" o visualizzare il rimbalzo del suono come con una palla.
La riflessione che mi viene da fare riguarda proprio il rapporto tra musica e tecnologia, ci sono state grandi rivoluzioni nel ‘900, la registrazione e la riproduzione del suono e poi i dischi, le cassette i CD e i DVD, gli iPod e poi la rete e i software per l’editing. Sostanzialmente un grande cambiamento nella fruizione ma poco nella produzione di suoni.
Dall’ "intonarumori" di Luigi Russolo a fine 800 al theremin degli inizi del secolo scorso non si è usciti dalla "bizzarria", migliore fortuna hanno avuto sintetizzatori e tastiere dal Moog in avanti ma si tratta di evoluzioni di strumenti esistenti, come la chitarra elettrica o il bazantar, più che di nuovi strumenti veri e propri prodotti dalla tecnologia.
Si sono tentate nuove interfacce per sostituire le tastiere dei pianoforti (non ricordo il nome di una tastiera a forma di cellette esagonali) ma i nuovi strumenti sono ancora ricerche artigiane più che tecnologiche come fa Terradaria.
E’ il mistero millenario racchiuso nei flauti o nelle cetre o l’essenza dei tamburi o la strabiliante maestria dei liutai lombardi che ancora la tecnologia non riesce a superare.
La tecnologia "gira attorno" all’isola della musica, ne cambia porzioni sostanziali, come nel caso della YouTube Orchestra, ne cambia la diffusione e l’ascolto, cambia la qualità del suono e della registrazione e la connessione degli strumenti con il MIDI e il modo di fare musica tra amici fino a registrazioni planetarie in simultanea, cambia la scrittura degli spartiti e lo studio, cambia intere società con la sua diffusione.
Sull’isolotto sono rimasti solo gli strumenti, custodi del segreto e anzichè provare a imitarli, forse il concerto di iPhone dice che bisognerà indirizzare da altre parti la ricerca di nuovi strumenti.