Pensavo di leggerlo nel mio viaggio di oggi a Napoli ma in due ore l’ho finito: davvero bello questo Stabat Mater di Tiziano Scarpa.
Non dico nulla per non rovinare il piacere, come è stato per me, di scoprire una lettura del tutto inusuale ed una storia non meno intrigante.
Dirò solo che il finale è perfetto per i miei gusti e spero anche per i vostri, dirò che la forma con cui il libro è scritta sospende molte frasi tra spazi di capoverso per lasciare che su di esse si rifletta, come fa con tecnica diversa ma con eguale impatto Erri De Luca.
Dirò infine che è ben disegnato il ruolo di Antonio Vivaldi che (non lo svelo come, mostra una parte di sè vera ma che non si conosce bene) avevo intravisto nelle chiacchiere con i musicisti della Venice Baroque Orchestra:
"Se pensi a Bach" diceva Alessandro il contrabbassista "tutti possono suonarlo bene, è tutto scritto lì, è preciso, è razionale. Con Vivaldi, tutto dipende da te che suoni, dal piacere e dalla passione che ci metti perchè lui è un passionale e se non lo capisci la sua musica sembra insulsa." E anche Carlo Boccadoro mi aveva confermato questo punto di vistra,: bisognerebbe pensare a Vivaldi come il compositore leader di una rock band e suonarlo, come dice Dudamel a proposito di Beethoven, come se quella musica fosse stata scritta ieri mattina.
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